00 29/05/2010 20:50
Lettera del cardinale segretario di Stato per la pubblicazione del Diario del primo Delegato apostolico in Cina

Celso Costantini
e la triplice missione di Pio XII


Dalle carte emerge un pontificato aperto alla modernità che sfociò nel Vaticano ii

Venerdì 28 maggio, alla Camera dei deputati italiana, è stato presentato il volume curato da Bruno Fabio Pighin Ai margini della guerra (1938-1947) che pubblica il diario finora inedito del cardinale Celso Costantini (Venezia, Marcianum Press, 2010, pagine 640, euro 50). Erano presenti i cardinali Zenon Grocholewski, Bernard Francis Law e Giovanni Coppa, e il vescovo Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru. Per l'occasione il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio e il cardinale segretario di Stato ha scritto, a nome di Benedetto XVI, una lettera al cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, che ha tenuto una relazione pubblicata a fianco quasi per intero. Il testo, qui riprodotto quasi integralmente, è stato letto dall'arcivescovo segretario della Congregazione, Robert Sarah.

di Tarcisio Bertone

Il dono del volume Ai margini della guerra (1938-1947), contenente il diario inedito del cardinale Celso Costantini, pubblicato con la fattiva partecipazione della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, è giunto particolarmente apprezzato al Sommo Pontefice.

Sua Santità ha preso diretta visione dello scritto di questa illustre figura di porporato, che fu segretario dell'importante Dicastero ordinato alla propagazione della fede cattolica, e mi incarica di esprimerle viva gratitudine per aver favorito la pubblicazione di un testo di prima mano, che fornisce preziose informazioni, acquisite per conoscenza ed esperienza diretta, dell'opera gigantesca nell'ambito. della carità, della testimonianza cristiana, della saggezza politica, della risposta alla vastità dei bisogni, che la Sede Apostolica ha realizzato nei confronti di popolazioni, di gruppi etnici, nonché culturali, durante il difficile periodo degli imperi ideologici.
 
Le carte di un prelato particolarmente vicino al Sommo Pontefice, pubblicate nel voluminoso e accurato libro raccontano le angosce di un'Europa stretta fra opposti e sanguinari estremismi, come pure l'anelito di persone ragionevoli, desiderose di pace, di giustizia e di vera legge, irrorata da venti secoli di civiltà cristiana.
 
Nel periodo testimoniato dal Diario del cardinale Celso Costantini occorre rilevare il costante, disinteressato e risoluto impegno di Papa Pio XII, della Curia romana e di ogni ecclesiastico, presule, sacerdote, religioso o religiosa per i fini della carità e non certo della propaganda. Favorire la pace, promuovere il rispetto dei diritti universali, sostenere l'equità, evitare il male, offrire rifugio, sovvenire al bisogno, escludere la partecipazione alle passioni politiche violente:  queste sono le esigenze che monsignor Costantini - collaboratore e vero amico di Papa Pacelli - ha giornalmente registrato nelle sue memorie con grande accuratezza e dovizia di particolari.

Fra queste, Sua Santità ha rilevato le seguenti parole, annotate, il 26 dicembre 1941, da monsignor Costantini dopo aver sottolineato, ripetute volte, la grande attenzione e azione di Papa Pacelli verso tutti, in particolare verso i più bisognosi e perseguitati:  in Pio XII vi è "una triplice missione sempre provvidenziale, ma specialmente in questi anni in quibus vidimus mala:  quella di Maestro, di Giudice, di Padre (...) L'attività del Sommo Pontefice, invece di diminuire e quasi chiudersi in un lutto desolato, si è prodigiosamente moltiplicata".

Signor cardinale, le memorie private del cardinale Celso Costantini non trattano esclusivamente - pur se con grande e giusta indignazione - la tristissima sorte di popoli e di categorie di persone soggette ai più inumani destini. Le carte pubblicate grazie alle fatiche e alle premure di monsignor Bruno Fabio Pighin parlano anche dell'instancabile e generosa opera evangelizzatrice della Chiesa, della sua profonda e articolata riflessione teologica che sfociò nel concilio ecumenico Vaticano ii, dell'approccio culturale, sociale, politico del papato di Pio XII nei riguardi della modernità. Si tratta, perciò, di scritti altamente significativi e utili.

Il Santo Padre, mentre auspica che esse siano vagliate con spirito equanime e adeguato, desidera manifestare nuovamente il Suo vivo apprezzamento per l'iniziativa, considerandola un valido contributo alla verità storica.


