Un esempio: Gen 27,29Ti servano i popoli e si prostrino davanti a te le genti. Sii il signore dei tuoi fratelli e si prostrino davanti a te i figli di tua madre. Anche qui non bisogna interpretare alla lettera ciò che sta dicendo Isacco a Giacobbe, altrimenti si potrebbe pensare che Isacco stia augurando a Giacobbe di essere adorato dagli uomini, infatti se colleghiamo questo episodio con Pietro che impedisce a Cornelio di prostrarsi in adorazione davanti a lui, oppure in Apocalisse l’angelo ferma Giovanni che si stava prostrando in adorazione davanti a lui ne dobbiamo dedurre che Isacco stava bestemmiando. Invece riflettendo si capisce che Isacco non bestemmiava, ma augurava che gli uomini si prostrassero davanti a Giacobbe in segno di rispetto, e non di adorazione, lo stesso vale per i fedeli che si inginocchiano davanti al papa, non lo stanno per niente adorando, ma lo fanno solo in segno di rispetto. Attenzione, non bisogna interpretare con la nostra mentalità moderna e il nostro linguaggio moderno le lingue e i costumi antichi, perché nell’antichità chi si prostrava davanti al re lo faceva per indicargli che era suo schiavo, suo servitore, così pure ad esempio chi si inginocchiava davanti a un uomo che gli aveva salvato la vita , lo faceva per indicargli che da quel momento in poi lo avrebbe servito, lo considerava il suo padrone, si metteva a sua completa disposizione, e in tutti i casi la gratitudine umana veniva dimostrata inginocchiandosi davanti al benefattore. Chi si inginocchiava davanti a divinità straniere si rendeva schiavo di esse, ma l’adorare un divinità straniera non era strettamente connesso con l’uso delle immagini, ma piuttosto al tradire l’unico Dio, il Dio vivente, per adorare dèi non viventi frutto delle mani umane. Idolatria. Anche questa parola viene dal greco e vuol dire culto dato a “dei” non esistenti, ossia agli idoli. Latria, invece, è il culto assoluto tributato alla divinità come tale, o meglio, al Dio unico. Latria significa, quindi, il culto di Adorazione che è dovuto al solo, unico, vero Dio, mentre il culto dato agli “idoli”, sotto qualunque forma, diventa idolatria, cioè un errore, un peccato, una cosa indegna dell’essere umano fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Nell’ A.T. idolatria significò, giustamente, il culto reso agli “dei” falsi. Essa appare con il politeismo (più dei) nella varie civiltà antiche. Nell’idolatria vi è una bipolarità di servitù… Quando l’uomo abbandona il servizio di Dio, si fa schiavo di degradanti realtà materiali, che sono, in definitiva, gli idoli. Quanti idoli esistono ancora? Le immagini (sculture idolatriche) in Occidente sono del tutto scomparse, ma gli idoli no. Colui che si dice credente in un Dio unico e Sommo, oggi può essere schiavo di vari idoli, meno percettibili ma non per questo meno pericolosi. Ne faccio un piccolo elenco: denaro, sesso, benessere materiale, moda e convenzioni sociali sconvenienti, ossia poco cristiane, il lusso sfrenato, il culto esagerato per il proprio corpo e per se stessi, la tecnica e la scienza quando pretendono di sostituirsi a Dio, il seguire il capo di una setta che al posto dell’autorità di Cristo pone quella di un uomo, generalmente ribelle “alla Verità tutta intera”, alla quale, come sappiamo, lo Spirito Santo guida la Chiesa di Gesù. |