La circoncisione dell'udito
A proposito degli orecchi dice come ha circonciso il nostro cuore. Parla il Signore nel profeta: «Mi hanno ubbidito con il loro orecchio», e dice ancora: «Con l'udito ascolteranno i lontani e conosceranno le mie opere»; e «circoncidete i vostri orecchi», aggiunge il Signore. E ancora: «Ascolta, Israele, queste cose dice il Signore Dio tuo». «Chi è colui che vuol vivere in eterno? Ascolti con attenzione la voce del mio figlio». E ancora: «Ascolta, o cielo, e tu, o terra, porgi l'orecchio, poiché il Signore disse questo a testimonianza per voi». E ancora: «Udite la parola del Signore, voi principi di questo popolo». E ancora: «Ascoltate o figli la voce di colui che grida nel deserto». Dunque, ha circonciso i nostri orecchi, perché, ascoltando la parola, noi crediamo. Invece, viene abolita la circoncisione in cui essi hanno posto fiducia. (Il Signore) aveva parlato di una circoncisione da non fare nella carne. Ma essi trasgredirono, perché l'ingannò un angelo cattivo. Riferisce loro: «Questo dice il Signore Dio nostro» (qui trovo il precetto): «Non seminate tra le spine, ma circoncidetevi per il Signore vostro». Che cosa poi aggiunge? «Circoncidete la durezza del vostro cuore». E ancora: «Ecco, dice il Signore, tutti i popoli gentili sono circoncisi nel prepuzio, questo popolo è incirconciso nel cuore». Ma tu dirai: «Il popolo si circoncide per un sigillo». Però si circoncidono ogni siro e ogni arabo e tutti i sacerdoti degli idoli. Dunque, appartengono all'alleanza. Anche gli egizi sono circoncisi. Apprendete, figli dell'amore, più particolareggiatamente queste cose. Abramo, praticando per primo la circoncisione, prevedeva nello spirito Gesù, conoscendo i simboli delle tre lettere. (La Scrittura) infatti, dice: «Abramo circoncise trecentodiciotto uomini della sua casa». Quale era il significato a lui rivelato? Lo comprendete perché dice prima diciotto e, fatta una separazione, aggiunge trecento. Diciotto si indica con iota = dieci ed eta = otto. Hai Gesù. Poiché la croce è raffigurata nel tau che doveva comportare la grazia, aggiunge anche trecento. Indica Gesù nelle due prime lettere e la croce nell'altra. Chi ha posto in noi il dono della sua dottrina lo sa. Nessuno ha imparato da me parola più sincera, ma so che voi ne siete degni.
Le carni proibite
Mosè nel dire: «Non mangiate né maiale, né aquila, né sparviero, né corvo, né pesci che non abbiano squame» aveva in mente tre precetti. Infine dice loro nel Deuteronomio: «Comunicherò al mio popolo le mie decisioni». Dunque, non è precetto divino il non mangiare, e Mosè parlava nello spirito. Quanto alla carne di maiale è da intendere: non unirti agli uomini che sono tali da rassomigliare ai porci. Quando gozzovigliano si dimenticano del Signore, quando, invece, hanno bisogno si ricordano di lui. Proprio come il maiale che quando mangia non conosce il padrone, quando poi ha fame grugnisce, e smette se riceve <IL mangiare>. «Non mangerai l'aquila, né lo sparviero, né il nibbio, né il corvo» significa: non unirti, né essere simile a uomini tali che non sanno procurarsi il cibo con la fatica e il sudore, ma rubano iniquamente la roba d'altri e stanno spiando mentre sembrano camminare con aria innocente e osservano chi spogliare per cupidigia. Sono come questi uccelli, i soli che non si procurano il nutrimento, ma oziosi, appollaiati, cercano di divorare la carne altrui, pestiferi per la loro malvagità. Inoltre: «Non mangerai né murena, né polipo, né seppia». Significa: non sarai simile, né ti unirai agli uomini che sino alla fine sono empi e vengono giudicati per la morte, come questi pesci, i soli che nuotano nelle profondità e non emergono come gli altri, ma vivono nei fondali giù nell'abisso. Ma anche: «Non mangerai la lepre». Come mai? Vuol dire di non farti corruttore, né simile ad essi, perché la lepre ogni anno cambia sesso. Quanti anni vive, tanti fori ha. «Non mangiare la iena»: significa non diventare adultero né seduttore né simile ad essi. Perché? Questo animale cambia natura e diventa ora maschio ora femmina. Ha detestato a ragione