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Da: Soprannome MSNIreneo81  (Messaggio originale) Inviato: 10/02/2004 23.15

La definizione del mistero di Maria nella Chiesa Cattolica/3

Maria, la tutta santa dal primo istante dell’esistenza.

"Nella tradizione della Chiesa, il senso comune della fede ha sempre riconosciuto in Maria una incomparabile innocenza e santità. A poco a poco è arrivato ad acquistare anche la certezza della sua esenzione dal peccato originale"(1).

In effetti la storia di questo dogma è alquanto complessa e difficile. Molte sono state le aporie da superare per affermarlo. In particolare: buona parte della chiesa antica, seguendo il pensiero di Agostino, riteneva che il peccato originale venisse trasmesso dall’unione dei sessi, e quindi solo Cristo, nato da Vergine, ne poteva essere esente. Il secondo problema era in riferimento alla fede nella necessità universale del sacrificio di Cristo per la salvezza: come poter ritenere universale tale sacrificio se esisteva una creatura che non ne aveva bisogno?

Il problema venne approfondito durante i secoli e le posizioni sia a favore sia contro l’immacolata concezione erano ritenute legittime e conformi alla fede. Il magistero dovette spesso intervenire per moderare gli animi e il papa Alessandro VII nel suo breve Sollecitudo nel 1661 proibiva alle due parti in causa di attaccarsi e di lanciarsi anatemi.

I principali argomenti a favore dell’immacolata concezione sono presentati nel XII secolo in un’opera del Benedettino Eadmer, il trattato Sulla concezione della santa Maria. Ad esso si aggiunge Duns Scoto che, per risolvere i problemi sopra enunciati sosteneva che Maria non era stata esente dalla colpa originale, come dire, di per sé, ma che anche lei aveva avuto bisogno della redenzione del suo Figlio e che quindi era stata esentata da ogni macchia di peccato in vista dei meriti e del riscatto che sarebbe stato compiuto dal suo Figlio in croce, e questo per essere pronta a pronunciare il suo fiat all’angelo e adempiere fedelmente al compito di Madre del Signore.

Giovanni Gerson nel XV secolo attribuisce alle tesi di Duns Scoto ancora maggiore credibilità, tanto che il concilio di Basilea (1431 - 1449) definisce una prima volta l’immacolata concezione, anche se poi tale definizione non venne recepita nella Chiesa per i contrasti che sorsero tra questo Concilio e la Sede romana(2).

Già nel pensiero dei teologi e dei padri che lo avallarono, il dogma era dunque visto come legato alla funzione di Madre e non all’essere di Maria. In un certo senso, potremmo dire seguendo Agostino, che l’immacolata concezione era opportuna e degna della Madre del Signore, ma non necessaria per preparare il si di Maria a Gabriele. Maria infatti non è immacolata per necessità, ma per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente(3).

"Maria è figlia di Adamo e nostra sorella, congiunta ‘con tutti gli uomini bisognosi di essere salvati’ (LG 53). Anche lei è redenta da Cristo, ma ‘redenta in modo ancor più sublime’(LG 53). Non viene tirata fuori dal fango come noi; è preservata dal cadervi. In lei rifulge maggiormente il primato della grazia di Dio: tutti ‘sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù’ (Rm 3, 24)"(4).

"Le nostre Chiese [cattolica e riformate] condividono di fatto la stessa preoccupazione di onorare senza riserva la sovranità di Cristo, sia ricordando che Maria (come ogni creatura) ha bisogno anch’essa di essere salvata da suo Figlio, sia sottolineando che l’immacolata concezione deve essere compresa solo in riferimento al misero dell’incarnazione"(5).

La stessa santità di cui Maria è stata adornata sin dal primo istante della sua concezione(6), è stata messa alla prova dalle difficoltà e dai limiti della natura umana, e come quella di qualunque altro uomo e quella dello stesso Gesù, è stata sottoposta alla tentazione e allo smarrimento. Come tutta la comunità dei discepoli, anche Maria ha dovuto attendere la risurrezione del suo Figlio ed il dono dello Spirito per comprendere appieno il significato della sua Persona e della sua vita. È possibile qui ricordare, a conferma di quanto detto, l’esitazione di Maria davanti al messaggio di Gabriele, l’incomprensione delle parole di Gesù perso e trovato nel tempio, la necessità di meditare sulle parole di Simeone, parole che potranno essere comprese solo sotto la croce.

Anche "Maria è stata chiamata a superare la sua umanissima premura materna per il Figlio. Quando si reca da lui insieme ai parenti, che vogliono moderarne lo zelo e invitarlo ad una maggiore precauzione, deve ascoltare la risposta decisa: ‘Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre’. Fedele discepola, comprende sempre meglio cosa significa essere la serva del Signore dietro al Messia-Servo, incamminato verso la croce"(7).

