00 22/09/2012 11:24
[SM=g1740733]Riporto la riflessione qui a seguire a dimostrazione di come dilaga LO SCANDALO a causa del quale i fedeli SONO CONFUSI e disorientati per colpa di questi vescovi o cardinali.....

Ma te ne accorgi?

«Tu, prete, puoi fare ciò che vuoi: anche venderti al diavolo, se vuoi.

Però, questo è certo: che dal giorno dell’ordinazione a quello della morte,

resti immerso nel soprannaturale. Ma te ne accorgi?»

(Domenico Giuliotti)

La crisi della Chiesa è, innanzitutto, crisi del sacerdozio. Preti, vescovi e cardinali che ridicolizzano i Sacramenti sono ormai la norma. Tutta gente che, in tempi più civili, sarebbe stata pregata di ravvedersi o di passare sotto la bandiera di Lutero. Ma, si sa: da cinquant’anni a questa parte viene somministrata la medicina della misericordia e chi riesce a spararla più grossa degli altri viene creato cardinale (la cosa non è facile come sembra, dato il gran numero di eretici che aspirano ad una berretta).

Tutto questo è necessario per parlare dell’ultima vaccata – con tutto il rispetto per le mucche, animali nobilissimi – del card. Schoenborn. Già noto alle cronache per aver celebrato una “Messa dei giovani”, in cui l’Ostia – bianchissimo corpo di Nostro Signore – è stata distribuita come un hot-dog e, infine, schiacciata dalla maggior parte dei presenti, Schoenborn ha – pochi mesi fa – ratificato la nomina di un omosessuale, che “regolarmente” convive con un altro uomo, a consigliere pastorale. Ma, fin qui, nulla di nuovo.

L’ultima vaccata di Schoenborn (prometto – per tutelare il buon nome dei bovini – di non usare più questo termine per parlare delle corbellerie del porporato) è stata affermare che «dobbiamo liberarci dell’immagine tradizionale secondo la quale la Chiesa c’è solo quando è presente un sacerdote».

L’idea è quella di accorpare (entro i prossimi dieci anni) le parrocchie per darle in gestione ai laici. I piani quinquennali per rilanciare l’economia sovietica sono nulla rispetto ai piani decennali del card. Schoenborn per protestantizzare la diocesi.

Ma una parrocchia senza prete è come un corpo senza l’anima. Senza un sacerdote che celebri il Santo Sacrificio della Messa, che confessi, che – insomma – faccia il curato, ovvero si prenda cura delle anime, la parrocchia sarà solamente un centro ricreativo. Una sorta di ARCI, ma molto meno cattolico.

Così facendo, Schoenborn non si accorge che il suo, più che un accorpamento è un accoppamento: uccide la vita spirituale dei fedeli e chiama la propria apostasia “superamento di un’immagine tradizionale della Chiesa”. Rende la parrocchia cattolica una caricatura di quella protestante e chiama il proprio crimine progresso. Crea scandalo appoggiando un omosessuale come consigliere di una parrocchia della sua diocesi e ammanta la propria sfacciataggine di misericordia divina.

Matteo Carnieletto


[SM=g1740758]  breve riflessione:

Il paradosso è che per ben due volte il Papa ha risposto alle stravaganti uscite di questo cardinale, e lo ha fatto di recente sia con un messaggio ai Vescovi per la nuova evangelizzazione sottolineando che:

“Ogni fedele, nella e con la comunità ecclesiale, deve sentirsi responsabile dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo. Il Beato Giovanni XXIII, aprendo la grande assise del Vaticano II prospettava un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale ed una formazione delle coscienze, e per questo – aggiungeva – «è necessario che questa dottrina certa ed immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo”...

e sia, il giorno prima parlando ai vescovi Francesi in visita ad Limina dove ha detto:

È dunque necessario che nella riorganizzazione pastorale sia sempre confermata la funzione del sacerdote che «in quanto strettamente vincolata all’ordine episcopale, partecipa della autorità con la quale Cristo stesso fa crescere, santifica e governa il proprio corpo» (Presbyterorum ordinis, n. 2).
Rendo omaggio alla generosità dei laici chiamati a partecipare a uffici e a incarichi nella Chiesa (cfr. cic, can. 228 § 1), dando così prova di una disponibilità per la quale quest’ultima è profondamente riconoscente.
È però opportuno, d’altra parte, ricordare che il compito specifico dei fedeli laici è l’animazione cristiana delle realtà temporali all’interno delle quali agiscono di propria iniziativa e in modo autonomo, alla luce della fede e dell’insegnamento della Chiesa (cfr. Gaudium et spes, n. 43). È dunque necessario vegliare sul rispetto della differenza esistente tra il sacerdozio comune di tutti i fedeli e il sacerdozio ministeriale di quanti sono stati ordinati al servizio della comunità, differenza non solo di grado ma anche di natura (cfr. Lumen gentium, n. 10). D’altro canto occorre restare fedeli al deposito integrale della fede così come è insegnata dal Magistero autentico e professata da tutta la Chiesa.
In effetti, «la stessa professione della fede è un atto personale ed insieme comunitario.
È la Chiesa, infatti, il primo soggetto della fede» (Porta fidei, n. 10). Tale professione di fede trova nella liturgia la sua espressione più alta. È importante che questa collaborazione si situi sempre nel quadro della comunione ecclesiale attorno al Vescovo, che ne è il garante, comunione per la quale la Chiesa si manifesta come una, santa, cattolica e apostolica. [SM=g1740733]

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pertanto....se dovesse mancare uno solo di questi presupposti, uno solo di questi requisiti ben delineati dal pontefice, verrebbe meno quella PIENA COMUNIONE insegnata dalla Chiesa

