Carissimi, pace a tutti.
Finalmente ho trovato un pò di tempo per scrivere qualcosa in questa carissima comunità virtuale.
Lo faccio subito rispondendo a Lisa. In realtà è vero che non ci sono pervenuti i testi originali dei testi sacri, ma è anche vero che tra le migliaia dei manoscritti che ci sono pervenuti sono pochissime le discrepanze o le varianti trascrittive del testo sacro.
Dunque alla domanda: perchè esistono diverse versioni, la risposta è da ricercare nel fatto che nelle traduzioni non sempre ci si orienta ad una traduzione obiettiva; ma la tendenza è quella di traurre il testo originale in maniera "forzata" al fine di giustificare in qualche modo una propria credenza.
Per esempio nella Bibbia dei TdG (che non è una Bibbia ma una Traduzione del Nuovo mondo delle Sacre Scritture) possiamo citare lamapanti esempi di quanto ho detto se consideriamo: Giovani 1:1, in unaltro passo dove si dice a proposito di Gesù che "...Lo adorarono", quella dei TdG traduce erroneamente: "...Gli resero omaggio"
La cosa migliore da fare, quindi, sarebbe quella di attenersi ad una traduzione più fedele e letterale possibile.
Non conocordo invece con quanto dice Nazareth:
Infine, la Vulgata...che è la famosa prima traduzione in latino di s.Girolamo...è la più affidabile, se vogliamo per quanto concerne i tempi, cioè...essa è stata la prima Bibbia tradotta....e praticamente fresca riguardo alla memoria.....ed alla presenza di molti Padri quali s.Agostino.....dunque 1000 anni prima del protestantesimo
In realtà, la Vulgata fu dichiarata autentica, nel duplice senso di ufficiale e di immune da errori, per quel che concerne le fede e la morale soltanto nel 1546 dal Concilio di Trento. Il testo della Vulgata adottata nel cristianesimo d'occidente si propagò e, diffondendosi le innumerevoli copie, si moltiplicarono gli errori e quindi il Concilio di Trento, pur dichiarandola autentica, ordinò che se ne preparasse una nuova edizione ufficiale nella maniera più corretta possibile. Però, soltanto 15 anni dopo la decisione del concilio, precisamente nel 1551, Pio IV nominò una commissione, rinnovata dai due pontefici successivi, che doveva emendare la Vulgata. L'opera venne ultimata nel 1588, ma non trovò il gradimento di Sisto V che la trovò troppo diversa da quella in uso. Egli stesso fece un lavoro di revisione dell'opera compiuta, includendo un buon numero di interpolazioni che la commissione aveva respinto. Questa Bibbia latina, venne pubblicata in una accurata edizione nella primavera del 1590 e, con la Bolla "Aeternus Ille", Sisto V dichiarava solennemente che questa edizione doveva essere accolta da tutti i cattolici romani che la dovevano ritenere, sia per l'uso pubblico che privato, come la sola autentica, minacciando gravi pene contro coloro che in avvenire avessero osato pubblicare o divulgare un'altra edizione che non fosse esattamente identica a quella. Morto però il papa, il 27 agosto di quello stesso anno, si pubblicò una nuova edizione che uscì il 9 novembre 1592, con il nome di Sisto V sul frontespizio, ma in realtà veinva diffusa sotto il pontificato di Clemente VIII. Nella prefazione, il cardinale Bellarmino spiegava che questa edizione l'aveva desiderata Sisto V perchè aveva notato degli errori tipografici. In realtà, l'edizione del 1590 conteneva ancora una quarantina di errori, mentre quella del 1592 ne conservava più di duecento. Solo nel 1604 a questa Bibbia venne aggiunto il nome di Clemente. E' questa l'edizione di Sisto-Clemente, considerata tuttora la Vulgata ufficiale. Questa edizione è stata emendata in molti punti, ma continua ad essere inferiore alla revisione del 1588 proposta dalla commissione.
