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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale)Inviato: 28/04/2004 15.23
Amici....ne abbiamo parlato spesse volte....e giustamente da parte di molti emerge una domanda legittima...."perchè devo andare a confessare i miei peccati ad un uomo (sacerdote) ? non è sufficiente che io chieda perdono a Dio dopo essermi consapevolmente pentito? "
Rispondere a questa domanda non è semplice come si pensa, sopratutto se per rispondere...IO CREDO NELLA CHIESA CATTOLICA......, di conseguenza la risposta è scontata.....Poniamoci allora per un attimo dalla parte di chi ha difficoltà a credere.....e tentiamo di capire questo Sacramento.....
Naturalmente, per non rischiare di dire eresie, mi pongo davanti i Documenti della Chiesa.....qui leggiamo:
Che l'umanità abbia bisogno di purificazione e di perdono, è del tutto evidente in questa nostra ora storica. Proprio per questo il Santo Padre nella sua Lettera Apostolica Novo millennio ineunte ha auspicato fra le priorità della missione della Chiesa per il nuovo millennio "un rinnovato coraggio pastorale per proporre in modo suadente ed efficace la pratica del sacramento della Riconciliazione" (n. 37).
.......
Abbiamo una traccia....."abbiamo bisogno di purificazione e di perdono"....nessuno di noi è perfetto, nemmeno il Papa (l'infallibilità non riguarda la sua persona, ma il ruolo), emerge che RICONOSCERSI PECCATORI E BISOGNOSI DI QUESTA PURIFICAZIONE.....OCCORRE ESSERE CORAGGIOSI.....cioè avere il coraggio di "smacherarsi".....
Leggiamo ancora dal Documento della Chiesa:

La Chiesa ha avuto coscienza ed ha coscienza che solo Dio può perdonare i peccati (cfr Mc 2,7). Perciò doveva imparare a discernere con attenzione, quasi con timore, quali poteri il Signore le aveva trasmesso e quali no. Dopo un lungo cammino di maturazione storica il Concilio di Trento ha esposto in una forma organica la dottrina ecclesiale sul sacramento della penitenza (DS 1667-1693; 1701-1715).

I Padri del Concilio di Trento hanno compreso le parole del Risorto ai suoi discepoli in Giov. 20, 22s come le specifiche parole dell'istituzione del sacramento: "Ricevete lo Spirito Santo! A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (DS 1670; 1703; 1710). A partire da Giov. 20 essi hanno interpretato Mt 16, 19 e 18, 18 e compreso il potere delle chiavi della Chiesa come potere di remissione dei peccati (DS 1692; 1710). Erano pienamente consapevoli dei problemi di interpretazione di questi testi ed hanno fondato pertanto l'interpretazione nel senso del sacramento della penitenza con l'ausilio dell' "intelligenza della Chiesa", che si esprime nel consenso universale dei Padri (1670; 1679; 1683; importante 1703). Il punto decisivo in queste parole di istituzione consiste nel fatto che il Signore affida ai discepoli la scelta fra remittere et ligare, retinere et solvere: i discepoli non sono semplicemente uno strumento neutrale del perdono divino, piuttosto è loro affidato un potere di discernere e così un dovere di discernere nei singoli casi. I Padri hanno visto qui il carattere giudiziale del sacramento. Al sacramento della penitenza appartengono pertanto essenzialmente due aspetti: da una parte quello sacramentale, cioè il mandato del Signore, che va al di là del potere proprio dei discepoli, ed anche della comunità dei discepoli della Chiesa; dall'altra l'incarico della decisione, che deve essere fondata oggettivamente, quindi deve essere giusta ed in questo senso ha carattere giudiziale.

Questo carattere sacramentale-giuridico del sacramento ha due importanti implicazioni: si tratta, se le cose stanno così, di un sacramento diverso dal battesimo, di un sacramento specifico, che presuppone un particolare potere sacramentale, quindi che è legato all'ordine (1684). Se però deve esserci una valutazione giudiziale, allora è chiaro che il giudice deve conoscere la fattispecie da giudicare. Nell'aspetto giuridico è implicita la necessità della confessione personale con la comunicazione dei peccati, per i quali deve essere chiesto il perdono a Dio e alla Chiesa, perché essi hanno infranto quell'unità di amore con Dio donata nel battesimo. A partire di qui il Concilio può dire che è necessario "iure divino" confessare tutti e singoli i peccati mortali (can. 7, 1707). Il dovere della confessione è istituito - così ci dice il Concilio - dal Signore stesso e costitutivo del sacramento, non lasciato quindi alla disposizione della Chiesa.

