00 23/10/2010 23:48

Un vescovo libanese critica l’islam. E la segreteria di stato lo purga

moschea

Qui sotto è riprodotto il testo integrale dell’intervento al sinodo per il Medio Oriente consegnato per iscritto dal vescovo libanese di Antiochia dei siri Raboula Antoine Beylouni, così come è apparso sul bollettino italiano n. 21 del 21 ottobre. L’originale è in francese e si trova nel bollettino in questa lingua.

Il 22 ottobre, anche “L’Osservatore Romano” ha stampato l’intervento del vescovo. Ma con notevoli tagli, ordinati dalla segreteria di stato.

Le parti tagliate sono quelle evidenziate in neretto. Il titolo è quello del giornale della Santa Sede.

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LA MADRE DI DIO E L’ISLAM

di Raboula Antoine Beylouni

In Libano abbiamo un comitato nazionale per il dialogo islamo-cristiano da diversi anni. Esisteva anche una commissione episcopale, istituita in seguito all’assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici in Libano, incaricata del dialogo islamo-cristiano. È stata soppressa ultimamente per conferire maggiore importanza all’altro comitato; per di più non aveva ottenuto risultati tangibili.

Talvolta vengono portati avanti in diversi luoghi vari dialoghi nei paesi arabi, come ad esempio quello del Qatar in cui l’emiro stesso invita, a sue spese, personalità di diversi paesi delle tre religioni: cristiana, musulmana ed ebraica. In Libano, alcuni canali televisivi come “Télé-lumière” e “Noursat” trasmettono programmi sul dialogo islamo-cristiano. Spesso viene scelto un tema e ogni parte lo spiega e lo interpreta secondo la sua religione. Queste trasmissioni sono di solito molto istruttive.

Vorrei con questo intervento richiamare l’attenzione sui punti che rendono difficili e spesso inefficaci questi incontri o dialoghi. Ovviamente non si discute sui dogmi, ma anche gli altri temi d’ordine pratico e sociale sono difficilmente affrontabili quando sono inseriti nel Corano o nella Sunna.

Ecco le difficoltà con cui ci confrontiamo.

Il Corano inculca al musulmano l’orgoglio di possedere la sola religione vera e completa, religione insegnata dal più grande profeta, poiché è l’ultimo venuto. Il musulmano fa parte della nazione privilegiata e parla la lingua di Dio, la lingua del paradiso, l’arabo. Per questo affronta il dialogo con questa superiorità e con la certezza della vittoria.

Il Corano, che si suppone scritto da Dio stesso da cima a fondo, dà lo stesso valore a tutto ciò che vi è scritto: il dogma come qualunque altra legge o pratica.

Nel Corano non c’è uguaglianza tra uomo e donna, né nel matrimonio stesso in cui l’uomo può avere più donne e divorziare a suo piacimento, né nell’eredità in cui l’uomo ha diritto a una doppia parte, né nella testimonianza davanti ai giudici in cui la voce dell’uomo equivale a quella di due donne ecc.

Il Corano permette al musulmano di nascondere la verità al cristiano e di parlare e agire in contrasto con ciò che pensa e crede.

Nel Corano vi sono versetti contraddittori e versetti annullati da altri, cosa che permette al musulmano di usare l’uno o l’altro a suo vantaggio; così può considerare il cristiano umile, pio e credente in Dio ma anche considerarlo empio, rinnegato e idolatra.

Il Corano dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la jihad (guerra santa). Ordina di imporre la religione con la forza, con la spada. La storia delle invasioni lo testimonia. Per questo i musulmani non riconoscono la libertà religiosa, né per loro né per gli altri. Non stupisce vedere tutti i paesi arabi e musulmani rifiutarsi di applicare integralmente i “Diritti umani” sanciti dalle Nazioni Unite.

Di fronte a tutti questi divieti e simili argomenti dobbiamo eliminare il dialogo? No, sicuramente no. Ma occorre scegliere i temi da affrontare e gli interlocutori cristiani capaci e ben formati, coraggiosi e pii, saggi e prudenti, che dicano la verità con chiarezza e convinzione.

Deploriamo talvolta alcuni dialoghi in televisione in cui l’interlocutore cristiano non è all’altezza del compito e non riesce a esprimere tutta la bellezza e la spiritualità della religione cristiana, cosa che scandalizza gli ascoltatori. Peggio ancora, talvolta ci sono interlocutori del clero che, nel dialogo, per guadagnarsi la simpatia del musulmano chiamano Maometto profeta e aggiungono la famosa invocazione musulmana spesso ripetuta “Salla lahou alayhi wa sallam” (che la pace e la benedizione di Dio siano su di lui).

Per concludere suggerisco quanto segue.

