00 26/07/2011 10:13

L'arcivescovo Chaput. Alcuni spunti.



Trovo finalmente il tempo per scrivere due righe sull'ultima importante nomina di Papa Benedetto: quella di mons. Chaput (nella foto), finora arcivescovo di Denver, alla sede pure archiepiscopale, ma assai più importante, di Filadelfia. La capitale della Pennsilvania, città tra le più antiche e popolose del Nordamerica, è una sede tradizionalmente cardinalizia ed infatti attualmente vi risiede un cardinale, Justin Rigali. Insomma: si incrementa quella felice tendenza di 'bonifica episcopale' che prosegue da tempo negli Stati Uniti, che pure furono, dai 'formidabili' anni Sessanta in poi, uno degli epicentri di progressismo ecclesiale e campo di sperimentazione delle più micidiali armi di distruzione di Messa.

Mons. Chaput, che non dubitiamo entrerà presto a far parte del collegio cardinalizio, è infatti un sacerdote ortodosso e, cosa ancor più rimarchevole, coraggioso. Non scende a compromessi in temi di morale e di dottrina e lo dice chiaro e forte. Lo si è visto tra l'altro quanto ha criticato il mostro sacro Kennedy per le sue tesi di separazione tra la religione e lo Stato (vedi qui); o quando ha agito efficacemente per rimuovere un rifiuto tossico come l'australiano vescovo Morris di Toowoomba (vedi qui). Molto dure le sue critiche all'università formalmente cattolica di Notre Dame, per avere conferito la laurea honoris causa all'abortista Obama.

La nomina è quindi decisamente positiva. Tosatti vi vede la mano del cardinale Burke e, se così fosse, non potrebbe che farci piacere. Più in generale, la mossa sembra rappresentare una più felice stagione di scelte episcopali, visto che si affianca a quelle pure positive del nuovo vescovo di Berlino, Rainer Maria Woelki, e di Scola a Milano. Forse il nuovo Prefetto della Congregazione per i Vescovi, mons. Ouellet, sta cominciando a prenderci la mano; o forse si tratta di una reazione alla orripilante scelta di Fontlupt a vescovo di Rodez, davvero il punto più basso toccato negli ultimi tempi. Anche l'ultima scelta transalpina ssembra passabile: l'ex vescovo ausiliario di Strasburgo, Jordy, diventa arcivescovo a Nantes. Strasburgo è centro di orrori liturgici (vi ricordate la grottesca danza di Pentecoste del vicario episcopale?), sicché potremmo dire che, in terra caecorum, Jordy è soltanto un orbo.

Ma per tornare a Chaput, non vogliamo nasconderci che tutto il suo rigore morale e dottrinale non lo rende comunque un nuovo Ranjith, un nuovo Burke o un nuovo Piacenza. Purtroppo, la sua sensibilità liturgica ne fa più uno spettatore, pur benevolo, che non un artefice del progetto di restaurazione tradizionale iniziato con questo pontificato. Da quanto afferma sembra non avere bene afferrato (ma è un difetto comune, specie per la sua generazione) che la crisi della Chiesa, è dovuta al crollo della liturgia, come ha dichiarato Joseph Ratzinger. Peccato, perché senza il focus posto sull'aspetto liturgico, che ha come necessario corollario il recupero della dottrina tradizionale, mons. Chaput rischia di restare nei limiti di un certo woitylismo che ha mostrato, col tempo, tutti i suoi limiti.

Ecco alcuni appunto passaggi salienti di un'intervista di Chaput concessa la settimana scorsa a John Allen

Enrico

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- Lei sa che cosa diranno probabilmente i titoli dei giornali: "Il Papa nomina un ultraconservatore a Filadelfia", oppure: "Un duro prende la Chiesa di Filadelfia". Lei è davvero un ultraconservatore e un duro?Io in realtà non mi vedo affatto come un conservatore. Tento di essere fedele all'insegnamento della Chiesa, come la Chiesa ce lo ha trasmesso. Non sento che come cristiano o come vescovo io abbia il diritto di giocare con quella tradizione, che è la tradizione apostolica della Chiesa. Spero di essere creativo e contemporaneo, comunque, nell'applicare quell'insegnamento e nella sua applicazione nella chiesa locale.
Penso che se la gente venisse e guardasse coi suoi occhi all'arcidiocesi di Denver, vedrebbe che noi non siamo una diocesi 'conservatrice' ma siamo una diocesi molto creativa. Siamo aperti alla leadership dei laici, ai nuovi movimenti e a modi alternativi di fare le cose di là di quanto è stato fatto in passato. Ad esempio, voglio certamente essere fedele al Santo Padre e al suo insegnamento circa l'espressione tradizionale della liturgia romana in forma tridentina. L'ho sostenuta e continuerà a sostenerla. Non è, tuttavia, il mio interesse personale o la mia direzione.
Circa l'essere un 'duro', penso che le persone che mi conoscono, i miei sacerdoti e altri, direbbero che io sono una persona piuttosto garbata e gentile, ma anche che io non scappo dai problemi. Non ho intenzione di nascondermi. Dobbiamo affrontare le cose difficili subito, piuttosto che lasciarle marcire