Non è dunque nel potere della Chiesa sostituire la confessione personale con l'assoluzione generale: questo ci ricorda il Papa nel nuovo Motu proprio, che è così espressione della coscienza della Chiesa a riguardo dei limiti del suo potere - esprime il legame con la parola del Signore, che obbliga anche il Papa.

........

dunque.....leggiamo attentamente:

, per i quali deve essere chiesto il perdono a Dio e alla Chiesa, perché essi hanno infranto quell'unità di amore con Dio donata nel battesimo.........La Confessione parte perciò da un aspetto di COMUNITA' VERSO LA QUALE ABBIAMO MANCATO...infrangendo le promesse battesimali...Facciamo un esempio:

Una famiglia di 4 persone....un figlio sbaglia, infrange le "regole della famiglia"......A CHI CHIEDERA' PERDONO? CON CHI SI CONFRONTERA'?? Attenzione al secondo aspetto che precede la richiesta di perdono.....Quando un figlio ha sbagliato, infrangendo le regole..non ci rimette da solo, e non ci rimette solo lui, MA TUTTA LA FAMIGLIA NE RISENTIRA'......il confronto (cioè la Confessione nel nostro caso) servirà a far comprendere a chi ha sbagliato CHE ANCHE TUTTA LA FAMIGLIA COMUNQUE SOFFRE PER LUI E CON LUI....inoltre se la persona NON confessasse pienamente..il colloquio LO AIUTEREBBE IN QUEGLI ASPETTI CHE FORSE INVOLONTARIAMENTE SI ANDREBBERO AD OCCULTARE....ritenendoli "poco importanti".....infine da colui che ASCOLTA LA CONFESSIONE, partono consigli e suggerimenti.....Dopo essersi tolto questo peso...allora si che TUTTA la Famiglia può GIOIRE INSIEME.....

E così è il Sacramento della Confessione....se non partiamo dal fatto che infrangere le promesse Battesimali significa FAR SOFFRIRE TUTTA LA CHIESA, come dice Paolo, di cui noi siamo le membra.....non capiremo mai il perchè si debba andare da un sacerdote a raccontare i "fatti nostri"...

La Chiesa inoltre...E' LA FAMIGLIA DEI REDENTI IN CRISTO.....è dunque la Chiesa che deve PERDONARE, mediante l'autorità che il Cristo le ha concesso NON semplicemente....IN SUA VECE, MA VISIBILMENTE SUO TRAMITE......il chè è diverso.....Se io commetto un peccato, ho infranto qualcosa che andrà a discapito DELLA CHIESA la quale, non dimentichiamolo... E' IL CORPO DI CRISTO....e Lui ne è il Capo....se Gesù per essere Battezzata e per rendermi membro della Chiesa ha autorizzato i Suoi per farsi da tramite a maggior ragione....MI DONA IL PERDONO TRAMITE LA STESSA CHIESA CHE MI HA RIGENERATA NEL CORPO DI CRISTO.....

Io penso che il concetto sbagliato sia il come impostiamo il Sacramento della Confessione in una discussione...lo vediamo principalmente come un atto che viene a ledere la nostra vita privata, che viene a curiosare nei nostri fatti personali...dimenticandoci che il peccato non è più una questione PERSONALE, MA DIVENTA UNA CONSEGUENZA PER TUTTA LA CHIESA.......Dice Paolo che se un membro soffre, TUTTA LA CHIESA SOFFRE....il Sacramento della Riconciliazione DEVE PARTIRE DA QUESTA REALTA'......e se un membro gioisce TUTTA LA CHIESA GIOISCE.....non è il sacerdote che perdona IN NOME DI SE' STESSO, ma egli dice: "ED IO TI ASSOLVO NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO"....

"IO TI ASSOLVO"....non è padre Amorth, don Gino, don Alfonso, ecc....ma in quell'IO.....è la Chiesa che assolve mediante il ruolo sacramentale che il sacerdote ha ricevuto.... Giov. 20, 22s come le specifiche parole dell'istituzione del sacramento: "Ricevete lo Spirito Santo! A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi"

........fino a quando non avremo compreso questa UNIVERSALITA' che è racchiusa nei compiti che Gesù ha affidato alla Chiesa, inutile voler capire il resto......

A voi la tastiera....

