00 17/09/2009 11:32

CELEBRARE "VERSO IL POPOLO" O "DARE LE SPALLE AL POPOLO"?


Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo pregevolissimo studio di don Matteo De Meo, docente di Teologia Fondamentale ed eccleseologia presso la Facoltà Teologica Pugliese

di d. Matteo De Meo


Se un giorno qualche parroco chiede al suo vescovo di celebrare sull’antico altare monumentale della propria parrocchia, e di riutilizzarlo per le celebrazioni eucaristiche nella modalità, diciamo antica (con le spalle al popolo), non si perde tempo a riunire commissioni liturgiche per valutare l’opportunità teologica e pastorale di tale prassi. E, dopo varie sedute e commissioni, forse si può rientrare in una sorta di “tolleranza”; ma dopo aver subito non pochi contrasti e giudizi di diffidenza: “...Personalmente preferisco celebrare rivolto verso il popolo e non dando le spalle...” ; “...Credo che il sentire della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II sia quello di celebrare verso il popolo...” ;

“...Che in alcune parrocchie si celebri verso il popolo e in altre versus Deum potrebbe causare confusione tra il popolo di Dio, che vede fare cose diverse...” ;

“...Prima di prendere una decisione del genere bisogna sentire il parere del popolo...”;

“...Ma i bambini non saranno educati bene nel partecipare ad una celebrazione dove il sacerdote da a loro le spalle ...”;

“..Non si può accettare una tale celebrazione perchè Gesù nell’ultima cena non ha dato le spalle agli apostoli....”; “...la messa è più partecipata quando il sacerdote è rivolto verso il popolo...”; “...Non mi sentirei a mio agio celebrando con le spalle al popolo...anche se questa è la prassi del S. Padre”;
 
“...La prassi di celebrare versus Deum è tipicamente medievale e non ha nulla a che vedere con la prassi tradizionale e antica della Chiesa...L’altare ad Deum è stato giustamente definito “mensolina” e non ha la dignità di un altare per la celebrazione... La dimensione della convivialità, della mensa, della comunione, è un aspetto fondamentale della celebrazione eucaristica che si era dimenticata prima del Vaticano II e che la Riforma liturgica ha riscoperto con la celebrazione verso il popolo...”;

“...La celebrazione versus Deum nasconde questa dimensione comunionale esaltando unicamente la dimensione sacrificale della celebrazione liturgica...”

(...)

Ho voluto sintetizzare in queste frasi (realmente pronunciate e non

ipotetiche), quelle obiezioni che ricorrono spesso ogni qual volta ci si trova

fra sacerdoti- ma anche con vescovi- e con laici (impegnati) a confrontarsi

su alcune questioni di liturgia. In questo caso (lo avrete intuito) si tratta

della possibilità di poter legittimamente celebrare versus Deum (in gergo

comune, purtroppo, “con le spalle al popolo”).


É inveterata, oramai, la convinzione che l’unico modo legittimo di celebrare

la divina eucaristia sia quello in cui il sacerdote è rivolto verso il popolo,

dando le spalle alla croce. L’antica modalità (il Vetus Ordo) con cui il

sacerdote celebrava la parte eucaristica rivolto verso la Croce (versus Deum)

è, in alcuni casi, tollerata e spesso considerata non “adatta” ai canoni

previsti dalla Riforma liturgica del Vaticano II, quindi da doversi tralasciare.

Questo è nei fatti! Chiunque si rechi a Messa potrà, nella stragrande

maggioranza dei casi, trovare conferma di quanto appena affermato! Sia che

ci si trovi in chiese di nuova costruzione o all’interno di antiche basiliche,

ovunque troverà un “altare nuovo”; e in quelle antiche posto davanti a

quello monumentale (spesso di discutibile forma e dignità). Insomma la

celebrazione versus deum di fatto nelle chiese, siano esse antiche o

moderne, è interdetta! Tutte le operazioni di adeguamento sono

indiscutibilmente in questo senso in nome del nuovo spirito liturgico del

Vaticano II.

Ma quanti sono a conoscenza che la Congregazione per il Culto Divino

prevede e non proibisce tale possibilità, -tra l’altro mai vietata e nè

impedita,- nè dal Concilio, nè dalla rispettiva Riforma liturgica del Vaticano

II (come vedremo in seguito)? Inoltre, tale modalità è, attualmente,

suffragata dalla prassi liturgica del S. Padre che, credo, non debba essere

ritenuta solo come un mero “ suo gusto personale” (come, invece, qualche

vescovo mi ha fatto “paternamente” notare!).


j
[Modificato da Caterina63 17/09/2009 11:36]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)