00 30/04/2015 08:37
   Giovanni Paolo II, nel V° Centenario della morte di san Pio V, così scriveva nella Lettera apostolica:

         

"in questo contesto storico e religioso, che ha caratterizzato il XVI secolo, si colloca la vicenda umana e spirituale di san Pio V, conclusasi il 1° maggio dell'anno 1572. Fin dall'infanzia, Michele Ghislieri ebbe a provare i disagi della povertà e dovette con il lavoro contribuire al sostentamento della sua famiglia. Attinse ai valori tipici della sua amata terra di Alessandria, alla quale restò sempre legato, sì da essere conosciuto, quando venne chiamato a far parte del Collegio cardinalizio, come il cardinale Alessandrino.
A 14 anni entrò nell'Ordine dei Predicatori (Domenicani) e compì l'itinerario formativo nei conventi di Vigevano, Bologna e Genova, applicandosi senza tregua a percorrere il cammino della perfezione evangelica mediante la preghiera e lo studio, ed attingendo abbondantemente alle sorgenti della parola di Dio secondo il carisma domenicano.
 
Manifestava già allora un gusto particolare per la Sacra Scrittura e per la dottrina dei Padri, appassionandosi anche allo studio delle opere di san Tommaso d'Aquino che egli stesso, divenuto Sommo Pontefice, annoverò nel numero dei dottori della Chiesa. Fu ordinato sacerdote a Genova nel 1528.
Incaricato dal Papa Paolo III di vigilare sulla purezza della fede nelle regioni di Padova, Pavia e Como si ispirò, come modelli e protettori, a san Domenico, a san Pietro martire di Verona, a san Vincenzo Ferrer e a sant'Antonino di Firenze, senza altra preoccupazione se non quella di ricercare sempre la maggior gloria di Dio e l'autentico bene dei fratelli, fedele al motto «camminare nella verità» che volle fare proprio. Proseguì con medesimo zelo quando fu nominato a Roma Commissario per la dottrina della fede, e negli altri incarichi affidatigli dai Papi Giulio III, Paolo IV e Pio IV. Eletto Vescovo di Nepi e S utri nel 1556, fu creato Cardinale nel 1557, e nel 1560 divenne Vescovo di Mondovì.
 
3. A 62 anni, nel gennaio del 1566, venne eletto Successore di Pietro e durante gli anni di Pontificato si dedicò a ravvivare la pratica della fede in ogni componente del popolo di Dio, imprimendo alla Chiesa una provvidenziale spinta evangelizzatrice. Instancabile nel lavoro pastorale, cercava contatti diretti con tutti, senza tener conto della fragilità del suo stato di salute. Si preoccupò di applicare fedelmente le decisioni del Concilio di Trento: in campo liturgico, con la pubblicazione del Messale Romano rinnovato e del nuovo Breviario; nell'ambito catechetico, affidando soprattutto ai parroci il "Catechismo del Concilio di Trento"; in materia teologica, introducendo nelle Università la Summa di san Tommaso. Richiamò ai vescovi il dovere di risiedere in diocesi per un'attenta cura pastorale dei fedeli, ai religiosi l'opportunità della clausura e al clero l'importanza del celibato e della santità di vita.
 
Consapevole della missione ricevuta da Cristo buon Pastore, si dedicò a pascere il gregge affidatogli, invitando a far ricorso quotidiano alla preghiera, privilegiando la devozione a Maria, che contribuì ad incrementare notevolmente dando un forte impulso alla pratica del Rosario. Egli stesso lo recitava intero ogni giorno, pur preso da compiti gravosi e molteplici.
 
4. Venerato fratello, lo zelo apostolico, la costante tensione alla santità, l'amore alla Vergine, che caratterizzarono l'esistenza di san Pio V siano per tutti stimolo a vivere con più intenso impegno la propria vocazione cristiana. In modo speciale, vorrei invitare a imitarlo nella filiale devozione mariana, riscoprendo la semplice e profonda preghiera del Rosario che, come ho voluto ricordare nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, aiuta a contemplare il mistero di Cristo: «Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cu i è quasi un compendio… Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all'esperienza della profondità del suo amore» (n. 1).
 
Grazie alla recita fervorosa del Rosario, si possono ottenere grazie straordinarie per l'intercessione della celeste Madre del Signore. Di questo era ben persuaso san Pio V che, dopo la vittoria di Lepanto, volle istituire un'apposita festa della Madonna del Rosario.
 
A Maria, Regina del santo Rosario, in questo inizio del Terzo Millennio, ho affidato con la recita del rosario il bene prezioso della pace e il rafforzamento dell'istituto familiare. Rinnovo questo fiducioso affidamento per intercessione del grande devoto di Maria che fu san Pio V..."



