JA dice:
Mi auguro con questo di avere risposto anche al problema dell'autorità che Katy ha così spesso sollevato.
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manco per sogno........, chi ci ha seguito fino adesso, non avrà difficoltà, CON ONESTA' DI CUORE....a dire che hai completamente ignorato ben 190 messaggi nella tua esposizione che si basano
SU TUE SUPPOSIZIONI che rispetto senza alcun problema, ma che non posso accettare come prove....visto che non ne hai portata nemmeno una.....
Pietro fondò la Cattedra vescovile di Antiochia, che poi lasciò e sappiamo dalle CRONACHE che il suo secondo successore fu s.Ignazio d'Antiochia....
Quando parliamo di FONDAZIONE agli inizi della storia della Chiesa non dobbiamo certamente dimenticare nè sottovalutare che SOLO gli Apostoli potevano fondare una Chiesa, poi, man mano che la Chiesa si ingrandiva, TALE MANDATO VENIVA AFFIDATO AD ALTRI inviati dagli stessi Apostoli......e chiamiamo "Chiesa Apostolica" quelle Chiese fondate DIRETTAMENTE DAGLI APOSTOLI e che hanno conservato una discendenza vescovile......
Ora a Roma chi è stato a fondare la Chiesa...in verità anche se Paolo andò a Roma, VI TROVO' DI FATTO GIA' UNA COMUNITA' DI CREDENTI......così come probabilmente la trovò lo stesso Pietro QUANDO ANDO' A ROMA.....ma Pietro DOVEVA CONFERMARE QUESTA COMUNITA' NELLA FEDE (Lc.22,31), e lo farà fino al martirio....
La missione di Paolo è DIVERSA da quella di Pietro, così come Giovanni ha una missione diversa dagli altri Dodici.....strano è che Giovanni, essendo ancora vivo, non ebbe a dire nulla sulla Lettera che Clemente (terzo vescovo a Roma dopo Pietro) inviò a Corinto dopo la morte degli Apostoli, nella quale si parla di UNITA'.....e di OBBEDIENZA......dal momento che il testo dell'Apocalisse è stato scritto attorno allo stesso periodo, se non anche qualche anno dopo la famosa Lettera di Clemente.......
Senza dilungarmi sui fatti storici ARCHEOLOGICI..... di Pietro a Roma...leggete qui con calma e purezza di cuore:
Del resto è assai strano che fin anche la Chiesa Ortodossa riconosce QUESTA FONDAZIONE a Roma, e ne resta solidale almeno fino all'anno 300, quando PER QUESTIONI POLITICHE e l'espanzione dell'Impero Romano d'Occidente, non inizierà a creare le prime crepe dell'unità......
Il Libro degli Atti NON può raccontarti tutto caro JA , lo stesso Giovanni dice CHE NON TUTTO E' STATO SCRITTO......Interesse della Parola di Dio era diffondere il messaggio cristiano basato su una AUTORITA' UMANA VOLUTA DA CRISTO....obbedendo ad essa (i vescovi) si entrava mediante la conversione a far parte della Chiesa della quale, gli stessi apostoli ne rimarcano LE LINEE FONDAMENTALI......
Ciò che emerge è LA PREDICAZIONE CONTINUA ED INCESSANTE....è la SEMINA...
Veniamo alle prove:
La data indicata da Eusebio (42 d.C.) corrisponde assai bene alla data indicata dagli Atti degli Apostoli (12,17) in cui Pietro, liberato dalla prigionia di Erode Agrippa I, "se ne andò in un altro luogo".
