00 25/08/2009 12:35

(8^ parte)

che sarebbe, scusate, la parte sesta, ottava riguardo il testo....

GIUSEPPE NON CONOBBE MARIA "FINCHE'"...

 

Dopo quanto abbiamo letto e dopo la verità fondamentale che in Gesù e tutto ciò che lo riguarda si crede per FEDE, trovo strano che si riponga tanta fiducia nella parola "finchè" in Mt 1,25, rifiutando poi quello che è stato realmente Maria e quello che è stato il suo ruolo che ci ha permesso di conoscere l'eternità ^___^ Nella  concezione di molti evangelici il "finchè" automaticamente significa che da quel punto in avanti la situazione cambiò radicalmente e Maria perse la verginità. Ma questo è un insegnamento che limita la fede stessa.

Innanzitutto dobbiamo chiederci cosa ha voluto dirci Matteo. Voleva parlarci del concepimento verginale di Maria o dirci cosa sarebbe successo dopo? La verità biblica è che Matteo ha voluto enfatizzare il concepimento miracoloso di Gesù che confermava le profezie su di Lui (La vergine concepirà..) ma non ci dice nulla del dopo. E' strano che anche l'evangelista Luca, che di certo avrà avuto le confidenze dirette della Vergine Maria sul racconto dell'Annunciazione, del "dopo" non ci dice nulla.

Invece gli evangelici danno per scontato che quando si usa la parola "finchè" la situazione si capovolge completamente, ma il punto che questo "dopo" lo sanno anche loro, non è svelato completamente e non ci rivela comunque figli come abbiamo dimostrato ^___^

Lo stesso Luca riporta gli esempi che dimostrano come nel linguaggio semitico il finchè ha un uso molto più ampio. Oltre agli esempi citati possiamo citarne altri:

E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. (2 Pt 1,18-19)

Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio dell’imperatore, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare"(At 25,21)

Prendiamo quest’ultimo versetto. La costruzione sintattica ( con eòs ou) è identica a quella usata da Matteo.

Quando san Paolo stava per essere inviato a Cesare sicuramente doveva rimanere sotto la custodia dei soldati romani. Ma l’uso del fino a quando ( eòs ou) non significa certamente che, nel momento in cui sarebbe stato inviato a Cesare, la sua custodia sarebbe terminata. E su questo credo che anche gli evangelici possano essere d’accordo.

Quindi questi esempi, oltre a quelli già citati da Luca, dimostrano senza ombra di dubbio che l’uso del "finchè" non dimostra affatto la loro tesi.

Contro la teologia eretica degli evangelici non si è opposto solo San Girolamo, come vorrebbero fa credere, ma proprio sul tema del "finchè" si è espresso anche San Giovanni Crisostomo, oltre altri Padri come abbiamo dimostrato nei due messaggi precedenti questo. E' una eresia vecchia, ma viene riproposta ogni tanto con una nuova fantasia e sempre per negare poi la pienezza della rivelazione sul Cristo stesso, infatti in tutta la Chiesa dove si venera Maria non si troverà mai una eresia sulla Persona del Cristo Gesù, mentre nel mondo evangelico molte chiese che usano la stessa Bibbia negando Maria, negano la Trinità, oppure non hanno la pienezza della rivelazione di chi è questo Gesù ^__^

Questo padre e Dottore della Chiesa era sicuramente un esperto di greco migliore di tanti evangelici e migliore di me, dato che (essendo nato ad Antiochia) il greco era la sua lingua madre. Anche lui, citando il "finchè" di Mt 1,25 affermava che non implicava assolutamente una modifica della situazione. E, per sostenere questa tesi, San Giovanni Crisostomo faceva esplicito riferimento a Gn 8,7 al salmo 90,2 e al salmo 72,7.

Una frase di Luca però è oscura:" Ma sono sicuro che se S. Girolamo potesse oggi avere a disposizione il materiale che la Grazia di Dio ci ha provveduto fino ad ora, comprenderebbe il suo errore e non continuerebbe, ostinato, su quella linea."

Qual è questo "materiale che la Grazia di Dio" ci ha messo a disposizione? Un nuovo vocabolario di greco antico che smentisca coloro che all’epoca erano di madrelingua greca? Un reperto archeologico?

I Padri della Chiesa avevano a disposizione la Bibbia esattamente come gli evangelici di oggi ma avevano dalla loro parte una cultura maggiore e erano più vicini di noi agli avvenimenti dell’epoca.

Quindi siamo curiosi di conoscere qual è questo "materiale che la Grazia di Dio" ci ha messo a disposizione?  ^___^ Qui o la dottrina della Sola Scriptura si perde,oppure sono usciti altri Libri Sacri che non conoscevamo? Oppure qualche rivelazione a noi sconosciuta? Se è sulla Bibbia che dobbiamo lavorare, con i Padri della Chiesa che ci riportano lo studio biblico per combattere le eresie, non credo che possa esistere altro "materiale che la Grazia di Dio" possa aver nascosto alla Chiesa.

Ma per concludere questo "finchè" o fino a quando, leggiamo anche s.Luca:

Luca 1,30-34: L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
34 Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo
".

