00 16/04/2010 19:45
Presentato il convegno della Cei dedicato ai nuovi linguaggi del web

Chiesa e tecnologie digitali


Roma, 16. La sfida è nella crescita della responsabilità e nella capacità di discernimento, di giudizio e di decisione nell'utilizzo di internet e delle nuove tecnologie digitali. "Ciò vale per tutti, e in special modo per i preti, perché ha a che fare con l'autoeducazione e la responsabilità educativa. È necessario quindi impegnarsi sempre di più per vivere questo mondo in modo costruttivo e per umanizzarlo". Lo ha detto ieri il vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), alla presentazione del convegno nazionale "Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell'era crossmediale", che si svolgerà a Roma dal 22 al 24 aprile.

L'incontro, promosso dalla Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali e organizzato dall'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio nazionale per il progetto culturale, è l'ideale prosecuzione di "Parabole mediatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione" (Roma, 7-9 novembre 2002). L'intervento di monsignor Crociata, che giovedì 22 aprirà il convegno, si intitola proprio "Da "Parabole mediatiche" a "Testimoni digitali":  l'impegno della Chiesa italiana".

Non esiste da parte della Chiesa - sottolinea il segretario della Cei - "una pregiudiziale paura o messa in guardia" a vivere le nuove tecnologie digitali ma da essa viene "l'invito a tutti a utilizzarle in maniera consapevole, critica e responsabile". Per questo motivo dal convegno non dovranno venire norme o indicazioni concrete ma piuttosto una crescita di consapevolezza. "Rispetto ai nuovi linguaggi - ha aggiunto monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell'Ufficio per le comunicazioni sociali - la Chiesa non ha assunto atteggiamenti preconcetti. Non ci si nasconde le ambiguità della rete ma l'atteggiamento è di comprensione e di apertura". Anche perché sono tanti i sacerdoti che usano le nuove tecnologie digitali:  uno su due - secondo i dati della ricerca "Il prete e internet" coordinata da Lorenzo Cantoni, docente di comunicazione on line all'Università della Svizzera italiana di Lugano - consulta internet per preparare le omelie, nove su dieci vi navigano tutti i giorni e uno su cinque utilizza il web per pregare.

"I vescovi italiani - ha detto al riguardo il vescovo Crociata - vogliono capire meglio la nuova condizione mediatica, crossmediale, del mondo odierno, in cui la connessione è sempre aperta e continua, per poter creare una mentalità nuova alla luce del Vangelo e condurre la propria missione in maniera attuale. È importante entrare in questo nuovo ambiente digitale ed è auspicabile la crescita dell'utilizzo di tali mezzi".

Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, tuttavia, non nasconde le insidie del web e del social network e, riferendosi in particolare alla condanna di dirigenti di "Google" per la diffusione di un video nel quale un disabile veniva picchiato da alcuni coetanei, ha osservato che in questo caso "entra in gioco il rispetto della dignità della persona, che è un limite universalmente riconosciuto al di là delle personali convinzioni. La protezione e la salvaguardia delle persone, soprattutto di quelle più deboli, credo debba avere priorità su tutto il resto ed essere un impegno. Va perseguito - secondo monsignor Crociata - il giusto equilibrio tra la libertà di espressione e il rispetto di esigenze fondamentali per una convivenza rispettosa delle persone e della società". All'esercizio della libertà va pertanto affiancata una responsabilità educativa comprensiva del rispetto delle persone.

Per Chiara Giaccardi, docente di sociologia e antropologia dei media all'Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, anch'ella presente alla conferenza stampa, "occorre recuperare la capacità di essere testimoni in questo ambiente digitale che ci sfida, ci interpella ma ci offre anche tante opportunità". La Chiesa, in tale direzione, "ha delle indicazioni, delle vie e delle risposte da suggerire, proponendone una condivisione".

Il convegno che, sabato 24, si concluderà con un incontro dei partecipanti con Benedetto XVI, ha tra i relatori il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, e Nicholas Negroponte, tra i massimi esperti mondiali di nuovi media, fondatore e direttore del MediaLab del MIT (Massachusetts Institute of Technology). Tutte le sessioni del convegno saranno trasmesse in diretta on line sul sito www.testimonidigitali.it.
 


(©L'Osservatore Romano - 17 aprile 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)