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- Mi piacerebbe fare una veloce messa a fuoco di alcune questioni controverse. L'idea è di ottenere la Sua sintetica posizione, senza entrare in dettagli. Cominciamo con quella che ha già sollevato: la messa in latino. La messa in latino è profondamente amata da alcuni membri della Chiesa. Il Santo Padre, a partire da Giovanni Paolo II e continuando con Benedetto XVI, ha chiesto ai vescovi di essere molto sensibili ai loro bisogni. Io sono stato ordinato a Rapid City, nel 1988, al tempo in cui il Santo Padre ha istituito la Commissione "Ecclesia Dei". Appena mi resi conto del suo desiderio, ho accolto con favore la Fraternità sacerdotale di San Pietro a Rapid City per stabilire una comunità per soddisfare le esigenze di quelle persone. C'erano tre o quattro comunità San Pio X [secessionisti] nella diocesi, ma quando ho lasciato la diocesi esse erano tutte scomparse perché siamo venuti incontro alle loro esigenze. A Denver, abbiamo una parrocchia vera e propria, servita dalla Fraternità di San Pietro, e abbiamo due altri luoghi dove il sacerdote, almeno nelle grandi occasioni se non ogni settimana, celebra la forma tridentina della liturgia.
Sono molto felice di seguire l'esempio del Santo Padre su tutto questo, perché ha intuizioni che non ho. Ha anche un'ispirazione dello Spirito Santo che non io ho.
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riflessioni brevi e appello ai Vescovi.....


1. c'è un'aspetto che mi inquieta in tutta la vicenda: non odo nelle interviste dei Vescovi - questa e in generale - un linguaggio PATRISTICO, COMBATTIVO, DOTTRINALE....ci si muove piuttosto in quel RELATIVISMO SOGGETTIVO dove prevale sempre quell'io e poco la SALVEZZA DELLE ANIME, ANIME IN PERICOLO, MORIA DI ANIME, EMERGENZA PER LE ANIME.....  
 
2. senza dubbio che lo Spirito Santo guida in modo diverso il Papa e il singolo Vescovo, ma mai in modo isolato.... leggo il rischio di una falsa umiltà quando un vescovo o un sacerdote addossano allo Spirito Santo "una ispirazione" che a loro non è data.... dimentichiamo forse l'opera dello Spirito Santo in sant'Agostino, sant'Ambrogio, sant'Atanasio, san Cirillo, i santi fratelli vescovi Cirillo e Metodio, i tanti santi laici, le Donne sante, i santi Fondatori di opere e Congregazioni, ecc ??? Il Vescovo legittimamente nominato ha un POTENZIALE ENORME CHE GLI E' DATO DALLO SPIRITO SANTO e spesse volte è davvero potente: CHIEDETE E VI SARA' DATO.... piuttosto, cosa chiedono oggi i Vescovi? hanno al primo posto il punto 1. sopra spiegato? cosa importa il contesto conservatore o meno in questi giochi della politica corretta? cosa avrebbe dovuto rispondere ad una domanda così provocatoria? perchè PREOCCUPARSI DI RASSICURARE LA GENTE CHE LUI E' "MODERNO" NON E' ANTIQUATO, E' CREATIVO...E CHE STA CON TUTTI E CON NESSUNO? manca una risposta nell'intervista, l'essere VESCOVO E DEL PERCHE' UN VESCOVO E' VOTATO AL MARTIRIO.... questo interesserebbe di più alla gente...  
 
3. il rischio è di ridurre il tutto  AL NUMERO delle Messe antiche SENZA MAI PARLARE DELLA DOTTRINA CHE COMPORTA e del desiderio del Papa di vederla ESPANDERSI.... il Vescovo fa emergere infatti UN ISOLAMENTO DELLA MESSA ANTICA, RELEGATA ESCLUSIVAMENTE in questo caso ALLA FSSP E NON ALLA DIOCESI O ALLE PARROCCHIE... essa sta subendo una ghettizzazione e per la quale si vuole ESCLUDERE LE PARROCCHIE DAL COINVOLGIMENTO, aspetto invece desiderato dal Papa....  
 
4. la creatività è sempre stata un Dono dello Spirito Santo attraverso la quale conosciamo oggi i tanti Ordini Religiosi, Congregazioni, Associazioni, Santi, Beati, Missioni e missionari, ecc.... è quella dinamica che nel vero ed autentico rispetto delle DIVERSITA' opera IN COMUNIONE con tutta la Chiesa... il problema non è del dono ma dell'uso che ne facciamo..... già Benedetto XVI nel SP ha spiegato la devastazione di "una creatività che era giunta ai limiti del sopportabile".... e ciò che preoccupa oggi è che questo uso di certa creatività è finita per essere adottata COME NORMA APPLICATIVA nella Chiesa e attraverso la quale MOVIMENTI E ASSOCIAZIONI, così come nelle Parrocchie e perfino nelle Diocesi, OGNUNO MANDA AVANTI IL SUO ORTICELLO SPESSO CON UNA FEDE DEL FAI-DA-TE nella quale il Vescovo si preoccupa, quando ci riesce, di tenere NEI LIMITI l'ortodossia dottrinale, e dove tutto il resto E' SOGGETTO A MODIFICHE CONTINUATE per rompere con la NOIA DI UNA TRADIZIONE PRESENTATA SPESSO, erroneamente, quale capro espiatorio di un MUSEO DI ANTICHITA' INUTILI E NON PIU' CREATIVE, NON PIU' UTILIZZABILI....  
 
Cosa dire?  
AD MAJORA al Vescovo e a tutte le nuove e recenti nomine.... preghiamo per questi Vescovi perchè rammentino il coraggio DI OSARE, rammentino che non devono inventarsi nulla di "nuovo", che non devono spaccarsi la testa per FAR DIVERTIRE I FEDELI E LE COMUNITA'.... diceva sant'Agostino: per voi sono  Vescovo, con voi sono cristiano....


Fonte: NCR


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)