Finale del dialogo con TD
Caro TD
Tu dici:
Io ho cercato di chiarirti che "attualmente" il Corpo di Cristo è l'insieme dei credenti, ma tu fai orecchie da mercante e non affronti mai QUESTO argomento centrale, che toglie all'ostia QUALSIASI VALORE REALE E SIMBOLICO.
Rispondo:
Non faccio orecchie da mercante, primo perchè le cose di cui parlare sull'Eucarestia sono già tante, le questioni aperte con i tuoi interventi hanno tutte ugualmente bisogno di chiarimenti, ma non tutte le questioni possono essere risolte in un colpo.
L'argomento Chiesa, si inserisce nel quadro che stiamo trattando e se vuoi possiamo iniziare a parlarne, visto che me lo segnali. Anche in quest'altro argomento, collegato con quello sull'eucarestia, si affacciano evidentemente delle differenze di vedute.
Non ho negato che la Chiesa sia corpo di Cristo ma questo non toglie però nulla al fatto che quando Gesù ha istituito la S.Cena abbia chiaramente fatto riferimento al suo proprio corpo, precisando con le parole "dato per voi" , e al suo sangue, precisando "versato per voi" (Lc 22,19-20), la distinzione tra l'offerente e il ricevente, i quali entrano in rapporto di Alleanza, grazie proprio all'offerta del corpo del Signore, del corpo formato dalla sua carne, dal suo sangue e dalla sua divinità.
La Chiesa, formata dai credenti, non è Dio per essenza, come Gesù, suo capo. Quindi resta in un rapporto di subordinazione rispetto a Lui, anche se, comunicando con Lui attraverso la S.Cena, diventa con Lui un solo corpo, e quindi assimilata per partecipazione, (non per essenza propria), alla sua divinità, oltre che alla sua umanità. Quindi non si deve equivocare quando si parla del Corpo di Cristo, quasi che Cristo e la Chiesa siano in un rapporto di identità e di uguaglianza. Tale uguaglianza sussiste solo tra il Padre e il Figlio; e anche in tal caso il Padre non è il Figlio e il Figlio non è il Padre; anche se sono un solo Dio, tuttavia sono due persone distinte. A maggior ragione vale la distinzione tra Cristo e la sua Chiesa.
Per questo mi servivo del concetto espresso da Paolo in Ef 5,29:
"Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne;
al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30poichè‚siamo membra del suo corpo. 31Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! "; sono sempre due esseri distinti che formano quell'unico corpo e ciascuno svolge la propria parte.
A me appare charo che Cristo offre, la Chiesa riceve, hanno funzioni diverse, si fondono ma non si confondono. Egli resta il Capo, noi le membra.
La comunione eucaristica pone il credente in rapporto completo con Cristo, di tutta la Sua Persona. Fin qui si spinge l'amore dello Sposo per la Sposa, e la rende con Lui un solo corpo e un solo Spirito, e lo fa proprio per mezzo dell'eucarestia che lo rende presente nella Chiesa non solo spiritualmente ma corporalmente. Perciò è anche vero che Cristo si rende presente nel mondo, realmente, attraverso la Chiesa che anche visibilmente ne svolge tutte le funzioni ("Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo"): ma attenzione, non tutte le membra hanno la medesima funzione; ognuno svolge la sua parte, come ogni membro del corpo svolge il suo compito; questo insegna chiaramente Paolo. Non tutti quindi sono maestri, non tutti dottori, non tutti possono interpretare tutto con la certezza di non sbagliare, semplicemente perchè non tutti sono dotati di questo carisma, come afferma in 1 Cor.12,4
"Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; 6vi sonodiversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. 7E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: 8a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; Nella Chiesa tutto deve essere ordinato, perchè Dio non è disordine ma pace.
In tal modo viene attuata la mensa della Parola: Parola proclamata, attraverso la lettura della Scrittura, e Parola fatta carne per essere assimilata nella sua concretezza corporea e divina, dai credenti. Qui c'è tutta la realtà di Corpo di Cristo, formato dalla Comune-unione tra Gesù e la Sua Sposa.
Queste sono solo alcune considerazioni sulla Chiesa, corpo di Cristo. Il discorso potrebbe essere ripreso e approfondito.
Le tue considerazioni portano a ben diversa conclusione: Ecco allora la visione guida generale: adesso dobbiamo solo spezzare il pane per ricordare che il Corpo è spezzato, finché Egli venga! (1 Corinzi 11:26) .
