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  L’uomo che ispirò don Camillo

Monaco sacerdote scout e partigiano
31 gennaio 2015

Il vangelo nel cuore e il coltello tra i denti. Padre Paolino, raccontato da Fiorella Perrone ne Le avventure di un monaco in bianco e nero (Siena, Edizioni Cantagalli, 2014, pagine 190, euro 12), è racchiuso in questo binomio. I suoi 99 anni (1909–2008) e le sue tante vite — figlio di beati e postulatore di santi, cappellano in guerra e monaco di clausura, scout e partigiano — scorrono all’insegna di una coerente radicalità: ama Gesù in modo assoluto e si batte per tener fede al suo insegnamento. 

Padre Paolino Beltrame Quattrocchi capo scout negli anni Cinquanta

La sua storia è avvincente sin da prima che venga al mondo. L’unione dei genitori Maria Corsini e Luigi Beltrame Quattrocchi, infatti, è così unica che verrà innalzata all’onore degli altari. Nel 2001 la coppia di sposi, vissuta a Roma nell’ambiente dell’alta borghesia, è la prima dopo molti secoli a essere proclamata beata per le virtù coniugali e familiari che ha incarnato. Il primogenito, don Tarcisio, dedica il proprio sacerdozio all’apostolato giovanile e all’assistenza del prossimo. Suor Cecilia sceglie la clausura e prende la via di Milano.

Padre Paolino, diventa un «monaco in bianco e nero», benedettino come il fratello. Quando scoppia la guerra chiede e ottiene di essere in prima fila al fianco dei soldati. Per due anni vive sul fronte jugoslavo e riceve numerosi encomi per il suo coraggio e il suo sprezzo del pericolo. Quando si trova in mezzo alla sanguinosa guerriglia tra serbi e croati, padre Paolino, indifferente all’appartenenza etnica e alle alleanze italiane, continuamente si espone per mettere in salvo profughi, donne, bambini.

All’indomani dell’armistizio, partecipa attivamente alla Resistenza come agente segreto, mentre la famiglia a Roma nasconde e aiuta numerosi fuggiaschi, in alcuni casi usando come travestimento le tonache dismesse dei figli. Nel 1944, padre Paolino si reca di persona a Salò, al ministero della Guerra, e ottiene la sospensione della pena capitale di ventisei partigiani parmensi. In altre occasioni intercede presso il carcere di Parma a favore di alcuni condannati a morte con l’accusa di connivenza al fascismo.

Finita la guerra, inizia anche per padre Paolino l’epoca della ricostruzione, materiale e spirituale Per offrire primo soccorso ai tanti che rientrano dal fronte e dalla prigionia, organizza un campo nella vicina stazione di Pescantina e accoglie decine di soldati con un bicchiere di lambrusco, una parola di conforto e un aiuto materiale per raggiungere al più presto casa. Tra loro anche lo scrittore Giovannino Guareschi, così colpito da quel primo incontro con padre Paolino da ispirarsi a lui per la creazione del celebre personaggio di don Camillo.

Nel 1962 entra nella Trappa, trasferendosi nel monastero benedettino di Frattocchie, vicino a Roma. La ricerca storica che lo spinge a compiere diversi viaggi e a seguire da postulatore diverse cause di beatificazione. Il capitolo più avventuroso di questa attività è senz’altro la spedizione in Cina nel 1979, allo scopo di ricostruire la storia dell’antico monastero benedettino di Yang Kia Ping, distrutto nel 1947. E così anche dalla clausura Paolino continua a pungolare i suoi contemporanei, da autentico provocatore evangelico qual era. In una delle ultime interviste che rilascia, alla soglia dei cent’anni, indica ancora loro la strada senza esitazione: «Mettetevi in condizione di rispondere coraggiosamente a questa domanda, “che cosa stai facendo nel mondo, come stai rispondendo all’amore di Dio?”. Un po’ di silenzio e lasciamo che le risposte vengano fuori dal fondo del cuore».

di Silvia Gusmano

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[Modificato da Caterina63 06/03/2015 19:31]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)