La parola "messa" nasce come atto di "congedare" è vero, ma si usava per i catecumeni e i penitenti i quali, come suggerito dalla stessa Didachè, non essendo ancora Battezzati (e i penitenti dovevano scontare la loro penitenza) non prendevano parte all'Eucarestia e dunque venivano congedadi prima, dopo la lettura delle Scritture. Con il tempo, e siamo già circa al III sec. si perfeziona "ite missa est", ossia dal "rendimento di grazie (gr. eukaristein) che avete ricevuto, l'assemblea è sciolta per portare Cristo nel mondo" .
Il termine "Eucaristia" designava quindi tre realtà:
la "conoscenza delle Scritture mediante l'ascolto della Parola";
la "condivisione delle offerte che i fedeli portavano o in danari o in vestiario o in cibo";
la "comunione" con
la preghiera eucaristica (altrimenti detta Canone).
Appunto: la Messa che si faceva la Domenica, ogni Domenica mentre i presbiteri la facevano più volte insieme al vescovo a seconda delle necessità.
Presto la preghiera eucaristica, a partire all'incirca da Tertulliano (II sec.), verrà chiamata "sacrificiorum orationes", preghiere del/i sacrificio/i.
Ad un certo punto, l'Eucaristia non venne più portata agli assenti immediatamente dopo la celebrazione, anche a causa delle persecuzioni, per cui sorse la necessità di conservare in un apposito luogo i resti del pane consacrato destinati ai malati e ai prigionieri affinchè non andassero a male; così essi venivano riposti in ceste o altri contenitori e tenuti in vari luoghi (generalmente armadi) con grande devozione e rispetto, tanto da designare gli stessi diaconi alla loro custodia.
Inoltre, nelle chiese i fedeli portavano essi stessi i pani, i quali venivano raccolti in grossi cesti che il sacerdote ridistribuiva al momento dell'Eucarestia: ciò era fatto apposta perchè la comunità ricevesse da Dio lo stesso pane che aveva portato.
Ovviamente, poichè i pani non erano azzimi ma lievitati, nelle ceste rimanevano una grande quantità di briciole, che finivano gettate via o agli animali da cortile, seppur consacrate.
Questo non perchè all'epoca non si avesse riverenza verso il Corpo del Signore (anzi), ma perchè la mentalità comune dell'epoca non aveva ancora maturato il modo di procurarsi un pane che non sbriciolasse e che si potesse conservare. Si ripristina così l'uso antico del "pane azzimo", senza mollica e di gran lunga più facile da custodire.
Apro un inciso: il termine "Ostia" venne adoperato dalla Chiesa per designare l'Eucarestia perchè il suo significato originale usato dai romani, stava ad indicare il sacrificare alla divinità i nemici presi in guerra.
L'offerta dei romani, i pagani, alla divinità consisteva in un agnello sacrificale che veniva identificato appunto come "ostia" alla quale vi accostavano il termine "vittima" indicato nei nemici da sconfiggere propiziandosi il favore degli dèi. Questo rituale si svolgeva anche con un "rendimento di grazie (eucarestia dal termine greco) in caso di vittoria sul nemico. Quindi l'agnello era l'ostia che veniva sacrificato agli dèi come augurio per la battaglia, il toro o un bue come "vittime" per ringraziare gli dèi in caso di vittoria.
Con il Cristianesimo dei primi secoli tale termine, Ostia, passa a significare il simbolico "pane" ( e non simbolico Corpo) che il sacerdote consacra quale vero Corpo di Cristo, unica e vera Vittima sacrificale per la salvezza degli uomini.
Il Protestantesimo sbagliò nel parlare dell'Eucarestia quale "simbolo" usando spesso i Padri che usano il termine "simbolo" perchè essi stessi non conoscevano probabilmente le usanze dei romani e le terminologie dei primi secoli, conoscenze maturate del resto in questi ultimi due secoli attraverso i quali abbiamo imparato anche a scoprire come il significato dei termini si sia evoluto. Il termine "simbolo" veniva usato dai Padri per indicare il "pane" e non il Corpo del Signore nel Pane consacrato!
Il Tabernacolo perciò, non fu una invenzione della Chiesa la quale attraverso l'ispirazione avuta dai Padri della Chiesa, ritorna più semplicemente ad usare il termine biblico nel quale il Tabernacolo era appunto la tenda nella quale era conservata l'Arca del Signore. Da qui, giungere ad usare il Tabernacolo per conservare gli avanzi dell'Eucarestia, il passo è breve! L'Ostia sostituisce il pane comunemente inteso favorendo non solo la praticità e la conservazione, ma anche quel pensiero che preoccupava i vescovi: le briciole che cadevano in terra.
Con san Tommaso D'Aquino abbiamo la così detta "epoca d'oro" dell'Eucarestia per la quale egli ne divenne il grande teologo che non solo la "spiegò", ma ne divenne il maggiore cantore. Nascono con lui gli "Inni Eucaristici", famoso il Tantum Ergo e Adoro te devote latens Deitas, da lui composti. San Tommaso d'Aquino (1221-1274), per ordine del Papa, compone ai piedi del Tabernacolo l'Ufficio e la Messa del SS. Sacramento.
Siamo così giunti alla conclusione di questo percorso eucaristico.
Se vi piacciono gli acrostici, eccone uno con l'Eucarestia:
Una salvezza per le nostre anime
Cristo Gesù. Tu
Amando tanto gli uomini e
Rinunciando alla vita
Elevi ogni cuore
Sopra i peccati del mondo
Ti porto con me tra
I miei giovani giorni
Ancora da vivere nella fede e nell’amore
Gesù istituì l'Eucaristia quando, durante l'Ultima Cena, distribuì agli apostoli il pane e il vino e ordinò di ripetere quel gesto "in memoria di me" (Luca 22:17-20; Corinzi 1, 11:23-25). Tale gesto fu compiuto nel contesto di una cena pasquale ebraica, nella quale si ricordava la liberazione dall'Egitto e l'Alleanza di Israele con Dio. Gesù nel benedire il pane e il vino annunciava e interpretava la sua passione e il senso della sua morte, suggello della "nuova alleanza" nel suo sangue.
La Chiesa, fin dalle origini, ha ripetuto questo rito come memoriale (cioè ci ritroviamo come duemila anni fa ai piedi della Croce per vivere il rituale della salvezza) della croce di Cristo, del suo sacrificio per la salvezza degli uomini.
L'uso di consumare pasti in memoria del Signore e la convinzione della presenza di Cristo allo "spezzare il pane" erano universali nella Chiesa primitiva e rito fondamentale della comunità cristiana.
Per i teologi della Chiesa antica le parole di Gesù "Questo è il mio corpo" e "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue" (Luca 22:19-20) sono spiegazione sufficiente della trasformazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo semplicemente perchè crede che le parole di Gesù sono la Verità, la Via e la Vita!
L'Eucarestia è così da sempre: Verità, Via, e Vita.
Un caro saluto a tutti, da Antonella.