"Ricordare" tu dici. Ben poca cosa. Ciò rileva un'assenza dalla mensa eucaristica, non una presenza ! Come è possibile accettare la tua interpretazione, che si allontana non solo dalla comprensione che hanno avuto coloro che ci hanno preceduto nella fede bimillenaria, ma anche da quella che hanno oggi tanti altri fratelli separati?
Per me spezzare il pane vuol dire che i credenti "pur essendo molti, siamo un solo corpo, perchè partecipiamo tutti a quell'unico pane. (1 Cor.10,17) Paolo afferma che è proprio la partecipazione a quel pane, spezzato tra i molti, che forma un solo corpo con Cristo, in virtù della comunione con Lui attraverso quell'unico pane.E tutto questo è possibile perchè Cristo è davvero presente e palpitante nell'Eucarestia.
Le interpretazioni come vedi sono differenti e non credo a questo punto che possano essere modificabili, se non siamo daccordo sul criterio con cui fare una interpretazione.
Ti ho fatto notare come con troppa disinvoltura e facilmente si passi da quella letterale a quella simbolica traendo poi tutta una serie di conclusioni da quelle interpretazioni, che in alcuni momenti diventano drammatici.
A tal proposito tu mi preghi vivamente di mettermi in preghiera per chiedere la guida dello Spirito Santo e aggiungi: Ecco il mio metodo "infallibile" che ti propongo, se non ce l'hai già.
E' proprio quello che ho fatto quando, con grande travaglio interiore ho fatto le scelte decisive della mia vita, soprattutto nelle scelte religiose, e continuo a fare ogni volta che mi si presenta un qualsiasi dilemma. E il risultato lo vedi in quello che scrivo, e di cui sono convinto (anch'io ho ricevuto il battesimo dello Spirito Santo durante la preghiera di effusione fatta su di me da fratelli cattolici, nell'ambito del Rinnovamento nello Spirito). Ed io sono convinto che anche tanti pentecostali hanno ricevuto davvero lo Spirito Santo, ciascuno nelle loro denominazioni, perchè lo Spirito si dona a chiunque lo chieda con sincerità. Perciò sento di amarli e di condividere con loro la gioia, ed anche la pena, che la sincera ricerca della Verità comporta lungo la Via, stretta ed angusta della Vita.
Ma questo non autorizza a pensare che tutti, in fatto di dottrina, abbiano tutta la verità; quindi neanch' io presumo di averla. Ma coloro che sono preposti a guidarci, hanno l'assistenza dello Spirito a tale scopo, ed a loro io mi affido secondo il volere di Cristo che ha dato l'incarico di confermare i fratelli nella fede, indipendentemente dai meriti o demeriti comportamentali.
Inoltre la mia osservazione che ti ho già fatto, e su cui non ho avuto nessun riscontro da te finora, è che questo metodo che tu chiami "infallibile" ha prodotto di fatto, tutte quelle migliaia di denominazioni, e all'interno delle stesse denominazioni, diverse dottrine: vorrei una risposta chiara, se devo accettare il tuo metodo di interpretazione della Bibbia. Perchè dovrei credere che le tue interpretazioni sono migliori di quelle di altri, addirittura di altri pentecostali, che la pensano diversamente da te?
Io invece sono convinto che il criterio sia contenuto in quest'altra tua espressione: Nel cristianesimo la fede autentica la si acquista da altra fede autentica (che viene sempre dallo Spirito Santo!) e mai dalla maggioranza dei consensi...
Qui tu poni il principio della TRASMISSIONE DELLA FEDE, su cui avremo modo di tornare.
Da questa affermazione si ricava che la fede retta è quella che ci viene trasmessa, e non da persone qualsiasi, bensì da quelli che hanno ricevuto il mandato, il riconoscimento nell'ambito della stessa Chiesa-corpo di Cristo, dei loro specifici carismi, di governo e/o di dottrina (per farla giungere a noi in modo autentico, non annacquato o pervertito da ragionamenti e sofismi), e soprattutto nella continuità storicamente documentabile della dottrina professata.
La fede che le parole di Cristo nell'ultima cena "QUESTO E' IL MIO CORPO" si debba riferire alla realtà del suo proprio Corpo, trova riscontro nei duemila anni di storia, senza interruzione (salvo quelli che si sono distaccati successivamente dalla Chiesa).
Richiamo a conclusione di questo intervento la parola dell'apostolo: Ef 4,14
"non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore. 15 Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo,Cristo, 16dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso,mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità".