00 16/10/2010 18:54
Una riflessione da Messainlatino che facciamo nostra:



L'Osservatore romano: i Simpsons sono cattolici


Homer Simpson parla con Dio in sogno

L'Osservatore romano riferisce di un approfondito commento della Civiltà Cattolica sui noti cartoons. Un tema che non ci si aspetta di leggere su quelle paludate testate. Si vede che siamo in campagna acquisti: perché dunque non aggiungere alle divise dell'Osservatore, dopo Non praevalebunt e Unicuique suum, questa frase di Homer Simpson: "once you go to Vatican you never go back again"? Ma allora, visto che Bart, in una puntata in cui s'iscrive ad una scuola cattolica, prega in refettorio: "In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti", diteci tutta la verità: non solo è cattolico, è tradizionalista...
Enrico


Homer e Bart sono cattolici

di Luca M. Possati

Pochi lo sanno, e lui fa di tutto per nasconderlo. Ma è vero: Homer J. Simpson è cattolico. E se non fu vocazione - complice un'ammaliante pinta di "Duff" - ci mancò davvero poco. Tanto che oggi il re della ciambella fritta di Springfield non esita a esclamare che "il cattolicesimo è mitico". Salvo poi ricredersi in un catartico "D'oh!".

La battuta - tratta dall'episodio "Padre, Figlio e Spirito Pratico", in cui Homer e Bart si convertono grazie all'incontro con il simpatico padre Sean - è lo spunto dell'interessante articolo I Simpson e la religione di padre Francesco Occhetta comparso nell'ultimo numero di "La Civiltà Cattolica". L'autorevole rivista dei gesuiti italiani traccia una raffinata analisi antropologica ed etica del cartoon cogliendo al contempo l'occasione - questo l'aspetto più notevole - di dare qualche consiglio pratico a genitori e figli.

È fuori discussione che la serie creata da Matt Groening ha portato nel mondo del cartone animato una rivoluzione linguistica e narrativa senza precedenti. Abbandonata la tranquillizzante distinzione tra bene e male tipica delle produzioni "a lieto fine" della Disney, Homer&Company hanno aperto un vaso di Pandora. Ne è uscita comicità surreale, satira pungente, sarcasmo sui peggiori tabù dell'American way of life e un'icona deformante delle idiosincrasie occidentali. Ma attenzione, ci sono anche altri livelli di lettura. "Ogni episodio - scrive Occhetta - dietro la satira e alle tante battute che fanno sorridere, apre temi antropologici legati al senso e alla qualità della vita" (p. 144). Temi come l'incapacità di comunicare e di riconciliarsi, l'educazione e il sistema scolastico, il matrimonio e la famiglia. E non manca la politica.

Pomo della discordia, la religione. Che dire al cospetto delle sonore ronfate di Homer durante le prediche del reverendo Lovejoy [e quanti ce ne sono anche tra i cattolici, di reverendi Amoreggioia! Una delle sue migliori esortazioni è: fai la tua offerta come se avessi addosso gli occhi del tuo vicino]? E che dire delle perenni umiliazioni inflitte al patetico Neddy Flanders, l'evangelico ortodosso? Sottile critica o blasfemia ingiustificabile? "I Simpson - sostiene Occhetta - rimangono tra i pochi programmi tv per ragazzi in cui la fede cristiana, la religione e la domanda su Dio sono temi ricorrenti" (p. 145). La famiglia "recita le preghiere prima dei pasti e, a suo modo, crede nell'al di là" ed è lei il mezzo attraverso cui la fede viene trasmessa. La satira, invece, "più che coinvolgere le varie confessioni cristiane travolge le testimonianze e la credibilità di alcuni uomini di chiesa".

