00 31/08/2009 08:03

Da: cristianocattolico

Inviato: 21/01/2003 19.17

 

Pace a tutto il gruppo,

mi sono cambiato il nick, l'ho uniformato con quello che uso in Cristiani Evangelici, tanto per usare un solo nick.

Comunque volevo dare il mio contributo in questo forum, perchè vedo che il fratello Stefano ci giudica idolatri, quando in effetti non lo siamo affatto.

Come altri fratelli cattolici hanno scritto noi (cattolici) non adoriamo le statue o i santi, eppure vedo che con una certa insistenza i fratelli protestanti ci puntano il dito addosso, (come se leggerebbero i nostri cuori) dicendo che noi ci inginocchiamo davanti alle statue, lasciando intendere con questa frase che noi adoriamo sia le statue sia i santi.

Ma dico ci credono così cretini?

Ci credono così rimbambiti da adorare un pezzo di gesso o di legno?

Ma dentro la statua chi c'è?

Nessuno, cari fratelli protestanti, dentro la statua non c'è nessuno, le statue ci servono solo a rafforzare il ricordo dei campioni di fede, che hanno offerto la loro vita a Cristo Gesù.

E' emblematico l'esempio fatto dal fratello Paolo B. nel suo studio sull'idolatria, dove faceva notare che qualcuno dei suoi familiari (evangelico pentecostale) accettò di vuon grando la statuetta di Venere, relata da Paolo che al suo posto doveva mettere quella di Maria.

Cioè, Venere che è effettivamente una dea, viene accettata e messa sopra i mobili dei pentecostali, Maria che ci ricorda la fede cristiana e Gesù invece viene considerata idolo.

Oppure sono rimasto stupito nel vedere una pentecostale portare il suo bambino presso una festicciola (per la befana) organizzata nei locali del municipio dal sindaco e compagnia. In questa festicciola dedicata ai bambini, venivano dati dei regalucci ai bambini stessi, ma quello che voglio far notare e che questa madre pentecostale non avrebbe MAI portato il suo bambino dentro la Chiesa cattolica dove magari c'era una rappresentazione della nascita di Gesù.

Invece per la befana (che è una strega, e le streghe non portano sicuramente a Cristo) ha portato il suo bambino in tale manifestazione per farlo divertire.

Ma ci si riflette su ciò che si fa e ciò che si compie anche involontariamente?

No, ma quando si tratta invece di giudicare la Chiesa cattolica tutti i pentecostali fanno presto a giudicare.

La festa della befana è stata inventata dal consumismo, la Chiesa cattolica in quella data ricorda l'Epifania, cioè la manifestazione del Signore Gesù al mondo intero.

E se si seguono gli insegnamenti della Chiesa vediamo che ci esorta a non considerare la befana che tanta di stravolgere il vero significato di tale festa.

Ma penso che qualche pentecostale o protestante in genere potrà dire che la befana è un'invenzione cattolca, tanto ci mettono poco e nulla a puntare il dito, addossando ogni cosa alla Chiesa cattolica. Eppure io stesso ho sentito diversi preti esortare i fedeli a saper intendere il vero valore dell'Epifania, e a lasciar stare la befana con i suoi doni.

 

Pace

Salvatore

 

 

 

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Da: cristianocattolico

Inviato: 21/01/2003 19.23

 

Un esempio:

Gen 27,29Ti servano i popoli
 e si prostrino davanti a te le genti.
 Sii il signore dei tuoi fratelli
 e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.