 

Vite parallele nella bufera della guerra

Smontò
le accuse a Pacelli
prima che nascessero


Ignobili pregiudizi costruiti sulla sabbia

di Ivan Dias
 

Gli studi finora compiuti sul porporato friulano hanno dimostrato che egli ha profondamente inciso nella Chiesa universale. Ricordo qui soltanto alcune delle sue strategie:  egli tracciò un ponte spirituale tra l'Occidente e l'Oriente quando fu primo Delegato apostolico in Cina; da segretario di Propaganda Fide, impresse indirizzi fortemente innovativi all'attività missionaria:  grazie alla sua opera vennero consacrati da Papa Pio xi nella basilica di San Pietro in Vaticano i primi sei vescovi cinesi (28 ottobre 1926), compiendo così il passo essenziale verso il coronamento della sua opera missionaria in Cina.

A partire dal 1939 ebbe l'ardire di proporre - unico tra i prelati della Curia Romana - la convocazione di un concilio ecumenico per la riforma della Chiesa; infine si impegnò con lungimiranza per la creazione di un'Europa unita, nella comunità solidale di tutte le nazioni. Ma Celso Costantini non manca di stupirci ancora, dopo la sua morte, con il suo Diario, scritto quando era segretario del Dicastero da me presieduto. Alla lettura del testo, ora venuto alla luce, impressiona enormemente il ruolo da lui esercitato durante il secondo conflitto mondiale.

Egli seppe intrattenere intense relazioni con uomini di governo, con esponenti politici, con presuli di tutto il mondo, con intellettuali e artisti, ma anche con gente umile, soprattutto con quella travolta nella miseria o nella disperazione. Per questi ultimi, ebrei compresi, monsignor Celso diventò un punto di riferimento talvolta essenziale nel soccorso, come lo fu a salvaguardia della vita del grande statista italiano Alcide De Gasperi, contro la minaccia della sua deportazione nei lager nazisti.

Il Diario steso da Costantini nel periodo più drammatico della storia contemporanea, cioè dal 1938 al 1947, è rimasto finora inedito per comprensibili motivi. Di quegli anni non è ancora possibile consultare i documenti conservati all'Archivio Segreto Vaticano e in molti altri siti. Pertanto l'impresa editoriale compiuta da monsignor Bruno Fabio Pighin si rivela una fonte preziosa sia per la storia d'Italia che per quella della Chiesa. Essa permette, inoltre, di colmare un vuoto consistente nella biografia del porporato, che ora splende più di prima tra i personaggi eminenti del secolo scorso.

Incoraggio la produzione di altre pubblicazioni connesse alla figura del porporato friulano, quale potrà essere il suo corposo epistolario, nella certezza che la neonata Fondazione a lui intitolata saprà sostenere iniziative di grande spessore culturale e spirituale.
Vorrei qui fare una sottolineatura, suggerita dalla copertina del libro che riproduce due personaggi in un intenso colloquio tra loro:  Pio XII e il cardinale Celso Costantini.

Essi nacquero nello stesso anno; furono ordinati sacerdoti nello stesso anno; ambedue furono a servizio della diplomazia della Santa Sede; vissero fianco a fianco nella Curia Romana, e collaborarono strettamente, in perfetta sintonia e sinergia; Costantini fu creato cardinale da Pio XII; i due morirono nello stesso anno e nello stesso mese. Tutto ciò può sembrare una semplice coincidenza, ma credo che si tratti invece di un disegno della Provvidenza, soprattutto alla lettura del presente Diario, che li vede strenuamente impegnati per la pace, per l'aiuto ai disastrati di qualsiasi fede o etnia, per la costruzione di un mondo nuovo sulle macerie provocate dalla seconda guerra mondiale.

Quest'opera, scritta una settantina d'anni fa, in tempi non sospetti - prima cioè che venissero mosse infamanti e infondate accuse a Papa Pacelli - contribuisce a distruggere un impianto costruito con la sabbia, sulla base di ignobili pregiudizi contro Pio XII. Fa emergere la sua nobile figura, resa ancor più grande dall'immane tragedia che seppe fronteggiare, come vero pastore di un'umanità smarrita e profondamente offesa.

Il tentativo di gettare fango sulla figura del Papa si ripete nella storia, ma l'operazione "verità" alla lunga prevale sulle macchinazioni costruite ad arte. Per questo credo che il valore di  questo  Diario  trascenda  i  suoi pregi intrinseci, già notevoli. Esso si colloca tra gli scritti con i quali pare inevitabile confrontarsi in tema di dialogo tra la Chiesa e il mondo contemporaneo.


(©L'Osservatore Romano - 30 maggio 2010)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)