00 06/10/2009 18:21
Al termine della seconda congregazione generale

La relazione sull'«Ecclesia in Africa»
frutto del primo Sinodo continentale




Al termine della seconda congregazione generale, svoltasi nell'aula del Sinodo lunedì pomeriggio, 5 ottobre,
monsignor Laurent Monsengwo Pasinya,
arcivescovo di Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, ha svolto la relazione sull'Ecclesia in Africa, l'esortazione apostolica nata dal precedente sinodo continentale. Di seguito pubblichiamo una nostra traduzione dal francese dell'intervento del presule.


Introduzione




Il 10 aprile 1994, nel corso di una solenne liturgia, Papa Giovanni Paolo II, di felice memoria, circondato da 35 cardinali, un patriarca, 39 arcivescovi, 146 vescovi e 90 sacerdoti, apriva solennemente l'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi "perché sia promossa un'organica solidarietà pastorale nell'intero territorio africano ed isole attigue" (1). "Era presente l'Africa con la varietà dei suoi riti: essa danzava la sua gioia, esprimendo la sua fede nella vita al suono dei tam-tam e di altri strumenti musicali africani" (2).
In quella occasione, l'Africa percepì di essere, da un lato, parte integrante della storia della salvezza, da Abramo a Gesù Cristo (3) e, dall'altro, secondo le parole di Paolo VI "novella patria di Cristo" (4), "terra amata dal Padre eterno" (5).
Per un mese (10 aprile - 8 maggio 1994), l'Assemblea sinodale guarderà l'Africa in un faccia a faccia, per meglio comprenderla e misurare la profondità dei suoi drammi e delle sue ferite (genocidio, guerre e conflitti armati, movimenti migratori...). Come pure i suoi sforzi di rinascita, di democrazia, di difesa dei diritti umani, e anche le testimonianze luminose di carità fino al martirio. Durante tutte le sue assisi, l'Assemblea sinodale - e con essa, la Chiesa - sperimentò e visse nella propria carne le sofferenze dei popoli dell'Africa come se il Signore volesse associarvi il Sinodo: il Papa Giovanni Paolo II e alcuni padri sinodali ricoverati, assassinio di un arcivescovo e tre vescovi a Kabgayi, massacro di sacerdoti, religiosi/e e fedeli laici, profanazione di chiese.
Al termine dei dibattiti e delle deliberazioni dei padri sinodali, l'Africa è apparsa - più che mai - come l'uomo della parabola evangelica, che scendeva da Gerusalemme a Gerico e che i banditi avevano lasciato mezzo morto al margine della strada (cfr. Lc, 10, 30ss). Infatti, come quell'uomo, l'Africa attendeva il passaggio del buon Samaritano che è Gesù Cristo.
Perciò i padri sinodali hanno voluto che quello fosse un "Sinodo di risurrezione", un "Sinodo di speranza e di conforto per l'Africa: "Cristo nostra speranza è vivo, noi vivremo!" (6).
In effetti, non bastava fare delle constatazioni e misurare l'entità dei drammi dell'Africa; era necessario proporre soluzioni e rimedi, orientamenti e scelte pastorali in grado di risollevare e ridare vitalità a tutta la vita della Chiesa e dei popoli dell'Africa. Per questo i padri sinodali hanno preso, al Sinodo, l'impegno solenne di proseguire instancabilmente la missione evangelizzatrice della Chiesa nelle sue cinque dimensioni che sono: l'evangelizzazione, l'inculturazione, il dialogo, la giustizia e la pace, i mezzi di comunicazione sociale. E per adempiere a questa missione, l'Assemblea sinodale ha scelto l'idea-guida della Chiesa-Famiglia di Dio. "La nuova evangelizzazione tenderà dunque a edificare la Chiesa come famiglia, escludendo ogni etnocentrismo e ogni particolarismo eccessivo, cercando invece di promuovere la riconciliazione e una vera comunione tra le diverse etnie, favorendo la solidarietà e la condivisione per quanto concerne il personale e le risorse tra le Chiese particolari, senza indebite considerazioni di ordine etnico" (7).
Grazie alla benevolenza e alla fedeltà del Pontefice, le idee portanti, le opzioni, gli orientamenti e le proposizioni dell'Assemblea sinodale speciale per l'Africa furono sostanzialmente "codificate" nell'Esortazione post-sinodale Ecclesia in Africa (1995). È opportuno valutare, attraverso l'accoglienza della stessa, l'incidenza teologica e pastorale del Sinodo speciale per l'Africa nella Chiesa.
1. Dalla prima alla seconda Assemblea speciale per l'Africa