Agrippa fu re della Giudea dal 41 al 44 e "l’altro luogo" degli Atti riecheggia un passo di Ezechiele (12,3), che indica Babilonia. E Babilonia è Roma anche nella 1° Petri 5,13. La presenza di Cesariani e cavalieri fra gli ascoltatori di Pietro a Roma nel 42 sembra convalidata da alcune delle "chiese domestiche" ricordate dalla Lettera ai Romani di Paolo (che io ritengo databile al 54): in essa si parla di cristiani "della casa di Narcisso" (ib. 16,11). il più famoso dei collaboratori e liberti di Claudio, e di Cristiani "della casa di Aristobulo" figlio di Erode di Calcide (inviato più tardi da Nerone a governare la piccola Armenia): ad ambedue, ma specialmente a Narcisso, si adatta l’epiteto di Cesariani. Per quel che riguarda i cavalieri, era certamente un cavaliere il kratistos (latino egregius) Teofilo a cui è dedicato il vangelo di Luca.........
La scoperta, sia pure contestata da alcuni, di un frammento del Vangelo di Marco in un papiro in lingua greca di Qumran (il famoso 7Q5), databile dal punto di vista della scrittura a prima del 50 d.C. e proveniente, sembra, da Roma, ha riproposto il problema storico del momento della prima venuta di Pietro a Roma, che la tradizione cristiana, presente in autorevoli fonti del II secolo (Papia di Gerapoli, Clemente di Alessandria, citati da Eusebio e lreneo) collocava all’inizio del regno di Claudio (nel 42, secondo il Chronicon di Eusebio) e associava alla composizione, appunto, del Vangelo di Marco: quest’ultimo avrebbe scritto su richiesta degli stessi Romani, tra cui cavalieri e Cesariani (questa precisazione è nella traduzione latina di un frammento di Clemente) che avevano ascoltato la predicazione di Pietro e volevano quaee dicebantur memoriae commendare
Di questa prima comunità romana fondata da Pietro sappiamo quello che ci dice Paolo nella Lettera ai Romani del 54. Lodata per la sua "fede nota in tutto il mondo", essa si riuniva, come rivela il cap. XVI della stessa Lettera, in case di privati, convertiti dal paganesimo o dal giudaismo, e sembra essere rimasta estranea fino all’arrivo di Paolo (nel 56, secondo la mia cronologia, nel 60 secondo quella corrente) alla vita della numerosissima comunità giudaica della capitale: ciò sembra doversi ricavare dall’incontro di Paolo a Roma con i notabili ditale comunità nel 56 (At 28,17 sgg).
L’Ambrosiaster, che scrive nel IV secolo, dice che i Romani susceperunt fidem Christi, ritu licet iudaico e ciò è pienamente comprensibile se il Cristianesimo era venuto a Roma, attraverso Pietro, direttamente da Gerusalemme.
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NON possiamo dunque basare il ruolo di Pietro soltanto cercando UN testo che ne parli specificatamente, MA IN TUTTO IL CONTESTO NEOTESTAMENTARIO.... Il ruolo di Pietro inizia dai Vangeli.....NON si arresta al famoso brano di Matteo tanto contestato, ma ABBRACCIA MOLTI ASPETTI.....
La forte personalità di Pietro si impone abbastanza in fretta sugli altri apostoli, diventandone il portavoce nei dialoghi con il Maestro. Dopo aver dichiarato per primo che Gesù è "il Cristo, il figlio del Dio vivente", attraverso la scelta del Padre che gli suggerisce tale risposta, riceve la promessa che verrà posto a fondamento della Chiesa che Gesù Cristo vuole edificare (Mt 16,15-19). A lui solo, infatti, Gesù cambierà il nome (Gv 1,41-42), fatto che nella tradizione ebraica significa l'assegnazione di una particolare missione. Inoltre, Gesù sceglie la sua barca per predicare, gli concede di camminare sulle acque, gli appare singolarmente dopo la risurrezione. Questi ed altri numerosi episodi testimoniano la particolare predilezione che Gesù ha per Pietro e che verrà conservata anche nel futuro governo della Chiesa, dove il suo primato (che verrà trasmesso anche ai suoi successori) non sarà solo di onore, ma anche di giurisdizione, poichè ha ricevuto il potere di proibire (legare) e di permettere (sciogliere) sia in materia dottrinale che in campo disciplinare e giuridico. Il fatto che questo comando di Gesù venga dato prima in termini SINGOLARI A PIETRO, POI IN UN SECONDO TEMPO IN TERMINI PLURALI...agli altri Dodici ne fa dedurre la COLLEGIALITA' CHE DEVE ESSERE ESERCITATA IN PIENA COMUNIONE CON TUTTI GLI ALTRI VESCOVI. Il Primato gli viene conferito definitivamente quando Gesù, risorto, si rivolge a Pietro sul mare di Tiberiade, chiedendogli per tre volte se lo amasse più degli altri (Gv 21, 14-17), poichè il suo compito sarà aggravato di più responsabilità come ribadito il Lc.22,31 "IO HO PREGATO PER TE, E TU CONFERMA GLI ALTRI NELLA FEDE".