anche la faina. E significa che non devi essere di quelli che sappiamo commettere impurità con la bocca, né unirti alle donne perverse che commettono tali impurità. Questo animale, invero, concepisce con la bocca. Mosè, avendo ricevuto tre precetti sui cibi, parlò in senso spirituale. Quelli, invece, li ricevettero secondo la passione della carne, nel senso materiale di alimento. David comprese il senso dei tre comandamenti e dice similmente: «Beato l'uomo che non ha camminato nel consiglio degli empi», come i pesci che camminano nell'oscurità degli abissi, e non si ferma nella via dei peccatori, come coloro che mostrano di temere il Signore e poi peccano come il maiale, e non si è seduto sulla cattedra delle pestilenze, come i volatili appollaiati per la rapina. Avete il significato pieno sul nutrimento. Mosè dice pure: «Nutritevi di ogni animale che ha il piede diviso e che rumina». Perché lo dice?: (è l'animale) che quando prende il cibo conosce chi lo nutre e quando riposa sembra che gioisca in lui. Disse bene guardando al precetto. Cosa dice dunque? Siate uniti a quelli che temono il Signore, a quelli che meditano nel cuore il senso esatto della parola che hanno appreso, che parlano dei comandamenti del Signore e li osservano, che sanno che la meditazione è di letizia e che ruminano la parola del Signore. Quale il senso del piede diviso? Che il giusto cammina in questo mondo e aspetta la beata eternità. Considerate come ebbe a legiferare saggiamente Mosè. Ma come è possibile per loro cogliere e penetrare tutto ciò? Noi, avendo capito esattamente i precetti, li esprimiamo come ha inteso il Signore. Per questo ha circonciso i nostri orecchi e i nostri cuori, perchè comprendessimo queste cose.
L'acqua
Indaghiamo se il Signore ebbe intenzione di parlare in anticipo dell'acqua (battesimale) e della croce. In quanto all'acqua è scritto che Israele non avrebbe ricevuto il battesimo che porta alla remissione dei peccati, ma ne avrebbe costituito uno per sé. Dice, infatti, il profeta: «Stupisci, o cielo, e ancora di più tremi la terra, perché questo popolo commise due delitti: abbandonò me fonte di vita e si scavò una cisterna di morte». «Non è pietra arida il sacro monte di Sion. Voi sarete come gli uccellini che volano privati del nido». Ancora dice il profeta: «Io camminerò davanti a te, spianerò i monti, spezzerò le porte di bronzo, romperò le sbarre di ferro e ti darò tesori segreti, nascosti, invisibili, perché riconoscano che io sono il Signore Dio. Abiterai in un'alta caverna di roccia forte e la sua acqua è certa. Vedrete il re nella gloria e la vostra anima mediterà il timore del Signore». Ancora in un altro profeta dice: «Chi agisce così sarà come un albero piantato lungo i corsi d'acqua e che darà frutto a suo tempo e le sue fogli non cadranno mai. Riuscirànno tutte le sue opere. Non così, non così gli empi, ma come pula che il vento disperde dalla faccia della terra. Per questo gli empi non si alzeranno nel giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti, perché il Signore conosce la via dei giusti e la via degli empi andrà in rovina». Notate che ha designato nel contempo l'acqua e la croce. Egli vuol significare questo: beati coloro che, avendo sperato nella croce, scesero nell'acqua, e indica la mercede con "a suo tempo". Allora, promette, darò. Per il presente dice che le foglie non cadranno, a significare che ogni parola che uscirà dalla loro bocca nella fede e nell'amore, sarà per la conversione e la speranza di molti. E di nuovo un altro profeta dice: «E la terra di Giacobbe era celebrata sopra ogni terra», per dimostrare che Dio glorifica il vaso del suo spirito. Poi, che dice? «E vi era un fiume che scorreva da oriente e dal quale si alzavano alberi fiorenti; chiunque mangerà dei loro frutti vivrà in eterno». Questo significa che noi discendiamo nell'acqua pieni di peccati e di lordura e ne risaliamo portando il frutto nel cuore, avendo nello spirito il timore e la speranza in Gesù. «E chi mangerà di essi vivrà in eterno» vuol dire: chiunque ascolterà queste parole e crederà, vivrà in eterno.