1.1. La prima Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi ha creato indubbiamente una dinamica non solo nella vita della Chiesa universale, essendo cronologicamente il primo sinodo continentale, ma anche nella vita della Chiesa cattolica in Africa. In quest'ultimo caso, questa dinamica verteva soprattutto sui cinque temi-chiave e sulla loro attinenza alla vita e allo sviluppo dell'Africa; poi sull'idea-guida di Chiesa-Famiglia di Dio, senza parlare del kairos che questa visione della Chiesa offriva per la risoluzione delle situazioni di guerra e di conflitto che l'Africa attraversava.


1.2. Crescita della Chiesa Cattolica in Africa


A titolo illustrativo, diamo alcune statistiche in grado di mostrare la crescita della Chiesa durante i tredici anni successivi alla prima Assemblea speciale per l'Africa (1994-2007).
Queste statistiche mostrano la vitalità e la crescita della Chiesa in Africa dopo la celebrazione del Sinodo nel 1994. Quest'ultimo è stato forse una delle principali cause, se non quella più importante, di tale impulso.
Un altro dato di cui tener conto per valutare il vigore della Chiesa in Africa è certamente la creazione di nuove diocesi: 80 dal 1994 al 2009 (più cinque prefetture apostoliche), senza contare le 24 diocesi divenute arcidiocesi e le 6 diocesi in fieri trasformate in diocesi a pieno titolo. È così che l'episcopato africano è passato da 428 membri nel 1994 a 528 nel 2009, con una crescita del 23,5 per cento. Anche se la crescita è generalizzata, alcuni Paesi si distinguono in modo particolare, come, citando in ordine alfabetico: il Benin (+45 per cento), il Camerun (+25), l'Etiopia/Eritrea (+45), il Ghana (+135), il Kenya (+42), la Nigeria (+43), l'Uganda (+15), la Repubblica Centrafricana (+50) e il Togo (+75). È così che le Conferenze episcopali nazionali o internazionali africane sono passate da 34 nel 1994 a 36 nel 1998 (8).




Rinnovamento dei pastori in Africa dopo l'Assemblea speciale



Dei 190 vescovi africani sui 239 membri che compongono l'assemblea sinodale, solo 50 hanno visto la loro situazione immutata, mentre dei rimanenti 129 membri 10 sono stati creati cardinali (8,5%), 36 sono stati promossi o trasferiti (28,5%), 50 sono diventati emeriti (38,5%) e 57 sono deceduti (44%). Intanto, altri partecipanti all'evento sinodale sono stati nominati vescovi: 2 sacerdoti, 4 esperti, 1 uditore e 3 assistenti della segreteria generale.
In tutto il continente africano, sono 520 i vescovi su un totale di 528 a essere stati nominati o promossi dopo la conclusione del Sinodo (9). Abbiamo così un tasso di rinnovamento più alto rispetto a quello dei membri dell'Assemblea stessa, con circa il 98 per cento in un lasso di tempo piuttosto breve (1994-2009).




