00 16/09/2011 16:26

SE PURE I CATTOLICI SI METTONO A FARE

I MILLENARISTI

Come rischiamo di passare dalla moda del protestante nord-europeo miscredente alla moda del protestante nord-americano credulone.

Eppure nel cattolicesimo c’è già tutto e il Tutto.

Ubertino da Casale ne "Il Nome della Rosa"

Gli evangelicals fra i cattolici: i fatimisti dementi. La religiosità evangelical americana: fra supermarket e hollywoodismo. E poi quei pazzi di cattolici che vorrebbero salvare la Chiesa. Peggiori di tutte le altre categorie messe assieme. La superstizione millenarista sulla fine del mondo: causata dall’idea antropomorfa di Dio. L’inesistenza del Tempo. Come stanno veramente le cose per la Dottrina cattolica.

 

 

Se i vecchi protestanti europei diventati di moda negli anni ’60, erano pericolosi per la fede degli intellettuali, delle elite cattoliche, questi nuovi “evangelicals” americani, del protestantesimo “impazzito” sono più pericolosi ancora, poiché i loro modelli (commerciali) non mirano e non son fatti per le elite: vanno dritti al cuore del popolo fedele comune, alle masse dei consumatori compulsivi di solitudine e nevrosi televisive, convincendoli che fra una soap opera e la religione non c’è nessun intervallo, sono l’una e l’altra la continuazione dello stesso sceneggiato. Se gli intellettuali vanno corrotti prendendoli per il cervello, i semplici vanno solo comprati prendendoli per la pancia: le vittime perfette, trattandosi qui di un business come un altro. Se i vecchi protestanti europei hanno creato il deserto, questi vanno costruendo la nuova Babele. Nell’uno e nell’altro caso Dio manca. Il cristianesimo pure

 

 

di Antonio Margheriti Mastino

 

IL SOSPIRO PENITENZIALE DI UBERTINO DA CASALE

Fu quella faccia lì, quella maschera di rughe, quella voce insinuante, fremente di passioni bollenti ma illanguidite dalla venerabile età dell’asceta, che colpì la mia immaginazione di bambino. E poi ambiguo era ambigo: un magma di umori contrapposti, innominabili, in una lotta assassina permanente per il dominio della personalità. Erano la faccia, la voce, l’ambiguità un po’ oscena del francescano Ubertino da Casale nel film Il Nome della Rosa. Personaggio, badate, davvero esistito, ma forse con bel altre caratteristiche: prima fra tutte, quella di eretico in nuce. Quella esclamazione, gonfia del suo vecchio sospiro penitenziale, in attesa un po’ sadica di parousia, mi rimbomba da allora ancora nei timpani: “Ahhh Guglielmo…Gugliemo, in quali tempi viviamo!”. Era il 1200. Tutto il mondo è paese.

Ad ogni generazione, l’uomo ha ripetuto questa esclamazione: che è pure oltre che la solita storia del passato che ha sempre il culo più roseo, qualcosa di più profondo, cristiano. Ossia il senso del peccato, individuale e sociale. Da una parte, perchè dall’altra è un peccato esso stesso, è orgoglio, tentativo di giudicare al posto di Dio, scarsa fiducia nell’opera provvidenziale, sopravvalutazione dell’opera umana. Come se davvero fossimo i padroni dell’universo e tutto dipendesse dalla nostra volontà. Visti i tempi, l’unica facoltà che Ubertino da Casale lasciava a Dio era quella di irrompere furibondo e spazzare via tutto, con tanto di vendicativa apocalisse. Ubertino non conosce la Grazia e la Redenzione. Ubertino, come molti nella sua epoca, specie quelli di formazione agostiniana, nella loro smania di purismo, vedevano la storia umana, del popolo di Dio, come discendente, come progressivo deterioramento: più ci si allontanava nel tempo dalla data di nascita di Cristo, più ci si distanziava dal timor Dei.

 

COMPRA LA TUA BATTAGLIA FINALE CONTRO IL DIAVOLO

Insomma, ho fatto tutta ‘sta premessa per dirvi che mi sono saltati i nervi. Date un’occhiata voi stessi all’origine della mia indignazione, e voglio vedere se mi date torto:

Articolo originale.

