00 19/09/2009 21:22
Fallita la missione dell'inviato statunitense George Mitchell

Non riparte il negoziato
tra israeliani e palestinesi


 Tel Aviv, 19. Si è conclusa ieri, senza l'annuncio di un accordo sulla ripresa dei negoziati israelo-palestinesi, la missione diplomatica che ha visto impegnato in settimana nel Vicino Oriente l'inviato statunitense George Mitchell. Dopo aver incontrato quattro volte a Gerusalemme il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e due volte a Ramallah il presidente dell'Autorità palestinese (Ap) Abu Mazen, Mitchell ha lasciato in serata Israele senza essere riuscito a organizzare per la settimana prossima a New York un vertice tra gli stessi Netanyahu e Abu Mazen e il presidente statunitense Barack Obama.

Il negoziatore capo palestinese Saeb Erekat ha detto che in merito le probabilità sono vicine a zero, mentre l'ufficio di Netanyahu ha escluso che sia stata fissata una data. Anche Susan Rice, ambasciatore statunitense all'Onu, ha confermato che il suo Governo non è in grado di annunciare l'incontro a New York, che si intendeva organizzare in margine ai lavori dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Più in generale, il dipartimento di Stato di Washington ha comunicato ieri sera che la missione di Mitchell si è conclusa senza aver fatto registrare svolte significative nel tentativo di far ripartire i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi,
Il nodo cruciale, che Mitchell non è riuscito a sciogliere, era quello del congelamento delle colonie israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme est. L'Ap ha confermato che Abu Mazen non è intenzionato a incontrare Netanyahu se prima Israele non si sia impegnato in questo senso e a includere il futuro assetto di Gerusalemme nei negoziati bilaterali di pace.

Sui due colloqui di ieri fra Mitchell e Netanyahu, al secondo dei quali ha partecipato anche il ministro israeliano della difesa Ehud Barak, è trapelato ben poco, ma fonti del Governo israeliano citate anonimamente dalle agenzie di stampa internazionali hanno attribuito l'impossibilità di sbloccare lo stallo alla posizione rigida dell'Autorità palestinese. Secondo l'agenzia di stampa britannica la Reuters, Netanyahu avrebbe offerto di congelare la costruzione di insediamenti in Cisgiordania per nove mesi, mentre Mitchell aveva chiesto una moratoria di almeno un anno. In ogni caso, Netanyahu si era detto disposto alla moratoria solo dopo aver completato i progetti già avviati, e aveva comunque escluso che Israele potesse cancellare i progetti edilizi a Gerusalemme est.

In serata l'ufficio di Netanyahu ha reso noto che il premier partirà per gli Stati Uniti mercoledì, per partecipare ai lavori delle Nazioni Unite ed ha aggiunto che se anche all'ultimo momento dovesse arrivargli l'invito a un incontro a tre con Obama e Abu Mazen lo accoglierebbe senza condizioni.

Anche dall'Unione europea era venuto ieri un nuovo appello a moltiplicare gli sforzi per mettere fine sia al conflitto israelo-palestinese sia a tutti gli altri contrasti nell'area. In una nota della presidenza di turno svedese si chiede alle parti di riprendere i negoziati allo scopo di creare uno Stato palestinese sulla base dei confini del giugno 1967, che viva in pace accanto ad Israele. "Sollecitiamo Israele - si legge nel testo - a fermare immediatamente tutte le attività di insediamento, anche a Gerusalemme Est. Sollecitiamo l'Autorità palestinese a proseguire nei suoi sforzi per migliorare la sicurezza e lo Stato di diritto, sulla base dei risultati raggiunti finora".

La nota europea fa quindi appello a "tutti i donatori a rispettare gli impegni assunti ed aumentare i propri sforzi per aiutare l'Autorità palestinese in uno spirito di equa ripartizione degli oneri". Inoltre, si ribadisce "l'urgenza di una soluzione duratura alla crisi di Gaza", e si chiede "l'apertura immediata e incondizionata degli accessi per il flusso di aiuti umanitari, merci e persone da e per Gaza".


(©L'Osservatore Romano - 20 settembre 2009)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)