La croce
Ugualmente riparla della croce in un altro profeta: «E quando tali cose si compiranno?». Dice il Signore: «Quando il legno sarà steso a terra e poi risollevato, e quando dal legno il sangue stillerà». Ecco ancora che si parla della croce e di chi doveva essere crocifisso. (Il Signore) parla un'altra volta a Mosè, quando Israele combatteva contro i nemici, per ammonirli, mentre erano in guerra, che per i loro peccati erano stati consegnati alla morte. Lo Spirito parla al cuore di Mosè di rappresentare la figura della croce e di chi avrebbe dovuto patire (su di essa), per significare che se non crederanno in Lui saranno in guerra eterna. Mosè in mezzo al combattimento ammucchiò armi su armi, e postosi più in alto di tutti distese le braccia, e così Israele vinceva nuovamente. Quando le abbassava, di nuovo venivano uccisi. Perché? Perché sapessero che non si potevano salvare, se non sperando in Lui. Ancora, dice in un altro profeta: «Per tutto il giorno ho steso le mie braccia verso un popolo disubbidiente e che si oppone al mio retto cammino». Ancora una volta mentre Israele soccombeva, Mosè rappresenta la figura di Gesù, perché Egli doveva patire e proprio quello che credevano morto sulla croce avrebbe dato la vita. Il Signore fece che ogni sorta di serpenti li mordesse e morivano (invero la prevaricazione di Eva avvenne per mezzo del serpente), per convincerli che a causa della loro prevaricazione erano stati consegnati alla tortura della morte. Del resto lo stesso Mosè aveva ordinato: «Nessun oggetto fuso o scolpito sarà vostro dio», ma egli ne compose uno per mostrare la figura di Gesù. Mosè fece un serpente di bronzo, lo innalzò solennemente e chiamò con un bando il popolo. Quando convennero allo stesso luogo pregarono Mosè che facesse una preghiera per la loro guarigione. Disse loro Mosè: «Quando uno di voi viene morsicato, venga vicino al serpente che è sopra il legno e speri credendo che, pur essendo morto, può dare la vita e subito sarà salvato». E così fecero. Hai di nuovo anche in ciò la gloria di Gesù, poiché ogni cosa è per lui e in lui. Che cosa dice ancora Mosè di Gesù figlio di Nave, che era profeta, dopo che egli gli ebbe imposto il nome, solo perché tutto il popolo ascoltasse che il Padre rivela ogni cosa intorno al Figlio suo Gesù? Dice Mosè intorno a Gesù figlio di Nave, appena gli diede questo nome e lo mandò quale esploratore della regione: «Prendi un libro nelle tue mani, e scrivi ciò che il Signore dice, e cioè che il Figlio di Dio negli ultimi giorni taglierà dalle radici tutta la casa di Amalech». Ecco, di nuovo Gesù, non figlio dell'uomo, ma Figlio di Dio, apparso in figura nella carne. Poiché avrebbero detto che Cristo è figlio di David, lo stesso David temendo e prevedendo l'errore dei peccatori, profetizza: «Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi». Ancora Isaia dice così: «Disse il Signore al Cristo mio Signore, del quale io presi la destra: lo ascoltino le genti, ed io distruggerò il potere dei re». Vedi come David lo chiama Signore e non lo chiama figlio.
