00 02/10/2009 22:46
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Consiglia  Messaggio 2 di 26 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/03/2004 12.49
All'interessante ricostruzione del Bruti, che puntualmente ringrazio.......vorrei proseguire con un articolo apparso oggi su:

IDEE
Due studiosi francesi tracciano un itinerario dall'antichità ad al-Qaeda. Va letto come forma di lotta o come aberrazione politica?

Terrore, che storia

Ancor più della guerriglia, il terrorismo è l’arma del debole contro il forte. E cerca di bloccare le coscienze. Da Bakunin a Ossama Benladen

Da Parigi Daniele Zappalà

«Solo una profondità di campo può permetterci di cogliere le poste in gioco attuali di questo fenomeno i cui effetti sono lontani dall'essere esauriti». Il triste fenomeno in questione è il terrorismo, la profondità è quella storica, mentre a lanciare in questi termini un nuovo tentativo di "comprensione" della piaga più inquietante del nuovo millennio sono due ben noti studiosi francesi, Gérard Chaliand e Arnaud Blin, entrambi docenti allo stesso tempo in Europa e negli Stati Uniti. Lo fanno, da curatori e coautori, in una voluminosa Histoire du terrorisme. De l'Antiquité à Al Qaida (Bayard Editions), che uscirà nei prossimi giorni nelle librerie transalpine e già fa discutere.
Il terrorismo contemporaneo in una prospettiva storica, dunque. Una mossa di partenza già satura di insidie, compresa quella di una sottile forma di condiscendenza intellettuale (l'apparizione a ridosso degli eccidi di Madrid, invece, è solo il frutto di una coincidenza: l'uscita era prevista da tempo). Sfogliando l'opera, in effetti, ci si può chiedere quasi subito se sia legittimo istituire legami fra periodi così lontani e diversi come il segmento dell'età medievale in cui operò all'interno del mondo islamico la Setta degli assassini, la stagione del Terrore durante la Rivoluzione francese, l'attualità degli ultimi mesi.

Il primo collante che permette agli autori di spingersi indietro nel tempo? fino alla "preistoria del terrorismo" individuata nelle azioni omicide della setta degli Zeloti, attiva in Palestina nel I secolo dopo Cristo?, è la ripresa dell'accezione di "terrorismo" del sociologo Raymond Aron: «Un'azione violenta è definita terrorista quando i suoi effetti psicologici sono incommensurabili rispetto ai suoi risultati puramente fisici». Una definizione forse sempre meno vera (dato l'enorme potenziale di distruzione "fisica" dei terrorismi di oggi) ma che rende conto della portata sistemica del fenomeno, capace di paralizzare e opprimere in modo più o meno acuto intere so cietà o addirittura insiemi di società. È questa costante di fondo, spiegano Chaliand e Blin, ad aver storicamente forgiato il terrorismo come "strategia d'insurrezione" a sè stante. A esercitarla, sono stati quasi sempre dei gruppi minoritari, anche se non mancano gli esempi di "terrorismi di Stato" (a cominciare da quello dei mongoli sotto Gengis Khan).

Il terrorismo di cui si occupa l'opera è quello "politico", finalizzato a uno scopo più o meno determinato legato alla dimensione del potere. E per comprenderlo fino in fondo, secondo gli autori, «occorre considerarlo come un modo di lotta piuttosto che come un'aberrazione sociale o politica, e affrontare il fenomeno da un punto di vista più tecnico che morale». Dell'"amoralità" dell'opera Chaliand e Blin si scusano fin dall'inizio, ma le quasi 700 pagine dell'Histoire tendono a fare astrazione della condanna e dell'orrore dell'opinione pubblica verso il terrorismo. O meglio, la percezione del terrorismo diventa l'oggetto di una parallela storia nella storia, data l'importanza capitale che per gli autori questa "componente" ha sempre giocato nel "meccanismo" terrorista.
«Oggi, il terrorismo è, ancor più che la guerriglia, l'arma quasi unica del debole contro il forte», scrivono Chaliand e Blin in apertura. «Il suo impatto ha per bersaglio soprattutto le coscienze. In questo senso, il terrorismo è la forma più violenta di guerra psicologica».