Fraternamente Caterina



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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/04/2004 15.44
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/04/2004 15.49
 lo rimetto senza gli "op><".....
Per completare quanto ho scritto sopra...aggiungo una interessante apologetica sulla Confessione, tenuta a Radio Maria da G.Barra (direttore de Il Timone).......
Inserirò solo alcune parti, il resto cliccate sul collegamento....
E’ un argomento abbastanza contestato, non solo in generale, ma anche nei suoi aspetti particolari. Molti non comprendono e non accettano il fatto che si debba confessare le proprie colpe, i propri peccati accusandosi davanti ad un sacerdote. Altri ritengono che sia sufficiente rivolgere direttamente a Dio la richiesta di perdono, anche per i peccati più gravi, e accusano la Chiesa di essersi arrogata un potere che non le appartiene.
Come vedete, non mancano le contestazioni. E dobbiamo dire, anche se con qualche dispiacere, ma per amore di verità, che persino in casa cattolica si è giunti a contestare la Confessione, quasi a negarle lo statuto di Sacramento. Sono contestazioni esplose soprattutto negli anni post-conciliari che hanno provocato il danno di rendere la Confessione “fuori moda”, al punto che oggi i Confessionali sono spesso vuoti e diversi lamentano il fatto che molti fanno la Comunione ma senza una adeguata Confessione.

 Insomma, ce n’è abbastanza per affrontare, seppure a grandi linee, l’argomento della Confessione. Come è nostra consuetudine, vogliamo dare prima sinteticamente e semplicemente, alcuni dati fondamentali sulle ragioni della dottrina cattolica riguardanti il Sacramento della riconciliazione ......

(....) ...dove nasce il sacramento della Riconciliazione? Chi lo ha istituito? In quale occasione? Dove sta scritto, diremmo in altri termini, che bisogna confessarsi per ottenere il perdono dei propri peccati?

Voi sapete che il valore di Sacramento viene negato alla Confessione sia dai membri della numerosa e variegata famiglia protestante, sia dagli appartenenti alla famiglia dei Testimoni di Geova. E naturalmente, quando ci capita di incontrare chi fa parte di queste famiglie religiose, talvolta ci sentiamo chiedere ragione del nostro “andare a confessarci” e , in questo caso, seguendo l’insegnamento di San Pietro, noi cattolici dobbiamo essere “pronti a rendere ragione” della nostra fede.

Anticipiamo subito, e poi giustifichiamo, la risposta a questa domanda, risposta che deve essere chiara, precisa, illuminante e sicura: il sacramento della Riconciliazione è stato istituito da nostro Signore Gesù Cristo.

Non è stata la Chiesa, in un determinato momento della sua storia, magari con il pretesto di controllare la vita privata dei suoi membri, ad inventare il Sacramento della Confessione, ma esso è stato voluto inequivocabilmente da nostro Signore Gesù Cristo.

Ricordo, a beneficio di tutti coloro che leggono, che quella che ho appena enunciato è una verità dogmatica, definita dal Concilio di Trento proprio per sgomberare il campo dal pericolosissimo e gravissimo per la fede errore protestante. Ogni cattolico è tenuto a credere che la Confessione sia un Sacramento istituito da Gesù Cristo. Chi si pone contro questa verità non confessa tutta intera la fede cattolica.

Prima di richiamare alla memoria i brani della Sacra Scrittura dai quali emerge chiaramente la volontà di Gesù Cristo di istituire  il Sacramento della Confessione, sarà bene ricordare una verità fondamentale: la Sacra Scrittura insegna che solo Dio ha il potere di rimettere i peccati.

Il vangelo di San Marco è chiarissimo. Al capitolo 2 versetto 7, leggiamo: “Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”. È una domanda che si pongono gli Scribi che Gesù aveva promesso di perdonare i peccati al paralitico che gli avevano portato.

Gesù non contesta il contenuto di questa osservazione; Gesù sa benissimo che solo Dio può rimettere i peccati ma, essendo Egli Dio – e questo dovrebbe far riflettere i Testimoni di Geova che non credono alla divinità di Cristo – si attribuisce il potere divino di perdonare i peccati e dimostra tutto il diritto che ha di attribuirsi questo potere divino guarendo istantaneamente il paralitico.

Dunque, se è vero che il potere di rimettere i peccati, stando alla Sacra Scrittura, appartiene solo a Dio, è altrettanto vero che l’esercizio di questo potere è stato affidato da Dio stesso alla sua Chiesa. E questa verità emerge in modo chiarissimo e indubitabile proprio dalla Sacra Scrittura ed è confermata dalla prassi bimillenaria della Chiesa.