I due popoli
Vediamo se eredita questo popolo o il primo e se l'alleanza è per noi o per loro. Ascoltate dunque che cosa dice la Scrittura del popolo: «Isacco pregava per la moglie Rebecca perché era sterile. Essa concepì». E poi: «Rebecca uscì per interrogare il Signore, e il Signore le disse: Due nazioni sono nel tuo ventre e due popoli nel tuo cuore, e un popolo vincerà l'altro e il maggiore servirà il minore». Bisogna comprendere chi è Isacco e chi è Rebecca e per chi ha mostrato che questo popolo è più grande dell'altro. E in un'altra profezia Giacobbe parla più chiaramente a Giuseppe suo figlio: «Ecco, il Signore non mi privò della tua presenza: conduci a me i tuoi figli perché li benedirò». E condusse Efraim e Manasse, volendo che fosse benedetto Manasse che era più vecchio; Giuseppe l'aveva condotto alla destra del padre Giacobbe che vide nello spirito la figura del popolo futuro. E cosa dice? «E Giacobbe incrociò le mani e pose la destra sulla testa di Efraim, il secondo e più giovane, e lo benedisse. E Giuseppe parlò a Giacobbe: "Porta la tua destra sul capo di Manasse che è il figlio primogenito". E Giacobbe rispose a Giuseppe: "Lo so, figlio, lo so, ma il maggiore servirà il minore e questo sarà benedetto». Vedete per chi fu stabilito che questo è il primo e l'erede dell'alleanza. Se ciò fu ancora ricordato, da Abramo ne abbiamo una conoscenza perfetta. Che cosa dice ad Abramo, che per avere da solo creduto gli fu computato a giustizia? «Ecco, posi te, Abramo, quale padre dei popoli che pur non circoncisi credono in Dio».
L'alleanza
Certamente. Ma indagando, vediamo se l'alleanza che (Dio) giurò ai padri, la diede effettivamente al popolo. La diede, sì, ma essi per i loro peccati non furono degni di riceverla. Dice il profeta: «E Mosè per quaranta giorni e quaranta notti digiunando rimase sul monte Sinai per ricevere il testamento del Signore per il popolo. E Mosè ricevette dal Signore le due tavole scritte nello spirito dal dito della mano del Signore». Ricevutele Mosè le portava al popolo per consegnarle. Il Signore disse a Mosè: «Mosè, Mosè, scendi subito perché il tuo popolo, che portasti dall'Egitto, ha prevaricato. E Mosè comprese che avevano di nuovo fabbricato gli idoli di metallo fuso e gettò a terra con le mani le tavole, e così si spezzarono le tavole dell'alleanza del Signore». Mosè la ricevette, ma essi non ne furono degni. Sappiate come noi la ricevemmo. Mosè da servitore l'aveva ricevuta, il Signore stesso, invece, la diede a noi, al popolo erede, avendo sofferto per noi. Egli apparve al mondo, perché essi colmassero la misura dei peccati e noi ricevessimo l'alleanza mediante Gesù Signore che è l'erede. Egli si preparò a questo, a manifestarsi per liberare dalle tenebre i nostri cuori consunti e consegnati alla morte dall'iniquità della colpa e stabilire con la parola l'alleanza con noi. Sta scritto infatti che il Padre gli impose di liberarci dalle tenebre e di prepararsi un popolo santo. Dice, dunque, il profeta: «Io sono il Signore Dio tuo, ti ho chiamato nella giustizia e prenderò la tua mano e la fortificherò; ti posi come alleanza per il popolo, come luce delle nazioni, per aprire gli occhi dei ciechi e per liberare i prigionieri dalle catene e dal carcere quelli che sono nelle tenebre». Conosciamo, dunque, da dove fummo liberati. Ancora il profeta parla: «Ecco, ti ho posto come luce dei popoli per essere la salvezza sino ai confini della terra. Così dice il Signore, il Dio che ti ha liberato». Ancora dice il profeta: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per predicare agli umili la grazia e mi ha mandato a risanare quelli che hanno il cuore contrito, per annunziare ai prigionieri la libertà e ai ciechi la vista, a proclamare l'anno accetto al Signore e il giorno della retribuzione, a consolare tutti gli afflitti».