00 17/04/2010 00:34
Se non avete visto il film: STATE BUONI SE POTETE, che riprende la storia di due grandi Santi: san Filippo Neri e nello sfondo di sant'Ignazio di Loyola....cercatelo e vedetelo...fa meditare...

Nel film c'è una scena di san Filippo Neri (interpretato da Jonni Dorelli) alle prese con una mistica per la quale il Papa gli chiese un parere...il fatto è autentico...

Leggiamo quanto segue:

Che la virtù dell’umiltà sia la base di ogni crescita cristiana autentica c’è lo dimostra questo episodio preso dalla biografia di san Filippo, l’apostolo nella Roma del cinquecento.

San Filippo Neri (1515-1595), è uno dei santi più amati e grazie alla fondazione dei preti dell’Oratorio che proponeva una gioiosa santificazione della vita quotidiana con il ricorso anche alla musica e alle arti figurative, è uno dei grandi riformatori della Chiesa della Controriforma. Nella “Vita” di S. Filippo Neri si legge un episodio che ha per titolo: “La falsa santità”. Ecco di cosa si tratta: in un convento di Roma viveva una monaca che godeva fama di grande santità. Correva voce fra il popolo che la religiosa, arricchita di doni celesti, conoscesse il futuro ed operasse prodigi meravigliosi. Quando il Papa venne a conoscenza di questo, mandò Padre Filippo in quel convento, perché vedesse che cosa vi fosse di vero sulle virtù taumaturgiche della religiosa. ...

... In quei giorni era piovuto molto e le strade erano tutte fangose, sicché Filippo arrivò al monastero con le scarpe tutte insudiciate di fango. Ivi chiese subito di parlare con la monaca creduta santa, la quale, appena scesa in parlatorio, con un profondo inchino, disse: “In che posso servirla?”.
Il Santo che stava comodamente sdraiato sulla poltrona, senza neppure rispondere al saluto, le porse il suo piede dicendo: “Prima di tutto, Reverenda Madre, la pregherei di togliermi queste scarpe infangate e poi di pulirmele per bene”. La monachella si tirò indietro inorridita e, con parole molto risentite, fece le sue rimostranze contro un modo di procedere così villano, dicendo: “Mi meraviglio come voi vi permettete di farmi simili proposte”; Filippo tacque e alzatosi tranquillamente uscì dal convento per ritornare a casa.
Presentatosi il giorno dopo dal Papa, per riferire sul risultato della sua missione, disse: “Beatissimo Padre, quella monaca certamente non è una santa e non fa miracoli, perché le manca la virtù fondamentale”. Il Santo sapeva troppo bene che la miglior prova della santità è l’umiltà.

Don Marcello Stanzione


Nel film "State buoni se potete" c'è una bella canzoncina "CAPITAN GESU'" che sant'Ignazio di Loyola, da buon militare qual'era stato prima di convertirsi, soleva chiamare appunto Gesù..."IL MIO GENERALE"
ed ecco come Angelo Branduardi, compositore delle canzoni del film, l'ha saputo tradurre in canto, fedelmente ai testi....



Capitan Gesù non sta lassù,
sta quaggiù con la bandiera in mano.
Sempre quaggiù, con la bandiera in mano,
Gesù, mio capitano!

Comanda Santi e fanti
e coglie tutti quanti
li diavoli in flagrante,
Gesù, mio comandante!

Capitan Gesù non sta lassù,
ma sta quaggiù a battagliar col male.
Sempre quaggiù a battagliar col male,
Gesù, mio generale!

Ei caccia dalla tana
la feccia luterana
e il popolo giudìo,
Gesù è il maresciallo mio!






[SM=g1740722]



L'altra canzone, del film, più famosa è VANITA'


Vai cercando qua, vai cercando là,
ma quando la morte tri coglierà
che ti resterà delle tue voglie?
Vanità di vanità.
Sei felice, sei, dei pensieri tuoi,
godendo solo d'argento e d'oro,
alla fine che ti resterà?
Vanità di vanità.

Vai cercando qua, vai cercando là,
seguendo sempre felicità,
sano, allegro e senza affanni...
Vanità di vanità.

Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno
non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità.

Tutto vanità, solo vanità,
vivete con gioia e semplicità,
state buoni se potete...
tutto il resto è vanità.

Tutto vanità, solo vanità,
lodate il Signore con umiltà,
a lui date tutto l'amore,
nulla più vi mancherà.


[SM=g1740722]


[SM=g1740721]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)