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| | <DIR> Le tenebre sono colpa e sono pena (Contro le eresie, 4,39.4) Dio, che conosce tutto in anticipo, ha preparato per tutti una dimora conveniente: per quelli che cercano la luce della incorruttibilità e verso di essa corrono, dona benigno proprio la luce che bramano; a coloro invece che la disprezzano e che la sfuggono, quasi accecando se stessi, ha preparato l`oscurità che si addice a chi si oppone alla luce. In questo modo egli castiga chi non resta a lui soggetto. La soggezione a lui, invece, è un riposo eterno, mentre quelli che gli negano l`obbedienza, trovano un luogo degno della loro fuga. Tutti i beni sono presso Dio, perciò tutti coloro che fuggono da Dio si privano di tutti i beni, e cadranno sotto il giusto giudizio divino. Chi fugge la pace, è giusto che rimanga nel travaglio, e chi fugge la luce, è giusto che abiti nelle tenebre. Come avviene per questa luce corporea, che chi la fugge si consegna da se stesso alle tenebre, e perciò, se è privo di luce, se abita nelle tenebre la colpa è sua, e non della luce, così chi fugge la luce eterna di Dio che contiene in sé tutti i beni, se si trova nelle tenebre, privo di tutti i beni, la colpa è sua, perché da sé ha scelto una tale dimora. </DIR> |
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| | Risurrezione per la carne e il sangue di Cristo (Contro le eresie, 5,2,2-3) Sono completamente stolti quelli che disprezzano tutta l`economia di Dio e negano la salvezza della carne e ne spregiano la rigenerazione, dicendo che essa non è capace di incorruttibilità. Ma se questa non si salva, né il Signore ci ha redento davvero col suo sangue, né il calice eucaristico è comunicazione del suo sangue, né il pane che spezziamo è la comunione del suo corpo. Non c`è infatti sangue se non dalle vene, dalle carni e dalla rimanente sostanza dell`uomo, quale veramente si è fatto il Verbo di Dio; egli col suo sangue ci ha redento, come dice l`Apostolo: Nel quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati mediante il suo sangue (Col 1,14). E poiché siamo sue membra, ci nutriamo con le sue creature. Egli infatti ce le offre: fa sorgere il suo sole e fa cadere la sua pioggia come a lui piace. Egli ha affermato che il calice, il quale è sua creatura, è il suo sangue sparso per noi, con cui aumenta il nostro sangue; e che il pane, il quale appartiene al creato, è il suo corpo, con il quale alimenta i nostri corpi. Se dunque il calice mescolato e il pane preparato ricevono il Verbo di Dio, e si compie così l`eucaristia del sangue e del corpo di Cristo, con cui cresce e si rafforza la sostanza della nostra carne, come possono negare che la carne può accogliere il dono di Dio, che è la vita eterna? Essa si nutre del sangue e del corpo di Cristo, è membro di lui. Lo dice il beato Apostolo nella lettera agli Efesini: Siamo membra del suo corpo, della sua carne e delle sue ossa (Ef 5,30). Non parla di un corpo invisibile e spirituale - uno spirito infatti non ha né ossa né carne (Lc 24,39) -, ma di un vero organismo umano che consta di carne, nervi e ossa, e che si nutre del calice che è il suo sangue e cresce con il pane che è il suo corpo. Come il legno della vite, piantato in terra, dà frutto a suo tempo, come il grano di frumento, caduto in terra e marcito, sorge molteplice per opera dello Spirito di Dio che tutto contiene - vite e frumento che, per la sapienza di Dio, servono alla vera utilità dell`uomo, perché accogliendo la parola di Dio diventano l`eucaristia che è il corpo e il sangue di Cristo -, allo stesso modo i nostri corpi, nutriti dell`eucaristia, deposti in terra e qui dissolti, risorgeranno a suo tempo perché il Verbo di Dio elargirà loro la risurrezione a gloria di Dio Padre. Egli circonda dell`immortalità questo corpo mortale e dona gratuitamente