Già il titolo è fatto apposta per farmi mordere le mani: “La Risposta Apocalittica Ai Nostri Tempi”. Il sottotitolo già stimola il mio sarcasmo: “Il Mondo e la chiesa sono in crisi”, e quale prova maggiore se non gli autori di questa pagina? In un crescendo, che poi è un precipitare, inciampi nella prima crocetta nera, con scritto accanto: “Stiamo vivendo nell’era della storia più peccaminosa, peggiore persino dell’epoca di Noè”. Questo immediato rimando ai primordi dell’Antico Testamento appare sospetto assai: i cattolici non sono adusi a imaginifiche citazioni veterotestamentarie, gli ebrei poi… preferiscono citare Woody Allen. Scorri un altro po’ e vai a impigliarti nella seconda crocetta nera, con questa epigrafe mortifera: “Nessuno su questa terra è esente dal castigo che sta per abbattersi sulla Chiesa Cattolica se non obbediremo al messaggio di Fatima molto presto”. Qui pure, un apocalittismo che ancora più che Ubertino da Casale, che coglione dopotutto non era, richiama un certo lezzo di hamburger e cocacola, da predica da fast-food McDonalds, qualcosa che per essere “cattolico” è sospetto assai. Non sai se già col voltastomaco o con una crescente inquietudine, fai un altro circospetto passettino, e vai a inciampare nella terza fottutissima crocetta nera: “Questo riguarda LEI, la sua vita, la sua famiglia, la sua libertà e la sua salvezza. ADESSO!”. Già quel “ADESSO”, questo perentorio tutto e subito, mi fa capire che hanno grilli per la testa questi: se c’è tutta questa fretta, se non c’è più tempo, se questa urgenza riguarda me a maggior ragione riguarda loro: perchè stanno a perdere tempo con me cercando di mettermi fretta? Finalmente sono finite le crocette nere, adesso c’è quasi una insegna da Las Vegas, a caratteri cubitali: “NON POTETE PERMETTERVI DI NON LEGGERLO QUESTO LIBRO”. A no? Manco la Bibbia… annamo bene! Tutto da questo libro dipende? La Madonna di Fatima ad averci pensato prima, l’avrebbe scritto lei, senza stare lì a perdere tempo coi pastorelli analfabeti, con tutta la fretta che c’è. Ormai scocciato ma con un sorriso sornione sulle labbra, faccio l’ultimo sforzo. La frasetta sotto il tebellone. “Più di 200.000 mila copie vendute in circolazione”. Un particolare mi lascia perplesso: le 416 pagine. Ma non prenderanno troppo tempo col poco che ce ne resta? Mi sembra una contraddizione. Per ispirazione angelica mi va a cadere l’occhio sotto la foto del libro: “A SOLI 13 EURO”. Tutti i salmi finiscono con lo scontrino. Mò abbiamo capito le fregole che ci avevano. Scuoto la testa. Ma il peggio stava per venire. Dopo una demenziale raccolta di frasette ritagliate di ecclesiastici sulla grande apostasia et similia, vado in fondo la pagina. Leggo testuale (compresi errori grammaticali che stanno a indicare che se non sono truffatori sono una categoria di sciacalli che molto gli somiglia): “CENTRO ORDINAZIONI DELLA BATTAGLIA FINALE DEL DIAVOLO”. Mi domando pure se si può scegliere il “diavolo” col quale battagliare. E privilegiare quello che possa abbattersi come folgore in tutte le case di questi psicopatici riducendoli tizzoni ardenti loro e tutti i loro avi e discendenti per sempre. Quando vedo l’icona del carrellino con sotto scritto “Ordina più velocemente la Battaglia Finale del Diavolo, con carda [sic!] di credito. Chiama Associazione Madonna di Fatima Telephono [sic!] 06… Saremo lieti di prendere i dettagli della vostra carda [aridaje!] di credito”, perdo le staffe definitivamente: Ma andate a fare in culo dal primo all’ultimo!!

E’ logico si tratta di gente malata, o meglio di truffatori alla ricerca di molta gente che -nel vuoto di soprannaturale che lascia certa chiesa cattolica sociologica, sacrificando il verticale all’orizzontale- andando in cerca solitaria dell’Assoluto si imbatte solo nell’alienzione e nella follia. E nei truffatori. Anche qui cade ad uopo Chesterton: “Quando gli uomini smettono di credere in Dio, non è per non credere a nulla, ma a qualsiasi cosa”.