Sia chiaro, i pericoli esistono, perché "il lassismo e il disinteresse che emergono rischiano di educare ancora di più i giovani a un rapporto privatistico con Dio" (p. 146). Ma cum grano salis occorre separare l'erba buona dalla zizzania. I genitori non debbono temere di far guardare ai loro figli le avventure degli ometti in giallo. Anzi, il realismo dei testi e degli episodi "potrebbe essere l'occasione per vedere alcune puntate insieme, e per coglierne gli spunti per dialogare sulla vita familiare, scolastica, di coppia, sociale e politica" (p. 148). Nelle storie dei Simpson prevale il realismo scettico, così "le giovani generazioni di telespettatori vengono educate a non illudersi" (p. 148). La morale? Nessuna. Ma si sa, un mondo privo di facili illusioni è un mondo più umano e, forse, più cristiano.

Da L'Osservatore Romano 17 ottobre 2010



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riflessione:

...ne discutavamo proprio in famiglia a tavola, domenica, visto che l'argomento è girato subito fra i giovani anche su FB....  
Cosa sono i Simpson? onestamente parlando, i nostri figli cominciarono a vederli alle Medie e solo se guardati con me... erano dei cartoni che usavamo per fare discussioni e approfondimenti, vietarli era pressocchè impossibile e controproducente...  
Ma certo è che trovare un articolo che li promuove sul "giornale DEL PAPA" bè, lascia un pò stupiti e, non mento, è stata mia figlia di 20 anni a parlarmene manifestando essa stessa stupore e perplessità sottolineando che se quello è il "cattolicesimo" bè, non c'è da stupirsi di come vanno le cose nel mondo....  
Abbiamo sottolineato di come, in questi cartoni, c'è il tutto e il contrario di tutto, atti di violenza giustificati e perfino promossi, il figlio Bart eternamente succube di ogni tentazione e vizio...  
 
Esiste in internet e tra i giovani il FRASARIO di Homer e di Bart e non lo definirei cattolico tanto meno catechetico, ne da riportare come esempio o testimonial sul giornale che dice di essere LA VOCE DEL PAPA...  
 
dice sovente Homer:  
"Ok, cervello, io non piaccio a te e tu non piaci a me, quindi fai solo questo per me e continuerò a ucciderti con la birra"...  
la filosofia di Homer: Dove entra il bere, esce il parere  
Undecided  
 
per non parlare del SINCRETISMO della "brava" Lisa Simpson che sovente dice:  
"Io prego Gesù, Buddha e SpongeBob: non c'è tempo per essere schizzinosi."  
Undecided  
 
Homer alle prese con il computer:  
Lisa: basta darli un comando è il computer lo farà.  
Homer: uccidi Flanders!!  
 
e tutti a ridere!! salvo poi scandalizzarsi se si parla di aborto, come crede si prepara un animo giovanile, l'Osservatore Romano?  A SUON DI CARTONI ANIMATI? ma quando questi sollazzano in ciò che lo stesso post-concilio condanna come pastorale, come fa a promuoverlo in un articolo?  Undecided  
 
Il fatto che Bart chiami PER NOME il padre - Homer - e la mamma  "Mamma" la dice lunga sulla conflittualità tra genitori e figli, ma molto dipende dalla cultura del luogo e questo è appannaggio di una cultura americana non europea...e comunque sia non adattabile ad ogni dove... sono cartoni in cui necessita la presenza di un genitore RESPONSABILE....  
 
Un tipico dialogo alla Simpson dove questo è l'immaginario di Cristo:  
 
- Nelson: Hey Simpson, ho sentito che tua sorella ha abbandonato il Cristianesimo.  
- Bart: Chi se ne frega.  
- Spada: Te lo dico io a chi frega: ha i capelli lunghi, lavora come falegname ed ha un sacco di strane idee sull'amore e sulla fratellanza!"  
- Secco: "Si chiama Gooner, esce con mia madre!  
- Bart: Pensavo che Patata uscisse con tua madre...  
- Patata: È lei che si è fatta avanti!  
- Nelson: Pestiamolo!  
 
 
Senza dubbio, SONO SEMPLICI CARTONI....non sono la realtà, ma dal momento che tutto sta diventando un reality....non è fuori luogo che il GIORNALE DEL PAPA si occupi di un Cartone che non ha nulla da insegnare?


[Modificato da Caterina63 21/10/2010 15:46]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)