00 06/11/2009 11:45

L'ARTISTA CATTOLICO

El taller de San José - Opera del geniale artista spagnolo Arìstides Artal

di Francesco Colafemmina

C'era una volta un artista cattolico che viveva in una sperduta località della Spagna. In quel paesello sulla collina Miguel Encantado dipingeva continuamente opere sincere e splendide che rilucevano di una propria luce ed abbagliavano i fedeli della piccola chiesetta dedicata alla Madonna del Pilar, da lui affrescata nel corso di venti lunghi anni.

In una brumosa località della Renania viveva invece un mite organista cattolico, Hans Ritter. Smunto ed ossuto, il signor Hans si recava ogni sabato a provare la messa mattutina della domenica successiva. Suonava Frescobaldi e Bach, senza disdegnare Buxtheude ed Haendel.

L'artista romagnolo Cesare Michelotti invece, trascorreva le sue notti insonni a scolpire statue eteree e massicce, piene di linee schizzanti verso l'eterno e di forme che le ancoravano al sensibile. Amante di Canova e del Bernini i suoi angeli erano opere maestose, incarnazioni del sublime.

Nel centro storico di Licata abitava invece un anziano intagliatore, Calogero Cambiano. Le sue mani ruvide e nodose erano in grado di creare dei trionfi lingnei ineguagliabili. Sembrava un autentico ricamatore del legno, e mentre creava le sue opere per la cattedrale dei Santi Antonio e Vincenzo, pareva che le geometrie floreali, le superfici dorate dai riflessi cangianti, fossero già lì nel legno pronte ad esultare per la gloria di Dio.

Fra i campi di lavanda della Borgogna anche Philippe de Saint Michel lavorava nella sua bottega. Preparava le nuove vetrate policrome per l'abbazia di Saint Germain di Auxerre. In quella fumosa bottega avevano preso forma meravigliosi ricettacoli di luce, schermi capaci di trasferire la luce solare in un raggio di divina maestà.



Sono solo alcuni dei tanti, numerosissimi artisti cristiani sparsi per il mondo. Artisti umili, senza grandi nomi, capaci di vivere nell'ombra, lontani dalle cerimonie pompose e dagli happenings che sembrano andare tanto di moda negli ultimi anni.
Faticano a sbarcare il lunario, contrattano le proprie commesse risicate con parroci e vescovi che di arte non ci capiscono nulla e sono disposti a pagare di più un orrenda serie di stufe a funghetto da piazzare fra i banchi della loro fredda cattedrale, che l'opera del genio artistico da loro stessi commissionata.
Faticano a trovare un posto al sole, forse perchè non lo cercano. Sono artisti pronti a "servire" la loro Chiesa talvolta ingrata e sprezzante, senza attendersi un particolare riconoscimento che non sia quello di Dio.
Quando realizzano una loro opera e vanno dal parroco del paese a chiedergli di acquistarla, il parroco li maltratta, dice di non avere soldi, mentre in realtà ha appena sottoscritto un contratto per un nuovo auditorium nel quale ospitare il cineforum organizzato da un gruppo di arzille catechiste.
Altre volte fanno un dono al proprio Vescovo e dopo anni scoprono che è rimasto in uno scantinato, abbandonato. Mentre il vescovado trabocca delle luride opere di qualche artista contemporaneo strapagato ma incapace di esprimere alcun anelito artistico o spirituale.

Fermiamoci per un attimo e guardiamoli in volto questi artisti. Contempliamo i loro volti che molto spesso avremo visto nei nostri paesi e nelle nostre città, magari sbirciando in una oscura bottega, in un sottano polveroso, pensando che da quegli ambienti fosse impossibile trarre dei capolavori.
Guardiamoli e vedremo un riverbero di San Giuseppe, che non era certo il proprietario di un grande atelier, ma l'emblema dell'artigiano puro e semplice. Oggi l'artista è modaiolo, spesso è illetterato sotto il profilo della tecnica, ma il suo nome viene immediatamente legato all' "arte" perchè è a metà strada fra il fancazzismo e il libertinismo spirituale e materiale. Oppure soltanto perchè aderisce alle congreghe dei famosi, delle star... Ecco come si diventa artisti. Manovrati dai manager, dagli agenti, sponsorizzati qua e là pur di avere un ruolo importante indipendentemente da ciò che si va a realizzare.

Oggi che ci si appresta a celebrare in Vaticano l'Happening offerto dalla Martini e Rossi, happening nel quale l'udienza dal Papa sembra essere svilita ad un momento della gita culturale di questa scolaresca di nomi a la page, tutti gli artisti cattolici del mondo si sentono un po' rinnegati ed offesi. Trascurati in nome di coloro che fanno un'arte diversa e per nulla cristiana.
Trascurati in nome della moda e della notorietà.

Ma loro, i veri artisti che annaspano in mezzo alle difficoltà, continueranno a creare capolavori e meraviglie per la Gloria del Signore. Chi è se non proprio Lui che soffia in loro la forza di andare avanti, di dar vita a quell'armonia e quella perfezione che nel creato si sviluppano grazie all'opera creatrice di Dio?

Continueranno a farlo perchè forse, anche a differenza di taluni prelati, hanno ancora chiaro che l'arte non è mai alla moda, perchè essa non si rapporta alla caducità dell'uomo ma soltanto all'eternità del Signore.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)