Essa si fonda su un ingrediente, il terrore (da terrere, far tremare), utilizzato il più delle volte con fredda premeditazione. Un ingrediente tanto potente da sedurre nella storia spesso lo stesso potere politico costituito, dall'impero di Sargon d'Assiria in poi.
Grandi esperti di relazioni internazionali e di problemi strategici, Chaliand e Blin non sono storici di formazione. E di fatto, l'analisi dei secoli passati lascia il sospetto di qualche volo pindarico. La terza parte del volume «Dal 1968 ai giorni nostri»? successiva a «L'era moderna, dal 1789 al 1968»? copre più della metà dell'opera ed è certamente la più dettagliata e completa.
Un interesse a sé stante, poi, suscitano gli ampi "annessi": fra questi, oltre a mappe e statistiche sul terrorismo contemporaneo, anche alcuni scritti teorici come «Rivoluzione, terrorismo e banditismo» (1869) dell'anarchico russo Mikhail Bakunin o testi programmatici di movimenti terroristi contemporanei come Fatah, i Fratelli musulmani, i Tupamaros in Uruguay, fino alle dichiarazioni più recenti e verificate di Osama Bin Laden.
L'Histoire di Chaliand e Blin ha certamente una forte vocazione enciclopedica (sottolineata dall'editore). Ed è in quest'ottica che può essere letta e consultata anche da chi rimane scettico sull'approccio di fondo, talora cugino solo lontano del metodo storico propriamente detto.



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Consiglia  Messaggio 3 di 26 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 27/07/2004 14.31
Abbiamo avuto modo di approfndire in altri forum che l'errore più grande dell'Islam attuale è un pò come il protestantesimo....LA SOLA SCRIPTURA....per loro esiste così il...SOLO CORANO....
Tuttavia grazie al dialogo interreligioso molti gruppi di Musulmani stanno avviandosi alla comprensione, approfondendo invece il Corano il quale è indiscutibilmente comunque sia legato alla nostra Bibbia......
Prova ne è quanto segue:
Sebbene cristiani e musulmani non siano d’accordo sul significato del ministerio di Gesù sulla terra, essi onorano la Sua esistenza dal modo unico in cui Egli venne sulla terra: la Sua nascita soprannaturale e da una vergine.
E' Nel Corano che viene riportato che  Maria chiese all’angelo come sarebbe potuta rimanere incinta dal fatto che "...mai un uomo mi ha toccata?" (sura 3:47). L’angelo rispose che era stato deciso così (sura 19:21). Ma perché questo bambino doveva venire al mondo in questo modo? Qual era il significato della sua nascita da una vergine? La maggior parte dei musulmani probabilmente non saprebbe cosa rispondere perché il Corano non dà nessuna spiegazione al riguardo.