   

Supplica alla Madonna di Pompei per la pace e i cristiani perseguitati

Il Santuario di Pompei - ANSA

08/05/2015

Migliaia di fedeli si sono radunati oggi a Pompei per la Supplica di mezzogiorno alla Madonna del Rosario.

A precedere l’antica preghiera una celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero, che nella sua omelia ha sottolineato come, anche tramite la preghiera del Rosario, può efficacemente realizzarsi “la Chiesa in uscita, desiderata e testimoniata” da Papa Francesco e si può “partecipare alla missione evangelizzatrice della Chiesa, essere missionario e visitare nella preghiera ogni angolo del mondo, farsi prossimo con essa alle sofferenze di ogni uomo, perché ogni ferita sia fasciata dall’amore misericordioso di Dio”.

E sono tanti i pellegrini che in particolare nel mese di maggio raggiungono la cittadina campana proprio per recitare il Rosario nel Santuario di Pompei dedicato a Maria. 

Tiziana Campisi ha chiesto a mons. Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei, quali preghiere rivolgere a Maria per il mondo di oggi:

R. – Preghiamo innanzitutto per la pace perché possa regnare davvero nei cuori degli uomini e in mezzo ai popoli. Soprattutto in quei luoghi dove più forti sono i conflitti. La nostra preghiera è anche per il Papa, per la Chiesa, perché docili all’azione dello Spirito continuiamo a testimoniare Gesù con la parola e con l’esempio. E un pensiero va anche ai cristiani perseguitati in tante parti del mondo, agli ammalati, a coloro che stanno vivendo difficili prove, sofferenze fisiche e morali, ai profughi. E penso alle nove donne e ai due bambini provenienti dall’Africa sui barconi della speranza che abbiamo accolto qui a Pompei nella nostra casa.

D. – Qual è il messaggio che da Pompei la Madonna vuole far giungere nei cinque continenti?

R. – Il messaggio che da oltre 130 anni parte da Pompei e arriva in tutto il mondo nasce dal Rosario, la preghiera mariana dal cuore cristologico che è il fondamento stesso del nostro Santuario. La Vergine Maria, donandoci la corona del Rosario, vuole invitarci a recitare con intensità questa preghiera che si rivela come un vero e proprio itinerario cristologico. Siamo portati per mano da Maria a conoscere meglio nostro Signore, ad imitarlo, soprattutto nei momenti difficili della nostra vita. E in questo mese di maggio, così come ad ottobre, ogni giorno alle 6.30 migliaia di persone iniziano la giornata con il buongiorno a Maria: un momento di preghiera alla Madonna che vuole anche essere un affidamento a Lei delle nostre giornate, delle nostre vite, di tutto il nostro essere.

D. - L’8 dicembre prossimo il Papa aprirà il Giubileo straordinario della Misericordia. A Pompei state pensando a iniziative specifiche?

R. - Anche noi apriremo la Porta santa, daremo vita a momenti specifici dedicati a diverse categorie di persone. Ma ciò che è più importante è la disposizione con la quale accoglieremo i pellegrini. Vogliamo fare nostre le parole di Papa Francesco. Il Papa ci ricorda che la Chiesa si deve fare eco della Parola di Dio, una parola che deve risuonare forte e convincente, parola che deve diventare gesto di perdono, di sostegno di aiuto, di amore. Il Papa ci ha ricordato che non dobbiamo mai stancarci di offrire misericordia e di essere pazienti nel confortare e perdonare. Maria è l’avvocata nostra, Maria è lì per intercedere per noi. Che la nostra miseria si possa incontrare con il cuore di Dio e così lasciarci coprire dalla misericordia di Dio per andare avanti. Tutti i giorni sperimentiamo cadute, ma l’importante è, coperti da tale misericordia, andare avanti, rialzarci e ricamminare nella nostra vita cristiana.

D. - Il messaggio di Maria e la misericordia: quale sintesi custodire nel cuore?

R. – Guardando a Maria, alla sua vita, possiamo veramente capire cosa sia la misericordia, cercare anche noi di viverla come ci invita a fare Papa Francesco perché se abbiamo creduto all’amore di Dio, anche noi potremo amare a nostra volta con quell’amore che si fa vicino ad ogni situazione di dolore e di bisogno. E vivendo così potremo essere testimoni dell’amore di Dio, aiutare quanti incontriamo a scoprire che anche verso di loro Dio è ricco di misericordia e grande nell’amore.

  https://www.youtube.com/watch?v=AkIALcYdYXU 







[Modificato da Caterina63 09/05/2015 11:59]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)