Tratto dalla "Vita di Gesù Cristo" di Giuseppe Ricciotti

231. Presso i Giudei il matrimonio legale si compiva, dopo alcun trattative preparatorie, con due procedimenti successivi, che erano il fidanzamento e le nozze. Il fidanzamento (ebr. qiddùshin o 'erù. sin) non era, come presso di noi oggi, la semplice promessa di futuro matrimonio, bensì era il perfetto contratto legale di matrimonio ossia il vero matrimonium ratum: quindi la donna fidanzata era già moglie, poteva ricevere la scritta di divorzio dal suo fidanzato-marito, alla morte dì costui diventava regolarmente vedova, e in caso d'infedeltà era punita come vera adultera conforme alla norma del Deuteronomio, 22, 23-24; questo stato giuridico è riassunto con esattezza da Filone quando afferma che presso i Giudei, contemporanei di lui e di Gesù, il fidanzamento vale quanto il matrimonio (De special, leg., m, 12). Compiuto questo fidanzamento-matrimonio, i due fidanzati-coniugi restavano nelle rispettive famiglie ancora per qualche tempo, che di solito si protraeva fino a un anno se la fidanzata era una vergine e fino a un mese se era una vedova : questo tempo era impiegato nei preparativi per la nuova casa e per l'arredo familiare. Fra i due fidanzati-coniugi non avrebbero dovuto avvenire, a rigore, relazioni matrimoniali; ma in realtà queste avvenivano comunemente, come attesta la tradizione rabbinica (Ketuboth, 1, 5; febamoth, iv, 10; babli Ketuboth, 12 a; ecc.), la quale informa anche che tale disordine si riscontrava nella Giudea ma non nella Galilea.

Le nozze (ebr. nissù'm) avvenivano quand'era trascorso il tempo suddetto, e consistevano nell'introduzione solenne della sposa in casa dello sposo: cominciava allora la coabitazione pubblica, e con ciò le formalità legali del matrimonio erano compiute.

<<... sappiamo da Luca che Maria era una vergine in questa condizione di fidanzata; inoltre, da Matteo, 1, 18, apprendiamo che ella divenne gravida prima che andasse a coabitare con Giuseppe, cioè prima delle nozze giudaiche. Alla luce di queste notizie, quale significato hanno le sue parole rivolte all'angelo : Come sarà ciò, poiché non conosco uomo?

232. Prese isolatamente in se stesse, non possono avere che uno di questi due sensi:

1) o richiamare alla memoria la nota legge di natura per cui ogni figlio presuppone un padre;

2) oppure esprimere per il futuro il proposito di non sottoporsi a questa legge e quindi di rinunziare alla figliolanza.

Un terzo senso, per quanto ci si pensi, non è dato scoprirlo.

Ora, in bocca a Maria, fidanzata giudea, le parole in questione non possono avere il primo di questi due sensi, perché sarebbero state di una puerilità sconcertante, tale da costituire un vero non-senso; a chi avesse espresso un pensiero di tal genere, se era una fidanzata giudea, era facile replicare : "Ciò che non è avvenuto fino ad oggi, può avvenire regolarmente domani ".

È quindi inevitabile il secondo senso, nel quale il verbo non conosco non si riferisce soltanto alle condizioni presenti ma si estende anche alle future, esprimendo cioè un proposito per l'avvenire : tutte le lingue, infatti, conoscono questo impiego del presente esteso al futuro, tanto più se tra presente e futuro non cade interruzione e se si tratta di uno stato sociale (non mi sposo; non mi faccio avvocato, ecc.). Se Maria non fosse stata una fidanzata-coniuge le sue parole, un po' forzatamente, avrebbero potuto interpretarsi come un implicito desiderio di avere un compagno nella propria vita : ma nel caso effettivo di Maria il compagno già c'era, legittimo e regolare; quindi, se l'annunzio dell'angelo avesse dovuto avverarsi in maniera naturale, non esisteva alcun ostacolo. E invece l'ostacolo esisteva : era rappresentato da quel non conosco, che valeva come un proposito per il futuro, e che giustificava pienamente la domanda come sarà ciò? L'unanime tradizione cristiana, che ha interpretato in tal senso il non conosco, ha battuto una strada che è certamente la più agevole e facile ma anche l’unica ragionevole e logica.

I razionalisti di solito non negano alle parole giacenti nel loro contesto il senso di un proposito, ma per dimostrare che non hanno valore storico sono costretti a ricorrere alla solita e comoda ipotesi dell’interpolazione, supponendo che uno o più rimanipolatori abbiano introdotto in quel punto le parole in questione. Senonché i presunti rimanipolatori sarebbero stati di una ottusità senza pari, giacché non si sarebbero accorti che le parole interpolate erano smentite da tutto il contesto.

Secondo quanto abbiamo letto dal Ricciotti, perciò, la domanda che Maria pose all'Angelo aveva un significato molto più profondo che l'Angelo aveva capito perfettamente, infatti dopo aver dato la spiegazione di come avverrà, conclude dicendo "Nulla è impossibile a Dio", cioè, tu Vergine sei e Vergine il Signore ti lascerà perchè il desiderio di Maria era puro come ci conferma l'abitudine invece del tempo: Fra i due fidanzati-coniugi non avrebbero dovuto avvenire, a rigore, relazioni matrimoniali; ma in realtà queste avvenivano comunemente, come attesta la tradizione rabbinica .

Infine sempre il Vangelo di Luca ci attesta un altra prova, per chi vuole credere, è la scena del Ritrovamento di Gesù al Tempio: Lc.2,41 Qui Gesù ha già 12 anni e quando si parla di questa situazione non risulta che Maria e Giuseppe abbiano altri figli, anzi si legge il particolare della carovana nella quale Gesù viene cercato, ma non risulta che lasciarono a loro gli eventuali altri figli, dunque a 12 anni Gesù risulta ancora un FIGLIO UNICO DI MARIA, dopo questa scena di Giuseppe non sappiamo più nulla.

Dovremmo allora aggiungere che fino a quando Gesù aveva 12 anni di altri figli di Maria non si ha menzione, e se dopo Giuseppe esce dalla scena, inutile ed antievangelico sarebbe andare a cercare ciò che i Vangeli non hanno riportato.