00 02/10/2009 19:26
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/12/2004 11.04
Ringrazio tutti per la partecipazione graditissima a questo forum......
Vorrei rispondere ad alcune domande per arricchire questo dialogo.....
chiede Iron nel post 10:
sei sicuro Teofilo che il buddismo insegnava che bisogna annullare il desiderio del piacere e desiderare il bene?
.......
oltre alle sagge risposte che hai ricevute....volevo aggiungere di fare attenzione al BUDDISMO ODIERNO......esso è stato ampiamente svuotato del suo insegnamento originale e mischiato con altre forme di credi orientali....a tal proposito suggerisco di leggersi anche questo forum:
New Age e Cristianesimo:introduzione dal messaggio 44 dove citavo questo libro: padre Francois M.Dermine, O.P.
alla seconda edizione del suo piccolo capolavoro "Mistici veggenti e medium" Esperienze dell'aldilà a confronto - Libreria Editrice Vaticana, 400 pag. (25.E.)
.......
Il Buddismo ha origine in India....e gli induisti sostengono che esso sia una forma SCISMATICA DELL'INDUISMO.....ai confini del Nepal e dell'Audh, nella seconda metà del VI sec. a.C. È accertato che il Buddha è un personaggio storico.....nulla venne fissato nella scrittura finché il Buddha fu vivo; la comunità buddhista non disponeva né di un canone né di una regola nel senso proprio della parola. Dopo il parinirvana del Buddha (480 [?] a.C.) si avvertì la necessità di raccogliere e unificare gli elementi delle sue dottrine riguardanti la disciplina (vinaya), i dogmi e la legge (dharma) e la metafisica (abhidharma); a questo scopo vennero indetti i concili di Rajagriha (477 [?] a.C.), Vaisali (377 o 367 a.C.) e Pataliputra (249 o 242 a.C.). A poco a poco in seno al buddhismo si costituirono diverse sette (sthavira, mahasamghika, sarvastivadin, ecc.) che diventarono sempre più numerose. La conversione dell'imperatore Asoka (250-249 [?] a.C.) diede nuovo impulso al buddhismo, dichiarato religione di Stato e favorito anche dalle missioni che si svilupparono sia all'interno sia all'esterno dell'Impero; a questo periodo risale tra l'altro la conversione dell'isola di Ceylon (241 [?] a.C.). Le sette acquistarono caratteri che le differenziarono sempre più finché, verso l'inizio dell'era cristiana, si produsse uno scisma: nacque allora un buddhismo con caratteri modificati che, con il nome di "grande veicolo" (mahayana), si contrappose al buddhismo tradizionale chiamato "piccolo veicolo" o theravada o hinayana. Gli avvenimenti politici e, in particolare, la costituzione dell'impero dei Kushana a nord e a NO facilitarono l'espansione del buddhismo in Cina, attraverso l'Asia centrale. Sotto Kaniska (II sec.) pare sia stato tenuto un nuovo concilio nel Kashmir. Il buddhismo progredì raggiungendo il massimo della fioritura sotto la dinastia dei Gupta (secc. IV-VI), e in seguito gradualmente decadde a causa delle persecuzioni e soprattutto delle invasioni degli Unni, nel V sec. Sotto il regno di Harsa di Kanauj (VII sec.), il celebre pellegrino cinese Hsüan Tsang ne constatò la scomparsa in numerose plaghe. Al declino del buddhismo contribuì il prevalere del tantrismo...., dottrina che ne accentuava l'aspetto rituale, formalistico e magico, del brahmanesimo e soprattutto dell'islamismo, diffusosi in India in seguito alle invasioni musulmane (fine XII sec. - inizio XIII sec.). Nonostante ciò il buddhismo, nelle sue diverse forme, si propagò per tutta l'Asia ed è tuttora una delle tre religioni più importanti del mondo, con oltre 300 milioni di fedeli......