Riallacciandomi al discorso di Lisa che faceva notare le divergenze tra la Bibbia di traduzione evangelica e quella di traduzione cattolica, tuttavia, deve tenere presente le interplazioni che forzano il testo originale, le quali forzature sono rimaste per atteneresi alle regole stabilite dal Diritto Canonico.
Per spiegare a cosa mi riferisco, considero per esempio un testo che la Vulgata ha forzato rispetto agli originali: in Atti 2:38, ai Giudei compunti nel cuore, Pietro rispose:" Ravvedetevi", il greco originale ha "metanoeiate", che significa appunto: ravvedetevi o cambiate mente, opinione, setimento.
La Vulgata traduce:" Poenitentiam agite", cioè, "Fate penitenza"; ma così continua anche la versione sui testi originali, pubblicata nel 1964 dalle edizioni Paoline e quella della CEI - UECI: "Fate penitenza". Qui il significato è distorto in quanto l'originale parla di una trasformaizone interiore, quella del ravvedimento, mentre come è reso dalla Vulgata, e di conseguenza nelle versione cattolico-romane, si riferisce solamente ad un processo esteriore che esprime un'azione pratica più che un mutamento di sentimento o mente.
Altro esempio è quello del saluto angelico di Luca 1:28. In quel passo l'originale ha il verbo al participio passato passivo: "kecharitomene" che significa "essenso stata graziata", " (o tu) che sei stata graziata" o "...che sei stata favorita dalla grazia", la Vulgata traduce con "Plena Gratia".
Ma una traduzione del genere è sbagliata perche in greco l'espressione "piena di grazia" esiste e la si traduce con "pleres charitos". Quest'ultima espressione la ritroviamo per esempio in Giovanni 1:14.
Riguardo poi al passo di Matteo 1:25, per rispondere a Nazareth, il testo originale suona:
"E (Giuseppe) non la (Maria) conosceva fino a che ella partorì un figlio, e chiamò il suo nome Gesù"
Con il verbo "conosceva", si traduce il greco "eginosken" imperfetto di durata, anziché l’aoristo che si sarebbe atteso. Il verbo vuole sottolineare il fatto che per tutto il periodo della gestazione di Maria, Giuseppe non volle mai conoscere Maria (durata). Va però notato che nel passo simile di Gv 9, 18: «non gli credettero fino a quando interrogarono i genitori» si usa l’aoristo e non l’imperfetto.
Il verbo conoscere, nella Bibbia indica sempre una conoscenza sperimentale e spessissimo è un eufemismo per designare i rapporti matrimoniali; viene usato non solo nel caso di due coniugi legittimi, in cui usualmente è il marito che conosce la sposa (Ge 4, 17.25; Nm 31, 17-35; Gdc 21, 12), ma anche nel caso di relazioni omosessuali (Ge 19, 5; Gdc 19, 22). Qualche volta anche della donna si dice che «conosce» l’uomo. Si confrontino a tal proposito Ge 19, 8; Nm 31, 17; Gdc 11, 19; Giuditta 16, 26; Lc 1, 34.
Nella Regola della Comunità, scoperta a Qumran, si legge: «e non si accosti a donna per conoscerla con un con-tatto virile, se non quando, compiuti i vent’anni sappia conoscere il bene e il male» (1Q Regola col. 1, lin 9 ss).
Per questo motivo, la Riveduta, traduce giustamente: "non ebbe rapporti coniugali".
Un ultimo appunto su quanto scriveva Nazareth
Quindi......ciò che viene da chiedersi è....perchè dovrei fare affidamento ad una Bibbia Protestante.......(non dimentichiamo che vi sono versioni UNICHE per il mondo cristiano.....cioè, che sono in accordo con tutti...) e dimenticare il ruolo importante che ha avuto la Chiesa nel corso dei secoli circa la traduzione, la conservazione e la promulgazione?....si può veramente chiudere la discussione accusando la Chiesa di aver ingannato per secoli milioni di persone? E che cosa faceva lo Spirito Santo...dormiva?
