00 21/04/2010 23:08
Appello dei vescovi dell'Argentina in occasione della plenaria

Matrimonio e famiglia
bene inalterabile


Buenos Aires, 21. "Il bene del matrimonio e della famiglia è immutabile e inalterabile. Non esiste una realtà analoga che possa eguagliarlo, sostituirlo. Il matrimonio non costituisce una mera unione tra persone qualsiasi, ma ha caratteristiche proprie, peculiari che rendono tale istituto il fondamento della famiglia e della società. Ciò è riconosciuto nelle grandi culture del mondo. Ciò è riconosciuto dai trattati internazionali recepiti dalla nostra Costituzione.  Questo è stato sempre compreso  e  tramandato dal nostro popolo".  

Lo  ha  ribadito  la Conferenza  episcopale  argentina  durante la novantanovesima assemblea plenaria incentrata sulla posizione della Chiesa  a  riguardo  dei disegni di legge di modifica del codice civile che prevedono il "matrimonio" tra persone dello stesso sesso e persino la possibilità per queste coppie di adottare bambini.

I presuli sottolineano che è compito delle istituzioni pubbliche proteggere l'istituto del matrimonio tra un uomo e una donna attraverso la garanzia delle disposizioni legislative che devono poter garantire e promuovere il suo insostituibile ruolo e contributo per il bene comune della società. "Se si concedesse un riconoscimento legale - ammoniscono i vescovi - alle unioni tra persone dello stesso sesso, o si ponessero su un piano giuridico analogo a quello del matrimonio e della famiglia, lo Stato si porrebbe in contraddizione con i suoi doveri in quanto altererebbe i principi del diritto naturale e l'ordinamento pubblico della società argentina".

I vescovi affermano che la "differenza non è sinonimo di discriminazione", in quanto "la natura non fa discriminazioni quando ci fa maschio o femmina". Così pure "il nostro codice civile non discrimina quando richiede la condizione di essere maschio e femmina per il matrimonio, riconosce solo una realtà naturale". Le situazioni giuridiche di reciproco interesse tra persone dello stesso sesso - evidenziano i presuli - possono essere "sufficientemente  tutelate  dal diritto comune".

L'essere umano è creato a immagine di Dio. "Questa immagine - sottolineano i presuli - si riflette non soltanto nei singoli, ma è proiettata sulla complementarità e reciprocità dell'uomo e della donna, nella loro comune dignità e indissolubile unità, sempre chiamata matrimonio nelle società e culture del mondo. Il matrimonio è il modo di vivere che caratterizza una comunione unica tra persone, in esso si attua pienamente l'esercizio della funzione sessuale umana, si realizzano la complementarità e la reciprocità tra i sessi, la ricchezza della loro mirabile fertilità. Il matrimonio è un dono della creazione".

L'unione di persone dello stesso sesso manca di elementi biologici e antropologici del matrimonio e della famiglia. "È assente - ribadiscono i presuli argentini - la dimensione coniugale e di apertura alla trasmissione della vita. Al contrario, il matrimonio e la famiglia, ospita le nuove generazioni di uomini, è dinamico alveo di vita. Fin dal loro concepimento, i bambini hanno il diritto inalienabile di sviluppare all'interno delle loro madri e di nascere e crescere nell'alveo naturale del matrimonio. Nella vita familiare e nel rapporto con il padre e la madre, i bambini scoprono la propria identità, si formano nella personalità e raggiungere l'autonomia personale".

I vescovi rivolgono anche un appello "alla coscienza dei legislatori affinché, nel decidere una questione di tale gravità, tengano conto di queste verità fondamentali, per il bene del Paese e  delle generazioni future".
"In questo clima di Pasqua, e all'avvio dei sei anni 2010-2016 di celebrazioni per il Bicentenario dell'indipendenza del Paese - conclude il documento della Conferenza episcopale argentina - invitiamo i nostri fedeli a pregare intensamente Dio nostro Signore perché illumini i nostri leader e specialmente i legislatori. Vi chiediamo, inoltre, di non esitare a parlare in difesa e per la promozione dei grandi valori che hanno forgiato la nostra Nazione e sono la speranza della Patria".


(©L'Osservatore Romano - 22 aprile 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)