00 22/09/2009 15:43
 

Religione di Dio e religioni dell'uomo

 

16. Molti affermano che la nostra sia una società multiculturale e multireligiosa. Oggi è sempre più facile incontrare uomini che si dichia­rano religiosi ma non sono cristiani. Anche nei confronti di queste per­sone il cattolico deve svolgere opera di evangelizzazione, deve trovare i modi di far conoscere, apprezzare ed amare Gesù Cristo e la sua Chiesa.

 

17. Come possiamo identificare la vera Religione servendoci solo di argomenti razionali, dettati dalla ragione umana? Possiamo percorrere ben tre strade, come suggerisce la video-cassetta della Mimep-Docete:

- la prima: la vera Religione non deve insegnare cose che siano evidente­mente contrarie alla ragione umana, perché la ragione umana è dono di Dio e non può contrastare con la vera Fede in Dio;

- la seconda: ogni religione ha un suo fondatore. Bene, il fondatore della vera Religione dovrà mostrare una assoluta coerenza tra le sue idee e la santità della sua vita;

- la terza: quella Religione che presenta costantemente segni miracolosi, certamente attribuibili a Dio come prova della sua esistenza e della verità della Fede, è la vera Religione.

 

18. La prima prova razionale per dimostrare che una religione deriva da Dio è la sua conformità con la retta ragione umana. Infatti, la ragione umana e la vera Religione non possono essere tra loro in con­traddizione, perché discendono entrambe dallo stesso ed unico Dio.

 

19. Buddismo, Taoismo e Confucianesimo non credono all'esi­stenza di Dio creatore del mondo. Ma nei capitoli precedenti abbiamo visto come la ragione umana, anche senza l'ausilio della Rivelazione e della Chiesa, è in grado di dimostrare l'esistenza di Dio. Abbiamo osser­vato come la ragione umana, esaminando il creato, cercando la causa della sua esistenza, del suo ordine e del suo finalismo, scopre l'esistenza di una Causa prima, che è anche Ordinatore e Finalizzatore Intelligente di tutto l'universo. Scopre l'esistenza di Dio.

 

20. Ora, Buddismo, Taoismo e Confucianesimo negano proprio l'esistenza di Dio e, anche se comunemente vengono considerate religioni, risulta palese che nulla hanno a che fare con il vero Dio, che peral­tro esse stesse negano.

 

21. La dottrina dell'Induismo, nel corso della sua storia, ha avuto un certo sviluppo. In origine essa proponeva l'esistenza di 33 divinità, poi passò a identificare Dio con il mondo materiale per giungere, ai nostri giorni, a proporre ancora innumerevoli divinità tra le quali emer­gono Brahma, Visnu e Siva.

 

22. Ora, noi non entriamo nel merito della religione induista, ma ci basta osservare che la ragione umana scopre l'esistenza di un solo Dio, di una sola Causa prima; ne consegue che proporre l'esistenza di innu­merevoli divinità è del tutto contrario alla ragione, che è dono di Dio. Dunque, l'Induismo non è religione che viene da Dio.

 

23. Lo Shintoismo, la religione dei giapponesi, considera come divinità, come se fosse Dio, ogni elemento della natura. Il sole è dio, il mare è dio, la foresta è dio, il vulcano Fusjyama è dio, e così via.

 

24. Alla domanda sulla esistenza di Dio, lo Shintoismo risponde affermando l'esistenza di innumerevoli divinità. Dunque, siamo ben lon­tani dalle scoperte della ragione umana che, come ricordato sopra, sco­pre l'esistenza di una sola Causa prima, di un solo Dio.

 

25. Ebraismo ed Islam, al contrario delle religioni sopra indicate, credono all'esistenza di un solo Dio personale, creatore e signore dell'u­niverso, distinto dall'universo creato; e in questo concordano con il Cri­stianesimo. E tutte e tre queste credenze non contrastano, per quanto concerne questo punto, con l'umana ragione.

 

26. La seconda prova razionale per dimostrare che una religione deriva da Dio si concentra sulla persona del suo fondatore.

 

27. Qui ci pare di poter dire che la figura di Gesù di Nazareth non teme alcun rivale. Dopo aver dimostrato, nei capitoli precedenti, la storicità dei Vangeli, possiamo sostenere con buone ragioni che le opere compiute dal Cristo non hanno eguali, ne dimostrano veramente la sua unicità e la sua autentica divinità. E questo è un punto decisivo per la credibilità del Cristianesimo come vera religione, come unica religione voluta da Dio.

 

28. Nessun fondatore di altre religioni ha compiuto opere simili a quelle del Cristo e nessun altro fondatore ha osato definirsi, come ha fatto Gesù Cristo, Dio, pari a Dio.

 

29. Si aggiunga, per fare un primo confronto, che Maometto, fondatore dell'Islam, durante il corso della sua vita ebbe riguardo a Dio idee piuttosto confuse. Prima, in giovane età, era idolatra e politeista, poi, verso i quarant'anni, influenzato dall'Ebraismo, divenne monoteista.

 

30. Il Corano, libro sacro per l'Islam, contenente le rivelazioni che Maometto dichiarava di aver ricevuto da Dio attraverso l'Angelo Gabriele, accanto al ricordo dei grandi personaggi biblici tratti soprat­tutto dall'Antico Testamento, ha anche un contenuto che non è franca­mente condivisibile da una retta ragione umana.