l`incorruttibilità a questo corpo corruttibile, perché la virtù di Dio si mostra nella debolezza. E questo affinché non ci avvenga di gonfiarci, come se avessimo da noi stessi la vita, e di innalzarci contro Dio con animo profondamente ingrato. E sapendo che per sua magnanimità e non per nostra natura vivremo in eterno, affinché non succeda mai che menomiamo la sua gloria. E neppure che ignoriamo la nostra natura, ma che ci rendiamo conto di quanto Dio può e di quanti benefici l`uomo può ricevere, e non ci capiti di errare nella valutazione della realtà, cioè del rapporto tra Dio e l`uomo. Dio, come abbiamo detto, non ha forse tollerato che ci dissolvessimo nella terra, affinché fossimo perfettamente istruiti e in futuro pienamente coscienti così da non misconoscere la nostra posizione di fronte a lui? |
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| | <DIR> L`uomo nella sua totalità è formato di corpo, anima e Spirito (Contro le eresie, 5,6) Dio sarà glorificato nella sua creatura, conformata e modellata sul proprio Figlio, poiché per le mani del Padre - che sono il Figlio e lo Spirito - l`uomo nella sua interezza, e non in una sua parte sola, diventa simile a Dio. L`anima e lo Spirito costituiscono una parte dell`uomo, e non tutto l`uomo; l`uomo perfetto infatti risulta dalla compenetrazione e dall`unione dell`anima, che accoglie lo Spirito del Padre, con la carne, creata anch`essa a immagine di Dio... La carne strutturata, da sola, non è l`uomo completo, ma solo il corpo dell`uomo, cioè una parte dell`uomo. Ma neppure l`anima da sola costituisce tutto l`uomo: è l`anima dell`uomo, cioè una sua parte. E neppure lo spirito è l`uomo: si tratta appunto dello spirito, non di tutto l`uomo. Solo la fusione, l`unione e l`integrazione di questi elementi costituisce l`uomo perfetto. Per questo l`Apostolo, spiegando il suo pensiero, parlò dell`uomo redento, perfetto e spirituale, con queste parole, nella prima lettera ai Tessalonicesi: Il Dio della pace santifichi voi e vi renda perfetti, serbando intatti e senza biasimo il vostro spirito, l`anima e il corpo, per la venuta del Signore Gesù Cristo (1Ts 5,23). Che motivo aveva di augurare la perfetta conservazione, per la venuta del Signore, appunto dell`anima, del corpo e dello spirito, se non avesse saputo che l`intima unione di questi tre elementi altro non è che la loro salvezza? E perfetti sono appunto coloro che presentano questi tre elementi uniti, senza meritare rimprovero alcuno. Perfetti sono quindi quelli che hanno costantemente in sé lo Spirito, e custodiscono, evitando ogni biasimo, l`anima e il corpo, conservando la fede in Dio e osservando la giustizia verso il prossimo. Perciò l`Apostolo ci dice anche che la creatura è tempio di Dio: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Chi profana il tempio di Dio sarà da lui sterminato: il tempio di Dio, che siete voi, è santo (1Cor 3,16-17). Evidentemente chiama tempio di Dio il corpo, in cui abita lo Spirito. Anche il Signore dice di se stesso: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò (Gv 2,19). E non solo come templi, ma come templi di Cristo designa egli i nostri corpi, dicendo ai Corinti: Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di meretrice (1Cor 6,15)... Per questo ha detto: Chi profana il tempio di Dio sarà sterminato da Dio (1Cor 3,17). E` dunque certamente una bestemmia dire che il tempio di Dio in cui abita lo Spirito del Padre, che le membra di Cristo non possono sperare redenzione alcuna, ma andranno senz`altro in perdizione. Che poi i nostri corpi risusciteranno non per la loro natura, ma per la potenza di Dio, egli lo dice ai Corinti: Il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore, e il Signore per il corpo. Dio ha risuscitato il Signore e risusciterà noi pure con la sua potenza (1Cor 6,13-14).