I dogmi del buddhismo theravada sono tratti in gran parte dalla filosofia brahmanica e in particolare dalla scuola samkhya di Kapila. Come già sosteneva questa scuola, il buddhismo theravada, infatti, afferma l'eternità e l'indistruttibilità della materia elementare, la quale, seguendo una legge meccanica fatale che esclude l'intervento della volontà e delle potenze divine, unisce e combina i suoi elementi in modo da produrre tutto quello che esiste nell'universo. Secondo un ciclo eterno e immutabile, i mondi si formano, si sviluppano, declinano e poi periscono per ricostituirsi di nuovo; a ciascuna di queste fasi viene dato il nome di kalpa. Analoghe leggi regolano l'anima degli esseri viventi, sottoposta a un processo di evoluzione che la porta, in successive incarnazioni, dall'animale all'uomo e dall'uomo alla divinità attraverso un alternarsi di ascese e di cadute, provocate dal prevalere delle virtù e dei vizi. Solo quando riesce a distruggere in sé vizi e virtù l'anima raggiunge lo stato che viene chiamato nirvana. Questo eterno rinascere costituisce il tanto temuto male della trasmigrazione. Come rimedio il Buddha proclamò il dogma detto delle "Quattro sante verità" (Arya-Satyani):
1) l'esistenza del dolore,
2) la causa del dolore,
3) la sua soppressione e
4) la via da seguire per sopprimerlo.
come dicevamo...sembra di assistere ad una fede...INCOMPLETA....MA NON DEL TUTTO INUTILE.... 
Il dolore è parte indissolubile dell'esistenza; l'esistenza è prodotta dall'ignoranza, causa delle passioni, dell'attaccamento ai beni esteriori e dei desideri che, agendo per mezzo dei sensi, danno vita agli esseri. La via da seguire è segnata da Quattro nobili sentieri:
1. la scienza, che dimostra la vanità, il vuoto, l'instabilità, l'irrealtà del mondo esterno, degli oggetti composti da elementi deteriorabili, dell'io, e la follia dell'attaccamento a queste cose;
E COME SOTTOLINEAVA TEOFILO NEL POST 9 vi sono molti aspetti che in essi possiamo condividere...
2. l'osservanza delle "Cinque interdizioni", di uccidere, di rubare, di commettere adulterio, di mentire, di ubriacarsi;
possiamo leggerci i Comandamenti e i suggerimenti di Paolo quando parla di SOBRIETà.......
3. l'astinenza dai "Dieci peccati" di omicidio, furto, fornicazione, menzogna, maldicenza, ingiuria, pettegolezzo, invidia, odio, errore dogmatico;
interessante queste...DIECI raccomandazioni dove la stessa invidia è tacciata da Paolo come un male grave...come l'errore dogmatico è citato dagli apostoli quando avvertono di FUGGIRE I FALSI MAESTRI.....
4. la pratica delle "Sei virtù trascendentali", la carità, la moralità perfetta, la pazienza, l'energia, la bontà, la carità o amore per il prossimo.
Il fatto che san Paolo abbia detto esplicitamente che più perfetta della fede è la CARITA'...bè..non possiamo ignorare questo aspetto fondamentale.....pazienza e MITEZZA sono insegnati dal Cristo, così come l'amore per il prossimo, ciò che vedo nel Buddismo è una INCOMPLETEZZA DI QUESTE DOTTRINE..... un cristiano le attua per mezzo del Cristo,perchè? Perchè DA SOLO L'UOMO E' INCAPACE DI CONCRETIZZARE TUTTE QUESTE BELLE DOTTRINE......infatti, il nostro ateismo nostrano...composta da una certa classe comunista...sostiene che CIO' CHE FACCIAMO LO POSSIAMO FARE A NOME NOSTRO.....ELIMINANDO DIO.....ma questo non è possibile, non è UMANAMENTE possibile....ciò che il Buddismo chiama in queste 6 virtù L'ENERGIA...è per noi UNA PERSONA VIVA E VERA..TERZA PERSONA DELLA TRINITA': LO SPIRITO SANTO.....è per mezzo di Lui, dice Paolo che noi possiamo chiamare Dio con il termine di..ABBA'=PADRE......Budda aveva intuito?? CREDO DI SI....., non avrebbe potuto elencare in queste 6 virtù...LA CARITA' E L'AMORE AL PROSSIMO se ciò non gli fosse stato ispirato dall'Alto.....