Fatte queste necessarie premesse, è possibile ora dare uno sguardo diretto sul dogma dell’Immacolata concezione. Così l’8 dicembre 1854 si esprime il papa Pio IX: "Dichiariamo, pronunziamo e definiamo: la dottrina che sostiene che la beatissima vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli"(8).

In una prima analisi della formula si può notare come la bolla non usi i termini immacolata concezione e che nemmeno si definisce cosa sia il primo istante dell’esistenza di Maria. Inoltre chiaro è il riferimento ai meriti di Cristo e all’azione del tutto gratuita di Dio onnipotente. In essa non si fa riferimento a rivelazioni private, ma si afferma che è dottrina rivelata da Dio, e quindi contenuta in germe nelle Sacre Scritture.

Il riferimento alla parola di Dio, che può sembrare lontano e artificioso se si tiene conto delle espressioni usate da Pio IX per definire il dogma, risulta maggiormente chiaro nella tradizione orientale della Chiesa. Mentre infatti nella Chiesa latina è invalso l’uso della formula negativa senza macchia (im-maculata), nella Chiesa di lingua greca si è sempre riferiti a Maria come alla Panaghia, (tutta santa). È infatti in questa linea che porta lo stesso saluto dell’angelo nell’annunciazione. Se Maria è la piena di grazia, in lei non vi è posto per il peccato; se Lei è la ricolma dello Spirito di benignità, non può che essere La tutta santa.

Proprio in questi termini orientalizzanti il dogma è ripreso dal Concilio Ecumenico Vaticano II: "Nessuna meraviglia quindi se presso i santi padri invalse l’uso di chiamare la Madre di Dio la tutta santa, immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito santo quasi plasmata e resa una nuova creatura. Adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare, la Vergine di Nazaret è, per ordine di Dio, salutata dall’angelo dell’annunciazione come ‘piena di grazia’ (cfr. Lc 1,28)"(9).

Concludendo non possiamo che portare all’attenzione come "l’immacolata concezione, non meno dell’assunzione, parli in realtà della nostra vocazione: se Maria è stata ricolmata di grazia in maniera unica [ed infatti unico nella bibbia è il vocabolo usato dall’angelo nel salutare Maria ndr] è per testimoniare che noi siamo a nostra volta toccati dal dono sovrabbondante della grazia che Dio ci ha accordato nel suo Figlio diletto (cf. Ef 1, 6). Questa visione supera ogni necessità logica: appartiene all’ordine dell’eccesso divino"(10).

 

1. Conferenza Episcopale Italiana, Catechismo degli adulti La verità vi farà liberi, 764

2. Per una trattazione più completa si rimanda a Gruppo di Dombes, Maria nel disegno di Dio e nella comunione

dei santi, 39 - 46

3. Pio IX, bolla Ineffabilis Deus, DS 2803

4. Conferenza Episcopale Italiana, Catechismo degli adulti La verità vi farà liberi, 764

5. Gruppo di Dombes, Maria nel disegno di Dio e nella comunione dei santi, 269

6. Cfr Lumen Gentium, 56

7. Conferenza Episcopale Italiana, Catechismo degli adulti La verità vi farà liberi, 781

8. Pio IX, bolla Ineffabilis Deus, DS 2803

9. Lumen Gentium, 56

10. Gruppo di Dombes, Maria nel disegno di Dio e nella comunione dei santi, 274



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Da: Crociato2 Inviato: 11/02/2004 11.16
Buon giorno a tutti nel Signore,
 
una ricostruzione veramente interessante che mi ha portato a pensare alle parole usate per la definizione del dogma dell'Immacolata.
 

In una prima analisi della formula si può notare come la bolla non usi i termini immacolata concezione e che nemmeno si definisce cosa sia il primo istante dell’esistenza di Maria. Inoltre chiaro è il riferimento ai meriti di Cristo e all’azione del tutto gratuita di Dio onnipotente. In essa non si fa riferimento a rivelazioni private, ma si afferma che è dottrina rivelata da Dio, e quindi contenuta in germe nelle Sacre Scritture.

Il riferimento alla parola di Dio, che può sembrare lontano e artificioso se si tiene conto delle espressioni usate da Pio IX per definire il dogma, risulta maggiormente chiaro nella tradizione orientale della Chiesa. Mentre infatti nella Chiesa latina è invalso l’uso della formula negativa senza macchia (im-maculata), nella Chiesa di lingua greca si è sempre riferiti a Maria come alla Panaghia, (tutta santa). È infatti in questa linea che porta lo stesso saluto dell’angelo nell’annunciazione. Se Maria è la piena di grazia, in lei non vi è posto per il peccato; se Lei è la ricolma dello Spirito di benignità, non può che essere La tutta santa.

