00 07/10/2009 18:14
Il Sinodo per l'Africa

I vescovi denunciano sfruttamento e corruzione




Organizzazioni non governative e organismi internazionali presenti in Africa, spesso con la scusa di aiutare, vogliono imporre un'ideologia. È una denuncia emersa durante gli interventi liberi dei Vescovi nella quarta Congregazione generale del Sinodo, svoltasi martedì pomeriggio 6 ottobre. A questo atto di accusa è seguito quello sullo sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali da parte di alcune multinazionali e di potenze straniere.

Per contrastare questo saccheggio è stato proposto di stilare un codice di condotta per quanti vogliono operare sul territorio africano.

Uno degli aspetti più inquietanti dello sfruttamento della natura in Africa è la lotta per il controllo delle risorse idriche. Proprio il problema della privatizzazione dell'acqua da parte di grandi imprese agricole e di multinazionali produce conflitti sociali. È quanto ha evidenziato un padre sinodale, definendolo una delle emergenze più acute per il futuro del continente. La Santa Sede - è stato fatto notare - già da tempo propone che l'accesso all'acqua sia riconosciuto come un diritto umano. Un'altra voce si è levata contro la tratta delle donne e dei bambini. Esiste una rete di persone senza scrupoli che sfrutta i più poveri soprattutto per alimentare il turpe mercato della prostituzione. È stata poi denunciata la presenza di organizzazioni che operano anche fuori del continente implicate nel traffico umano.

Riconosciute le emergenze e le urgenze dell'Africa, sono state anche individuate alcune possibilità di intervento. Prima fra tutte la denuncia del malgoverno, della corruzione e degli interessi economici privati di alcuni governanti. La Chiesa dovrebbe collaborare con le istituzioni ma esserne anche la coscienza critica. Altro contributo è quello di proporre e insegnare la dottrina sociale ai politici e a quanti vogliono partecipare alla vita politica.

La formazione dei laici è stata più volte segnalata come priorità ineludibile per preparare persone capaci e mature. Altra proposta è stata quella di lanciare un appello a nome di tutto il Sinodo per l'abolizione della pena di morte, troppe volte usata come strumento per eliminare gli avversari politici. Infine, è stata espressa solidarietà a monsignor Maroy Rusengo, arcivescovo di Bukavu nella Repubblica Democratica del Congo, che ha lasciato il Sinodo per far rientro in patria dopo aver denunciato le aggressioni subite dai cristiani nella sua diocesi.

I lavori sono proseguiti questa mattina con la prima riunione dei circoli minori.




(©L'Osservatore Romano - 8 ottobre 2009)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)