Nuovi vescovi in Africa


La prima cifra tra parentesi indica il numero dei vescovi nominati o promossi dopo la conclusione dell'Assemblea speciale per l'Africa, mentre la seconda indica il numero totale delle diocesi del Paese. Le diocesi create di recente vengono indicate con il numero che segue le cifre tra parentesi.
Africa meridionale: (22/29) + 1
Africa del Nord: (9/10)
Angola e São Tomé: (24/18) + 4
Benin: (13/10) + 3
Burkina Faso e Niger: (14/15) + 4
Burundi: (9/9)
Camerun: (21/26) + 5


cedoi: (3/6) + 1

Ciad: (6/8) + 4

Congo: (6/6) + 1

Congo (Repubblica Democratica
del): (53/51)

Costa d'Avorio: (24/16) + 3

Egitto: (15/15) + 1

Etiopia ed Eritrea: (12/13) + 4

Gabon: (6/6) + 2

Gambia e Sierra Leone: (3/4)

Ghana: (22/19) + 11

Guinea: (4/3)

Guinea Equatoriale: (2/3)

Kenya: (29/24) + 7

Lesotho: (2/4)

Liberia: (2/3)

Madagascar: (26/20) + 3

Malawi: (11/7)

Mali: (4/6)

Mozambico: (9/12) + 1

Namibia: (2/3)

Nigeria: (47/53) + 16

Repubblica Centrafricana: (8/9) + 3

Rwanda: (9/9) + 1

Senegal, Capo Verde, Mauritania e Guinea Bissau: (10/12) + 3

Sudan: (4/9)

Tanzania: (24/32)

Togo: (7/7) + 3

Uganda: (20/23) +3

Zambia: (7/10) + 1

Zimbabwe: (8/8) + 1


1.3 Edizioni

Tra le iniziative prese per l'attuazione delle opzioni dell'Assemblea speciale per l'Africa bisogna annoverare l'edizione integrale o parziale dell'Esortazione post-sinodale Ecclesia in Africa (eiaf) nelle principali lingue utilizzate durante i lavori del secam (inglese, francese, portoghese). Queste traduzioni hanno permesso una migliore conoscenza delle direttive e delle opzioni sinodali, specialmente grazie alla celebrazione di incontri pastorali ai quali hanno preso parte i fedeli a diversi livelli.


1.4 Strutture pastorali


Sia il secam sia le conferenze regionali e nazionali e le diocesi hanno creato strutture pastorali o di studio per l'applicazione delle direttive e delle raccomandazioni del Sinodo per l'Africa. A livello del secam, in particolare, gli statuti e il Regolamento interno sono stati emendati in tal senso.


1.5. Piani e programmi pastorali


A livello continentale, regionale, nazionale e diocesano, molti hanno elaborato progetti, piani e programmi pastorali annuali, triennali e perfino quinquennali nello spirito del Sinodo speciale per l'Africa. Tali programmi erano contenuti generalmente in lettere pastorali, libretti od opuscoli che ne mostrano i nessi con il pensiero del Sinodo.
16. Degne di una particolare menzione sono le due lettere pastorali delle Assemblee plenarie del secam: "La Chiesa in Africa, una Chiesa-Famiglia" (10) e "Cristo è la nostra pace: la Chiesa-Famiglia di Dio, luogo e sacramento del perdono, della riconciliazione e della pace in Africa" (11). Mentre la prima lettera pastorale è uno sforzo d'inculturazione dei valori familiari autentici dell'Africa riguardo alle realtà ecclesiali, la seconda, dopo aver mostrato la differenza e la connessione tra la pace degli uomini e quella che offrono Cristo e la Chiesa, presenta un piano pastorale in grado di aiutare la Chiesa ad assumere un ruolo maggiore nella ricerca umana della pace in Africa. Si ricorderà questa massima divenuta celebre: "Il conflitto, anche latente, comincia sempre laddove un diritto è violato o sbeffeggiato"(12).