A volte, però, il Corano invita i musulmani a rivolgersi ai cristiani, coloro ai quali è stata data una precedente rivelazione, incredibile ma vero..... Così vi leggiamo: "E se dubiti a proposito di ciò che abbiamo fatto scendere su di te, interroga coloro che già prima recitavano le Scritture (nota: la Bibbia). La verità ti è giunta dal tuo Signore..." (sura 10:94, 21:7). La sua nascita verginale lo esentò dall’essere imputato del peccato di Adamo. Egli era differente perché Suo Padre era differente (ricorda il detto il simile produce il simile).
Questo non significa che Gesù fu concepito da Dio in un modo fisico (come i musulmani addebitano ai cristiani di credere). No, questo sarebbe blasfemo! Le Sacre Scritture ci dicono che la potenza dello Spirito Santo fece sì che il bambino si formasse nel seno di Maria (Matteo 1:20). Come potrebbe essere impuro qualcosa prodotto dallo Spirito Santo?
Egli era il bambino, chiamato sia nel Corano (sura 19:19) che nella Bibbia (Ebrei 1) da Gabriele "il Santo", che non appartiene a quella catena di maledizione e corruzione che risale fino ad Adamo. Qui c’è un "nuovo Adamo", un essere umano che non è sotto la maledizione di Dio, un servitore amato da Dio nel quale Egli si è potuto compiacere (Luca 3:22). Non c’era vergogna, colpa o corruzione in questo uomo. Come prova di ciò, vediamo che la sua santità non passò inosservata, anche da parte di coloro che non facevano parte del Suo gruppo, ma che anzi lo perseguitarono e lo disprezzarono. Alla fine della Sua vita Pilato disse che egli non trovava nulla di male in Gesù e si lavò le mani per discolparsi della sua crocifissione. Perfino un demone si rivolse a Lui chiamandolo: "Il Santo di Dio" (Luca 4:34). Per questo possiamo dire che è in Cristo Gesù CHE TUTTI POSSIAMO INCONTRARCI E RITROVARCI. Tutti noi "figli esuli di Eva" come diciamo nel "Salve Regina", quando chiediamo che CI VENGA MOSTRATO IL FIGLIO SUO GESU'.....
Noi sappiamo che il simile produce il simile, perciò perché Gesù non doveva essere il Santo? Ed allora, che dire di Sua madre? È grazie a Sua madre che sappiamo che Egli aveva una natura umana. Grazie alla Sua nascita verginale Gesù aveva la natura umana e la natura di Dio, tuttavia Egli era una persona. Il significato delle Sue due nature richiederebbe troppo spazio per essere spiegata, ma è sufficiente dire che in Gesù, Dio è rivelato in forma umana come Dio manifestato in carne (1Timoteo 3:16). La Sua nascita verginale, comunque, sta alla base di queste due nature: come nato da una donna, ha una natura umana, come nato da una vergine, sottolinea la Sua natura divina.....
Per comprendere questa verità, abbiamo bisogno di sapere perché Dio è venuto tra noi.
Il Corano non ci parla della maledizione di Adamo e ci dice poco o niente delle conseguenze e del rimedio al peccato. Non ci dice nulla nemmeno del significato della nascita verginale. La Bibbia ha queste risposte......
Alla prossima....
Fraternamente Caterina