Anche qui non bisogna interpretare alla lettera ciò che sta dicendo Isacco a Giacobbe, altrimenti si potrebbe pensare che Isacco stia augurando a Giacobbe di essere adorato dagli uomini, infatti se colleghiamo questo episodio con Pietro che impedisce a Cornelio di prostrarsi in adorazione davanti a lui, oppure in Apocalisse l’angelo ferma Giovanni che si stava prostrando in adorazione davanti a lui ne dobbiamo dedurre che Isacco stava bestemmiando.
Invece riflettendo si capisce che Isacco non bestemmiava, ma augurava che gli uomini si prostrassero davanti a Giacobbe in segno di rispetto, e non di adorazione, lo stesso vale per i fedeli che si inginocchiano davanti al papa, non lo stanno per niente adorando, ma lo fanno solo in segno di rispetto.
Attenzione, non bisogna interpretare con la nostra mentalità moderna e il nostro linguaggio moderno le lingue e i costumi antichi, perché nell’antichità chi si prostrava davanti al re lo faceva per indicargli che era suo schiavo, suo servitore, così pure ad esempio chi si inginocchiava davanti a un uomo che gli aveva salvato la vita , lo faceva per indicargli che da quel momento in poi lo avrebbe servito, lo considerava il suo padrone, si metteva a sua completa disposizione, e in tutti i casi la gratitudine umana veniva dimostrata inginocchiandosi davanti al benefattore.
Chi si inginocchiava davanti a divinità straniere si rendeva schiavo di esse, ma l’adorare un divinità straniera non era strettamente connesso con l’uso delle immagini, ma piuttosto al tradire l’unico Dio, il Dio vivente, per adorare dèi non viventi frutto delle mani umane.
Idolatria. Anche questa parola viene dal greco e vuol dire culto dato a “dei” non esistenti, ossia agli idoli.
Latria, invece, è il culto assoluto tributato alla divinità come tale, o meglio, al Dio unico. Latria significa, quindi, il culto di Adorazione che è dovuto al solo, unico, vero Dio, mentre il culto dato agli “idoli”, sotto qualunque forma, diventa idolatria, cioè un errore, un peccato, una cosa indegna dell’essere umano fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Nell’ A.T. idolatria significò, giustamente, il culto reso agli “dei” falsi.
Essa appare con il politeismo (più dei) nella varie civiltà antiche.
Nell’idolatria vi è una bipolarità di servitù… Quando l’uomo abbandona il servizio di Dio, si fa schiavo di degradanti realtà materiali, che sono, in definitiva, gli idoli. Quanti idoli esistono ancora?
Le immagini (sculture idolatriche) in Occidente sono del tutto scomparse, ma gli idoli no. Colui che si dice credente in un Dio unico e Sommo, oggi può essere schiavo di vari idoli, meno percettibili ma non per questo meno pericolosi. Ne faccio un piccolo elenco: denaro, sesso, benessere materiale, moda e convenzioni sociali sconvenienti, ossia poco cristiane, il lusso sfrenato, il culto esagerato per il proprio corpo e per se stessi, la tecnica e la scienza quando pretendono di sostituirsi a Dio, il seguire il capo di una setta che al posto dell’autorità di Cristo pone quella di un uomo, generalmente ribelle “alla Verità tutta intera”, alla quale, come sappiamo, lo Spirito Santo guida la Chiesa di Gesù.

 

 

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Da: cristianocattolico

Inviato: 21/01/2003 19.25

 

Il Culto di venerazione o di dulia è quello prestato ai santi, e per essi alle immagini sacre. Da tenere presente che il culto di venerazione (o di dulia) prestato ai santi, in ultima analisi è culto dato a Dio autore della santità, fonte di santità.
Nell’Antico Testamento si riscontra qualche cosa di fermamente costante: la trascendenza di Dio, infinitamente elevato sopra l’uomo e sopra tutte le realtà cosmiche, ma anche la Sua condiscendenza, per cui Dio non è lontano dall’uomo e dalla sua storia. Anzi Dio è sempre vicino all’uomo. Dio e i patriarchi operano senza alcun intermediario.

Tuttavia la figura misteriosa di Melchisedec che come sacerdote dell’Altissimo benedisse Abramo (cf Gen 14,18) la scala di Giacobbe popolata di Angeli che salivano e scendevano dal cielo alla terra (cf Gen 28,12…) preludevano ad un abbozzo del sistema di mediazione che vigerà nella economia della salvezza.
Tali protagonisti (ossia Melchisedec, Angeli…) esercitano la mediazione di intercessori.