 

31. Maometto, che avrebbe dettato il Corano, faceva scrivere nella IV Sura, il capitolo dedicato alle donne, che un uomo non solo può scambiare una moglie con un'altra (4,20), ma può perfino picchiare e cacciare la sua sposa (4,34). Ora, anche qui, data la dichiarata superficia­lità del nostro lavoro, non entriamo nel merito, non indaghiamo le ragioni di queste dichiarazioni. Ma ci sia soltanto consentito di dire che non si può ammettere che Dio abbia insegnato a picchiare le mogli, a scambiarle, a sposarne quattro (4,3). Ci domandiamo lecitamente se il Corano sia stato davvero dettato da Dio o non piuttosto elaborato da Maometto?

 

32. Inoltre Maometto non ebbe proprio una vita esemplarmente coerente. Mentre imponeva ai suoi correligionari di non sposare più di quattro mogli, egli ne sposò ben 11 e con 9 di quelle convisse fino alla morte. Per sposare Zàynab, moglie di un suo figlio adottivo, pensò bene di costringerla a divorziare da quest'ultimo. Inoltre, in vita sua, Maomet­to commise molti atti di violenza, razzie a carovane con uccisioni e vio­lenze. Davvero niente a che fare con la santità di vita del Cristo storico.

 

33. Per quanto concerne Budda, Lao Tzu (il suo Libro della vita e della virtù diede origine al Taoismo) e Confucio, stando alla tradizio­ne, si narra che furono uomini di non comune virtù. Ma i dati storici in nostro possesso sono molto scarsi. Per esempio, alcuni studiosi ritengono che Lao Tzu sia una figura leggendaria.

 

34. In ogni caso, nessuno di essi ha mai osato definirsi Dio, come invece ha fatto Gesù Cristo e nessuno di essi ha compiuto opere che so­no nemmeno lontanamente paragonabili alle opere del Cristo.

 

35. Circa la coerenza di vita di Gesù di Nazareth, qui non spen­diamo nemmeno una parola. I Vangeli, documenti storici attendibili, ci riportano quanto è necessario per conoscere da vicino chi era Gesù Cri­sto e alla loro lettura dobbiamo rimandare.

 

36. La terza prova razionale per dimostrare che una religione deri­va da Dio si concentra sui miracoli. San Tommaso insegna che un mira­colo "è ciò che è compiuto da Dio fuori dell'ordine di tutta la natura crea­ta" (S. Theol. I, 110, 4).

 

37. Ora, miracoli veri e propri sono presenti soltanto nella religione ebraica (nell'Antico Testamento ve ne sono diversi) e nel Cristianesimo.

 

38. Ma l'Ebraismo, rifiutando il contenuto dei Vangeli e la divinità di Gesù Cristo, rifiuta quella credibilità del Cristianesimo che ci è sem­brata dimostrabile, come abbiamo visto nei capitoli precedenti. L'Ebrai­smo è dunque una religione rivelata da Dio, ma gli Ebrei hanno rifiutato ciò che lo stesso loro Dio ha rivelato in seguito, attraverso Gesù di Naza­reth.

 

39. I miracoli sono invece assenti nelle religioni dell'estremo oriente. Camminare sui carboni accesi senza bruciarsi, sedersi su tappeti di chiodi appuntiti senza farsi male, far apparire o sparire oggetti, gesti che molti ritengono miracolosi, in realtà non sono altro che opere "pro­digiose", ma che l'uomo può compiere purché sia allenato, addestrato, perché ne ha il potere. Non sono dunque opera di Dio, ma di fachiri, di guru e di chiunque abbia voglia di imparare a compierle.

 

Conclusione

 

40. Il tema che abbiamo affrontato in quest'ultimo capitolo meri­terebbe ben altro approfondimento. Ne siamo consapevoli e suggeriamo ad ogni cattolico di conoscere a fondo le dottrine delle religioni non cri­stiane. Questo è un dato importante, sia per rafforzare la propria convin­zione circa la ragionevolezza del Cristianesimo, sia per possedere gli stru­menti per un'opera efficace di evangelizzazione rivolta ai credenti non cristiani.

 

41. Va detto che non abbiamo inteso esprimere un giudizio circa la buona fede di quanti, credendo in Dio, non lo conoscono veramente e praticano religioni che sono opera di uomini e non di Dio.

 

42. Ma va anche detto che la nostra ragione è in grado di segnalare i motivi che la portano a identificare la vera Religione, quella cristiana, e a distinguerla dalle false religioni. Abbiamo quindi argomenti da esporre a quanti, pur dichiarandosi credenti in Dio, non ritengono di apprezzare il Cristianesimo, nella speranza che la nostra esposizione contribuisca a far conoscere e a far amare Gesù di Nazareth e la sua Chiesa cattolica.

 

"La ragione umana detta all'uomo di sottoporsi a qual­che Essere superiore a causa delle deficienze che speri­menta in se stesso, nei riguardi delle quali sente il biso­gno di essere aiutato e diretto da qualche Essere supe­riore; e, chiunque esso sia, è l'Essere che presso tutti è chiamato Dio". (S. TOMMASO D'AQUINO, Somma Teologica)