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Inviato: 27/07/2004 15.43
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Consiglia  Messaggio 5 di 26 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 27/07/2004 15.49
Rimetto il testo perchè la traduzione dal Corano era incomprensibile....
 
Un altro grande rispetto che NOI potremmo imparare dai Musulmani...è l'uso del termine....DIO.......da noi forse troppo mercantizzato....da loro nemmeno nominato, infatti non lo chiamano mai "DIO" e gli Ebrei scrivono "D-o"....ma scrivono e dicono ALLAH......che vuol dire appunto "Il MISERICORDIOSO"....non è il pronunciamento di un "nome", ma è l'espressione di una fede e di una fiducia molto profonda che forse noi abbiamo un tantino perso.....
Dice Allah l’Altissimo: Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i giudei ed i politeisti  e troverai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che dicono “In verità siamo nazareni”, perché tra loro ci sono uomini dediti allo studio e monaci che non hanno alcuna superbiaV:82...
....
la frase in rosso è l'espressione tipica del nostro: "Dio ha detto!"......Maometto era affezionato ai monaci tanto che spesso li difendeva e non voleva che qualcuno facesse loro del male.............SIAMO NAZARENI...cioè...SIAMO CRISTIANI.......vi è dunque nel Corano una sorta di comunione che se approfondita sarà in futuro possibile.....del resto i Musulmani credono che LA VERGINE CONCEPI' PRODIGIOSAMENTE.....e alcune comunità venerano questa Vergine......lo scoglio da superare sarà in futuro accettare LAMORTE E RISURREZIONE DI GESU'.....per la nascita grazie a Dio qualcosa si sta muovendo....inimmaginabile solo fino 50 anni fa......
Scrive un musulmano:
...sebbene ormai gli stessi cristiani siano oggi divisi in centinaia di sette, le une avversarie delle altre e differenti tra loro per teologia, orientamento e applicazione del culto,risulta di fatto abbandonata dalla grande magioranza di essi la pratica religiosa ed i precetti contenuti nel Vangelo di Gesù figlio di Maria (Pace di Dio su entrambi)
.......
volevo segnalarvi la tipica aggiunta che essi fanno SEMPRE quando nominano Gesù o Maria: Pace di Dio su entrambi........oppure usano il " Benedetto sia"....insomma, un rispetto che forse potremmo non scimmiottare, MA INIZIARE AD APPREZZARE......
Ovviamente non miro all'utopia......la separazione è grande..ma il rispetto nella convivenza è possibile....del resto essi dicono:
....Lo studio del Nobile Corano e la sua aplicazione rigorosa nella vita del credente, cosi come l’osservanza degli insegniamenti e delle tradizioni (sunna) del Profeta Muhammad (PBSL) rapresentano l’unica via percorribile dell’umanità verso una dirittura morale ed etica in questo mondo, ma ancor di più l’unca strada che potra condurci verso la Salvezza Enterna  e il Perdono del compassionevole.....
.......
Come dare loro torto?
Abbiamo abbandonato le nostre tradizioni etiche e morali...abbiamo abbandonato lo studio della Bibbia.....e quali frutti pensiamo di portare?
I musulmani sono contro l'aborto e contro il divorzio....noi siamo da anni alla nascita ZERO.....e siamo divisi....testimoniamo l'adulterio e l'aborto......
Ricordo sempre le parole di Gesù: "Ma quando il Figlio dell'uomo tornerà sulla terra, TROVERA' ANCORA LA FEDE NELL'UOMO? "
Fede in chi?
E leggiamo ancora:
....."Aggrappatevi tutti insieme alla corda di Allah e non dividetevi tra voi e ricordate la grazia che Allah vi ha concesso: quando eravate nemici è Lui che ha riconciliato i cuori vostri  e per grazia sua siete diventati fratelli. E quando eravate sul ciglio di un abisso di fuoco, è Lui che vi ha salvati. Così Allah vi manifesta i Suoi segni affinché possiate guidarviIII:102/103..
........
queste parole del Corano sembrano molto familiari vero?..... del resto sappiamo che il Corano è nato da una sorta di copiatura mischiati anche ai Vangeli apocrifi.....così come risulta infatti da uno apocrifo che Gesù non sarebbe morto in croce.....
Essi ancora scrivono:
.....Del resto non dimentichiamoci mai che mussulmani, cristiani ed ebrei hanno in comune lo stesso Iddio CreatoreSublime ed e proprio da questo importantissimo punto di partenza che I non islamici debbono partire alla ricerca della verità non dimenticando però ciò che Allah il Vero ci rivela in questi fondamentali versetti “Di: “Di: “Crediamo in Allah e in quello che ha fatto scendere su di noi e in quello che ha fatto scendere su di Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e le tribù, e in ciò che, da parte del Signor, è stato dato a Mosè, a Gesù e ai profeti: non facciamo alcuna differenza tra loro e a Lui siamo sottomessi . III:84,85...
....
In questa Sura vi è sottointeso chiaramente comunque sia una sorta di SOTTOMISSIONE SIA A MOSE' CHE A GESU'.....non facendo fra di loro una "distinzione".....non è molto, ma è già qualcosa... e vi è anche una sorta di condivisione con I SANTI.....dice il Corano:
.....Non considerate morti quelli che sono stati uccisi sul sentiero di Allah. Sono vivi invece e ben provvisti dal loro Signore , lieti di quello che Allah, per Sua Grazia, concede. E a  quelli che sono rimasti  dietro di loro, danno la lieta novella: “ Nessun timore, non ci sarà afflizione”.  III:169,170....
Dunque un Dio dei vivi e non un Dio dei morti....una buona base per il futuro dialogo.....
Fraternamente Caterina