Teniamo presente che la mediazione e l’intercessione si completano. Così Abramo tenta di ottenere da Dio il perdono di Sodoma e intercede per la salute di Abimelek di Gerar (cf Gen 18,22-32; 20,17).

 

Ugualmente Giuseppe è motivo di salvezza per i suoi fratelli e per la famiglia di Putifarre (Gen 39,3).

Con l’elezione, il popolo di Israele ha bisogno di una maggiore quantità di mediatori che lo rappresentino davanti a Dio. Dopo che l’esilio babilonese aveva provocato la sgretolazione di tutte le istituzioni comunitarie, il giudice e sacerdote Eli poté dire angosciato: “Se l’uomo peccherà contro Jahvè, chi intercederà per lui? (1 Sam 2,25).
Il primo e più grande mediatore dell’A.T. è Mosè. Le diverse fonti e tradizioni ci hanno trasmesso la complessa e difficile missione mediatrice di Mosè: le mani alzate nella preghiera mentre Giosuè combatteva contro Amalek (cf Es 17,11…).
Dopo Mosè, i Giudici e i Re, i sacerdoti ed i profeti furono mediatori e intercessori a favore del popolo.
La mediazione-intercessione sacerdotale fu soprattutto ascendente (dal popolo a Dio), mentre quella dei profeti (bocca di Dio) fu principalmente discendente, come apportatrice di rivelazione.
Fino ad un’epoca molto tardiva, non vi sono allusioni agli Angeli mediatori.
Il termine mediatore-mediazione nel N.T. neppure abbonda. Lo troviamo varie volte sia come mediazione sia come intercessione. Ecco alcuni esempi:
Il primo mediatore necessario, unico è Gesù, il quale dalla Croce prega il Padre per i suoi crocifissori (Lc 23,34), e rimette i peccati (Mc 2,5).

In Lc 7,2-10 viene raccontato l’episodio del centurione che manda a Gesù alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire a casa sua per salvare un suo servo ammalato. “Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: “Egli merita che Tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo…” “Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande…” “ E gli inviati quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito”. Qui vediamo l’intervento degli anziani presso Gesù. E’ facile comprendere che la mediazione unica, necessaria di Gesù, non esclude una mediazione secondaria, subordinata all’unica mediazione di Cristo dal quale e per il quale ci viene tutto.

 

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Da: cristianocattolico

Inviato: 21/01/2003 19.29

 

Molti fratelli protestanti che negano fermamente l’intercessione dei santi, etichettando come idolatri coloro che si rivolgono ai santi e li pregano di intercedere, dovrebbero riflettere sui versetti di
Lc 7,2-10, se sarebbe come dicono, che bisogno c’era che gli anziani andassero a pregare Gesù per conto del centurione?
Ponendo questa domanda a qualche fratello pentecostale egli risponde subito che la mediazione tra “vivi” è ammessa ma quella tra vivi e “morti” è proibita.
Fratelli, ma noi cristiani crediamo o non crediamo nell’immortalità dell’anima?
E allora come si può parlare di intercessione tra vivi e morti?
I santi morti nella carne continuano a far parte della Chiesa di Cristo, quindi continuano a pregare per i fratelli bisognosi allo stesso modo di come facevano quando erano nella carne.
Questo molti fratelli protestanti si rifiutano di capirlo! Molti di loro considerano la morte come uno stato di interdizione temporanea a tutte le attività cristiane; considerano i santi morti come in uno stato di sonnolenza, di inattività, di attesa.