1.7. Sinodi


Dal 1994 e nel corso degli anni successivi molte diocesi e alcune conferenze episcopali hanno tenuto sedute sinodali sia sui temi stessi del Sinodo Speciale per l'Africa, sia su un tema o due. Il tema generale dell'"Evangelizzazione" è stato spesso ricordato anche per coprire tutti i settori. Una conferenza episcopale ha organizzato per tutti e cinque gli anni una sessione pastorale nazionale sull'evangelizzazione.


1.8. Congressi e simposi


Università, facoltà ecclesiastiche e associazioni bibliche e teologiche hanno organizzato congressi e simposi sia sull'evangelizzazione che sul tema-chiave della Chiesa-Famiglia di Dio o anche sulla missione. Sono rimaste famose due settimane teologiche: la prima a Kinshasa, organizzata dalla Facoltà di Teologia Cattolica di Kinshasa sulla Chiesa-famiglia e la Chiesa-fraternità, nel 1995, nel corso della quale gli studi hanno mostrato che dalla Bibbia, segnatamente 1 Pt, 2, 17; 1 Pt, 5, 9, alla vita monastica fino al secolo VIII, la visione della Chiesa come famiglia o fraternità era usuale e corrente (13); la seconda nell'icao (Abidjan) nel 1996, partendo dal sacramentario leoniano (V secolo), gelasiano (V secolo) e gregoriano (VII secolo) fino alla riforma liturgica del Vaticano II, senza parlare della letteratura teologica, ha concluso che la concezione della Chiesa come famiglia di Dio in realtà non era altro che un ritorno alle fonti della fede cristiana (14). L'Associazione panafricana degli esegeti cattolici (apeca) ha arricchito nel corso dei due congressi (Ouagadougou, 1997 (15) e Abuja, 1999) (16) il dibattito teologico sulla Chiesa-famiglia di Dio. Lo stesso vale per il Congresso missionario internazionale "Terzo millennio" (2005) a Kinshasa, dove si è constatato che il concetto di Chiesa-famiglia era un importante contributo africano in ecclesiologia (17).


1.9. Vocabolario teologico e pastorale


È una soddisfazione constatare che il termine Chiesa-famiglia di Dio si sta ritagliando via via un posto nel vocabolario teologico e pastorale della Chiesa in Africa e nel mondo, ivi compreso nel Magistero pontificale (18).


1.10. Ricerche teologiche e catechetiche


Sono state avviate ricerche dottorali e catechetiche sulla Chiesa-famiglia di Dio e sul pensiero del Sinodo speciale per l'Africa.
1.11. Tre conseguenze dirette dell'Assemblea sinodale del 1994 furono: la realizzazione a tutti i livelli della Chiesa in Africa (continentale, nazionale, diocesano, parrocchiale), di commissioni Giustizia e pace; la creazione di facoltà di comunicazione sociale in seno alle università cattoliche, il lancio di emittenti televisive e radiofoniche rurali diocesane; commissioni formali o informali di dialogo ecumenico e interreligioso. Pur rammaricandosi che, per mancanza di mezzi, non sia stato possibile avviare la Radio continentale africana, ci si rallegra però per il ruolo importante svolto dalle commissioni di Giustizia e pace nella formazione civica e democratica dei cittadini, come pure nella preparazione e nel monitoraggio delle elezioni in diversi Paesi africani.
1.12. Vi è anche motivo di rammaricarsi per lo scarso entusiasmo suscitato anzitutto nella Chiesa locale africana e poi nelle altre Chiese dei Paesi sviluppati a proposito dei mezzi materiali necessari per l'autosostentamento delle diocesi povere dell'Africa (19). Occorre riconoscere che, malgrado la povertà delle popolazioni africane, una migliore organizzazione delle collette per le Pontificie opere missionarie, l'Obolo di San Pietro e l'autosostentamento delle diocesi africane, permetterebbe all'Africa di partecipare più generosamente al finanziamento della missione di Gesù Cristo nel mondo e "di produrre risorse in vista dell'autofinanziamento progressivo delle nostre Chiese" (20). Su questa falsariga le Chiese dovrebbero sforzarsi di assicurare, per quanto è possibile, il finanziamento delle strutture ecclesiali da esse create. Disposizioni in tal senso sono tanto più necessarie perché le organizzazioni non governative (ong) di ogni genere proliferano sempre più in Africa e per le loro attività fanno ricorso agli stessi organismi di aiuti cattolici delle diocesi e delle conferenze episcopali.
1.13. Nel quadro della promozione della giustizia e della pace, una conferenza episcopale ha creato un Istituto della Pace, le cui iniziative di mediazione per la pace sono numerose e apprezzate.