Dato che il Corano ha parlato bene della Vergine Maria, insistendo sulla verginità perpetua e sulla sua concezione miracolosa e unica, che ci ha dato Cristo, e dato che i musulmani la considerano molto e chiedono la sua intercessione, dobbiamo ricorrere a lei in ogni dialogo e in ogni incontro con i musulmani. Essendo la Madre di tutti, Ella ci guiderà nei nostri rapporti con i musulmani per mostrare loro il vero volto di suo Figlio Gesù, Redentore del genere umano.

Voglia Dio che la festa dell’Annunciazione, dichiarata in Libano festa nazionale per i cristiani e i musulmani, divenga festa nazionale anche negli altri paesi arabi.

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NOTA BENE !

Il blog “Settimo cielo” fa da corredo al più importante sito “www.chiesa”, curato anch’esso da Sandro Magister, che offre a un pubblico internazionale notizie, analisi e documenti sulla Chiesa cattolica, in italiano, inglese, francese e spagnolo.

Gli ultimi tre servizi di “www.chiesa”:

22.10.2010
> Ventiquattro nuovi cardinali su misura del papa
Koch, Ravasi, Burke, Amato, Ranjith… tutti molto in linea con Benedetto XVI. Che ad onore della grande musica sacra dà la porpora anche al maestro Bartolucci. Con un pensiero segreto, forse, per il fratello Georg

19.10.2010
> Cristiani nel Medio Oriente. Schiacciati tra l’islam e Israele
Il dramma della Chiesa nelle sue terre d’origine analizzato da un sinodo a Roma. I punti critici. Le proposte di cambiamento. Ma c’è ancora chi vede nello stato ebraico la causa di tutti i mali

14.10.2010
> I più bravi allievi di Ratzinger sono in Sri Lanka e Kazakhstan
Sono i vescovi Ranjith e Schneider. Seguono l’esempio del papa in campo liturgico più e meglio di tanti loro colleghi in Italia e in Europa. Un test rivelatore: il modo di dare la comunione nella messa

11.10.2010
> “È la fede dei semplici che abbatte i falsi dei”
La trascrizione integrale dell’omelia a braccio del papa nella prima sessione del sinodo speciale sul Medio Oriente. Capitali finanziari, terrorismo, droga, ideologie dominanti. L’ascesa e caduta delle potenze di questo mondo, interpretate alla luce dell’Apocalisse


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  Breve riflessione:


I "tagli" - o censura - fatti dalla Segreteria di Stato hanno una "loro  ragione" d'essere....nel falso Ecumenismo e di conseguenza anche nel dialogo interreligioso, il capro espiatorio è ricaduto spesso sulla MADRE DI DIO, LA THEOTOKOS....non a caso Benedetto XVI ha tenuto, a braccio, il suo stupendo intervento all'apertura del Sinodo proprio sulla Theotokos ripercorrendo le strade dai Padri della Chiesa e quando la Chiesa parlava con un Cuor solo e l'Islam era appena nato....  
 
Maometto "venerava" la Madre di Dio...c'è il famoso episodio di quando fuggì dalla Mecca per andare a Medina, all'epoca era già in atto la questione dell'iconoclastia e Maometto, iconoclasta, impediva la venerazione delle immagini, ma quando dovette fuggire si racconta che salvò una icona a lui cara, dono di alcuni amici monaci cristiani, che ritraeva la Vergine Maria con un Bambino.... fuggì portandola sotto il mantello....  
 
Vero o falso che sia l'episodio, ci rammenta che la vera battaglia contro la Madre di Dio si sviluppa con il PROTESTANTESIMO...  
venendo ai giorni nostri e da dopo il Concilio, si vietò di discutere della Madre di Dio in campo Ecumenico perchè la mariologia - definita MARIOLATRIA dai protestanti moderni - divideva... solo con l'incontro di Dombes la matassa è andata dipanandosi e negli incontri Ecumenici è accettato in esclusiva pregare con il MAGINIFICAT....  
La stessa spinta data da Giovanni Paolo II sia con l'Anno Mariano prima, che con l'Anno del Rosario successivamente, intendevano appunto portare al centro dei dialoghi anche la Madre di Dio.....  
 
Il Cardinale Kasper però fece esattamente l'opposto, continuando a tenere lontana la mariologia dai dialoghi e relegandola esclisvamente a gruppi minori....e che soprattutto NON avessero MAI un carattere ufficiale ne impegnativo da ambo le parti....  
Occorre riconoscere che la spinta maggiore, in positivo, fu data dagli ambienti ANGLICANI di stampo TRADIZIONALE.... Wink  
a loro si deve un libro in chiave ecumenica sulla reale devozione mariana CHE UNISCE I CRISTIANI E CHE MARIA NON PUò MAI ESSERE USATA PER DIVIDERE LE COMUNITA'....  
 