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| | <DIR> Lo Spirito di Dio supera la debolezza della carne (Contro le eresie, 5, 9,2-4) Coloro che temono Dio, che credono nella venuta del suo Figlio e che con la fede tengono in cuore lo Spirito divino, sono veramente uomini, sono mondi, spirituali e vivono per Dio, perché posseggono lo Spirito del Padre che purifica l`uomo e lo solleva alla vita divina. Il Signore attesta che la carne è debole e lo Spirito è pronto, cioè che può fare tutto ciò che è in suo potere. Se a ciò che è in potere dello Spirito si unisce la debolezza della carne, necessariamente ciò che è forte supera ciò che è debole, e così la debolezza della carne viene assorbita nella forza dello Spirito. Chi si trova in questa situazione, non è carnale, ma è spirituale, perché unito allo Spirito. Quando perciò i martiri rendono la loro testimonianza e disprezzano la morte, non agiscono secondo la debolezza della loro carne, ma nella forza dello Spirito. La debolezza della carne è assorbita dalla potenza dello Spirito; e lo Spirito che così assorbe la debolezza della carne possiede in sé la carne come sua eredità. Di questi due elementi è costituito l`uomo vivente, vivente perché partecipe dello Spirito, uomo, poi, per la sostanza della sua carne. Dunque la carne, senza lo Spirito di Dio, è morta, non ha la vita, non può possedere il regno di Dio; il suo sangue è inanimato, come acqua versata in terra. Per questo dice Paolo: Qual è il primo Adamo terrestre, tali sono anche i terrestri (1Cor 15,48). Ma dove è lo Spirito del Padre, ivi l`uomo vive, il suo sangue è vitale e Dio lo custodisce e lo vendicherà; la carne posseduta dallo Spirito è dimentica di sé, assume le qualità dello Spirito, diviene conforme al Verbo di Dio. Per questo Paolo dice: Come abbiamo portato l`immagine di colui che viene dalla terra, così porteremo l`immagine di colui che viene dal cielo (1Cor 15,49). Ma chi è che viene dalla terra? Il corpo plasmato. E chi dal cielo? Lo Spirito. Come dunque - dice egli - siamo vissuti una volta senza lo Spirito celeste, nella vetustà della carne, nella disobbedienza a Dio, così ora, ricevuto lo Spirito, camminiamo in novità di vita nell`obbedienza a Dio. Senza lo Spirito di Dio non possiamo salvarci; perciò l`Apostolo ci esorta a conservarlo con la fede e con la vita santa, per non perdere, altrimenti, il regno dei cieli. Per questo ci grida che la carne, da sola, e il sangue non possono possedere il regno di Dio. Però, a dire il vero, la carne non possiede, ma è posseduta; per questo il Signore dice: Beati i miti, poiché essi possederanno in eredità la terra (Mt 5,5); cioè verrà da loro posseduta e signoreggiata quella terra da cui proviene la sostanza della nostra carne. Per questo egli vuole che il tempio di Dio sia mondo, perché lo Spirito divino gioisca di lui come lo sposo della sposa. La donna non può prendere in sposo il suo uomo; può invece esser presa sposa quando il suo uomo viene e la prende con sé. Così la carne in se stessa, cioè da sola, non può possedere in eredità il regno di Dio; ma può ben essere posseduta come regno dallo Spirito. Ciò che è morto, non può possedere in eredità: altro è poi possedere, e altro è esser posseduti in eredità. Chi possiede, domina, signoreggia, dispone di ciò che possiede come vuole; ciò che è posseduto obbedisce, è soggetto, è sotto il potere di chi lo possiede. Ora, cosa è che vive? Evidentemente lo Spirito di Dio. Cosa è, invece, che è morto? E` chiaro: le membra dell`uomo che si corrompono nella terra. Queste saranno possedute dallo Spirito e trasferite nel regno dei cieli. </DIR> |
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| | <DIR> L`esempio dell`olivo e dell`oleastro (Contro le eresie, 5,10-11) Perché poi non ci allietiamo nella carne, rifiutando l`innesto nello Spirito: Ma tu, che sei oleastro, ci dice, sei stato innestato in buon ulivo e sei diventato come lui oleoso (Rm 11,17). Se infatti l`oleastro innestato continua ad essere ciò che era, viene tagliato e gettato al fuoco; se invece tiene l`innesto e si tramuta in olivo buono, diventa fruttifero, come fosse piantato nel giardino del re. Così gli uomini, se per la fede assumono in sé lo Spirito di Dio, portano i suoi frutti, diventano spirituali, piantati quasi nel giardino di Dio. Se invece rigettano lo Spirito e continuano ad essere ciò che erano, preferendo rimanere carne anziché diventare spirito, di loro si dirà ben giustamente che la carne e il sangue non possiedono il regno di Dio; è come se si dicesse che l`ulivo selvatico non può essere piantato nel giardino di Dio. E` mirabile il modo con cui l`Apostolo mostra la nostra natura e tutta l`economia di Dio nel discorso che ci fa sulla carne e sul sangue, e soprattutto in quello sull`oleastro. Un ulivo trascurato, abbandonato a se stesso per un