2. Prospettive per la convocazione della seconda Assemblea Speciale


2.1. Nel corso degli anni successivi alle sessioni della prima Assemblea speciale per l'Africa, il consiglio post-sinodale della segreteria generale del Sinodo ha tenuto regolarmente una riunione annuale durante la quale si procedeva a tracciare uno scenario socio-pastorale della Chiesa in Africa.
2.2. Nel corso della sua 11ª riunione del 18-19 giugno 2003, il Consiglio è giunto a constatare che "la situazione generale del continente, già critica nella fase di preparazione dell'Assemblea speciale, non è affatto migliorata, anzi al contrario. L'unica differenza deriva dal fatto che, in seguito all'Esortazione post-sinodale Ecclesia in Africa, la Chiesa locale dispone dello strumento adeguato per affrontare e trattare questo problema" (21).
2.3. Quindi il Consiglio ha cominciato a prospettare un programma di preparazione della seconda Assemblea speciale per l'Africa. "La maggior parte dei membri sono stati d'accordo che la seconda Assemblea si celebrasse a 15 anni di distanza dalla prima, quindi nel 2009, dopo una preparazione di 5 anni, permettendo un lavoro di approfondimento a partire dalla base, e dunque cominciando dal 2004".
2.4. Dopo che la prima Assemblea sinodale per l'Africa aveva esaminato la situazione nel continente nel suo insieme, il Consiglio post-sinodale ritenne che la seconda Assemblea dovesse limitarsi a un aspetto (22) più definito e di un'urgenza particolare per il futuro del continente, per esempio la pace, la giustizia e il perdono nel contesto della Chiesa-Famiglia di Dio, ricorrendo a una formulazione del tipo: "Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono (o riconciliazione)", o sottolineando il ruolo di fermento che la Chiesa ha in Africa: "Chiesa-Famiglia di Dio: fermento di un mondo nuovo" (23).
2.5. Il 13 novembre 2004, giorno del 1650° anniversario della nascita di sant'Agostino, nel corso di una udienza concessa ai vescovi dell'Europa (ccee) e dell'Africa (secam), Papa Giovanni Paolo II colse l'occasione per annunciare la sua intenzione di convocare una seconda Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi.
2.6. Spetterà a Benedetto XVI concretizzare questa intenzione, annunciando la convocazione, in Vaticano, dal 4 al 25 ottobre 2009, della seconda Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi sul tema: "La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo (Mt, 5, 13-14)".


3. Sulle orme della prima Assemblea speciale per l'Africa


3.1. La seconda Assemblea sinodale speciale per l'Africa è nella logica e sull'esempio della prima Assemblea del 1994. In effetti, dal momento che l'Africa evolveva in un clima generale di guerre e di conflitti, si poteva temere che tale situazione generasse una serie di atti di vendetta e di violenza generalizzata. In modo provvidenziale, la prima Assemblea sinodale aveva assegnato all'evangelizzazione la missione di edificare la Chiesa-Famiglia di Dio perché le famiglie africane divenissero chiese domestiche e le società africane società-famiglia. Ora, da un lato, non ci si uccide fra membri della stessa famiglia; dall'altro, per sua natura, la Chiesa-Famiglia di Dio si presta a essere il luogo e il sacramento del perdono, della riconciliazione e della pace, come ci insegna il Vangelo (Mt, 16, 19; 18, 17; Gn, 20, 22-23). Occorre inoltre che la Chiesa stessa si presenti al mondo come comunità riconciliata, capace di influenzare la società e di coinvolgerla in una volontà di perdono, di riconciliazione e di pace. Una seconda assemblea sinodale dovrebbe dunque portare a termine l'opera cominciata nella prima. Essa rendeva necessaria (invocava) la seconda come conseguenza e completamento.


