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Giovanni Paolo II chiede ai sacerdoti di rispettare la liturgia

Come ricorda il cardinal Castrillón presentando la lettera rivolta loro



CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 18 marzo 2005 (ZENIT.org).- Giovanni Paolo II chiede ai sacerdoti di rispettare le norme liturgiche nella celebrazione dell’Eucaristia, ha spiegato questo venerdì il cardinal Darío Castrillón Hoyos presentando la lettera che il Papa ha rivolto loro in occasione del prossimo Giovedì Santo.

Il Prefetto della Congregazione vaticana per il Clero ha spiegato che il voler utilizzare un linguaggio più popolare nella celebrazione della liturgia non sempre aiuta le persone a comprendere meglio il valore di ciò che si sta vivendo.

In risposta ai giornalisti che gli domandavano a cosa si riferisca la lettera pontificia parlando della “obbedienza” alla quale il sacerdote si impegna nel giorno dell’Ordinazione, e che “è invitato a ribadire nella Messa crismale”, il porporato colombiano ha constatato che “dalla stampa si sa che non mancano abusi nel rito sacro dell'Eucaristia”.

“Debbo dire che anche noi riceviamo delle lettere in cui ci si lamenta perché il rito è stato celebrato in una forma forse meno accurata. Dipende della sensibilità delle persone. Però il Santo Padre ci fa presente a noi sacerdoti che l'Eucaristia è l'azione più sacra che possiamo realizzare”.

Il Cardinale ha quindi ricordato la lettera enciclica "Ecclesia de Eucharistia" recentemente pubblicata da Giovanni Paolo II e incentrata “sulla forma del rito” e “la santità del rito”.

“Poi, la Congregazione per il Culto Divino e i Sacramenti ha scritto una istruzione [“Redemptionis sacramentum”], approvata anche in forma speciale dal Santo Padre, perché c'è il problema che qualche volta per far capire le cose si prende un modo di fare più popolare, perché si crede di capire che il popolo ha bisogno di un linguaggio molto semplice”.

Il porporato colombiano ha quindi raccontato di ricordare alcuni ‘comics’ dove la bambina schernisce la mamma che le parla come se fosse stupida, quando invece non è per nulla così.

“Sempre con grande rispetto alla gerarchia locale, ai Vescovi, che sono l'autorità nelle loro diocesi, il Santo Padre richiede ai sacerdoti di essere obbedienti alle norme che i Vescovi danno, specialmente con riguardo all'Eucaristia”, ha aggiunto.

In un passaggio della sua lettera, il Santo Padre nello spiegare come, nella celebrazione eucaristica e nel suo ministero, il sacerdote debba sentirsi coinvolto nella “auto-donazione di Cristo” sulla Croce, scrive: “Obbedendo per amore, rinunciando magari a legittimi spazi di libertà quando si tratta di aderire all’autorevole discernimento dei Vescovi, il sacerdote attua nella propria carne quel ‘prendete e mangiate’ con cui Cristo, nell’Ultima Cena, affidò se stesso alla Chiesa”.

Il rito sacro, la santità del rito, l'immergersi nel mistero, è una cosa che dobbiamo fare con tutta la santità, anche esterna. Ed è di quello che ci parla il Santo Padre”, ha infine concluso il Cardinale.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)