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PER I NOSTRI DEFUNTI.....


Per molti secoli i testi del requiem venivano cantati su melodie gregoriane. La prima impostazione polifonica viene generalmente attribuita al compositore Johannes Ockeghem, intorno al 1460; si suppone che il suo requiem attingesse molto dal più anziano Guillaume Dufay, ma la partitura di Dufay è andata perduta. Molti dei primi requiem utilizzano dei testi diversi da quelli della liturgia ufficiale, probabilmente perché prima del Concilio di Trento diverse erano le impostazioni liturgiche in molti paesi europei. Il requiem di Antoine Brumel, datato intorno al 1500, è il primo che comprende il Dies iræ.

Oltre 2.000 requiem sono stati composti fino ad oggi. Molte delle versioni rinascimentali venivano eseguite senza strumenti musicali, di solito con il canto a cappella, mentre a partire dal XVII secolo i compositori preferirono sempre più spesso l'uso di strumenti per accompagnare il coro, includendo anche voci soliste. Si registrano sovente delle modifiche tra le varie composizioni su quali parti dei testi liturgici sono musicate: molti compositori omettono il Graduale; una scuola di compositori francesi (capeggiata dal Fauré) omette il Dies iræ per ragioni stilistiche, mentre lo stesso testo era spesso al centro di composizioni di artisti francesi nei secoli precedenti.

Alcuni compositori hanno aggiunto al Requiem parti che sono proprie dell'ufficio della sepoltura, non facendo parte del servizio liturgico vero e proprio, ma nel caso del funerale segue dopo la messa, altri ancora hanno aggiunto dei movimenti supplementari da cantarsi nel corso del requiem, come il mottetto devozionale Pie Iesu nel requiem di Fauré, Duruflé, e Lloyd Webber. I due testi aggiuntivi per il pio ufficio della sepoltura sono:

Libera Me
(LA)
« Libera me, Domine, de morte æterna, in die illa tremenda, quando coeli movendi sunt et terra. Dum veneris iudicare sæculum per ignem. Tremens factus sum ego et timeo, dum discussio venerit atque ventura ira. Dies iræ, dies illa, calamitatis et miseriæ, dies magna et amara valde. Requiem æternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. »

(IT)
« Liberami, o Signore, dalla morte eterna, in quel giorno tremendo quando la terra e il cielo si muoveranno, quando tu verrai a giudicare il mondo con il fuoco. Sono tremante pieno di timore, in considerazione del giudizio che verrà. Quel giorno è un giorno di ira, di calamità e miseria, un giorno molto triste. Dona loro l'eterno riposo, Signore: li illumini la luce perpetua. »


« In paradisum deducant te Angeli; in tuo adventu suscipiant te martyres, et perducant te in civitatem sanctam Ierusalem. Chorus angelorum te suscipiat, et cum Lazaro quondam paupere æternam habeas requiem. »


« In paradiso ti accompagnino gli Angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri e ti conducano nella santa Gerusalemme. Ti accolga il coro degli Angeli e con Lazzaro, povero in terra, tu possa godere il riposo eterno nel cielo. »


Pie Iesu
(LA)
« Pie Iesu Domine, dona eis requiem. Dona eis requiem sempiternam. » (IT)
« O Gesù buono, dona loro il riposo; dona loro il riposo eterno. »


A partire dal XVIII secolo e per buona parte del secolo successivo, furono in molti tra i compositori coloro che scrissero dei veri e propri concerti da requiem, dal momento che l'organico richiesto era notevole, o la durata troppo estesa. Ciò non rendeva possibile l'esecuzione di tali opere in una cerimonia funebre; i requiem di Gossec, Berlioz, Verdi, e Dvořák sono in pratica dei concerti drammatici, resi in forma di oratori. Una controreazione a questa tendenza fu iniziata dal movimento ceciliano, che raccomandava di limitare il requiem ad un sobrio accompagnamento a musiche di carattere liturgico evitando l'utilizzo di voci soliste di tipo operistico.


[SM=g1740733] ora ascoltiamo In Paradisum aiutandovi con il video è facile da imparare.....




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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)