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Consiglia  Messaggio 6 di 26 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 27/07/2004 16.06
....e forse non tutti sanno che.....
La Moschea di Omar e la Chiesa del Santo Sepolcro, in Gerusalemme, sono il simbolo attuale di una convivenza che seppur difficile, è comunque sia una testimonianza che insieme si può convivere......
La storia di questa Terra oggi martoriata ci dice che quando il califfo Omar sconfisse i bizantini e conquistò Gerusalemme, volle entrare nella città accompagnato solo da un esiguo numero di seguaci. Annunciando alla cittadinanza che la vita e le proprietà di tutti erano salve e che i luoghi di culto non sarebbero mai stati eliminati, chiese al Patriarca Cristiano Sofronio di accompagnarlo a visitare i luoghi sacri.Il Patriarca lo invitò a pregare nella Chiesa del Santo Sepolcro, ma lui preferì pregare all’esterno, dicendo che se avesse accettato di entrare, future generazoni di Musulmani avrebbero avuto una scusa per trasformare il luogo in moschea.
L’Islam tollera le altre fedi?
Il Corano dice: Allah non vi proibisce di agire con bontà ed equità verso coloro che non vi combattono per religione e non vi hanno scacciato dalle vostre dimore, poiché Allah ama gli equanimi. (Corano 60:8)
Una delle funzioni della Legge Islamica è quella di proteggere le minoranze, ecco perché luoghi di preghiera non Musulmani sono sorti un po’ ovunque nel mondo islamico. La storia è ricca di esempi di tolleranza da parte dei Musulmani nei confronti di altre religioni: quando il califfo Omar entrò in Gerusalemme, nell’anno 634, l’Islam concesse libertà di culto a tutte le comunità religiose della città. La Legge Islamica consente anche alle minoranze non musulmane di stabilire una propria corte di giustizia con regole specifiche per le diverse minoranze.....
Tuttavia appare che all'oggi qualcosa è cambiato......
Quella tolleranza si è trasformata in un incubo per migliaia di donne con la falsa legge coranica (cioè non esiste) dell'infibulazione...con la stessa legge del Taglione dove le mani di piccoli giovani vengono tagliate in piazza se hanno rubato una mela.....Con l'intolleranza invece che emerge dalle radiocronache contro i cristiani i quali, anche se turisti, non possono portare un crocifisso visibile al collo.....
Ma leggiamo quanto segue che è al dir poco stupefacente:
.....Che cosa pensano i Musulmani di Gesù?

I Musulmani rispettano e onorano Gesù e aspettano la sua seconda venuta. Lo considerano uno dei più grandi messaggeri divini. Un Musulmano non si riferisce mai a lui chiamandolo semplicemente Gesù, ma aggiungendo sempre le parole la pace sia con lui. Il Corano conferma la sua nascita da una donna vergine (un capitolo del Corano si intitola Maria), e Maria è considerata la donna più pura dell'universo. Così il Corano descrive l'Annunciazione:
"In verità!" disse l'Angelo,
"O Maria! Dio ti ha prescelta, ti ha purificata e ti ha eletta fra le donne di tutte le nazioni. "In verità!" disse l'Angelo, "O Maria! Dio ti annunzia la buona novella di una Parola che viene da Lui, il suo nome sarà il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e
nell'altro, ed uno di coloro che sono più vicini a Dio. “Egli parlerà al popolo dalla culla alla maturità, ed egli sarà tra i giusti."
Ella disse: "O mio Signore! Come potrò avere un figlio se nessun uomo mi ha toccata? Egli disse: " E' così, Dio crea ciò che Egli vuole. Allorché ha deciso una cosa non ha che da dire:"Sii, ed essa è". (Corano 3:42-45-46-47)
Gesù nacque miracolosamente attraverso lo stesso potere che portò Adamo in vita senza che vi fosse un padre:
“La somiglianza di Gesù di fronte a Dio è come quella di Adamo: Dio lo creò dalla polvere e poi gli disse: Sii. Ed egli fu.” (Corano 3:59)
Durante la sua missione profetica Gesù operò molti miracoli. Il Corano ci dice che egli disse:
“E ne farà un messaggero per i figli di Israele (che dirà loro). Io son venuto da voi con un Segno dal Vostro Signore. Ecco io plasmerò per voi con dell’argilla una figura di uccello e poi vi soffierò sopra e con il permesso di Dio diventerà un uccello: ed io con il permesso di Dio guarirò coloro che sono nati ciechi , ed i lebbrosi, e risusciterò i morti. E vi dichiaro, ciò che mangiate, e ciò che accumulate nelle vostre case, certamente in ciò vi è un Segno per voi, se siete veramente credenti”. (Corano 3:49)
Né Muhammad, né Gesù sono venuti a cambiare la dottrina fondamentale del credere in un Unico Dio, annunciata da profeti precedenti, bensì a confermare e dare nuova linfa a tale dottrina. Nel Corano è scritto che Gesù ha detto di essere venuto:
“(Io sono venuto) per confermare la Legge che esisteva prima di me. E per rendere lecito parte di ciò che vi era stato proibito; Io son venuto da voi con un Segno dal vostro Signore. Dunque siate timorati di Allah e seguite le mie istruzioni”. (Corano 3:50)
Il Profeta Muhammad disse:
Chiunque crede che non vi sia altro dio all'infuori di Allah, e che Muhammad é il suo Profeta, che Gesù è il servitore e il messaggero di Allah, sua parola soffiata in Maria e spirito da Lui emanato e che Paradiso ed Infermo sono verità. sarà accolto da Allah in Paradiso.

