00 13/09/2009 07:26
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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 26/06/2005 22.59

Se, in tutta buona fede, chi pratica una religione non cattolica è convinto che la Confessione auricolare non sia necessaria, io penso che Dio guarderà in questo caso la genuinità del suo pentimento. Ma per chi invece considera il sacerdote il rappresentante di Cristo, allora la Confessione auricolare diventa per lui indispensabile per ottenere il perdono, perchè se non la facesse sarebbe un rifiuto in contraddizione con le sue stesse convinzioni e sarebbe un peccato di orgoglio.


Caro lyvan,

naturalmente non possiamo sapere come Dio giudicherà ciascun uomo, nè possiamo noi sentenziare riguardo agli altri uomini. Possiamo solo sapere la via ordinaria da lui stabilita che è quello di aver lasciato alla Chiesa il compito di rimettere i peccati in suo nome.

Chi pratica una religione non cattolica troverà forse interessante un pensiero di Lutero riguardo alla confessione. Egli diceva:

"La confessione segreta, come viene fatta ora, sebbene non trovi conferma nella Scrittura, tuttavia mi piace moltissimo e la stimo utile, anzi necessaria, né vorrei che non ci fosse; anzi mi rallegro che sia stata istituita nella Chiesa di Cristo, poiché è l’unico conforto per le coscienze tormentate.

Infatti, manifestati i nostri rimorsi al fratello ed avendogli rivelato in spirito fraterno la colpa nascosta, riceviamo dalla sua bocca una parola di conforto detta da Dio. Ascoltandola con fede, ritroviamo la pace nella misericordia di Dio, che ci rivolge la sua parola per mezzo del fratello.

Naturalmente Lutero attribuiva la possibilità di assolvere a tutti i fedeli in generale, ma su questo punto è chiaro che non siamo  d'accordo con lui.

Con affetto


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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 01/07/2005 12.16

Si dice che il sacramento della Confessione sia in crisi I giovani e i bambini, ma anche molti adulti, non sembrano più ricordare - forse nessuno lo ha loro insegnato - quante e quali siano le cose necessarie per fare una buona confessione.

 Ce le ricorda il mai troppo elogiato, per chiarezza e capacità sintetica, Catechismo di san Pio X il quale, al n 358, afferma "Per fare una buona confessione si richiedono cinque cose:

 1° l'esame di coscienza,

2° il dolore dei peccati,

3° il proponimento di non commetterne più,

4° l'accusa dei peccati,

5° la soddisfazione o penitenza.

 Tutto qui II linguaggio sarà pure da aggiornare, ammettiamolo, ma la verità del contenuto resta per sempre.


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Da: Soprannome MSNAnam_cara_2 Inviato: 01/07/2005 17.21
Sara' una scelta personale...ma io almeno una volta al mese mi confesso!
 
Perche'?
 
Perche' anche le piu' piccole dimenticanze...le piu' piccole omissioni...mi restano come peso davanti a Dio!
 
Credo nella confessione perche' mi auta a mettermi sempre nella Via giusta per seguire Cristo!
 
Perche' desidero sentirmi sempre unita a Lui anche nelle piccole difficolta' di ogni giorno...
 
Perche' attraverso la confessione ...ottengo sempre una guarigione da tutti i miei mali spirituali...
 
E' una gioia rivolgersi a Colui che ha pagato per me chiedendoGli di aiutarmi a non ricadere nelle mie colpe!
 
Ma vi rendete conto di quanto grande sia questo Sacramento?
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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 02/07/2005 22.43
Cara Anam,
fai benissimo nel provvedere periodicamente alla confessione.
Se tutti avessimo l'attenzione per la pulizia della nostra anima quanto ne abbiamo per il corpo, forse nel mondo non ci sarebbero tante brutture.
 
A testimonianza che la prassi di rimettere i peccati risale ai primordi della Chiesa, in ottemperanza a quanto stabilito da Cristo, e secondo l'interpretazione che diamo ancora oggi alle Sue parole, rimetto un testo di S. Ambrogio:
 

Essi dicono che onorano il Signore, giacché riconoscono il diritto di condonare i peccati a lui solo. Coloro, invece, che violano coscientemente la legge del Signore e sovvertono il magistero che egli ha loro affidato offendono assai gravemente Dio. Cristo medesimo ha detto nel Vangelo: "Ricevete lo Spirito Santo e a chi rimetterete i peccati saranno a lui rimessi, e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Gv 20,22.23). Dunque, rende onore maggiore chi ubbidisce ai comandi o chi disubbidisce?

La Chiesa ottempera all`uno e all`altro comando: a quello di non rimettere la colpa e a quello dell`assolverla. L`eresia, invece, è spietata nell`esecuzione del primo dei due imperativi, disubbidiente nell`altro. Pretende legare ciò che non intende sciogliere, non vuole sciogliere ciò che ha legato. Si condanna manifestamente da se medesima. Il Signore, infatti, ha voluto che il diritto di assolvere e quello di non assolvere siano del tutto identici. Ha garantito entrambi e a pari condizioni. E` ovvio che chi non possiede l`uno, non può possedere l`altro diritto. Infatti, in conformità agli insegnamenti di Dio, chi ha il potere di condannare ha anche quello di perdonare. Logicamente, l`affermazione dei Novaziani cade. Col negare a sé la potestà del condonare sono costretti a rinunciare a quella del non assolvere. Come potrebbe essere lecita l`una e non l`altra potestà? A chi è stato fatto dono di entrambe o è chiaro che sono possibili l`una e l`altra o nessuna delle due. Alla Chiesa sono, dunque, lecite entrambe, all`eresia né l`una né l`altra. A ben considerare, tale facoltà è stata data, infatti, ai soli sacerdoti. A ragione, pertanto, la Chiesa che ha ministri legittimi, si arroga l`uno e l`altro diritto, l`eresia non può, al contrario, farlo, poiché non ha i sacerdoti di Dio. Col non rivendicare le due potestà, l`eresia sentenzia nei propri riguardi che, non avendo ministri legittimi, non può attribuirsi un loro diritto. Nella sfacciata tracotanza è dato intravedere un`ammissione, sia pure timida.

Tieni anche presente: chi riceve lo Spirito Santo, riceve la potestà di assolvere e di non assolvere i peccati. Sta scritto: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi". Dunque, chi non può assolvere non possiede lo Spirito Santo, dal momento che è lo Spirito Santo, appunto, a far dono del ministero sacerdotale e la sua autorità è nel condonare e nel non rimettere le colpe. Come, perciò, i Novaziani potrebbero rivendicare un dono di chi mettono in dubbio l`autorità, la potestà?

Che dire della loro enorme sfacciataggine? Lo Spirito di Dio è incline alla pietà, non già alla durezza. Essi, al contrario, non vogliono ciò che egli dice di volere e fanno ciò che egli afferma di non gradire. Eppure il castigare si addice al giudice, il perdonare, invece, all`indulgente. Tu che appartieni alla setta dei Novaziani saresti, pertanto, piú tollerabile coll`assolvere che col non condonare. Col non essere indulgente peccheresti di disubbidienza verso Dio, coll`usare misericordia, elargiresti il perdono, dimostrando di provare, almeno, pietà di chi vive nell`afflizione.

(Ambrogio, De Paenit. 1, 2)

Con affetto