po` di tempo, comincia a portare frutti selvatici e diventa da sé oleastro; l`oleastro poi, coltivato con cura e innestato, torna a portare i frutti della sua prima natura. Così è degli uomini. Abbandonati a se stessi, non sanno produrre che i frutti selvatici della loro concupiscenza carnale; da se stessi non portano nessun frutto di giustizia. Oltre a ciò, mentre gli operai dormono, il nemico semina la zizzania; e per questo il Signore ha esortato i suoi discepoli alla vigilanza. Ma questi uomini che non portano frutto di giustizia e sono tutti immersi nella loro sensualità, se vengono curati e ricevono quasi l`innesto del Verbo di Dio, tornano alla loro primigenia natura di uomo, quella fatta a immagine e a somiglianza di Dio. Come poi l`oleastro innestato non perde la sostanza del legno, ma muta soltanto la qualità dei frutti e viene chiamato in altro modo - non più oleastro, cioè, ma ulivo buono, perché lo è -, così l`uomo che ha ricevuto l`innesto della fede e accolto lo Spirito di Dio, non perde la sostanza della sua carne, mentre muta la qualità delle sue opere. Egli poi riceve un`altra denominazione, la quale specifica la sua trasformazione; non viene detto più sangue, ma uomo spirituale, perché lo è. Ma l`oleastro, se non accoglie l`innesto e continua a essere inutile per il suo padrone data la sua natura selvatica, viene tagliato, perché non porta frutto, come legna da fuoco. Così anche l`uomo che non accoglie l`innesto dello Spirito attuantesi nella fede, e continua ad essere ciò che era, cioè carne e sangue, non può ereditare il regno di Dio. Giustamente perciò l`Apostolo dice: La carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio; e: Coloro che sono nella carne, non possono piacere a Dio (Rm 8,8). Non nega la sostanza della carne, ma nega l`infusione dello Spirito. Sempre per questo motivo dice: E` necessario che questo corpo mortale si vesta di immortalità, e questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità (1Cor 15,53), e ancora: Ma voi non siete nella carne, ma nello Spirito, poiché lo Spirito di Dio abita in voi (Rm 8,9). E mostra tutto ciò ancor più chiaramente quando dice: Il corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. Se poi lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita voi (Rm 8,10). E ancora, nella lettera ai Romani, dice: Se vivete secondo la carne, cominciate già a morire (Rm 8,13). Non nega che essi in realtà fossero nella carne, poiché egli stesso viveva nella sua carne quando scriveva loro; ma voleva staccarli dalle voglie della carne, perché sono queste che uccidono l`uomo. Per questo ha soggiunto: Ma se con lo spirito mortificate le opere della carne, vivrete. Tutti coloro infatti che si lasciano condurre dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio (Rm 8,14). Prevedendo poi gli errori degli increduli, manifesta con tutta chiarezza quali sono le opere che egli dice "carnali"; espone la propria situazione per non lasciare pretesti a coloro che avrebbero parlato male di lui. Scrive dunque nella lettera ai Galati: Sono poi ben note le opere della carne, cioè fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, malefizi, inimicizie, contese, gelosie, ira, caparbietà, discordia, fazioni, invidia, ubriachezza, orge e cose simili a queste, che - ve lo preannunzio come già l`ho preannunziato - chi le commette non possiederà il regno di Dio (Gal 5,19-20). Ecco dunque chiarito inequivocabilmente, per chi lo vuole ascoltare, che significa: "La carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio". Chi agisce così, cammina davvero nella carne, non può vivere per Dio. Parla poi degli atti spirituali che vivificano gli uomini, cioè dell`innesto dello Spirito, dicendo: Il frutto dello Spirito, invece, è carità, gioia, pace, pazienza, affabilità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza; contro tutto ciò, non v`è legge (Gal 5,23). Chi dunque migliora e porta i frutti dello Spirito, si salva proprio per la sua unione allo Spirito; chi continua invece nelle opere della carne surriferite, resta davvero carnale e non accoglie lo Spirito di Dio: non può certo possedere il regno dei cieli. Lo attesta ancora l`Apostolo, dicendo ai Corinti: Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi - dice - né i fornicatori né gli idolatri né gli adulteri né gli effeminati, né i sodomiti né i ladri né i cupidi né gli ubriaconi né i maldicenti né i rapaci avranno parte al regno di Dio; e tutto ciò - continua - anche voi lo foste; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio (1Cor 6,9-10). Mostra con tutta chiarezza, dunque, cosa è che uccide l`uomo, se continua a vivere secondo la carne, e cosa è che lo salva. Lo salvano, ci dice, il nome del Signore nostro Gesù Cristo e lo Spirito del nostro Dio. |
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