(Da un Hadith di Bukhari)
......
al di là di qualche errore dottrinale del tipo...ALLAH HA CREATO....Gesù quando nel Credo diciamo che non fu creato ma generato della stessa sostanza.....possiamo dire che ci sono molti elementi interessanti da poter un domani e dall'oggi condividere.....e come possiamo notare MARIA E' UN ELEMENTO CHE UNISCE.....è definita LA PIU' PURA DELL'UNIVERSO....ed un intero capitolo del Corano le viene dedicato.....
Fraternamente Caterina
entrambi i messaggi offerti da:
(cliccando sopra avrete le pagine)

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Consiglia  Messaggio 7 di 26 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/07/2004 10.33
Facciamo ora un passo indietro nella storia.....una piccola cronologia degli eventi.....
Ci faremo aiutare dal libro di Cardini, L'Europa e l'Islam, edita da Laterza, che si presenta come una sintetica ricostruzione storica del rapporto tra tali due civiltà, visto però dall'ottica europeo-cristiana....
Interessante anche perchè risulta essere abbastanza obiettivo....
....suggerisce Cardini, non sono mancati intrecci e connivenze tra i due mondi, che la storia ha d’altronde visto variegati e frastagliati al loro interno. Così ad esempio la celebre battaglia di Poitiers viene presentata in termini molto meno epici di quelli percepiti dai medioevali contemporanei (o di poco successivi al 732): si sarebbe trattato di una delle tante scaramucce tra franchi e arabi, priva di un valore davvero risolutivo; tant'è che anche dopo Poitiers la spinta penetrativa araba nell'Europa meridionale non avrebbe conosciuto una significativa battuta d'arresto, ma si sarebbe protratta per lunghi anni ancora, fino alle soglie del secondo millennio. Gli intrecci tra Cristianita' e Islam d'altra parte, sono testimoniati sotto lo stesso impero di Carlo Magno, allorchè il capo dei Franchi potè scendere in Spagna nel 778, ricorda Cardini, grazie ad un accordo con l’emiro arabo di Barcellona, nemico del califfo di Cordova; lo stesso Carlo, ancora, inviò ambasciatori al califfo di Baghdad, che gli fece avere in dono un elefante, animale a cui il Re dei Franchi pare tenesse particolarmente (p. 24/5). Anche a livello culturale, nel Medioevo non mancavano crepe nell’edificio di una compatta avversione antimusulmana. È vero che S.Bernardo e S.Tommaso concordavano nel dipingere a tinte fortemente negative l’Islam. Il secondo riteneva che "il Profeta" aveva attirato fedeli alla sua nuova religione promettendo loro una sfrenata libertà sessuale. Il primo si spingeva a parlare di "malicidio", come giusta eliminazione fisica di un nemico "obbiettivamente portatore del male e del peccato" (p. 123) non altrimenti contrastabile. È vero, ancora, che nell’immaginario collettivo medioevali i saraceni (o agareni) vengono dipinti in termini mostruosi: "sono neri, cornuti, digrignano i denti" (p. 119). Tuttavia non mancava nello stesso mondo cristiano europeo chi sapeva apprezzare alcuni valori dell’Islam, o meglio dei mussulmani. Così, in un componimento monastico del XII secolo, ricorda Cardini, il "Re di Babilonia" "è presentato come non privo di magnanimità; e solo la forza delle armi lo induce a piegarsi all’Anticristo" (p. 124), altri componimenti di simile tenore non erano assenti nella letteratura medioevale(pp. 125/7).
Non poteva mancare, nella ricerca cardiniana di "benevolenze" cristiane verso l’Islam, un doveroso ricordo della figura del Santo di Assisi. Certo, Francesco va in Oriente per predicarvi il Vangelo, non certo per proporre un qualche "compromesso" interreligioso, né egli, che pur non amava la guerra, ma ancor più era obbediente al Papa, prende posizione contro l’idea di crociata; tuttavia, nota l’Autore, "nell’incontro di Francesco col sultano (…) vi è la consapevolezza (…) che l’Islam fa parte del disegno provvidenziale. (..) I saraceni sono come "lupi": ma anche "fratello lupo" è, appunto, fratello." (p. 147).
