Nairobi, 15. Quasi cinque milioni di bambini sono in pericolo di vita nel Corno d'Africa, sia per la siccità sia soprattutto per le conseguenza della guerra in Somalia. Un comunicato diffuso ieri a Nairobi dall'Unicef, l'agenzia dell'Onu per l'infanzia, sottolinea che dallo scorso maggio il numero di bimbi ai quali occorrono interventi d'emergenza è cresciuto di un milione. Cinquecentomila di loro, sono in pericolo di vita immediato poiché ormai in stato di grave malnutrizione. Più in generale, l'Unicef segnala che nella regione circa 24 milioni di persone hanno bisogno di assistenza, con un aumento del 20 per cento rispetto ai 20 milioni stimati all'inizio dell'anno.
L'Unicef denuncia che malgrado l'aumento delle emergenze alle quali far fronte nei sei Paesi coinvolti - Etiopia, Eritrea, Gibuti, Kenya, Sudan e Uganda - i fondi stanziati sono significativamente inferiori rispetto a quelli degli anni precedenti. Inoltre, finora l'Unicef ha ricevuto dai Paesi donatori solo il 35 per cento di tali già limitati finanziamenti.
Le piogge quest'anno sono state della metà inferiori alla media. In Kenya, in particolare, si tratta del quarto anno consecutivo di siccità, il che ha comportato la morte di migliaia di capi di bestiame, l'aumento del costo della vita, e il sostanziale arresto della distribuzione dell'acqua. Negli ultimi mesi, inoltre, solo in Etiopia, Eritrea e Somalia sono stati registrati 65.000 casi di colera o di diarrea acuta, molti di più rispetto ai due anni precedenti.
Atrocità
nell'est congolese
Kinshasa, 15. Denunce di nuove atrocità arrivano dalle tormentate regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo, teatro di persistenti violenze di gruppi ribelli stranieri. In particolare, in un comunicato diffuso ieri dall'organizzazione umanitaria internazionale Medici senza frontiere (Msf), si afferma che nella provincia orientale, all'estremo nord est congolese, al confine con Uganda e Sud Sudan, centinaia di civili sono rimasti vittime delle brutalità dei ribelli nordugandesi del Lra, guidati da Joseph Kony.
Come noto, il gruppo ribelle, protagonista per vent'anni di sistematiche atrocità nel nord dell'Uganda, riparò in territorio congolese dopo aver perso nel 2005 le sue tradizionali basi in Sud Sudan. All'inizio dell'anno, contro il Lra è stata lanciata un'operazione militare congiunta degli eserciti congolese, ugandese e sud sudanese. Questo non ha impedito il persistere delle violenze ai danni delle popolazioni civili e, anzi, ha portato i miliziani nordugandesi a intensificare gli attacchi ai villaggi.
Secondo il coordinatore di Msf in Africa centrale, Luis Encinas, in territorio congolese si stanno ripetendo le atrocità che per vent'anni hanno visto vittime le popolazioni nordugandesi. "Stiamo parlando di tattiche di violenza il cui obiettivo è quello di terrorizzare le persone - ha detto Encinas - . I pazienti ci raccontano storie di estrema brutalità, di bambini obbligati a uccidere i loro genitori, di persone bruciate vive nelle loro case". Msf, ricorda di essere l'unica organizzazione umanitaria presente in certe aree della provincia e informa di non avere i mezzi per far fronte a tutte le necessità della popolazione delle zone in cui opera.
Distensione
tra Luanda e Kinshasa
Luanda, 15. È stato raggiunto un accordo tra l'Angola e la Repubblica Democratica del Congo per mettere fine alle espulsioni degli immigrati irregolari nei rispettivi Paesi. La decisione è stata presa dai presidenti dei due Stati, il congolese Joseph Kabila e l'angolano Edouardo dos Santos. "Sono molto soddisfatto che il presidente Kabila abbia immediatamente diffuso le istruzioni perché cessino tutte le espulsioni dalla Repubblica Democratica del Congo. La stessa cosa ha fatto il nostro Governo", ha commentato il vice ministro degli Esteri dell'Angola, Jorge Chicoty.
L'accordo ora deve essere perfezionato, ma rappresenta un primo passo verso la distensione tra i due Paesi, dopo settimane di misure vicendevoli di ritorsione che erano arrivate fino al blocco delle frontiere e all'interdizione dello spazio aereo angolano ai voli provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo o a essa diretti.