Ogni essere è responsabile dei propri atti e ne subisce fatalmente le conseguenze (karman). Il saggio, come compenso delle proprie virtù, ottiene di rinascere, secondo i propri meriti, come uomo di condizione superiore, come appartenente alla classe dei geni del mondo della luce o a quella degli dei; se raggiunge la perfezione, diventa bodhisattva e, infine, buddha. L'indifferente o il peccatore rinascerà come uomo di condizione inferiore, come genio delle tenebre, demone, animale o in uno dei diciotto inferni. L'inferno non è eterno; la severità e la durata delle pene sono proporzionali al male commesso e, una volta terminata l'espiazione, l'anima riprende, nella scala degli esseri, il posto che le è destinato in considerazione degli atti meritori che può aver compiuto. Gli dei godono di una potenza e di una felicità relative; sono semplici funzionari preposti, per un periodo limitato, alla protezione dell'universo e sono ancora soggetti alla legge della rinascita. Solo i buddha non devono più rinascere e possono godere della perfetta beatitudine del nirvana. Il buddhismo del mahayana ha una concezione molto diversa. In luogo dell'etica proposta dal theravada, addita la via del sentimento e della speculazione. Queste due forme di buddhismo sono rappresentate da scuole filosofiche che produssero, nel corso della storia del buddhismo, un'abbondante letteratura......
Vi è in questo finale una INCOMPLETEZZA....quando leggo questa dottrina sulla sorte delle anime, vi leggo come una attesa di capire meglio le cose come stanno......la così detta TRASMIGRAZIONE DELLE ANIME trova completezza nella RISURREZIONE DEL CRISTO che mette fine a queste inconclusioni, del resto Paolo sottolinea che se Cristo non fosse veramente risorto...VANA SAREBBE LA NOSTRA FEDE.....dunque come cristiani abbiamo IL VANTO NEL CROCEFISSO, MA SE NON CREDIAMO NELLA RISURREZIONE....VANA SAREBBE QUESTA FEDE....
Gesù stesso ricordando agli Ebrei che NON era venuto ad abolire...MA A PORTARE A COMPIMENTO...io credo che intendesse TUTTO......di fatto Gesù NON condannerà nessuna forma di religione, ma insisterà nel dire che E' LUI COLUI CHE TUTTI... TUTTI... ATTENDEVANO.....in quel TUTTI....ci sono anche tutte le forme di fede relative alle specifiche CULTURE DI OGNI POPOLO.....Dio non è venuto per abolire, nè per distruggere culture e tradizioni, ma per COMPLETARE LA RIVELAZIONE DI DIO STESSO CHE VA INCONTRO ALL'UOMO DI OGNI TEMPO, DI OGNI NAZIONE E TRIBU', DI OGNI LINGUA DI OGNI POPOLO........
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/12/2004 11.40
Per completezza....con le dottrine buddiste citate nel messaggio 22....uniamoci quanto segue senza spezzarlo...leggiamo le....ISTITUZIONI.....cioè...come vivono e come ci si muove nel mondo Buddista e ci accorgeremo che ci sono delle affinità....
La comunità che si formò intorno al Buddha Sakyamuni era composta da fedeli laici o zelatori (upasaka) e da monaci (bhiksu). Il laico deve venerare il Buddha, la legge e la comunità, attenersi alle cinque regole fondamentali e acquistare meriti facendo doni alle comunità, elemosine ai monaci e curando la lettura dei testi sacri. Nel mahayana ai laici viene data maggiore importanza in quanto l'ideale del bodhisattva è di ottenere la propria salvezza e quella degli altri pur partecipando alla vita secolare. Secondo la tradizione theravada i bhiksu, mendicanti erranti, sono candidati per eccellenza al titolo di santi (arhant) e al raggiungimento del nirvana. A loro spetta, per diritto, il rispetto assoluto dei fedeli laici; la loro appartenenza al clero non è perpetua. All'età di otto anni sono ammessi al noviziato cui segue, a vent'anni, l'ordinazione, concessa dopo un severo esame. Dopo l'ordinazione essi conducono vita conventuale, sottoposti a una gerarchia che tiene conto dell'anzianità e dei singoli meriti. Le mancanze commesse vengono punite con misure disciplinari e con penitenze. Le donne, che il Buddha ammise con una certa riluttanza nella comunità come religiose (bhiksuni), sono sottoposte alle medesime regole, ma debbono rispetto al bhiksu, qualunque sia la loro età. Queste istituzioni nel mahayana hanno importanza minore perché una funzione di rilievo viene riconosciuta anche ai laici. Grande importanza ha invece la confessione che avviene in forma PRIVATA.....