Riguardo alle crociate Cardini tende anche qui a sfatarne la dimensione più epica. Non ci sarebbe stata da parte di Urbano II l’idea di una crociata come compatta unione della Cristianità europea contro il comune, mortale nemico, islamico: l’idea sarebbe stata ben più circoscritta e modesta (p. 89). Del resto i conquistatori arabi della Città Santa non si sarebbero comportati complessivamente in modo negativo: nel VII secolo il Califfo si sarebbe incontrato con Patriarca di Gerusalemme trattandolo con deferenza (p. 82), e solo nell’XI si sarebbero verificate, ad opera degli sciiti egiziani, quelle azioni di percecuzione, tra cui la distruzione della chiesa della Anastasis che avrebbero allarmato l’Occidente. Cardini, in tale linea, evidenzia come, una volta liberati i Luoghi Santi, fu un grave errore quello degli Europei che sempre di nuovo vi affluivano in armi, di non ascoltare il parere dei "Franchi" che già vi si erano stanziati e conoscevano la mentalità della gente del posto. La "saggezza" di questi ultimi fu sopraffatta dalla rozzo schematismo integralista degli europei di più recente arrivo, impedendo così una integrazione e una stabilizzazione delle conquiste crociate (pp. 93 sgg.).
La caduta di Costantinopoli poi, e l’avanzata degli Ottomani nella penisola balcanica sono da leggersi come dovute non meno alle divisioni e alle rivalità tra gli europei che alla bellicosità del "nemico esterno"; troppi, nota Cardini, nei territori cristiani d’Oriente, preferivano "il turbante" dei nuovi conquistatori alla "tiara" del Pontefice Romano, memori della tragica esperienza della quarta crociata, allorché si era cercato di forzare un ritorno alla comunione con Roma. Anche dopo la caduta della Seconda Roma nelle mani dei turchi, fatto che pure destò grandissima impressione, tra i sovrani cristiani prevalse la diffidenza reciproca e il timore che la lotta contro gli Ottomani fosse usata per meschine finalità egemoniche (pp. 194/5).
Per due secoli, così, l’Europa soprattutto nella sua frontiera orientale e meridionale, dovette subire la pressione dell’Islam Ottomano. Ma, sottolinea impietosamente l’Autore, fu in gran parte colpa delle divisioni tra gli stessi cristiani, se i mussulmani poterono compiere atti di audacia e di ferocia tali da imprimere una durevole ferita alla coscienza europea. La stessa tragica vicenda di Otranto, cittadina martirizzata dai Turchi nel 1480, non sarebbe forse stata possibile senza oscure complicità occidentali (in particolare di Firenze e di Venezia).
In questo senso giocò anche la Riforma protestante: senza la minaccia turca Lutero avrebbe, ricorda Cardini, probabilmente fatto la fine dei tanti eretici bassomedioevali, ben presto arsi sul rogo e impossibilitati a diffondere le loro idee (p. 237: "Det Türcke ist der lutheranischen Glück"); d’altra parte senza Lutero e la Riforma il pericolo turco avrebbe potuto essere ben più rapidamente e incisivamente rintuzzato. Non per nulla l’effetto complessivo di quella grave divisione tra i cristiani che fu la Riforma fu una riabilitazione dell’Islam, usato da tutti gli schieramenti in lizza come termine di paragone (più positivo) degli avversari: i Turchi erano meno viziosi degli infedeli cristiani (cattolici o protestanti che fossero). Se incontestabile fu la portata della battaglia di Lepanto, e il valore eroico di personaggi come il Re Sebastiano di Portogallo, che perse la vita in una impresa dal forte sapore crociato