00 21/09/2009 11:10
Atterrato a Ciampino l'aereo con le bare. Aperta la camera ardente, domani previsti i funerali di Stato
ROMA
E' atterrato questa mattina alle 9.30 all’aeroporto romano di Ciampino l'aereo con le salme dei sei parà uccisi nell'attentato di tre giorni fa a Kabul. Ad attendere le bare avvolte nel tricolore le massime autorità istituzionali e i familiari delle vittime, oltre a quelli degli altri soldati rimasti feriti che non vogliono far mancare la loro vicinanza a chi è stato più sfortunato.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto le sei bare avvolte dal tricolore. Oltre al capo dello Stato c’era il presidente del Senato Renato Schifani, quello della Camera Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, quello dell’Applicazione del programma di governo Roberto Calderoli, il leader dell’Udc Pierferdinando Casini, il sindaco di Roma Gianni Alemmano, i vertici militari. Un picchetto d’onore interforce ha reso omaggio alle bare .

Evidente la commozione generale, resa ancor più profonda da una immagine: il figlio piccolo del sergente Valente, in braccio alla madre, con in testa il basco amaranto dei paracadutisti. Un mesto corteo ha chiuso la breve cerimonia che si è tenuta a Ciampino. Dopo il saluto del Capo dello Stato, che si è inchinato davanti a tutte le bare, poggiando su ciascuna la mano destra, e gli onori da parte del picchetto della Folgore schierato sulla pista, le sei bare sono state trasportate a spalla a bordo dei carri funebri con cui hanno raggiunto l’istituto di medicina legale, dove è stata predisposta l’autopsia. In testa al corteo, affranti, i parenti delle vittime: abbracciati tra loro, sostenuti da militari dell’esercito, hanno seguito le bare con i loro cari in silenzio, con dolore e grande compostezza.

Palazzo Chigi ha proclamato due giorni di lutto nazionale. Domani si svolgeranno i funerali solenni nella basilica di San Paolo fuori le mura per i sei caduti: il tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); il primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); il sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto (Terni). Nel pomeriggio di oggi, dopo lo svolgimento delle autopsie, è stata allestita, all’ospedale militare del "Celio", la camera ardente aperta all’omaggio di tutti. A presidiare l’entrata dell’ospedale sono stati schierati dei militari. Il sindaco della capitale Gianni Alemanno ha invitato i romani ad esporre il tricolore alle finestre nel giorno dei funerali. Il percorso che dal Celio conduce a San Paolo (lo stesso dei caduti di Nassirya) - ha deciso il Campidgolio - sarà punteggiato da 2.500 bandiere. Domani, dopo le esequie di Roma, i feretri partiranno per i paesi d’origine dove, dopo una funzione più privata e raccolta, saranno tumulati.

Intanto nella notte sono rientrati in Italia anche i quattro militari rimasti feriti nell’attentato. L’aereo che li trasportava - via Abu Dhabi e Larnaca - un volo Alitalia utilizzato per le esigenze della Difesa, è atterrato all’aeroporto romano di Fiumicino alle 1.32. I quattro militari feriti, il primo Maresciallo dell’Aeronautica Felice Calandriello e i primi caporalmaggiori della Folgore, Rocco Leo, Sergio Agostinelli e Ferdinando Buono, sono scesi da soli, senza aiuto, dalle scalette dell’Airbus 321 dell’Alitalia. Sotto bordo ad attenderli due ambulanze dell’Esercito. Nel viaggio sono stati accompagnati da sei colleghi che, una volta saliti a bordo delle due ambulanze, li hanno aiutati a portare i loro zaini. Le due ambulanze, precedute da due pulmini dell’Esercito e scortate da polizia e carabinieri, hanno quindi lasciato l’aeroporto di Fiumicino poco prima delle 2, dirette all’ospedale militare del Celio.





















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