Pietro, tuttavia, non sempre comprende immediatamente il significato dei gesti e delle parole di Gesù: talvolta deve subire dei rimproveri decisi: "Lungi da me satana, perchè tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini" (Mc 8,31-33). Ma oltre che nella paura, nella titubanza, nel tradimento, Pietro eccede anche nell'entusiasmo traboccante, nello zelo ardente, nella professione di fede più profonda, palesando quelle caratteristiche che lo identificano come la persona ideale per il ministero che Gesù aveva in mente: una persona debole nella sua umanità, eppure facilmente GESTIBILE da Dio perchè ha un cuore puro ed è una persona umile. Gesù del resto dice chiaramente che proprio attraverso le CONTRADDIZIONI e le debolezze, avrebbe DIMOSTRATO la sua stessa potenza, Pietro era la persona ideale!
La vera trasformazione si avrà, comunque, con la discesa dello Spirito Santo. Da allora acquisterà maggiore sicurezza, diventando la guida indiscussa della primitiva comunità cristiana. è lui a pronunciare il primo discorso alla folla di Gerusalemme, dopo la Pentecoste, con tale ardimento e veemenza che alla fine 3000 giudei si convertono alla nuova fede. Sempre Pietro compie il primo miracolo, guarendo lo storpio che chiedeva l'elemosina (At 3/1-6).
Dopo aver annunciato la parola di Dio in diverse città, giunge a Cesarea nella casa del centurione Cornelio dove, mentre sta parlando, lo Spirito Santo discende sugli astanti, compresi pagani e circoncisi non ancora battezzati. Pietro comprende così che la missione della Chiesa è universale, rivolta a tutte le genti, senza distinzione alcuna. Tutta la sequenza di Atti, se la leggiamo nel suo contesto storico, è IMPREGNATA di questi PASSI PROGRESSIVI DELLA GIOVANE CHIESA.....che più va avanti, e più ingrandendosi RITIENE NECESSARIO STABILIRE LEGAMI SEMPRE PIù INCISIVI E VISIBILI.
Presumibilmente nel 42 d.C., secondo anno dell'impero di Claudio, lasciato il suo discepolo Esiodo a reggere la chiesa di Antiochia, si stabilisce a Roma, dove fissa la sede pontificale: ciò che scriverà dopo non uno solo ma più vescovi del primo secolo su questa primizia, è il fatto che se Roma era la Capitale dell'Impero più potente del mondo e il centro verso il quale tutto il mondo di allora guardava, anche la Chiesa avrebbe dovuto fissare lo sguardo su se stessa quale centro di emanazione divina in mezzo al paganesimo. Il fatto stesso che la stessa Gerusalemme, considerata da Roma "Madre di tutte le Chiese", perse nell'immediato la sua importanza a motivo sia del distacco dagli Apostoli, sia dall'invasione di Tito che la portò alla distruzione nel 70 d.C., ne deducono che la Chiesa non poteva assolutamente subire alcun tramonto, ma anzi, dal martirio dei due grandi Apostoli, inizia l'alba gloriosa della Chiesa verso la quale la stessa Chiesa di Antiochia (sede primaria d'importanza per l'Oriente) e quella di Alessandria dopo, vi guarderanno come scrivono i Padri della Chiesa "quale Faro di confermazione per gli erranti sulle questioni specialmente DOTTRINALI, INCORAGGIANTI SEMPRE NELLA RICERCA AFFANNOSA DI QUELL'UNITA' RIMARCATA DAL SUO FONDATORE, IL CRISTO!"
tORNANDO a Pieto, già nel 44 d.C. ritorna a Gerusalemme per spronare la chiesa ivi vessata dalla sanguinosa persecuzione di Erode, durante la quale rimane ucciso l'apostolo Giacomo....
