00 29/11/2010 14:40

  Un grazie al sito Maranathà


INTRODUZIONE
 AL
COMPENDIO DI SAN PIO X

DEL CATECHISMO
DEL CONCILIO DI TRENTO




Il Catechismo della Dottrina Cristiana, volgarmente detto Catechismo Maggiore di San Pio X, è un Compendio in forma di domanda e risposta, del Catechismo ad uso dei parroci, pubblicato da San Pio V.  Nello stendere il Compendio del Catechismo Tridentino, San Pio X volle produrre un'opera che tenesse conto anche di un aggiornamento ecclesiale relativo al Concilio Vaticano I, e che fosse un testo valido per l'insegnamento della religione nel suo tempo. Per questo, quello che in origine era concepito come “compendio”, è diventato un testo a sé, robusto e massiccio, oltre ad essere uno dei testi più importanti del '900, sicuramente il testo più letto e che a memoria d'uomo tutti quelli di una certa età ricordano.  

Diviene uno di quei testi fondamentali della storia, capaci di dare una svolta alla cultura e al costume della società, come il Codice civile napoleonico, il codice di giustiniano a suo tempo, e pochi altri testi. Nell'ambito di un'intervista rilasciata al giornalista Gianni Cardinale del quotidiano dei Vescovi d’Italia Avvenire il 27 aprile del 2003, il Cardinale Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, dichiarò a tal proposito:
 

La fede come tale è sempre identica. Quindi anche il Catechismo di San Pio X conserva sempre il suo valore. Può cambiare invece il modo di trasmettere i contenuti della fede. E quindi ci si può chiedere se il Catechismo di San Pio X possa in questo senso essere considerato ancora valido oggi. Credo che il Compendio che stiamo preparando possa rispondere al meglio alle esigenze di oggi. Ma questo non esclude che ci possano essere persone o gruppi di persone che si sentano più a loro agio col Catechismo di San Pio X. Non bisogna dimenticare che quel Catechismo derivava da un testo che era stato preparato dallo stesso Papa quando era vescovo di Mantova. Si trattava di un testo frutto dell’esperienza catechistica personale di Giuseppe Sarto e che aveva le caratteristiche di semplicità di esposizione e di profondità di contenuti. Anche per questo il Catechismo di San Pio X potrà avere anche in futuro, degli amici.
 

Maranatha.it ripropone dunque questo gioiello della Tradizione sana e genuina della Chiesa Cattolica, perché possa essere consultato e utilizzato ancora come valido strumento per la catechesi ordinaria nelle parrocchie.  ... Il Catechismo Maggiore fu la risposta di un parroco, quale fu San Pio X, alle domande di un popolo desideroso di istruzione. Il Papa Sarto, qual “parroco santo” del mondo, donò questo compendio semplice ma nello stesso tempo ricco di pietà e dottrina.  Il Clero comune con il sostegno dei propri Vescovi con gioia accolse questo strumento che con generosa abnegazione venne proposto e divulgato ben presto in tutta la Chiesa. Il Papa, i Vescovi, il Clero, i terz'Ordini, l’Azione Cattolica le Confraternite uniti e compatti furono il cardine divulgativo della Sana Dottrina della Chiesa Cattolica. PERCHÉ IL CATECHISMO MAGGIORE È STATO MESSO NELL’OBLIO? 
Con la morte di San Pio X, per la Chiesa Cattolica è incominciata una “prova” senza precedenti.

Non solo perché nel secolo ‘900 la Chiesa ha subito la più grande persecuzione della sua storia con milioni e milioni di morti, ma soprattutto perché nella Chiesa, nella sua Gerarchia incominciò ad annidarsi un pensiero non cattolico che via via ha preso forza e potere.
 
Il Segretario di Stato di Pio XI, il Cardinale Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, che ben conobbe Pio X, così si espresse da cardinale, nel 1936 con parole che si sono rivelate profetiche: "Sono preoccupato per il messaggio che ha dato la Beata Vergine a Lucia di Fatima il 13 maggio 1917.

Questo insistere da parte di Maria, sui pericoli che minacciano la Chiesa è un avvertimento divino contro il suicidio di alterare la Fede, nella Sua liturgia, la Sua teologia e la Sua anima. … Sento tutto intorno a me questi innovatori che desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e farla sentire in colpa per il suo passato storico. … Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà allora tentata in credere che l’uomo è diventato Dio … Nelle nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li aspetta. Come Maria Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno: “Dove Lo hanno portato?"
(Cfr. Mgr. Georges Roche et Père Philippe St.Germain, Pie XII devant l’histoire, Laffont, Paris, 1972, pp 52-53). 

