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Da: gioiso Inviato: 17/02/2006 9.42
L'Eucarestia nei primi secoli

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La rubrica Apologeticum è apparsa dal settembre 1999 all'agosto 2001 sul periodico toscano Il Valdarno e sugli altri settimanali ad esso collegati, per un totale di quasi novanta articoli. Qui di seguito ne verranno riproposti alcuni, in una stesura che – in taluni casi – potrà essere diversa (di solito più ampia). Cominciamo con quelli aventi per tema l'Eucaristia. Al termine dell'articolo vengono segnalati gli eventuali testi su cui mi sono basato o dai quali ho tratto informazioni (oltre alla Bibbia, ovviamente, i cui brani sono tratti dalle edizioni con testo ufficiale CEI).

Leggende nere


C'è una leggenda piuttosto radicata anche all'interno del mondo cattolico, la quale vuole che la Chiesa primitiva fosse molto più pura di quella di oggi e ben più fedele agli insegnamenti di Cristo di quanto non lo sia la Chiesa cattolica dei nostri tempi.

In altre parole, quando l'imperatore Costantino proclamò il Cristianesimo 'Religione ufficiale dell'Impero', i papi ed i vescovi si sarebbero adagiati negli ozi ed ogni loro decreto sarebbe valso a mantenere la posizione di potere conquistata nella tarda antichità.

Leggenda, abbiamo detto… Nata in ambito protestante massonico e non, rafforzata dagli illuministi , e che ha fatto breccia nell'animo di non pochi cattolici degli ultimi decenni.

Uno degli aspetti di cui si è persa la memoria riguarda l'Eucaristia.

'Dire che l'ostia è molto di più di un simbolo è un'invenzione dei preti, perché chi ci dice che una volta era così?', ripete un ritornello diffuso.

Chi ce lo dice? Tutti i documenti della Chiesa dell'antichità.


Le testimonianze dei Padri della Chiesa


Lo abbiamo visto proprio nell'articolo Bibbia ed Eucaristia, pubblicato su questo stesso sito (ed incentrato sugli Atti degli Apostoli), che gli stessi primi discepoli 'spezzavano il pane di domenica'.

'Ma non siamo sicuri che avessero la consapevolezza di officiare un Sacramento', potrebbe dire qualcuno; insomma: avrebbe potuto essere una semplice commemorazione.

Vediamo di scorrere, allora, qualche documento dei primi secoli.

S. Giustino, originario della Terrasanta, verso la metà del II secolo scrive a proposito del Pane e del Vino: "noi non li prendiamo come un pane comune e una comune bevanda […] ma abbiamo imparato che è carne e sangue di quel Gesù che si incarnò. Gli Apostoli infatti tramandarono negli Evangeli […] che Gesù ha detto: 'Fate questo in memoria di me: questo è il mio Corpo… questo è il mio Sangue'".

S. Ilario di Poitiers dichiara: "Sulla realtà della carne e del sangue di Cristo non c'è adito a dubbio alcuno. Poiché tanto secondo la dichiarazione del Signore stesso quanto secondo la nostra fede, la sua carne è veramente cibo e il suo sangue è veramente bevanda".

Per sant'Ambrogio "come il Signore Gesù Cristo è il vero Figlio di Dio, così è la vera carne di Cristo che noi mangiamo, e il suo vero sangue che noi beviamo".

Nel commentare le parole di Gesù durante l'Ultima Cena, san Cirillo afferma: "Non dubitare che ciò sia vero, ma piuttosto accetta con fede le parole del Salvatore: essendo egli infatti la verità, non mente".

Anche S. Ireneo, vescovo e martire di Lione, afferma che "il pane è il Corpo del Signore […] e il calice è il Sangue di lui".

E Tertulliano, attivo tra il II ed il III secolo, confermava: "La carne [nostra] si nutre del Corpo e del Sangue di Cristo".

Le ammissioni dei Protestanti


Il Sacramento eucaristico creduto ed amministrato dai primi cristiani, in fondo, è riconosciuto anche dai protestanti più obiettivi.

Il Loofs, ad esempio, riconosce che le parole di san Giustino di cui sopra sono "dottrina comune tra i cristiani del suo tempo".

E Leibniz non ebbe difficoltà ad ammettere che "la pia antichità dichiarò abbastanza chiaramente che il pane si muta nel Corpo di Cristo e il vino nel Sangue".

Equivoci


Gli stessi avversari del Cristianesimo nascente, non comprendendo i misteri eucaristici e fraintendendo il senso delle parole, accusavano i cristiani di mangiare la carne e di bere il sangue di una vittima durante un sacrificio (si vedano soprattutto gli scritti dei filosofi neoplatonici, come Celso, Porfirio, ecc.).

Dimostrazione, anche questa, che il dogma era così diffuso da esser conosciuto anche dai persecutori.

Il sigillo di S. Giovanni evangelista


Ma, a voler essere pignoli, manca qualcosa.

Eh, già… I documenti riportati finora risalgono sì alla prima antichità del Cristianesimo, ma… facciamo di nuovo l'avvocato del diavolo: sono tutti testi posteriori all'epoca apostolica e potrebbe essere benissimo che, anche solo pochi decenni dopo, i nuovi cristiani si fossero distaccati dagli insegnamenti evangelici, per seguire credenze mai professate dai diretti discepoli del Cristo.

Parliamo, allora, di sant'Ignazio d'Antiochia, martirizzato sotto l'imperatore Traiano all'inizio del II secolo.

Questo Padre della Chiesa fu discepolo e contemporaneo dell'apostolo Giovanni.

In una sua lettera ai cristiani di Smirne, scritta durante la prigionia, si legge una forte critica verso alcuni eretici "che si astengono dalla Eucaristia, perché non confessano che è la stessa carne del Salvatore nostro […]".

Prova, questa, che lo stesso discepolo prediletto di Gesù, l'evangelista Giovanni, insegnava in prima persona le verità che la Chiesa cattolica continua a ripetere da venti secoli.

Alex Landi


Sono stati consultati:

· Carlo Carbone, La vera vita, Ave, 1967

· Celso, Il discorso vero, Adelphi, 19942

· p. Roberto Coggi o.p., Dialogo sull'Eucaristia, Edizioni Studio Domenicano, 1997