Se fossi in te caro/a Nazareth, e lo dico in pieno amore fraterno senza alcuno scopo di polemica, osserverei le diverse traduzioni compiute dalla Chiesa nel corso dei secoli. Vedi, alla luce di quelli che sono i fatti, non affermerei con tanta sicurezza che la Chiesa in realtà ha tradotto, conservato e promulgato fedelmente i Testi Sacri, perchè?
Consieriamo le seguenti versioni "storiche"
La Vulgata (Venezia 1799) tradotto da Antonio Martini traduce così alcuni passi:
In Marco si legge:
"Ma dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù andò nella Galilea, predicando il Vangelo del Regno di Dio, e dicendo: è compito il tempo, e si avvicina il Regno di Dio fate penitenza, e credete al Vangelo’;
mentre una traduzione più fedele è:
"Dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù si recò in Galilea, predicando l’evangelo di Dio e dicendo: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all’evangelo" (Mar. 1:14,15).
Come si nota, "Ravvedetevi", è stato tradotto con ‘fate penitenza’ nella traduzione del Martini quando invece nell'originale il greco "metanoeo" non significa di fare penitenza, ma "ravvedersi".
Negli Atti degli apostoli si legge: ‘E si adunarono gli Apostoli e i sacerdoti per disaminare questa cosa’; mentre il testo dice: "Allora gli apostoli e gli anziani si raunarono per esaminar la questione" (Atti 15:6). Poco dopo si legge: ‘Allora piacque agli Apostoli e ai sacerdoti con tutta la Chiesa...’; mentre il testo dice: "Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con tutta la chiesa.." (Atti 15:22).
L' errore sta nel fatto che il greco ha "presbyteros" che significa anziano e non sacerdote.
Dalla versione del Nuovo Testamento tradotto da Fulvio Nardoni si legge:
In Marco:
"Intanto giungono sua madre e i suoi cugini (greco: adelfòi) e, stando fuori, mandano a chiamarlo. Ora, una gran folla sedeva intorno a lui, e gli dissero: Ecco, tua madre e i tuoi parenti (il greco ha: i tuoi fratelli) sono là fuori che ti cercano. Ma egli, rispondendo loro, disse: Chi sono mia madre e i miei parenti (greco: adelfòi)? Poi gettando uno sguardo sopra coloro che erano seduti in cerchio intorno a lui, disse: Ecco mia madre e i miei parenti (greco: adelfòi). Chiunque fa la volontà di Dio, egli è mio fratello (greco: adelfòs), mia sorella (adelphe) e mia madre".
Ma lo stesso testo tradotto fedelmente dice: "I suoi fratelli adunque, e sua madre, vennero; e, fermatisi di fuori, mandarono a chiamarlo. Or la moltitudine sedeva d’intorno a lui, e gli disse: Ecco, tua madre, e i tuoi fratelli son là di fuori, e ti cercano. Ma egli rispose loro, dicendo: ‘Chi è mia madre, o chi sono i miei fratelli? E, guardati in giro coloro che gli sedevano d’intorno, disse: Ecco mia madre, e i miei fratelli. Perciocchè, chiunque avrà fatta la volontà di Dio, esso, è mio fratello e mia sorella, e mia madre" (Mar. 3:31-35 Diod.).
Come si può notare il greco adelfos che significa "fratello", è stato tradotto in tre modi diversi, prima con cugini, poi con parenti ed infine con fratello a secondo della necessità. Qual era dunque lo scopo o il fine di questa palese ambiguità traduttiva?Non è lecito riferirsi alla solita solfa che l'ebraico ha il termina "ah" che significa: parente, cugino, fratello ecc.. E' vero questo solo per l'ebraico ma non per il greco che ha invece molti più termini. Tanto è vero che esistono termini diversi per tradurre i diversi gradi di parentela, cioè:
adelfos/adelphe= fratello/sorella, anepsios= cugino, syggenes= parente
Possa Iddio benedirci tutti quanti.
Pace, Julius!