4. Riconciliati nella Chiesa-Famiglia di Dio


4.1. Il termine riconciliazione implica l'idea di "ri-cucitura" e di ricomposizione del tessuto di relazioni umane lacerato per una ragione o per l'altra. Questo ripristino dell'armonia si esprime nelle varie lingue attraverso l'idea fondamentale di "cambiamento" attivo e passivo (allassô), di "adunanza" e di "riunione" (conciliare, riconciliare. Cfr. Concilium), di "purificazione" e d'"espiazione" (Yôm Kippûr). In Africa la riconciliazione comporta inoltre il concetto di un ripristino della coesione del clan e familiare in vista dell'armonia e dell'equilibrio "totale" del lignaggio e della collettività.
4.2. La "riconciliazione cristiana" va ben oltre, poiché essa appartiene alla trilogia "amore, perdono, riconciliazione" che, da parte sua, implica la gratuità come l'implica l'amore di Dio. Per questa ragione essa partecipa del radicalismo evangelico (la nuova legge). Così il Vangelo può invitarci ad amare come Dio, ovvero sia i nostri amici che i nostri nemici, sia i buoni che i malvagi, "perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti" (Mt, 5, 44-45). E san Paolo aggiunge: ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori (cioè nemici di Dio), Cristo è morto per noi" (Rm, 5, 8).
4.3. In questa logica di gratuità, il discepolo di Cristo deve lasciare la sua offerta sull'altare e andare prima a riconciliarsi con il suo fratello, prima di ritornare a presentarla a Dio (Mt, 5, 23-24). In altre parole, non ci si può aspettare il perdono di Dio e la riconciliazione con lui senza un cuore aperto all'amore e disposto al perdono e alla riconciliazione verso il prossimo (cfr. Mt, 18, 23-35: il debitore spietato).
4.4. In breve, l'amore, il perdono e la riconciliazione scaturiscono e si offrono gratuitamente, senza attendersi nulla in cambio. Ma essi sono per natura così disinteressati che generano automaticamente una contropartita. Infatti, non si possono cogliere le motivazioni di un tale amore senza restituire in cambio un amore proporzionato. È tutta la spiritualità delle nostre relazioni filiali con Dio nostro Padre.
4.5. Perciò l'ideale della riconciliazione, del perdono e dell'amore cristiano trascende le forze umane. Per vivere, crescere e perfezionarsi, ha bisogno della forza dello Spirito Santo, Spirito d'amore riversato nei nostri cuori (Rm, 5, 5; 8, 15), per mezzo dell'economia sacramentale della Chiesa: "Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt, 5, 48). La riconciliazione perfetta si dispiega e si vive nella Chiesa-Famiglia di Dio che, in quanto sacramento della salvezza di Dio, è il luogo e lo strumento della riconciliazione e del perdono.
4.6. Alla trilogia Amore, perdono e riconciliazione sono indissolubilmente legate fraternità, giustizia e verità. "La società sempre più globalizzata ci rende vicini - dice Benedetto XVI - ma non ci rende fratelli. La ragione, da sola, è in grado di cogliere l'uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità. Questa ha origine da una vocazione trascendente di Dio Padre, che ci ha amati per primo, insegnandoci per mezzo del Figlio che cosa sia la carità fraterna" (24).
4.7. Non ci si può riconciliare che nella verità: la verità materiale dei fatti, la verità formale delle disposizioni interiori dei cuori, quando "la bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda" (cfr. Lc, 6, 45) e la parola data dai protagonisti è veritiera e non mischia il "sì" e il "no" (cfr. Mt, 5, 37). È solo in queste condizioni che le commissioni "Verità e riconciliazione" possono compiere un'opera utile nella pacificazione dei paesi in conflitto. "La verità, infatti, è lógos che crea diá-logos" e quindi comunicazione e comunione. La verità, facendo uscire gli uomini dalle opinioni e dalle sensazioni soggettive, consente loro di portarsi al di là delle determinazioni culturali e storiche e di incontrarsi nella valutazione del valore e della sostanza delle cose" (25).
4.8. Una riconciliazione nella menzogna non può essere una fonte di pace durevole, non più di una riconciliazione che ignora gli imperativi elementari della giustizia. "Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono", disse Giovanni Paolo II nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2002. E Benedetto XVI dirà: "nella verità, la pace" (24).
Una riconciliazione senza la giustizia è un'operazione che causa frustrazione e lascia un retrogusto d'incompiuto. Una riconciliazione senza la verità farà trasparire sempre l'inadeguatezza degli accordi siglati, provocherà sospetti sulla sincerità degli interlocutori e comprometterà la fedeltà alla parola data.


