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2 parte IL TERMINE GRECO

Luca esordisce con questa frase: Ho letto che i cattolici affermano che il termine aramaico tradotto con fratelli significherebbe in realtà cugini.

Possiamo dire che ha letto male e ha capito peggio. Comunque si rimedia facilmente e, inoltre, repetita juvant ^___^

Innanzitutto i primi cristiani erano perfettamente istruiti nel greco, che era la lingua più usata e parlata. Pensare che non conoscessero la differenza fra un fratello o un cugino è da ingenui o da persone in malafede. Inoltre la sicurezza che Maria rimase vergine per tutta la sua vita rimase patrimonio di tutta la cristianità, nonostante scismi e riforme, per almeno 17 secoli.

Cominciamo col dire che le lingue primitive erano molto povere di vocaboli e spesso cose diverse venivano chiamate usando un unico termine. Il greco usato nei Vangeli è il greco koinè, vale a dire una forma linguistica sviluppatasi tardivamente dal greco classico e divenne una forma di dialetto parlato soprattutto in Attica (che era una regione della quale faceva parte anche Atene).

La grammatica del Koinè appare semplificata rispetto all'Attico, le eccezioni sono presenti in numero minore e semplificate, le inflessioni sono tolte o armonizzate, e la costruzione sintattica resa più semplice.

Il Koinè predilige frasi brevi, l’uso a volte esagerato della congiunzione kài (il Vangelo di Marco ne costituisce un esempio eclatante) un uso parsimonioso del participio, abbondanza di preposizioni.

Tutto questo ne fa una lingua molto diversa dal greco classico. In quest’ottica si configura l’uso del termine adelfòs.

Come dimostrato con l’uso dei dizionari e di versetti biblici, questo termine assume diversi significati:

·        Fratello;

·        Prossimo consanguineo;

·        Persone nate nello stesso paese;

·        Persone della stessa credenza.

Ovviamente il corretto significato della parola "fratello" deve esser armonizzato con il resto della Bibbia. Vedremo più avanti che i "fratelli" di Gesù in realtà non sono tali. Quindi, armonizzando la Bibbia con le testimonianze dei primi cristiani siamo certi che Gesù non ebbe fratelli.

La seguente affermazione di Luca: Ricordiamoci che lo scrittore dell'Evangelo disponeva benissimo di un termine per cugini (anepsiòs) e, se fosse stato il caso, l'avrebbe certamente usato, proprio come è stato usato in altri contesti del Nuovo Testamento.

"Tua madre e i tuoi fratelli"... adelfòs... facile.

Può far breccia solo in qualche ignorante sia delle Scritture che della fede. Perché allora non accettare la letteralità della frase "Questo è il mio corpo" E’, estì, facile no? ^____^

Eppure in questo caso gli evangelici ritengono di dover interpretare la frase mentre rifiutano a priori l’interpretazione della parola adelfòs. Mancanza di coerenza o malafede?

CONCLUSIONE

Concludiamo quindi questa prima sezione con una domanda: in greco la parola adelfòs deve essere sempre e comunque tradotta con fratello o può anche essere tradotta con altri termini, uno dei quali è "parente, consanguineo"? Poiché ci sono le prove fornite sia dalla Bibbia che dai vocabolari che la risposta corretta è la seconda, possiamo dire che quando i cattolici traducono adelfos, adelfoi con termini diversi da fratello, fratelli, non sbagliano. Ovviamente dipende anche dal contesto, ma questo lo vedremo in seguito. Per il momento è sufficiente dire che questa prima sezione dimostra la correttezza delle vedute cattoliche e l’infondatezza delle critiche evangeliche.