00 05/09/2009 18:12
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Da: Soprannome MSN°Teofilo  (Messaggio originale)Inviato: 01/04/2003 20.25
In tutte le epoche cristiane, la Chiesa ha difeso i diritti dei poveri e si è battuta per sostenere le classi più deboli. Cristo ha insegnato a mettere i poveri al posto d'onore, dicendo che di essi è il Regno dei cieli, e che chi avesse dato qualcosa a loro, lo avrebbe dato a Lui stesso.
Consapevole di tale insegnamento, i veri discepoli di Cristo hanno cercato di operare sempre una scelta a favore dei più deboli.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 01/04/2003 20.29

COMUNICATO STAMPA del PAPA

Ad appena cento giorni dal Duemila, sono lieto di esprimere il mio caloroso saluto ai leader e maggiori sostenitori della Campagna Jubilee 2000 contro il debito. Vi sono particolarmente grato per la vostra presenza, in questi giorni, ad una serie di incontri, nell'ambito dell'ormai prossimo Grande Giubileo, sui pesanti fardelli del debito dei paesi più poveri. Il Giubileo della Bibbia era un tempo in cui l'intera comunità era chiamata a fare ogni sforzo per restituire alle relazioni umane l'originaria armonia che Dio aveva dato alla sua creazione e che il peccato dell'uomo aveva guastato. Era un tempo per ricordare che il mondo in cui viviamo non è nostro, ma un dono dell'amore di Dio. Come esseri umani siamo solo servitori del progetto di Dio. Durante il Giubileo il fardello che opprimeva ed escludeva i membri più poveri della società doveva essere rimosso in modo che tutti potessero avere la speranza di un nuovo inizio in armonia con il disegno di Dio.

Oggi il mondo ha bisogno dell'esperienza del Giubileo. Troppi uomini, donne e bambini non riescono a realizzare il potenziale che Dio ha donato loro. Povertà ed enormi diseguaglianze sono ancora ampiamente diffuse, nonostante gli enormi progressi scientifici e tecnologici. Troppo spesso i frutti del progresso scientifico, invece di essere posti al servizio di tutta la comunità umana sono in verità distribuiti in modo da accrescere o addirittura rendere permanenti ingiuste disparità.

La Chiesa Cattolica guarda a questa situazione con grande preoccupazione, non perché abbia un concreto modello tecnico di sviluppo da proporre, ma perché ha una visione morale di ciò che il bene degli individui e della umana famiglia richieda. La Chiesa ha sempre insegnato che esiste una "ipoteca sociale" su tutta la proprietà privata, un concetto che oggi deve essere applicato anche alla "proprietà intellettuale" e alla "conoscenza". Non si può applicare solo la legge del profitto a ciò che è essenziale per la lotta contro la fame, le malattie, la povertà.

La riduzione del debito è, ovviamente, solo un aspetto del più vasto compito della lotta contro la povertà per assicurare che i cittadini delle nazioni più povere possano prendere pienamente parte al banchetto della vita. I programmi di riduzione del debito devono essere accompagnati dall'introduzione di reali e solide politiche economiche e di buon governo. Tuttavia, è altrettanto importante, forse persino più importante delle politiche, che i benefici che derivano dalla riduzione del debito raggiungano i più poveri tra i poveri, attraverso una rete globale e supportata di investimenti nelle capacità della persona umana, Specialmente attraverso l'istruzione e l'assistenza sanitaria. La persona umana è la risorsa più preziosa di qualsiasi nazione o di qualsiasi economia.

La riduzione del debito è dunque urgente. E', sotto molti aspetti, una precondizione per il progresso delle nazioni più povere nella loro lotta contro la povertà. Questo è un concetto ormai ampiamente riconosciuto, e dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo cambiamento di direzione. Dobbiamo chiederci, però, perché i progressi nella risoluzione del problema del debito siano ancora così lenti. Perché tante esitazioni? Per quale motivo persistono difficoltà nel reperire i fondi necessari anche per le iniziative già approvate? Sono i poveri a pagare il prezzo dell'indecisione e dei ritardi.

Faccio appello a tutti coloro che sono coinvolti in questo processo, specialmente alle nazioni più potenti, affinché non lascino passare questa opportunità che il Giubileo offre senza fare dei passi decisivi verso la finale risoluzione della crisi del debito. E' ormai ampiamente riconosciuto che ciò è possibile.

Prego affinché questo anno giubilare del 2000, che celebra la nascita di nostro Signore Gesù Cristo, sia davvero un momento di promessa e di speranza in particolar modo per i nostri fratelli e le nostre sorelle che ancora vivono nella più aberrante povertà in questo nostro mondo pieno di benessere. Insieme possiamo fare molto, con l'aiuto di Dio. Che la Sua benedizione scenda su di voi e sui vostri cari.

Dal Vaticano, 23 settembre 1999

Giovanni Paolo II