nel 1578, resta, secondo l’Autore, che la grande paura dei Turchi, divampata tra il ‘500 e il ‘600 soprattutto nelle zone costiere dell’Europa mediterranea, fu un fenomeno complesso e polivalente. Non solo la paura europea dei pirati mussulmani era contrappesata da una paura mussulmana dei pirati europei, che non erano poi molto meno attivi in razzie di schiavi (come documentano le non infrequenti torri di avvistamento costruite sulla costa nordafricana); ma essere rapiti dai mussulmani non era visto da tutti come il massimo dei mali: non pochi, specie tra i diseredati, vedevano in tale evento la possibilità di riscatto e di ascesa sociale (p. 243 sgg.), e in effetti si segnalano molti casi di cristiani, rapiti dai Turchi, che divennero, dopo aver rinnegato la fede, "rais della flotta e caid governatori dei territori interni", come "il ligure Osta Morato, che divenne bey di Tunisi nel 1637" o Alì "Piccinino", veneziano, che divenne governatore di Algeri (p. 245).
Dal ‘700 la fortuna dell’Islam ottomano conosce un irreversibile parabola di declino. E l’Occidente, proprio per questo, lo guarda non più con angosciata preoccupazione, ma con divertita ironia, a cui non è estranea una certa simpatia. È il tempo delle "turcherie", del Flauto magico di Mozart, col personaggio del Moro Monostrato, che incarnava "la decadenza sapienziale di un Oriente preda del regressivo bigottismo saraceno" (p. 288). L’illuminismo europeo salutava con favore il declino di una civiltà così contrastante, nei suoi aspetti pubblici, con la ragione laica, pur non potendo evitare un’ultima benevolenza verso certi aspetti privati dell’Islam, ispirati a "cortesia" e "ospitalità" (p. 285).
Tra le vicende successive merita ricordare la questione ebreo-palestinese, al cui riguardo Cardini sottolinea le responsabilità britanniche (p. 310/11): ebrei e arabi si sarebbero trovati –"al di là delle intenzioni e degli interessi di entrambi"- gli uni contro gli altri (p. 311). E proprio alla incapacità occidentale di capire le legittime istanze arabe, evidenziatasi secondo Cardini in particolare con la guerra dei Sei Giorni, si dovrebbe l’attesto del processo di occidentalizzazione del mondo islamico e l’impetuosa avanzata del fondamentalismo, dilagato soprattutto a partire dalla rivoluzione iraniana (p.313).
Com’è ovvio l’ultimo argomento toccato dall’Autore è quello della "Terza ondata" islamica, dopo quella da occidente, fermata dai Carolingi e dai Sassoni nell’Alto medioevo e definitivamente rintuzzata con la presa di Granada, e quella da oriente, scatenata dagli Ottomani all’inizio dell’epoca moderna, vi è, dalla fine del ‘900, "l’ondata" islamica degli immigrati. Cardini, traendo le fila delle sue costanti sottolineature, nota come la civiltà europea non possa paventare una dissoluzione provocata da agenti esterni: è piuttosto lei stessa, pur forte sotto il profilo tecnologico ed economico, ad essere non solo politicamente debole e insicura, ma culturalmente incerta circa la propria identità; a sua volta l’Islam non dovrebbe essere visto come una inesorabile minaccia, come un monolite invincibile: si tratta di una realtà complessa e variegata al suo interno, la cui aggressività culturale va relazionata anche a fattori di percepita inferiorità economica (p. 314/5). Non vi è nulla di già predeterminato: se l’Europa saprò riscoprire le sue radici, sembra dire Cardini, non c’è pericolo islamico che la possa scuotere; viceversa, un perdurante nichilismo scettico pago dell’istante effimero, chiosiamo noi, non appare capace di garantire un incontro davvero soddisfacente né una integrazione davvero armonica e rispettosa....
....
radici....che invece abbiamo negato....