Chi erano questi innovatori? L’Esegesi protestante, l’Esame storico critico dei passi del Nuovo testamento, archeologismo liturgico ecc. ecc., spinte culturali non cattoliche che Pio XII da una parte denuncio nella “Mediator Dei” ma nello stesso tempo accolse per esempio nell’approvare l’intollerabile ri-tradizione latina dei Salmi (accantonando la versione della Vulgata latina di San Girolamo) e nella modifica liturgica della Settimana Santa.  Questo clima maturerà e complice l’asprezza generale che investirà la Chiesa gli anni ’60 si vide per la prima volta rifiutare da parte di una porzione della gerarchia ideologicamente orientata, quei pilastri Tradizionali che fino a quel tempo nessuno ebbe il coraggio di contestare. Contestazione non significa crisi
, non significa che un problema reale sia emerso.

La Chiesa è andata di continuo incontro a momenti di crisi delle sue istituzioni, che sono risorte tramite un continuo aggiornamento che le rendesse compatibili con la vita contemporanea. Si pensi alla crisi della Chiesa primitiva di fronte al fenomeno delle invasioni barbariche, e alla sua resurrezione mediante il monachesimo; alla crisi del monachesimo (con conseguente crisi del clero secolare) cui è seguita la riforma operata dagli ordini mendicanti; la crisi degli ordini mendicanti cui è seguita la controriforma; ecc.

Ciò che è stato il fermento culturale e filosofico presente in quegli anni, invece va visto come l'applicazione alla vita della Chiesa di una ideologia, ossia di un sistema complesso in cui la Verità, la Domanda, la Risposta, i Problemi e le Soluzioni, sono tutti contenuti nel medesimo pacchetto.

Un sistema autonomo che è svincolato dalla realtà, poiché in se medesimo è portatore di tutti gli elementi di una “realtà” e quindi creatore di una realtà parallela.
 Alla Filosofia-della-Certezza, che osservando il contingente  (le realtà concrete di tutti i giorni) proclamava l’Immutabilità della Verità e dell’Essere, il principio di Identità (ciò che è bianco non può essere nero) e la certezza nel Dio cristiano Trascendente e Immanente: Tomismo-Aristotelico, si è contrapposta la Filosofia-del-Dubbio un sistema di pensiero (costruito a tavolino, diremo noi) che da Cartesio scardinava quella della Certezza postulando un certo “avanzamento o progressione della Verità” (non più certa, immutabile e unica) e la sostanziale Immanenza di Dio a scapito della Trascendenza oltre che la conciliazione degli opposti (una sintesi) come via economica per la stabilità e la progressione dell’essere. 

Mons. Marcel Lefebvre lo chiamava modernismo o neo-modernismo altri lo chiamavano progressismo, soprattutto per identificare una contrapposizione interna alla Chiesa, fatta di “conservatori e progressisti”, con evidente accezione negativa dei primi e positiva dei secondi. Noi questa realtà parallela la chiamiamo Marxismo-filosofico-ideologico. Secondo la visione marxista, la realtà è materiale e non spirituale. Differenza questa fondamentale tra Hegel e Marx, di fatto latori della medesima ideologia, ma con risultati differenti: Hegel fu l'ispiratore del modernismo della fine dell'800 e degli inizi del '900 noto all'estero come protestantesimo liberale, una sorta di razionalismo spiritualista - e quindi hegeliano - ; Marx fu l'ispiratore di quello che è, a nostro avviso, il pensiero cattolico dagli anni 60 in poi, e che di fatto non ha mai avuto un nome preciso. 
 

Benedetto XVI si guarda bene dal cadere nel tranello della lotta di classe tra fazioni cattoliche, ossia una politicizzazione relativista del cristianesimo stesso, probabilmente perchè, come dice nella sua autobiografia, il marxismo all'opera lui lo ha visto bene, quando era giovane professore nelle università tedesche e i suoi studenti e colleghi professori - Bloch e Moltmann, soprattutto - applicavano in modo orrendo questi principi;  tuttavia si trova nell'esigenza di dover chiamare in qualche modo il nuovo corso.  

Userà i termini “ermeneutica della continuità/discontinuità” per indicare coloro che fanno del post-concilio un prosieguo della tradizione perenne e chi invece fa di questo periodo una rottura. In fondo il marxismo è “rottura e superamento”, Antitesi e sintesi (Aufhebung) e trova in questo la sua particolarità.




continua...............


[Modificato da Caterina63 29/11/2010 14:43]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)