Pace a voi tutti fratelli,
Luca scrive, e continua a ignorare quello che io scrivo a lui, ma non ha importanza, lui scrive e può continuare a scrivere, ma io farò altrettanto, controbbattendo ogni suo insegnamento errato, ogni sua parola errata, perchè la verità deve trionfare, e il nel mio piccolissimo devo fare la mia parte di cristiano. Certo il fatto che Luca abbia appoggiato uomini diffamatori e calunniatori è sotto gli occhi di tutti, quindi è evidente che gli conviene non rispondere e lasciare cadere la cosa, sperando che venga dimenticata in fretta, ma fintanto che non chiede scusa il suo appoggio (zelante) non verrà dimenticato, ma portato come esempio del suo comportamento zelante, di assistente gestore e di pastore. Perchè l'aver appoggio diffamazioni simili significa che anche lui le approva, quindi anche lui diffama la chiesa cattolica e il suo clero.
Poi il fatto che non mi risponda non è importante, è molto più importante che tutti gli altri fratelli vedano come si comporta, e soprattuto vedano che dietro il suo miele c'è tanto disprezzo per la Chiesa cattolica.
Quindi io apprezzo meglio tipi come StefanoS che parla chiaro, piuttosto che tipi come Luca che cercano di indorare la pillola, cercano di usare un linguaggio dolce e diplomatico, quando nel loro cuore non c'è altro che disprezzo per la Chiesa cattolica e la dottrina cristiana, orgoglio da piedistallo, maestria e dottorato.
Mettete il vostro animo a nudo cari fratelli protestanti, solo così potremo dialogare sinceramente, non fingete! Alcuni come StefanoS lo fanno, altri invece ai loro pensieri aggiungono dei condimenti per meglio piacere.
Ora parliamo di argomenti ben più importanti del comportamento del pastore Luca:
Chi viene salvato per fede, nel corso della sua vita deve operare nella sua piena libertà, e nella sua piena libertà può anche allontanarsi da Cristo, quindi può perdere la salvezza. Altrimenti si potrebbe pensare che una volta diventati credenti, e aver accettato Gesù come personale salvatore, si diventi come gli angeli, che una volta fatta a loro scelta non possono più allontanarsi da Cristo, perchè nella loro fortezza di spirito resistettero in modo eccellente al peccato, e satana non può più tentarli.
Noi uomini non siamo come gli angeli!!!
Noi fintanto che restiamo nella carne, anche se siamo stati battezzati, anche se abbiamo accettato Gesù come nostro personale salvatore, veniamo tentati, siamo soggetti al peccato, e possimo sbagliare, anche pesantemente, e possiamo pure in preda al peccato allontanarci da Cristo. Quindi ogni cristiano deve combattere la buona battaglia per tutta la sua vita, senza mollare mai fino alla fine dei suoi giorni.
Solo dopo aver lottato fino alla fine e aver vinto, può dire sono salvo.
Non bastano a salvarci i meriti infiniti di Gesù Cristo?
No, non bastano, NON perché essi non abbiano valore sufficiente, ma perché Gesù Cristo stesso ha voluto il concorso e la cooperazione delle nostre opere buone, perché per applicarcene il merito, vuole che noi pratichiamo il Vangelo e viviamo la vita cristiana. Perciò S. Paolo diceva di sé: “Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo Corpo che è la Sua Chiesa” (Col 1,24).
Le opere degli uomini PER SE’ non meriterebbero mai il Paradiso! Se lo meritano è solo perché il Signore si è degnato di avvalorarle con la sua grazia… Le nostre opere buone hanno merito perché compiute in grazia di Dio, partecipano dei meriti stessi di Gesù Cristo.
Perché Paolo ha scritto: “Noi riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede, senza le opere della legge”? (Rm 3,28).
Si può mai pensare che l’Incarnazione di Cristo, la sua passione e morte, e tutta la grazia che ci ha portato, siano dipese dalle nostre opere buone? Certamente non lo si può pensare!
Gesù è venuto proprio perché eravamo peccatori e non avremmo mai potuto con i nostri meriti ottenere la salvezza. Egli è stato esplicito: “Non hanno bisogno del medico i sani, ma gli ammalati; non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori; molti pubblicani e peccatori si misero a tavola con Gesù; era amico dei pubblicani e dei peccatori” ecc. (cf Mt 9,10.12-13; 11,19; cf anche Lc 7,37; 15,1 ss.; 19,7 ecc.).
Molti protestanti forse senza accorgersene danno alla frasi bibliche, significati che esse non hanno. L’Apostolo Paolo intende riferirsi alle opere che seguono la giustificazione per grazia, quando si accetta Gesù non lo si accetta solo dopo aver fatto un certo numero di opere che ci portano ad accettarlo o a farsi accettare da Lui, Gesù ci accetta così come siamo, Gesù è venuto a salvare i peccatori, quindi il peccatore che accetta Gesù come salvatore, lo fa nella sua condizione di peccatore, Gesù accetta e salva i peccatori, che cosa vuol dire questo? I peccatori se sono tali, ovviamente non hanno fatto opere buone, quindi vengono salvati per sola fede, ma dopo essere stati salvati, mondati dai loro peccati tramite il battesimo, le opere buone saranno la manifestazione naturale della loro fede, quindi Paolo si riferisce alle opere precedenti il battesimo, ci fa capire che veniamo salvati a prescindere delle opere precedenti che abbiamo fatto, ma dopo aver accettato Gesù, i frutti della nostra fede saranno le opere buone, che saranno il metro del giudizio che riceveremo alla fine dei tempi, in ogni caso il Padrone ricompenserà a ciascuno come Lui vuole, perché non dimentichiamo che se Cristo non sarebbe venuto a salvarci le nostre buone opere non basterebbero mai a salvarci, poi il Padrone salverà sia chi ha fatto un’intera vita di opere buone nella fede, e chi ne ha fatto anche una sola in punto di morte, o anche chi in punto di morte accetta Cristo come salvatore, e non ha modo di compiere nessuna opera, in quelle condizioni non ne ha il tempo (come il ladrone sulla croce), i giusti non potranno lamentarsi con il Padrone, che concede gratuitamente a chi vuole, perché Lui è il padrone della vita. Paolo si riferisce pure alle opere della legge mosaica, ossia ai cerimoniali, alla circoncisione, alle abluzioni, ecc., ormai non più necessarie per i cristiani. Quindi, quando Giovanni (6,28-29) dice che la migliore opera di Dio è credere in Colui che Egli ha mandato, dice il vero, ma non intende separare dalla fede le opere buone. Così anche quando l’apostolo dice (2 Tm 1,9) che Dio ci ha salvati “secondo il proponimento e la grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità”, certamente non vuole escludere le opere buone dopo aver ottenuto la sua grazia, ma di quelle di prima che, purtroppo, non c’erano e non ci potevano essere perché la Fonte della grazia (=Gesù), non era ancora venuta tra noi per salvarci. Perciò è giusto ripetere con l’apostolo (Ef 2,8-9): “è per grazia che voi siete stati salvati…non in virtù di opere, affinché niuno si glori”.
Ecco cosa scrive S. Agostino in proposito:
"Quando dunque l'Apostolo dice che, a suo avviso, l'uomo è giustificato per mezzo della fede senza le opere della legge 52, non lo sostiene perché, una volta accolta e professata la fede, le opere della giustizia siano trascurate, ma perché ciascuno sappia che può essere giustificato per mezzo della fede, anche senza aver prima compiuto le opere della legge. Queste infatti seguono la giustificazione, non la precedono."
Avete capito fratelli protestanti?
Pace
Salvatore