Resto ogni giorno più sorpreso dell’ignoranza biblica degli evangelici, nonostante loro facciano un vanto del fatto che leggono sempre e solo la Bibbia. Evidentemente leggere non significa capire.
Nel messaggio n. di Stefano Lerici, che dice di essere pastore ma da quel che scrive fa sorgere seri dubbi, ho riscontrato una serie di errori assolutamente ingiustificabile in chi dice di essere un innamorato della Parola di Dio. Vediamoli uno per uno ( in nero, quando è citato, il testo di Stefano Lerici):
1) Non conosce la differenza fra “Scrittura” e “Scritture”. Questo particolare verrà esaminato al punto 4
2) Quando Paolo scrive la seconda Timoteo 3:16 dicendo che: " tutta la scrittura è divinamente ispirata , utile a correggere educare....... affinchè l'uomo di Dio sia ben fornito e preparato per ogni opera buona" la Bibbia era quasi tutta scritta mancavano due o tre lettere.
San Paolo è morto presumibilmente verso il 64 d.C. Alla sua morte un discepolo ha composto la Lettera agli Efesini e la Lettera ai Colossesi mentre la Lettera agli Ebrei è databile per alcuni verso il 70 d,C, e per altri addirittura dopo l’80 d.C.
Ci sono studiosi che addirittura affermano che le due Lettere a Timoteo e la Lettera a Tito siano state inizialmente scritte da Paolo e in seguito rielaborate, nella versione che noi oggi possediamo; da un suo discepolo. La data è anch’essa stimata negli anni 80. Nel 64 non erano ancora stati scritti i quattro Vangeli ( si parla di un Vangelo di Marco scritto verso il 60 ma la data è assolutamente ipotetica) gli Atti degli Apostoli, tutte le cosiddette lettere cattoliche ( vale a dire le Lettere di Pietro, quelle di Giovanni, la Lettera di Giacomo e la Lettera di Giuda. Per finire non era neppure stata scritta l’Apocalisse.
Recentemente tutte le suddette ipotesi sulle date di composizione degli scritti neotestamentari sono state messe in dubbio da un biblista londinese John A.T. Robinson, vescovo anglicano, ma al momento prevalgono le tesi sopra citate.
3) La tradizione orale aveva ragione di esistere quando non c'era tutta la scrittura, ma una volta che la scrittura è stata completata; gli ammonimenti di Apocalisse 22:18-19 e di Deuteronomio 12:32 sono validi per ogni Cristiano.
Non esiste un solo versetto che dica che le Scritture sono esaustive e che la Tradizione debba essere accantonata. Il solo fatto che le Scritture, per essere riconosciute come tali, abbiano avuto bisogno della Tradizione dimostra l’infondatezza di questo assunto.
4) " tutta la scrittura è divinamente ispirata , utile a correggere educare....... affinchè l'uomo di Dio sia ben fornito e preparato per ogni opera buona"
Per capire il senso autentico di questo brano è necessario leggerlo attentamente in lingua originale. Notiamo innanzitutto la prima parola:”Ogni” . Questa parola, sia in greco che in italiano, ha un significato ben preciso e ci dice che tutto quello che è contenuto nella Scrittura, sempre con i limiti appena detti, deve essere ritenuto come ispirato. “Ogni” però ha un significato diverso da “solo”. Se S. Paolo avesse scritto: “Solo la Scrittura è ispirata da Dio e utile….” Avrebbe dato un senso assolutizzante alla sua affermazione ma, scrivendo semplicemente “ogni”, ne ha volutamente ( e sotto ispirazione) dare un altro. Se volessimo fare un esempio diverso potremmo dire: Ogni giocatore della mia squadra è un fuoriclasse. Così dicendo non escludo che ci possano essere fuoriclasse anche in altre squadre. Ma se io dicessi: solo i giocatori della mia squadra sono dei fuoriclasse, darei un senso completamente diverso alla frase escludendo che anche altre squadre possano avere dei fuoriclasse. Quindi la frase di S. Paolo non esclude affatto la Tradizione come invece vorrebbero fare credere gli evangelici.
Passiamo alla parola successiva “Scrittura”. Stefano Lerici sembra dare a questa parola un significato sbagliato. Per gli ebrei dell’ epoca di Gesù come per gli ebrei attuali, tutto il complesso dei libri ispirati era ed è tutt’ora chiamato “Le Scritture”. Il termine di “Scrittura” invece identificava un libro specifico ( ad esempio il Libro di Giobbe) o addirittura una sola frase o anche una singola parola ( al tempo degli Ebrei non esisteva ancora la suddivisione in versetti). Ovviamente è assurdo pensare che ogni singolo Libro o addirittura ogni singola parola possa contenere TUTTO quanto è necessario a formare un uomo di Dio "affinchè sia completo e ben preparato per ogni opera buona."
La traduzione della Bibbia di Gerusalemme è più aderente al testo originale greco e rende meglio l’ idea: “Tutta la Scrittura infatti è ispirata…”. Perché dico che è più aderente? Perché l’originale greco usa la forma “pasa grafe” dove appunto “pasa” significa “tutto, tutta” e “grafè” significa “Scrittura”. Se S. Paolo avesse voluto indicare l’intero canone ebraico ( a quel tempo, ricordiamo, ce n’era più di uno) avrebbe usato la forma plurale “pasai grafai” come ha fatto, per esempio, in Rm 1,2 che dice: “… che egli aveva promesso per mezzo dei suoi santi profeti nelle Sacre Scritture (=grafais, al plurale). Quindi il senso autentico che S.Paolo ha voluto dare alla frase è che ogni singola frase della Bibbia o ogni Libro contiene degli insegnamenti che sono utili a rendere completo l’ uomo di Dio
Per completare l’esame del versetto non dobbiamo far altro, adesso, che esaminare il versetto 14. Qualcuno mi dirà: “Ma Stefano Lerici non lo ha citato!” Ed è vero. Infatti di solito gli evangelici citano solo una metà della pericope, quella che pensano sia utile a sostenere la loro tesi. Il versetto 14 dice: “Tu però rimani saldo in quello che hai imparato, e di cui sei convinto, sapendo da chi lo hai appreso.” Da questo versetto noi possiamo capire che:
- Timoteo conosce chi è colui dal quale ha imparato. Si tratta dell’ insegnamento orale dell’ Apostolo Paolo stesso. Da questo noi sappiamo che la fede di Timoteo poggia sulla Tradizione apostolica.
- Fin da giovane Timoteo conosceva le Scritture che sono quindi il secondo piedistallo della sua fede.
Pertanto proprio in questo versetto, volutamente dimenticato dai protestanti, noi troviamo un duplice richiamo alla Tradizione apostolica e alle Scritture che è esattamente quello che la Chiesa Cattolica propugna da due millenni.