 

SE TEMI L’APOCALISSE, PUOI SEMPRE COMPRARTELA

V’ho raccontato questa storiella di miseria umana e di mercato di nicchia predatorio, per giungere a conclusioni meno misere. Su questa tipologia di “cattolicesimo” sensazionalista ed emozionale che si sta insinuando da qualche anno a questa parte fra di noi, del tutto privo di discernimento, roba da alienazione metropolitana; e per dire che queste logiche “apocalittiche” oltre a fare pena sono pure anticattoliche e antibibliche. Bestemmie. Blasfemie. Viscidume da falsi profeti, questi sì di biblica memoria.

In quel che abbiamo letto, dov’è Dio, Cristo, la Storia della Salvezza, la redenzione, la Nuova Alleanza? Manca il cristianesimo proprio. Non è difficile capire che siamo al supermercato delle religioni. Dove viene usata pedissequamente un tecnica propria dei pubblicitari di professione, la prima regola che le aziende americane del genere insegnano ai venditori porta a porta degli aspirapolveri Kirby, azienda di sfruttamento del lavoro, organizzata come le miriadi di chiesupole dei telepredicatori USA. “Se volete vendere l’aspirapolvere, dovete fare terrorismo: il cliente potenziale si deve sentire assediato, assalito dagli acari, dalla sporcizia, da nemici invisibili e implacabili, che lo faranno ammalare e lo uccideranno, e così i suoi bambini: devono avvertire il senso di colpa per come abbandonano i figli a questi mostri invisibili, devono convincersi che perciò sono cattivi genitori, che non amano i loro figli. Quindi non dategli il tempo di pensare: aggrediteli, terrorizzateli, lasciateli senza respiro, create ansia e mettetegli fretta: subito, subito occorre comprare l’aspirapolvere che in un attimo ucciderà i fantasmi che gli avrete sventolato davanti gli occhi. E i sensi di colpa. Solo così ameranno davvero i loro figli”. Stiamo parlando di una Kirby qualsiasi, ma come vedete anche di un colluttorio miracoloso, di uno yougurt che più ne mangi più per incanto dimagrisci, stiamo alla stessa maniera parlando di qualsiasi setta evangelical americana, del prodotto del predicatore medio alla tv della contea. Sempre al supermercato siamo. Tutti vendono apocalisse e salvezza: basta comprarla. Se paghi l’apocalisse scompare: sei salvo. Apocalisse artificiale, come il loro terrore, le loro vane parole, come queste religioni di plastica: mercanti in un tempio pure questo di plexiglass. Siamo alle solite: il classico della porca americanata!

Notiamo che se la tecnica pubblicitaria è mutuata dai televenditori evangelici di spiritualità artificiale made in USA, la logica è propria del pessimismo protestante. O meglio di alcuni recenti derivati del protestantesimo impazzito: le sette millenaristiche americane: sono quelle che vendono meglio, per le ragioni succitate. Strepitano contro un peccato immanente, collettivo, una colpa antica cosmica fatale senza redenzione, quasi fosse un’atmosfera che avvelena gli animi al di là del bene e del male, e che dissolverà presto il mondo. Non v’è traccia invece del peccato come colpa individuale verso Dio, come è per i cattolici. Il male. Non si rendono conto di essere loro il male e il peccato del nostro tempo. I falsi profeti.

 

DIO ESISTE. MA IL TEMPO NO. E LA PAROUSIA NON è UN CASTIGO

La fine del mondo. Come castigo. Passi finchè lo dicono i protestanti che sono eretici. Ma quando queste stesse cose vengono adottate per dabbenaggine dai cattolici, c’è un problema. Taluni aspettano, specie in America, la fine del mondo, però in un’ottica sbagliata, tutta protestante. La fine del mondo come punizione del mondo. Ma cattolicamente la fine del mondo non è una punizione, sarà tremenda forse ma come dice il salmo gloriosa: è un trionfo. Se Dio vuol punire il mondo, lo lascia sopravvivere… non lo distrugge. La parusia è il compimento perfetto e definitivo del disegno divino, vorrei dire il finale della Storia della Salvezza.