5. Riconciliati "per la salvezza della moltitudine" (cfr. Gn 45, 7-8; 14-15)


A questo proposito l'episodio biblico di Giuseppe venduto dai suoi fratelli può chiarire il senso della riconciliazione. In effetti, la via della schiavitù di Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai suoi fratelli (Gn, 37, 12-38) si conclude con la riconciliazione con i suoi fratelli. Giuseppe interpretò la sua partenza per l'Egitto come opera di Dio che lo aveva inviato prima (dei suoi fratelli) per salvar loro la vita per una grande liberazione (Gn, 45, 7); per la "salvezza della moltitudine" (lett.: un popolo numeroso) (Gn 50, 20). Questo episodio, che si colloca nella teologia biblica del ciclo dell'Esodo, ci dà, mi sembra, una chiave ermeneutica della storia della salvezza, suscettibile di aiutarci a comprendere, nella fede, il senso profondo degli ultimi cinque secoli della storia umana in generale e della "Rotta degli schiavi" in particolare. I quattrocentotrenta anni di schiavitù del popolo ebraico in Egitto (Es, 12, 40) possono indurci a interpretare la piega che prende la geopolitica contemporanea. Essa sembra essere la conclusione della "Rotta degli schiavi" del XV e del XVI secolo, considerata come un piano di Dio "per la salvezza della moltitudine". E se l'elezione di un nero a capo degli Stati Uniti d'America è stato un "segnale divino" e un richiamo dello Spirito Santo a una riconciliazione di razze e di etnie, per relazioni umane pacificate e perché cessi "il partenariato delle materie prime" per un "partenariato delle materie grigie" nelle relazioni nord-sud...! Il presente Sinodo e la Chiesa universale ci guadagnerebbero a non ignorare questo avvenimento fondamentale della storia contemporanea, che è lontano dall'essere un banale gioco di alleanze politiche.