Nessun'altra comunità cristiana, ha mai rivendicato la presenza di Pietro, come è avvenuto fin dal primo secolo per la Chiesa di Roma, e non esistono tradizioni concorrenti di conservazione delle spoglie. Inoltre, diversi luoghi di Roma sono strettamente legati a Pietro, come il carcere Mamertino attiguo al Campidoglio, la piccola chiesa del Quo Vadis? sulla via Appia, la Cappella della separazione, dove Pietro e Paolo furono appunto separati prima di essere uccisi e la Chiesa di S. Pietro in Vincoli, dove sono contenute le catene che tennero incatenato Pietro, ricongiuntesi miracolosamente dopo che le due metà furono riavvicinate. Purtroppo, non si dispone di un documento che riporti la data esatta del martirio di Pietro. Sicuramente però i testi pervenutici sono da prendersi in considerazione dal momento che non abbiamo nient'altro e ci dicono che fu crocifisso a testa in giù perchè non si riteneva degno di morire come il Maestro. Secondo la tradizione, il martirio avvenne il 26 giugno 67 d.C., durante la prima grande persecuzione di Nerone nei confronti dei cristiani. Ma, secondo una recente ipotesi di Margherita Guarducci, il supplizio potrebbe essere avvenuto nel decennale dell'incoronazione dell'imperatore, il 13 ottobre 64. Il luogo del martirio è localizzato nella naumachia, ossia nel circo di Nerone, attuale colle Vaticano. La sepoltura avvenne nel luogo segnalato dal presbitero Gaio già nel 200 d.C. quando, in polemica con Proclo, gli indica dove Pietro e Paolo furono tumulati: "Se vorrai recarti sul Vaticano o sulla via Ostiense troverai i trofei degli Apostoli". Sul trofeo vaticano era inciso il graffito Petr(os) eni, cioè Pietro è (sepolto qui) dentro. Nell'anno 110 prima di essere martirizzato, s.Ignazio d'Antiochia, fatto vescovo presumibilmente da Giovanni, indica chiaramente la supremazia della Chiesa di Roma "quale punto di riferimento". Il successore di Pietro, è poi dato per certo Lino che compare quale compagno di Paolo in 2Tim.4,21
Gli scavi effettuati negli anni 1939-49 e 1953-58 sotto la Basilica Vaticana, per iniziativa di Pio XII, e l'apporto determinate di Margherita Guarducci, che identificò più tardi i resti del Principe degli Apostoli, confermano questa indicazione. Infatti, all'interno del loculo furono trovate delle ossa che si stabilì fossero di un uomo robusto, vissuto nel primo secolo, dell'età di 60, 70 anni. L'età di Pietro al momento del martirio.
Infine, lo stesso Vangelo di Marco attesta la presenza di Pietro a Roma, nello stretto legame descritto in 1Pt,5,13, e gli studiosi sono concordi nel ritenere che Marco abbia attinto da Pietro il materiale per comporre il suo Vangelo.
La cosa più strana è comunque come sin da subito l'attenzione per il martirio e la sepoltura si siano spostati e concentrati verso Pietro, anzichè verso Paolo del quale invece, non si ha ricco materiale come si ebbe per tramandare la storia di Pietro, che non è mai stata contestata dalla Chiesa d'Oriente.
Credo che di prove ne abbiamo portate a sufficienza......e con tanto di riferimenti del N.T.