Qua c’è un altro fraintendimento manco da niente. Tutti questi equivoci patetici, nascono da un equivoco di fondo, moltiplicatore di errori: la visione antropomorfa di Dio. Tanto più che a dar retta a questi profani millenaristi, sembra che Dio si diverta a giocare con le date, con i numeri, i codici, con pippe mentali matematiche da Gioacchino da Fiore. Sembra passi il suo tempo a disseminare cruciverba ed enigmi matematici, giochetti con numeri pari e dispari, addizioni e sottrazioni; nello scegliere date catartiche e stravaganti per collocarci eventi apocalittici, assoluti, punitivi. Cazzate che nascono dal non aver capito che Dio non è immerso nel tempo, che il tempo è solo una convenzione umana, che per Dio non esiste e non ha alcun senso. Dio è volontà, è totalità, e agisce in base a queste, senza bisogno di misurare e cronometrare, perchè in sé ha già il segreto e l’essenza del Tutto, conosce tutto in profondità. La necessità di misurare è solo dell’uomo perchè avendo una capacità di comprensione superficiale e limitata a poche cose, gli è necessario misurare fin dove può arrivare con la ragione di cui Dio lo ha fornito. Nella Bibbia è scritto che un giorno per Dio è come l’eternità e l’eternità come un giorno, un attimo come un millennio e un millennio come un attimo. Quindi è al di fuori del tempo, non gli interessa, gli è inutile ed estraneo: essendo egli l’Eterno, non gli avrà dedicato mai neppure una scintilla di attenzione. Onde non va dietro ai telegiornali, ai calendari, alle date emblematiche ed epocali, alle convenzioni, ai numeretti pari e dispari, né si fa dettare il calendario in base a quello che gli uomini reputano come il non plus ultra dell’abominio, perchè Egli solo conosce nel profondo gli eventi. Insomma, dai secoli dei secoli coloro che si son sempre dilettati con le sicurissime date dell’Apocalisse, sono dei pupazzi. E sacrileghi, perchè riducono in pagliacciata (appunto: in antropomorfia) i disegni insondabili e inconoscibili della volontà di Dio. Solo Dio sa. Dunque il tempo non esiste in Dio. Ergo non esistono date e scadenze. Siamo tutti solo un concetto di Dio.

 

QUANDO SCOPPIÒ LA MODA CATTOLICA DELLA PROTESTANTOMANIA

C’è in questa emulazione dei protestanti qualcosa oltre che di malato, di già visto, fino a farci sospettare la mano di un unico Regista: Lucifero. Ad un certo punto durante e dopo il concilio scoppiò fra i soloni cattolici, la protestantomania, come trafigurazione della modernità, quasi imago di una eterna giovinezza morale. Imitare, citare, studiare, fare prediche a loro ispirate, raccogliere da terra carponi e servili col cucchiaino qualsiasi boiata vergognosa ci sputassero i santoni protestanti europei, con infallibile aria di disprezzo come fossero oracoli, diventò una moda bruciante. E cieca. Se è vero come è vero che mentre calavano, facendosi implorare e lustrare le scarpe con la lingua, nelle nostre chiese, a spiegarci come si doveva essere cattolici moderni, alle loro spalle, nelle loro scandinavie, germanie, olande, alle loro spalle dicevo, si lasciavano il deserto, la morte della religione in società radicalmente scristianizzate, dove oltretutto il vecchio e stanco protestantesimo nord-europeo, ormai decimato, per quel che ne restava, si era completamente dissolto e fuso nella società secolare. Scomparendo. Un guscio secco e vuoto: ma a tanti gonzi cattolici appariva quell’immagine di perdizione e di morte, quel disastro totale, come appunto il non plus ultra della modernità. Ciechi, ubriachi e minchioni.

 

LO SPIRITUALISMO DELLE NEVROSI. GLI EVANGELICALS USA E DE NOANTRI

Ci siamo scottati con i protestanti della vecchia Europa già 50 anni fa e adesso che facciamo? Ci ricaschiamo con i protestanti o qualunque cosa siano diventati, degli evangelicals americani? Ma questa è una maledizione! Senza contare che siamo caduti dalla padella alla brace, poichè gli evangelicals sono pure peggiori dei vecchi protestanti mitteleuropei, che almeno certi punti fermi li mantenevano, come quello del Dio trinitario. E una certa omegeneità di vedute. Gli evangelici USA sono peggiori perchè hanno sostituito ai caratteri propri non solo del cristianesimo ma addirittura di una qualsiasi religione seria, i caratteri propri invece dell’hollywoodismo, alla religiosità la rappresentazioni artificiali di emozionalismi a comando da divismo cinematografico; l’adorazione del divino con l’egocentrismo autobiografico. Dove l’amor proprio e per le cose vane si sostituisce all’amore di Dio; dove la gente crede (esibendolo) di avere buon cuore mentre ha solo i nervi deboli, perchè questo è lo spiritualismo delle nevrosi, e dunque scambiano la preghiera con la terapia, lo spiritualità col la frenesia ansiolitica, la religiosità come continuazione e appendice della psicoanalisi.