I santi morti nella carne non sono addormentati, (solo i loro corpi carnali lo sono) l’anima non si addormenta, gli spiriti dei santi continuano a pregare il Signore per i fratelli bisognosi. (“Io sono non sono il Dio dei morti, ma dei vivi”).
Il metodo di ragionamento di molti protestanti non è immediato, ma articolato e progressivo.
In un dialogo con un cattolico ad esempio loro non cominciano col dire che la mediazione tra santi (vivi) è possibile, ma partono subito col dire che l’unico mediatore è Gesù, portando alcuni versetti in cui viene detto questo, se il loro interlocutore si convince allora si fermano qui, ma se per caso il loro interlocutore porta a sua volta altri esempi con i quali si capisce che: vero è che, Gesù è l’unico mediatore, ma anche gli uomini possono assumere tale funzione non vanificando per niente la figura unica di Gesù, perché tutte le mediazioni umane sono a Lui subordinate, allora passano alla fase due cioè cercano di far capire all’interlocutore che le mediazioni sono ammesse solo tra cristiani vivi, portando i versetti del ricco e Lazzaro (Lc 16,18) e di Isaia 8,19 (come è successo a me, il pastore pentecostale mi portò questi versetti) nonostante i versetti da loro indicati non si riferiscano assolutamente all’intercessione dei santi, ma di questo ne parlo nel capitolo dedicato all’intercessione dei santi, pertanto rimando il lettore a tale capitolo; qui voglio soltanto evidenziare che molti fratelli protestanti invece dire subito che loro (e non la Bibbia) non ammettono l’intercessione tra morti e vivi, prima aspettano di vedere come risponde il loro interlocutore, poi, e solo poi, dicono la loro versione completa.

 

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Da: cristianocattolico

Inviato: 21/01/2003 19.32

 

Mi è capitato di dialogare via e-mail con qualche fratello protestante, in particolare mi hanno colpito le risposte (e le accuse) che mi lanciava Renato (protestante pentecostale) egli insisteva col dire che noi cattolici siamo idolatri (anche se non usava questa precisa parola) perché “adoriamo i santi”, a suo dire anche molti preti cattolici adorano i santi, dato che io gli avevo risposto chiaramente che non adoro nessun santo ma solo Gesù Cristo e la Santissima Trinità, io ero escluso dalle sue accuse, ma la maggior parte degli altri cattolici (secondo lui) adorano i santi.
Mi è sembrato di risentire le risposte che mi dava il pastore pentecostale, anche lui mi diceva che io ero un caso isolato e che la maggior parte degli altri cattolici sono idolatri, anche perché la dottrina cattolica (a suo dire) insegna l’idolatria.
Eppure ho chiesto a Renato di provare a fare un’inchiesta porta a porta per vedere quanti cattolici gli rispondevano che “adorano” i santi, ma lui invece di rispondermi si svincolava proponendomi altre domande. In una sua lettera mi ha pure menzionato una lettera come segue testualmente: “riguardo alle mie citazioni, quella riguardante Giulio III e il concilio di Tolosa proviene dal libro "Roma Papale", Luigi Desanctis, Firenze 1882, pag. 464-472 (il documento originale di cui si parla, in latino, è conservato nella biblioteca imperiale di Parigi, foglio B. N. 1088,
vol. 2 pag. 641-650, intitolato "Avvisi sopra i mezzi più opportuni a sostenere la Chiesa romana").
Non è una contraffazione, quindi perché la ignori? E perché ignori i secoli di scandali, abominazioni e persecuzioni contro altri cristiani, ad opera di papi che, se fossero dottrinalmente infallibili, dovrebbero conoscere l'amore di Cristo e l'odio del Signore per chi si dà alle
impurità ed è causa di bestemmia del Suo santo nome?”
In questa lettera si troverebbe scritto che era meglio per la Chiesa cattolica nascondere la Bibbia al popolo, così gli inganni cattolici potevano rimanere nascosti.
Io gli ho fatto notare che  appena 50 anni addietro in Italia l’analfabetismo era molto diffuso, se andiamo indietro con il tempo ci accorgiamo che effettivamente le persone che sapevano leggere erano pochine, se poi consideriamo il fatto che la Bibbia a quei tempi era scritta in latino e le persone che sapevano leggere il latino erano ancora meno ci accorgiamo che le calunnie che Renato (e molti altri protestanti) vorrebbe lanciare cadono da sole. Oltre a questo quella lettera è un falso scritto da un protestante (Pier Paolo Vergèrio il piccolo) amico di Lutero