Conclusione


Occorre riconoscere che lo spirito e la dinamica della prima Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi hanno dato un nuovo impulso alla vita e alla missione della Chiesa in Africa. Non solo le Chiese locali hanno accolto con entusiasmo l'Esortazione post-sinodale Ecclesia in Africa, che hanno pubblicato e presentato, ma per giunta ne hanno seguito le direttive, le opzioni e gli orientamenti sia per convocare sinodi diocesani, nazionali o regionali, sia per organizzare congressi, simposi o seminari sul tema-chiave della Chiesa-Famiglia di Dio, o ancora per elaborare progetti, piani e programmi pastorali fondati su questo stesso tema e contenuti con lettere pastorali, libriccini od opuscoli facilmente maneggiabili. Questi programmi pastorali erano concepiti a tutti i livelli, dal secam alle diocesi e alle commissioni Giustizia e Pace.
A questo proposito, la lettera pastorale del secam, intitolata "Cristo è la nostra Pace" (2001) ha affrontato in modo più formale la questione dei conflitti armati e della riconciliazione in Africa, considerando la Chiesa-Famiglia di Dio come il luogo e il sacramento del perdono, della riconciliazione e della pace in Africa. Questo tema della riconciliazione e quello della Chiesa-Famiglia di Dio aprivano così il cammino alla Seconda Assemblea sinodale incentrata sulla Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace ... "Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo" (Mt, 5, 13-14).
La seconda Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi è chiamata ad avviare la Chiesa e la società in Africa sul cammino del perdono, della riconciliazione e della pace, grazie alla giustizia nella verità: "riconciliate nella Chiesa-Famiglia di Dio, per la salvezza della moltitudine".
"Fammi conoscere, Signore, le tue vie" (Sal, 25 [24], 4). "Ti preghiamo, Signore, tu che guidi le creature umane attraverso i conflitti di questo mondo, porta a buon fine le volontà di pace del nostro tempo, affinché tutti gli uomini possano vivere felici e lodarti per l'amore che tu doni" (26).





Note

1) EA, 5.
2) EA, 6.
3) Cfr. omelia di apertura di Giovanni Paolo II.
4) AAS 56, 1964, pp. 907-908.
5) Giovanni Paolo II, omelia di chiusura del Sinodo dei vescovi in Doc. Cath., 91 (1944) 536.
6) Messaggio, n. 1-2, EA, 13.
7)EA, 63.
8) 1994: 34 + 1 (c.e.d.o.i); 2004: 36 + 1 (c.e.d.o.i) - Namibia (96) - Liberia (98).
9) Vescovi di nuova nomina o promossi (369); trasferiti (151) dopo la prima Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi.
10) Documento finale dell'Assemblea plenaria del secam a Midrand (Johannesburg), dal 21 al 27 settembre 1997, pubblicato ad Accra, 1998.
11) Documento finale dell'Assemblea plenaria del secam a Rocca di Papa dal 1° all'8 ottobre 2000, pubblicato ad Accra nel 2001.
12) "Christ est notre paix"..., n. 109.
13) AA, Église-Famille Église-fraternité. Perspectives post-synodes. Atti della ventesima Settimana teologica di Kinshasa, Kinshasa, fck, 1997.
14) AA., Foi, Culture et évangélisation en Afrique à l'aube du 3ème millénaire. Atti del Colloquio speciale postsinodale, Abidjan, ricao, 14-15, 1996.
15) AA., L'Église-famille et perspectives bibliques. Atti dell'ottavo Congresso dell'Associazione panafricana di esegeti cattolici. Mélanges Cardinal P. Zoungrana, Ouagadougou, 19-27 luglio 1997; Kinshasa, 1999.
16) AA., L'Église famille et perspectives bibliques. Atti del nono Congresso dell'Associazione panafricana di esegeti cattolici; Abidjan, 25-30 settembre 1999, Kinshasa, 2002.
17) Tshibangu Th., "L'avenir de l'activité missionnaire" ad Gentes, Perspectives pour le 21ème siècle, Atti del Congresso internazionale di missiologia "Tertio Millennio", Kinshasa, Médiaspaul, 2005.
18) Cfr. Giovanni Paolo II, Pastores gregis, n. 59; Benedetto XVI, udienze generali del 7 febbraio 2007 e del 15 ottobre 2008.
19) Cfr. eiaf, n. 104.
20) Ibid.
21) Rapporto della XI riunione del Consiglio post-sinodale, p. 4, ii.
22) Ibid.
23) Cfr. Rapporto, ibid, pp. 4-5.
24) Benedetto XVI, Lettera enciclica Caritas in veritate, n. 19.
25) Ibid, n. 4.
26) Orazione Ora Nona del giovedì della seconda settimana del tempo ordinario, ufficio francese.

(©L'Osservatore Romano - 7 ottobre 2009)





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)