00 19/12/2009 16:52
Distrutta la chiesa di Sant'Efrem e danneggiata la Casa madre delle suore domenicane di Santa Caterina

Gli attentati a Mossul
colpiscono
tutti i cristiani



Baghdad, 26. "Ci dispiace, dispiace a tutti i cristiani dell'Iraq, dispiace a tutto il mondo l'attentato che ha raso al suolo la chiesa di Sant'Efrem a Mossul e colpito la Casa madre delle suore domenicane di Santa Caterina". Con queste parole fonti cristiane in Iraq hanno comunicato nel primo pomeriggio al nostro giornale lo sconcerto e il turbamento per gli attacchi dinamitardi compiuti questa mattina nella città. Nel darne notizia, l'agenzia AsiaNews ha aggiunto di non avere notizie di morti o feriti.

Un commando di una decina di persone - riferisce l'agenzia - ha fatto irruzione nella chiesa caldea di Sant'Efrem, situata nel quartiere di al-Jadida, nella parte nuova della città. Gli attentatori hanno fatto uscire le persone che si trovavano all'interno del luogo di culto. Poi hanno posizionato gli ordigni e sono fuggiti. La chiesa è andata completamente distrutta. Successivamente il commando si è diretto alla Casa madre delle suore domenicane di Santa Caterina.

Ricorda la France Presse che sin dal 2008 una campagna sistematica di violenze ha provocato più di quaranta morti tra i cristiani a Mossul, determinando la fuga di più di dodicimila di essi. Inoltre, in un rapporto pubblicato il 10 novembre, l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch sottolinea che le minoranze, in particolare quella cristiana, che vivono nel nord dell'Iraq sono le vittime collaterali del conflitto fra arabi e curdi per il controllo del territorio.



(©L'Osservatore Romano - 27 novembre 2009)


La Conferenza episcopale deplora le numerose uccisioni e aggressioni
Ancora violenza in Brasile contro i sacerdoti

Tanabi, 18. Non si placa la violenza contro i sacerdoti in Brasile.
Lunedì 14 dicembre, don Alvino Broering è stato ucciso nello Stato meridionale di Santa Caterina. Il giorno precedente un sacerdote polacco stava celebrando la Messa quando è stato aggredito da uno squilibrato a Tanabi, diocesi di São José do Rio Preto. La Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani (Cnbb) ha pubblicato recentemente una dichiarazione sulla crescente ondata di violenza nel Paese contro i sacerdoti, dal titolo "Non uccidere un fratello!". La dichiarazione deplora le uccisioni, avvenute nel 2009, dei sacerdoti Ramiro Ludeno, di Recife; Gisley Gomes Azevedo, di Brasília; Ruggero Ruvoletto, di Manaus; Evaldo Martiolo Caçador e Hidalberto Henrique Guimarães, a Murici.

"Siamo sconvolti - si legge nella dichiarazione dei presuli - per gli attacchi" contro sacerdoti e missionari. Nel sottolineare il profondo dolore e sgomento della Chiesa cattolica in Brasile per la persecutoria e inumana violenza "contro i suoi amati figli", i presuli ribadiscono il loro corale impegno nella lotta quotidiana "per il raggiungimento della giustizia e della pace che hanno il nome e il volto di Cristo, via, verità e vita".

La dichiarazione della Conferenza episcopale si conclude con un espressione di gratitudine e una invocazione: "Celebrando l'Anno sacerdotale, manifestiamo il nostro amore e la nostra gratitudine ai fratelli sacerdoti del Brasile e preghiamo Dio che, nella fedeltà a Cristo, continuino, perseverando nella fede, a esercitare il servizio pastorale verso i poveri, gli ultimi del mondo e verso chi confida in loro".

Come già accennato, domenica 13 dicembre, il sacerdote polacco Mario Uztazewisck, di 65 anni, è stato aggredito durante la Messa per i bambini che stava celebrando nella sua parrocchia, nella diocesi di São José do Rio Preto, nel comune di Tanabi, a 477 km da São Paulo. Marcos Buzzini Guimarães Teixeira, 30 anni, ha cercato di uccidere il sacerdote versandogli addosso mezzo litro di alcool, sul viso e sui paramenti. Alcuni agenti di polizia che partecipavano alla celebrazione eucaristica sono intervenuti in tempo per fermare l'uomo che poi è stato arrestato. In quel momento erano in chiesa circa 250 persone.

Secondo Egidia Moraes, assistente parrocchiale, il giovane Marcos nei giorni precedenti "era venuto in parrocchia a parlare con il prete dicendo che era un inviato di Davide e che era venuto a salvare il mondo".
Padre Mario, che ha subito solo lievi ferite, ha detto: "Dobbiamo pregare per quella persona e perdonarla. Questa persona ha bisogno di molta luce da Dio, del nostro perdono e della nostra comprensione".
Padre Mario è da 15 anni nella parrocchia di Nostra Signora della Concezione a Tanabi.


(©L'Osservatore Romano - 19 dicembre 2009)


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[Modificato da Caterina63 19/12/2009 16:52]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)