Praticare la religiosità evangelica americana non è soltanto come andare a un qualsiasi supermercato, è anche come andare a un qualsiasi cinema, è la continuazione di una soap opera dei sentimenti a buon mercato. Americanate appunto. Sentimentalismi appunto, che si differenziano dai veri sentimenti. I primi sono falsi e bugiardi, pregiudizi: artificiali.

Se i vecchi protestanti europei diventati di moda erano pericolosi per la fede degli intellettuali, delle elite cattoliche, questi nuovi protestanti americani sono più pericolosi ancora poiché i loro modelli (commerciali) non mirano e non son fatti per le elite: vanno dritte al cuore del popolo fedele comune, alle masse cattoliche, ai consumatori compulsivi di solitudine e nevrosi televisive, convincendoli che fra una soap opera e la religione non c’è nessun intervallo, sono l’uno la continuazione dello stesso sceneggiato. Se gli intellettuali vanno corrotti prendendoli per il cervello, i semplici vanno solo comprati prendendoli per la pancia: le vittime perfette, trattandosi qui di un business come un altro. Se i vecchi protestanti europei hanno creato il deserto, questi vanno costruendo la nuova Babele. Nell’uno e nell’altro caso Dio manca. Il cristianesimo pure.

Dunque in cosa sono alla moda tanto da doverli imitare ancora una volta? Perchè cercare roba esotica e ignota altrove, quando il cattolicesimo, proprio perchè è una religione che vuole “tutto” dentro ha già tutto? Abbiamo duemila anni di storia mirabile e cerchiamo esempi nel primo ciarlatano che è passato dal vendere aspirapolveri negli anni ’90 a vendere spiritualità via cavo nel 2000?

 

CHI VUOLE SALVARE LA CHIESA È UN PAZZO

Dopo questo pattume nauseabondo che vi ho fatto direttamente annusare, vorrei parlare solo da inquilino della chiesa cattolica. Di quel sito apocalittico dei poveri che ha suscitato la mia ira, una cosa mi è rimasta più indigesta di altre. Quella urgenza, che mi giunge nuova se condita con questa salsa esotica cattolica-evagelica-millenaristica come minimo velenosa, quella urgenza dicevo di “SALVARE LA CHIESA”! Orrore degli orrori: li mortacci vostri! Non vi meritate altre esclamazioni, guardate…

Prima di tutto, anche se non dovesse salvarsi davanti a Dio nessun uomo, la chiesa alla fine del mondo, in quanto composta da Gesù e Maria quali membra perfette, avrebbe comunque trionfato.

Detto questo, la Chiesa come è nella profezia e nella stessa promessa di Gesù, sarebbe stata sempre perseguitata, sofferente, dilacerata, almeno nella sua parte umana assediata dal peccato e dal Tentatore, ma salva, perchè salvata già in partenza e salva giungerà alla fine della storia… fine della storia appunto, non della Chiesa.

La Chiesa sarebbe in pericolo se il suo apparato dottrinale, dal vertice, fosse messo in discussione: ma sul suo Essenziale, la dottrina immutabile, che ci è tramandata purissima dalla Tradizione e dalla ininterrotta successione apostolica, la Chiesa è garantita, come sta scritto, dalla Spirito Santo. Non può fallire. Può cadere sull’etica, sulla sua condotta morale per ciò che riguarda i suoi uomini al vertice, ma non potrà mai cadere sulla dottrina. E’ verità di fede ciò. E mistero. Dunque, se è inattaccabile nel Depositum Fidei, per cosa altro starebbe in pericolo di morte? Finchè ci sarà un papa, la Verità sarà salva. Qui si confondono sempre le due chiese, magistralmente distinte da Jacques Maritain: la Persona della Chiesa dal personale ecclesiale; la Persona è lo stesso Mistero di Cristo e il Corpo della sua Sposa, che è virginale, intangibile dal peccato, incorruttibile; il secondo siamo noi, uomini e peccatori. Dunque se la Persona della Chiesa è immacolata e irraggiungibile dal peccato, che pericolo ci potrà mai veramente essere per la Chiesa? Come può affondare ciò che è inaffondabile per volontà divina? San Ambrogio così la definisce la Chiesa in questa sua doppia personalità: immaculata ex maculatis. Dove la macula dei secondi (noi) mai potrà avere il sopravvento sul sine macula della prima.