Impossibile poter stabilire questo primato o questa volontà del Cristo attraverso UN solo riferimento che sarebbe dovuto essere trascritto, secondo JA nelle Lettere Apostoliche...., la questione va guardata nel suo contesto generale dal quale si evince il primato e una Chiesa in particolare (quella di Roma) quale centro di propagazione della fede e della CUSTODIA DEL PATRIMONIO APOSTOLICO.....e contatti con tutto il mondo di allora, e che teneva UNITI TUTTI I VESCOVI DELLE VARIE DIOCESI (Diocesi= termine nato alla fine dell'90 d.C.)
Riepilogo:
1) I reperti dei vari graffiti trovati durante gli scavi parlano dell’inquietudine religiosa nella cultura romana di quegli anni, mentre la sezione storica presenta le testimonianze della presenza degli apostoli Pietro e Paolo a Roma.
2) Pietro giunse nella capitale dell’impero, in un anno non precisato tra il 42 e il 64. "Vi saluta la chiesa che è in Babilonia" scrive nella sua Prima Lettera (5,13). Babilonia, ormai scomparsa, era allora sinonimo di Roma.
3) La venuta di Paolo nel 61, è invece precisata da At 28,15. Paolo che si era appellato a Cesare, giunge in catene a Roma, dove trova un gruppo di fratelli cristiani ad attenderlo al Foro di Appio e alle Tre Taverne. Dove la TRADIZIONE DELLA CHIESA, ne attesta il martirio mediante la decapitazione.
4) I Padri della Chiesa, sia in Oriente quanto in Occidente, parlano unanimemente della presenza di Pietro a Roma oggi sostenuta dalla maggioranza degli studiosi, anche tra i fratelli separati.
5) Nel II secolo, Ireneo vescovo di Lione nell’opera "Contro le eresie" scrive: "Poiché sarebbe troppo lungo enumerare le successioni di tutte le chiese, prenderemo la chiesa grandissima e antichissima a tutti nota, la chiesa fondata e stabilita a Roma dai due gloriosissimi apostoli Pietro e Paolo...dopo aver fondato ed edificato la chiesa i beati Apostoli affidarono a Lino il servizio dell’episcopato…cui succede Anacleto. Dopo di lui al terzo posto…Clemente il quale aveva visto gli Apostoli e aveva nelle orecchie la loro predicazione…così è giunta sino a noi la tradizione che è nella chiesa a partire dagli apostoli…".
6) Abercio nella sua stele funeraria del 170, parla della sua visita a Roma dicendo in linguaggio simbolico: "…Mi mandò (il Pastore) a Roma a vedere una regina dalle vesti d’oro e dai calzari d’oro…vidi anche un popolo che aveva uno splendido segno…" e Giustino negli stessi anni commenta: "Questa regina è la Chiesa di Roma contrassegnata dal successore di Pietro". ......
Bellissimo l’affresco della Catacomba di Commodilla e il mosaico del Mausoleo di S.Costanza (II-III sec.). La scena della "consegna delle chiavi" che sancisce il mandato conferito a Pietro: "A te darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto anche nei cieli" (Mt. 16,19) diventerà un tema diffusissimo nell’arte, mentre il simbolo delle chiavi diventerà, a partire dal IV secolo, l’attributo di Pietro, così come la spada e il rotolo sarà quello di Paolo
Nel III secolo, forse a causa della persecuzione di Valeriano, i corpi di Pietro e Paolo vennero, con probabilità, temporaneamente sistemati nella Memoria Apostolorum, l’attuale Catacomba di S.Sebastiano. Del loro culto qui celebrato il 29 giugno, restano, commovente e visibile testimonianza, le centinaia di invocazioni graffite sul muro della triclia. (F.Bisconti - Memoria apostolorum - 2000 - Catalogo Mostra
Se queste NON sono prove....caro JA....sono ancor meno le tue che si fondano sempre e solo su SUPPOSIZIONI PERSONALI..... Queste sono delle prove, puoi confutarle?
Fraternamente Caterina