Oggi tocca al successore di Kasper, il neo cardinale Koch spronare I GRUPPI ECUMENICI CATTOLICI a parlare serenamente della Theotokos SENZA VERGOGNARSENE....  
Se dunque dalla Santa Sede si riuscirà a far cambiar rotta all'Ecumenismo e al dialogo Interreligioso, evitando, come dice a ragione il Vescovo di mandare gente a parlare in pubblico che NON sa come rispondere alle domande e che si "cala le braghe", il discorso di questo Vescovo CORAGGIOSO porterà molti buoni frutti.... al centro della nostra vittoria C'E' SEMPRE L'IMMACOLATA VERGINE MARIA, MADRE DIO E IL TRIONFO DEL SUO CUORE IMMACOLATO....chiunque tiene fuori Maria-Theotokos da questi Dialoghi è anticattolico ed anticristico!



                          Pope Benedict XVI (3rd L) addresses the audience on the last day of a synod for Middle East bishops at the Vatican October 23, 2010. The photograph was taken with a fish eye lens.


PAROLE PRONUNCIATE DAL SANTO PADRE AL TERMINE DEL PRANZO CON I PADRI SINODALI (23 OTTOBRE 2010), 24.10.2010

Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre Benedetto XVI ha pronunciato ieri, sabato 23 ottobre, al termine del pranzo con i Padri sinodali nell’Atrio dell’Aula Paolo VI:


PAROLE DEL SANTO PADRE

Cari amici,

secondo una bella tradizione creata da Papa Giovanni Paolo II, i Sinodi si concludono con un pranzo, un atto conviviale che si iscrive bene anche nel clima di questo Sinodo, che parla della comunione: non solo ne ha parlato, ma ci ha fatto realizzare la comunione.

Questo per me è il momento di dire grazie. Grazie al Segretario generale del Sinodo e al suo staff, che hanno preparato e stanno preparando anche il seguito dei lavori. Grazie ai Presidenti delegati, grazie soprattutto al Relatore e al Segretario aggiunto, che hanno fatto un lavoro incredibile. Grazie! Anch’io una volta sono stato relatore nel Sinodo sulla famiglia e posso un po’ immaginare quale lavoro avete fatto. Grazie pure a tutti i Padri che hanno presentato la voce della Chiesa in Oriente, agli Uditori, ai Delegati fraterni, a tutti!

Comunione e testimonianza. In questo momento ringraziamo il Signore per la comunione che ci ha donato e ci dona. Abbiamo visto la ricchezza, la diversità di questa comunione. Siete Chiese di riti diversi, che formano, tuttavia, insieme con tutti gli altri riti, l’unica Chiesa cattolica. E’ bello vedere questa vera cattolicità, che è così ricca di diversità, così ricca di possibilità, di culture diverse; e, tuttavia, proprio così cresce la polifonia di un’unica fede, di una vera comunione dei cuori, che solo il Signore può dare. Per questa esperienza della comunione ringraziamo il Signore, ringrazio tutti voi. Mi sembra forse questo il dono più importante del Sinodo che abbiamo vissuto e realizzato: la comunione che ci collega a tutti e che è anche in sé testimonianza.

Comunione. La comunione cattolica, cristiana, è una comunione aperta, dialogale. Così eravamo anche in permanente dialogo, interiormente ed esteriormente, con i fratelli ortodossi, con le altre Comunità ecclesiali. E abbiamo sentito che proprio in questo siamo uniti - anche se ci sono divisioni esteriori: abbiamo sentito la profonda comunione nel Signore, nel dono della sua Parola, della sua vita, e speriamo che il Signore ci guidi per avanzare in questa comunione profonda.

Noi siamo uniti col Signore e così - possiamo dire - siamo "trovati" dalla verità. E questa verità non chiude, non pone confini, ma apre. Perciò eravamo anche in dialogo franco e aperto con i fratelli musulmani, con i fratelli ebrei, tutti insieme responsabili per il dono della pace, per la pace proprio in questa parte della terra benedetta dal Signore, culla del cristianesimo e anche delle due altre religioni. Vogliamo continuare in questo cammino con forza, tenerezza e umiltà, e con il coraggio della verità che è amore e che nell’amore si apre.

Ho detto che concludiamo questo Sinodo con il pranzo. Ma la vera conclusione domani è la convivialità col Signore, la celebrazione dell’Eucaristia. L’Eucaristia, in realtà, non è una conclusione ma un’apertura. Il Signore cammina con noi, è con noi, il Signore ci mette in movimento. E così, in questo senso, siamo in Sinodo, cioè in un cammino che continua anche dispersi: siamo in Sinodo, in un cammino comune. Preghiamo il Signore che ci aiuti. E grazie a voi tutti!


          Pope Benedict XVI (L) shakes hands with Antonios Naguib, Egypt's Coptic Catholic Patriarch of Alexandria, on the last day of a synod for Middle East bishops at the Vatican October 23, 2010.Pope Benedict XVI (C) addresses the audience during the last day of a synod for Middle East bishops at the Vatican October 23, 2010.





[Modificato da Caterina63 24/10/2010 16:22]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)