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vediamo ora il....CULTO:
Sin dai primi tempi il buddhismo osservò particolari usanze religiose in omaggio al Buddha, alla legge e alla comunità. Culto particolare venne tributato alle reliquie e furono elevati monumenti (stupa) destinati ad accoglierle o a commemorare avvenimenti della vita e dell'esistenza anteriore del Buddha. Il culto delle immagini del Buddha, che sembra risalire a un'epoca posteriore, venne tributato sotto la forma, ancora oggi in uso, di offerte di fiori, vesti, ornamenti, musica, fatte alla statua del Maestro, e con munifiche elargizioni alle fondazioni religiose, che raggiunsero infine un fasto completamente estraneo all'austerità monacale degli inizi. Tali pompe si accompagnano a forme rituali di scongiuro, di esorcismo o di invocazione di protezione, che sono di origine prebuddhista o semplicemente popolare e che hanno dato origine a formule magiche, amuleti, disegni, tatuaggi. Le espressioni di culto del mahayana sono all'incirca le stesse del theravada: degno di nota è il grande sviluppo del culto dei testi sacri, considerati mezzi di salvezza per se stessi, e la conseguente fioritura di manoscritti illustrati e accuratamente compilati; il culto tantrico moltiplicò queste credenze, introducendo rituali molto complessi nei quali i disegni esoterici (mandala) e i diagrammi magici hanno grande importanza.......È appurato che i Cinesi non conobbero il Buddha prima dell'era cristiana; non si sa tuttavia con esattezza quando la nuova religione sia penetrata in Cina. Nel IIsec. d.C. essa si impose come una specie di doppione del taoismo dal quale, quando i suoi testi furono tradotti in lingua cinese, trasse gran parte della propria terminologia. L'elaborazione delle tradizioni buddhiste nella lingua cinese deve essere considerata uno dei fatti più rilevanti nella storia della cultura umana poiché permise a due civiltà autonome, benché mai completamente isolate, di venire a contatto. L'influenza del buddhismo in Cina fu tuttavia contenuta dalla diffusione del confucianesimo e del taoismo. La Cina fornì un grosso contingente di monaci e monache e diede numerosi contributi originali alla meditazione buddhista. La pietà buddhista per il dolore che regna nel mondo sviluppò tra i Cinesi un nuovo senso della carità umana (il bodhisattva Avalokitesvara divenne, in Cina, la dea Kuan-yin, patrona di coloro che soffrono)........I testi sacri portati a conoscenza dei cinesi dal II al X sec. assunsero valore diverso da quello che avevano nel loro ambiente originario, poiché furono interpretati isolatamente e in maniera frammentaria, in ambienti disparati, più o meno simpatizzanti col taoismo.
Il problema più importante per l'anima indiana (come sottrarsi alla trasmigrazione) e la soluzione proposta dal buddhismo (il nirvana) non potevano essere compresi e apprezzati negli altri paesi come lo erano stati in India con l'Induismo. Il buddhismo originario cercava la liberazione dal ciclo delle esistenze; quello cinese si propone la ricerca della felicità...Oggi il buddismo ha perso molto della sua originarietà,tuttavia il Dalai-Lama è ancora Colui che può garantire questa continuità depurata di recente dalle varie contaminazioni passate.