[SM=g1740733] e sia ben chiaro che il problema non sta nell'accorpamento in sè.... del resto se i sacerdoti scarseggiano c'è ben poco da fare  [SM=g1740727] il problema è l'appiattimento, la desolazione, il fatto che ci si ADEGUI alla situazione andando a creare delle situazioni che inevitabilmente porteranno a snaturare il Ministero sacerdotale da quello dei laici....
Ma dirò di più....
Schoenborn ha un problema da risolvere, la ribellione di ben 400 sacerdoti che stanno remando contro le dottrine più basilari della Chiesa e lui, ovviamente non vuole perderli, nè rischiare di creare una chiesa parallela.....
In questo senso ho com-passione per questo cardinale.... ma occorre dire che queste situazioni le sta creando lui, per altro alla guida della diocesi da molti anni, forse anche troppi....
Tuttavia, per risolvere il problema di 400 sacerdoti ribelli, non si può cedere a delle soluzioni che non porteranno nulla di buono.
Inoltre la Chiesa stessa insegna, infatti....
prima del Concilio non esisteva questa frenesia di vedere le CHIESE PIENE.... queste non lo sono mai state in duemila anni.... la gente si RADUNAVA attorno al parroco nelle Feste comandate.... nei cambi di STAGIONE per invocare la Provvidenza divina per il raccolto e le semine....
si radunava in caso di calamità o per ringraziare di uno scampato pericolo....
Il Catechismo lo si faceva alla domenica dopo la Messa.... e durante la settimana dopo la Messa del mattino i fedeli andavano avanti con le devozioni come IL ROSARIO che si diceva la sera ion Chiesa al tramontar del sole o nelle famiglie prima di cenare....
IL CAPO FAMIGLIA LEGGEVA LA BIBBIA o la nonna, o la mamma che sapeva leggere e.... se c'era qualcosa che non si capiva interveniva il parroco CON IL CATECHISMO....

Vi racconto questo fatto singolare:
Per un secolo conserva la vera fede [SM=g1740722]

Un Padre domenicano della Provincia delle Filippine, P. Florentino Castarñon, fu incaricato dal suo Superiore nel 1951 di partire missionario per le isole Babuyanes. Gli abitanti di quelle isole non vedevano infatti un missionario da varie generazioni. L'ultimo era stato ancora un domenicano, che prima di lasciarli aveva detto loro: Se verrà qualcuno da voi a presentarsi come ministro della vera religione, accoglietelo solo se viene col Rosario.

Quando dunque, dopo circa un secolo, videro arrivare quel Padre, osservarono subito che aveva la corona. Vedendola appesa alla sua cintura, felicissimi lo accolsero tra loro. Il missionario, visitandoli, restò meravigliato anzitutto di vedere che tutti erano regolarmente battezzati e conoscevano bene i principali misteri della fede. Come mai? Tra loro uno era incaricato di riunirli tutte le domeniche per la recita del Rosario. Poi provvedeva a battezzare i bambini. Così per un secolo. La gente, essendo domenica, recitava sempre i misteri gloriosi (e aveva dimenticato gli altri), ma essi erano stati sufficienti per conservare quel popolo nella fede cattolica.

(Da una lettera del Provinciale domenicano a tutti i religiosi, del 29/10/1972)

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Ecco come devono essere organizzate le Parrocchie senza un prete..... e fa specie che un Schoenborn, DOMENICANO per giunta, non rammenti questo episodio


Se il prete si confonde coi mondani

 
Guai se il sacerdote, dimentico di sì divine promesse, cominciasse a mostrarsi "avido di turpe lucro" e si confondesse con la turba dei mondani, su cui geme la Chiesa insieme con l'Apostolo: "Tutti pensano alle cose loro, non a quelle di Gesù Cristo".
In tal caso, oltre il mancare alla sua vocazione, raccoglierebbe il disprezzo del suo stesso popolo, il quale riscontrerebbe in lui una deplorevole contraddizione tra la sua condotta e la dottrina evangelica così chiaramente espressa da Gesù e che il sacerdote deve annunziare: "Non cercate di accumulare tesori sopra la terra, dove la ruggine e il tarlo li consumano e dove i ladri li dissotterrano e li rubano; procurate invece di accumulare tesori nel cielo".
Se si pensa che uno degli Apostoli di Cristo, uno dei Dodici, come mestamente notano gli Evangelisti, Giuda, fu condotto all'abisso dell'iniquità appunto dallo spirito di cupidigia delle cose terrene, ben si comprende come questo medesimo spirito abbia potuto arrecare tanti danni alla Chiesa attraverso i secoli: la cupidigia, che dallo Spirito Santo è detta "radice di tutti i mali", può trascinare a qualunque delitto; e quando anche non arrivi a tanto, di fatto un sacerdote infetto da tale vizio, consciamente o inconsciamente fa causa comune coi nemici di Dio e della Chiesa e coopera ai loro iniqui disegni.
 
E invece il sincero disinteresse concilia al sacerdote gli animi di tutti, tanto più che con questo distacco dai beni terreni, quando viene dall'intima forza della fede, va sempre congiunta quella tenera compassione verso ogni sorta d'infelici, che trasforma il sacerdote in un vero padre dei poveri, nei quali egli, memore di quelle commoventi parole del suo Signore: "Ogni volta che avete fatto qualche cosa per uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatta a me", con affetto singolare vede, venera e ama Gesù Cristo stesso.
 
[ Brano tratto dall'Enciclica “Ad catholici sacerdotii”, di Papa Pio XI ]


[SM=g1740771]


[Modificato da Caterina63 31/12/2012 15:03]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)