Chi si mette a dire che vuole salvare la Chiesa, non solo è un pazzo, un impostore, ma è anche un sfacciato pubblico peccatore, e pure indemoniato se non gli basta di essere peccatore. Perchè è saturo del peccato primordiale, il primo peccato commesso, dallo stesso principe delle legioni celesti Lucifero, che per quello sarà precipitato nell’abisso: il peccato di orgoglio. E dopo questo il pazzo porta con sé un altro peccato: sopravvalutando se stesso sottovaluta l’opera dello Spirito Santo nella Chiesa, non sapendolo sostituisce alla natura verticale della Chiesa quella orizzontale. Come davvero dipendesse da noi. Dimentica anche ciò che Cristo ci fa detto, per quanto ci amasse o forse perchè consapevole dei nostri limiti: “Siete servi inutili”. Quindi state al posto vostro e non fate inutilmente casino, voleva significare.

Dire di voler salvare la Chiesa da una non meglio identificata colpa o pericolo collettivo che dovrebbe condannarla a maggior periglio e forse alla dissoluzione, significa non aver capito ancora una volta una mazza di niente: la salvezza annunciata dal Cristo, è una salvezza individuale, che ciascuno deve sperimentare in pectore, aderendovi con la propria singola vita. A Cristo interessava non un popolo, ma il cuore dell’uomo, del singolo uomo. Bellissima ed evocatrice la frase di Frossard: “La bellezza del cattolicesimo è che ognuno si sente figlio unico davanti a Dio”. La salvezza del popolo di Dio altro non è che la somma delle singole esperienze salvifiche, individuali.

Ancora, costoro, peccano contro la maestà di Dio Cristo, perchè solo Lui può avere e fare il bilancio esatto, al netto e al lordo delle epoche, della storia, della Chiesa e dei cuori degli uomini. Solo nell’aldilà ci sarà dato di capire come veramente stavano le cose, ha detto Messori.

A proposito di Messori vorrei ricordare un episodio commovente. Che occorrerebbe imparare come l’avemaria. Una volta il giornalista, in pieni anni ’80, visto il casino dottrinale e no che c’era in quel periodo nella Chiesa, domandò al prefetto dell’Ortodossia Ratzinger: “Eminenza, ma con tutti questi problemi, lei la notte dorme?”. Il cardinale lo guardò sorpreso, con quel suo viso da eterno fanciullo: “Perchè non dovrei? Vogliamo renderci conto che anche noi siamo Chiesa ma che essa, al contempo non è nostra, è Sua? Che ne è lui il Capo, lo Sposo; che, anzi, essa è il Suo Corpo stesso? Il nostro impegno è doveroso ma, al contempo, ci ha ricordato che non siamo che servi inutili. Tocca a Lui, dunque, guidarla. E ciò che Egli ha previsto è certamente il meglio”. Se ne stava attivo e zelante ma sereno il Prefetto, conclude Messori.

La storia della Chiesa è stata, è, sarà sempre al contempo dinamica e in crisi, i nemici interni ed esterni l’accompagneranno sino alla fine. Ma il fatto è che, siccome Dio scrive dritto entro righe storte, alla fine la stessa eresia, evaporata, non avrà fatto altro suo malgrado che aiutare la chiesa a purificarsi e riconcentrarsi sull’Essenziale, senza averla annientata perchè non può, perchè è invincibile. Ragion percui non ha bisogno di salvatori della patria, che non risulterebbero alla fine altro che traditori che non sapevano di esserlo.

Apro il vangelo. Le parole di Gesù, lo sposo della Chiesa. Guardo quelle pagine con una strana commozione: sono rassicuranti certi momenti, ti fanno sentire protetto. Sono la Sua mano, che ancora dopo duemila anni tiene stretta la nostra, la mia adesso. Leggo e avverto forte che Egli ha davvero parlato così, e lo sta facendo ancora, qui: “Non temere, piccolo gregge”. Non ho più paura. Non sono più nemmeno incazzato. Sono sereno come il Suo Prefetto dell’ortodossia. Ora posso dormire finalmente, ho sonno. Lui veglia sulla Sposa, sui figli.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)