....ai piedi dell’Himalaya, si segnano i confini di due grandi culture, quella cinese e quella indiana. Sono luoghi di intermediazione tra conflittualità etniche, religiose e politiche. Specialmente in Nepal, ma anche nelle altre regioni, vivono migliaia di profughi tibetani. Questa gente, costretta all’esilio da oltre trent’anni di dominazione cinese in Tibet, ha alle spalle secoli di storia. La religione buddista permea molti aspetti della vita quotidiana e indirizza le aspirazioni in direzioni spesso estranee alla mentalità occidentale. È il motivo per cui, visitando queste regioni, i turisti raramente riescono a comprendere spirito, mentalità e cultura dei popoli himalayani. L’idea di accumulare meriti come patrimonio morale, di mandare i figli in monastero, di intraprendere pellegrinaggi, di credere nell’esistenza di luoghi naturali dotati di santità ed energia, sono il risultato della fusione tra il buddismo e l’antica religione sciamanica che, affermatasi sull’altipiano, ha dato origine alla cultura tibetana. Anche se l’influenza delle popolazioni vicine è stata notevole, le tradizioni, gli usi e i costumi tibetani se ne distanziano notevolmente....
La tradizione continua ancora oggi. Il Dalai Lama, il capo del governo del Tibet costretto all’esilio, è un "reincarnato" trovato dai lama, le massime autorità sacerdotali della tradizione tibetana, secondo rituali e tecniche ben precise. La storia del Tibet e delle sue genti è strettamente legata all’ordine monastico dei gelukpa, governato dalla stirpe dei reincarnati.....Fu infatti il terzo capo gelukpa, Sonam Gyatso (1543-1588) che, accettando l’alleanza con i mongoli, rese potente l’ordine monastico tibetano. Nel 1578 accettò di incontrare Altan Khan, capo dei mongoli. Durante l’incontro Sonam Gyatso ricevette il titolo di Ta-Le (dalai), che significa Oceano di Saggezza. Nel 1588, alla morte del terzo Dalai Lama, venne trovata la reincarnazione dello stesso in un pronipote di Altan Khan. Il ragazzo venne portato a Lhasa con una grandiosa cerimonia e scortato da truppe mongole. Le lotte per il potere tra i nobili tibetani e la rampante classe sacerdotale si fecero aspri. Il quarto Dalai Lama morì di morte violenta a soli 25 anni.......Il suo successore cominciò a governare con l’aiuto dei mongoli, divenendo sovrano spirituale e temporale del Tibet. Egli diede grande impulso alla costruzione di nuovi monasteri, il più importante dei quali è quello di Labrang nel Kham (oggi provincia di Gansu in Cina). A Lhasa cominciò a costruire una residenza adatta al capo dello stato tibetano, il Potala. Ma con la morte del quinto Dalai Lama si venne a definire tutta la debolezza della linea di discendenza istituita dalla stirpe dei reincarnati. La Cina inoltre si dimostrava sempre più interessata alle sorti del montuoso stato fino a che, nel 1720, l’imperatore Kang Xi dichiarò il Tibet protettorato cinese.....La libertà politica del Tibet finì il 7 ottobre 1950. Era trascorso un anno da quando il comunismo era arrivato al potere in Cina. Trentamila soldati cinesi, in assetto di guerra, attaccarono il Tibet centrale da sei diverse direzioni compiendo stragi ancora oggi poco conosciute. A Lhasa il governo tibetano, che poteva disporre soltanto di 4mila uomini male armati, rispose DEPONENDO LE ARMI e mettendo sul trono il quattordicesimo Dalai Lama, un ragazzo di soli 15 anni.
Nel 1959, dopo alcuni anni di governo formale, il Dalai Lama dovette fuggire dal paese dopo la rivolta di Lhasa che lasciò sul terreno una strage firmata dal comunismo cinese. A seguito di ciò quello che viene indicato come "regno del Tibet" diffuse la sua cultura e le sue tradizioni, portate dalle popolazioni tibetane fuggite dal paese, in Nepal, in Ladakh, in Sikkim e in Bhutan. Si tratta di templi, monasteri, statue, sculture, pitture e cerimonie: testimonianze importanti che fanno del Tibet il fulcro ideale e spirituale del mondo e della nazione himalayani.....
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Buona meditazione fraternamente Caterina