 
Desidero arricchire questo forum aggiungendo un pensiero dagli scritti di san Luigi Maria Grignon de Montfort il quale, con il suo Trattato alla vera Devozione a Maria, non lascia dubbi nè sugli abusi commessi e che si possono commettere usando questo culto a Maria, ma ci avverte dell'opera di Dio attraverso Maria.
 
by, Luca
 

Io riconosco con tutta la Chiesa che Maria, non essendo una semplice creatura uscita dalle mani dell'Altissimo, paragonata alla Sua infinita Maestà, è meno di un atomo, o piuttosto è nulla del tutto, perchè egli solo è Colui che è... Dico però che, supposte le cose come sono, avendo Dio, da quando formò Maria Santissima, voluto incominciare e compiere le sue più grandi opere per mezzo di lei, conviene credere che non muterà sistema nei secoli dei secoli... Il mondo era indegno - dice Sant'Agostino - di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre, perciò lo diede a Maria, affinchè il mondo lo ricevesse da lei. Il Figlio di Dio si fece uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria... Per mezzo di Maria la salvezza del mondo ebbe inizio, e per mezzo di Maria deve avere il suo compimento. Nel primo avvento di Gesù Cristo, Maria quasi non apparve, affinchè gli uomini, ancora poco istruiti ed illuminati sulla persona di suo Figlio, non si allontanassero dalla verità, attaccandosi troppo sensibilmente e grossolanamente a lei, come sembra sarebbe accaduto se ella fosse stata conosciuta, a causa delle grazie ammirabili di cui l'Altissimo l'aveva adornata anche esteriormente.

Ma nel secondo avvento di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta, e lo Spirito Santo la manifesterà, affinchè per mezzo di lei Gesù Cristo sia conosciuto, amato e servito... Maria deve essere terribile di fronte al diavolo e ai suoi seguaci, come un esercito schierato in battaglia... Dio non fece e non formò che una sola inimicizia, ma irriconciliabile, che durerà, anzi crescerà fino alla fine e cioè quella fra Maria, sua degna Madre, e il diavolo...che la teme non solo più di tutti gli Angeli e gli uomini, ma in un certo senso, più di Dio stesso, perchè Satana, essendo superbo, soffre infinitamente più di essere vinto e punito da una piccola e umile serva di Dio, e l'umiltà della Vergine lo umilia più della divina onnipotenza... Ciò che Lucifero perdette per superbia, Maria lo ha acquistato con l'umiltà; ciò che Eva rovinò e perdette per disobbedienza, Maria l'ha salvato con l'obbedienza...

Secondo i Padri della Chiesa e molti Santi di Dio, la devozione a Maria e la consacrazione a Lei sono necessarie per salvarsi.

(dagli scritti di S. Luigi Maria Grignon di Monfort)

 
 

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 11/02/2004 14.15
....concordo con questa ricostruzione che....entrando nei particolari come l'Immacolata Concezione...ci fa veramente capire le radici di questo Culto che NON derivano da Maria in quanto tale...MA DA DIO....Paolo dice che tutto ciò che è buono viene da Dio e Maria deriva da Dio.....il culto verso la di lei NON tanto persona, ma di LEI MADRE DI DIO, TEOTHOKOS...allora si che non può che portare tanti frutti e non prettamente a se stessa MA A DIO.....
Il culto mariano NON è mariolatria come talune persone ignoranti la materia dicono......
il culto a Lei è un riconoscimento di Dio e a Dio... e del suo Progetto di salvezza che in Maria abbiamo quale PROTOTIPO IN TUTTO.....
 
"Maria, il SIGNORE E' CON TE"...le dice l'Angelo nell'Annuncio....e dopo le dirà "IL FIGLIO CHE DA TE NASCERA'......" finisce Giovanni dicendo: "E' IL VERBO ETERNO DEL PADRE CHE ERA PRESSO DIO E CHE E' DIO E NELLA VERGINE, PROGETTO DEL PADRE, SI E' FATTO CARNE..."
Maria è PIENA DI DIO prima e dopo.....e in eterno.....
Il Signore è in Maria, Maria partorisce il Verbo del Padre.....Gesù nostro Signore.....
 
E' un INTRECCIO TRINITARIO...ed è la santissima Trinità che direttamnente vi ha operato.....
 
Fraternamente Caterina