00 08/09/2009 16:07
“La Civiltà Cattolica” corregge.

L’inferno non è vuoto, è solo poco affollato



In un articolo intitolato “L’inferno vuoto”, il gesuita Giandomenico Mucci smonta la tesi secondo la quale “l’inferno c’è ma è vuoto”. E lo fa sull’ultimo numero della “Civiltà Cattolica”, quindi con l’imprimatur della segreteria di stato vaticana che esamina e autorizza prima della stampa ogni articolo della rivista.

La formula “l’inferno c’è ma è vuoto” è un luogo comune il cui moderno rilancio viene generalmente attribuito al teologo svizzero Hans Urs von Balthasar, promosso cardinale alla fine della sua vita. Ma c’è chi sostiene che anche Benedetto XVI velatamente approvi tale formula nella sua enciclica “Spe salvi“.

Mucci spiega che tutto ciò nasce per von Balthasar da un equivoco e per Benedetto XVI da un’imperfetta traduzione.

Quanto al caso von Balthasar, Mucci scrive:

«L’equivoco nacque, o fu fatto nascere, nel 1984 dopo un convegno romano sulla figura e sul pensiero di Adrienne von Speyr, durante il quale il teologo svizzero riprese la sua riflessione escatologica che già nel 1981 aveva suscitato aspre critiche nell’area teologica di lingua tedesca e ancora nel 1987 costringeva il suo autore a difenderla. La tesi di von Balthasar afferma che sperare la salvezza eterna di tutti gli uomini non è contrario alla fede. Essa si avvale dell’autorità di alcuni Padri della Chiesa, tra i quali Origene e Gregorio Nisseno, ed è condivisa da non pochi teologi contemporanei, tra i quali Guardini e Daniélou, de Lubac, Ratzinger e Kasper, e da scrittori cattolici come Claudel, Marcel e Bloy. Ai suoi critici von Balthasar replicava: “La soluzione da me proposta, secondo la quale Dio non condanna alcuno, ma è l’uomo, che si rifiuta in maniera definitiva all’amore, a condannare se stesso, non fu affatto presa in considerazione. Avevo anche rilevato che la Sacra Scrittura, accanto a tante minacce, contiene pure molte parole di speranza per tutti e che, se noi trasformiamo le prime in fatti oggettivi, le seconde perdono ogni senso e ogni forza: ma neppure di questo si è tenuto conto nella polemica. Invece sono state ripetutamente travisate le mie parole nel senso che chi spera la salvezza per tutti i suoi fratelli e tutte le sue sorelle, ’spera l’inferno vuoto’ (che razza di espressione!). Oppure nel senso che chi manifesta una simile speranza insegna la ‘redenzione di tutti’ (apokatastasis) condannata dalla Chiesa, cosa che io ho espressamente respinto. Noi stiamo pienamente sotto il giudizio e non abbiamo alcun diritto e alcuna possibilità di conoscere in anticipo la sentenza del giudice. Com’è possibile identificare speranza e conoscenza? Ad esempio, spero che il mio amico guarirà dalla sua grave malattia, ma per questo forse lo so?”».

Quanto a Benedetto XVI, nel finale dell’articolo padre Mucci riporta le parole della “Spe salvi” che fanno pensare che anche il papa sostenga la tesi dell’inferno vuoto. E addebita il malinteso all’imperfetta traduzione italiana del testo ufficiale latino dell’enciclica.

Il passaggio cruciale della “Spe salvi”, ai paragrafi 45 e 46, è il seguente:

“Possono esserci persone che hanno distrutto totalmente in se stesse il desiderio della verità e la disponibilità all’amore. Persone in cui tutto è diventato menzogna; persone che hanno vissuto per l’odio e hanno calpestato in se stesse l’amore. È questa una prospettiva terribile, ma alcune figure della stessa nostra storia lasciano discernere in modo spaventoso profili di tal genere. In simili individui non ci sarebbe più niente di rimediabile e la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: è questo che si indica con la parola ‘inferno’. Dall’altra parte possono esserci persone purissime, che si sono lasciate interamente penetrare da Dio e di conseguenza sono totalmente aperte al prossimo – persone, delle quali la comunione con Dio orienta già fin d’ora l’intero essere e il cui andare verso Dio conduce solo a compimento ciò che ormai sono. Secondo le nostre esperienze, tuttavia, né l’uno né l’altro è il caso normale dell’esistenza umana. Nella gran parte degli uomini – così possiamo supporre – rimane presente nel più profondo della loro essenza un’ultima apertura interiore per la verità, per l’amore, per Dio…”.

Mucci fa notare che, nel testo ufficiale latino, questo passo dell’enciclica comincia con le parole “Sunt quidam…”. Per cui la traduzione corretta non sarebbe l’ipotetico “Possono esserci…”, ma un più assertivo “Vi sono…”.

Ciò non toglie che il pensiero di Benedetto XVI è nella sostanza chiarissimo e pieno di speranza. Il papa pensa a un inferno comunque poco affollato.

E a un paradiso dove “la gran parte degli uomini” alla fine arriveranno, sia pure quasi tutti passando per il fuoco purificatore del purgatorio.

Trovi in questa pagina di
www.chiesa l’articolo integrale di padre Mucci: “L’inferno vuoto“.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/05/04/la-civilta-cattolica-corregge-la-traduzione-della-spe-salvi-linferno-non-e-vuoto-e-solo-poco-affollato/





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)