A questo punto potrebbe sorgere spontanea una domanda: dove si legge che l’esercizio di questo potere è stato affidato alla Chiesa?

Rispondiamo subito. Si legge, per fare un primo esempio, nel Vangelo di san Giovanni, al capitolo 20. Ascoltiamo bene queste parole di Gesù. Il momento è solenne, Gesù, dopo essere stato crocifisso, è risorto e incontra gli Apostoli rinchiusi nel Cenacolo. Ecco che cosa dice loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.

E’ un brano importante e al tempo stesso estremamente chiaro:  Gesù, che è Dio, che ha il potere di rimettere i peccati, dona agli apostoli, quindi alla Chiesa, l’esercizio di questo potere: il potere di rimettere i peccati.

Questo è propriamente il Sacramento della Riconciliazione o confessione, Sacramento con il quale vengono rimessi i peccati ben confessati. Sacramento istituito da Gesù Cristo, non certamente inventato dalla Chiesa.

Nel vangelo si leggono altre conferme di quanto stiamo dicendo. Nel vangelo di san Matteo 18,18 sono riportate parole importanti, pronunciate da Gesù e dirette ai suoi Apostoli: “In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo”.

Ora, lasciamo agli esegeti, agli studiosi della Bibbia il compito di spiegarci bene che cosa significa, nel linguaggio rabbinico, “legare” e “sciogliere”. A  noi basta ricordare che si tratta di un vero e proprio potere giudiziario, un potere di assolvere o di condannare. Attenti bene: potere che appartiene solo a Gesù, che è vero Dio, ma che viene  affidato agli Apostoli, dunque alla Chiesa.

E’ assolutamente naturale che prima di assolvere o prima di condannare, chi esercita questo potere, quindi la Chiesa, deve conoscere i fatti che dovrà giudicare; deve avere la possibilità di esaminare le condizioni di chi si presenta a giudizio, cioè del peccatore, per decidere con giustizia, con equità se emettere una sentenza di assoluzione o di condanna. Ecco la necessità di  confessare i peccati al sacerdote.

Siamo così di fronte ad una ulteriore conferma del Sacramento della Riconciliazione. La quale trova il suo fondamento, come si vede bene, nel Vangelo, nella Parola di Dio. E’ lì, e dalla volontà di Gesù Cristo che nasce la Confessione.

Per completare il nostro discorso non possiamo dimenticare che questo potere di legare e di sciogliere è stato conferito da Gesù, in modo esplicito e diretto, a Simon Pietro, al capo degli Apostoli. Potete leggere il momento del conferimento a Pietro del potere di legare e sciogliere nel capitolo 16 del Vangelo di Matteo.

Dunque, crediamo di aver dimostrato quanto sia fondata la verità cattolica secondo la quale il potere di rimettere i peccati è stato dato da Gesù alla Chiesa. Anche san Paolo è estremamente chiaro. Nella seconda lettera inviata ai Corinti, al capitolo 5, al versetto 18, si può leggere: “Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con Sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della Riconciliazione”.

Come vedete, anche san Paolo insegna che il potere di rimettere i peccati, quindi di riconciliare il peccatore con Dio, potere che appartiene solo a Dio, è stato, tuttavia, “affidato” – questo è il termine che usa l’Apostolo delle genti – alla Chiesa.

E san Paolo ribadisce questa verità, che fa da fondamento al Sacramento della Riconciliazione nel versetto 20 dello stesso capitolo, versetto molto noto: “Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”.

Per s. Paolo sono dunque gli ambasciatori di Cristo che riconciliano il peccatore con Dio. Chi sono gli ambasciatori di Cristo in questo caso? I vescovi e i sacerdoti.

La necessità della Confessione ha, come abbiamo visto, un fondamento biblico e noi cattolici ci atteniamo alla Sacra Scrittura quando professiamo che il Sacramento della confessione è stato istituito da Gesù.

**********

il resto è nel collegamento e lo riporteremo più avanti per oggi mediatiamo su quanto è emerso.....</


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Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 28/04/2004 18.02
Mi vengono in mente due riflessioni
La prima è che 2Cor 5,18-20 non è un brano nè sufficiente, nè adeguato a sostenere la confessione, in quanto ogni cristiano che annuncia il Vangelo è un mezzo attraverso il quale Dio riconcilia le persone con sè, il "noi"inteso da Paolo si riferisce a "noi cristiani".
Il vero testo chiave della Riconciliazione è Gv 20,22-23.
Mi chiedo inoltre come possano vivere adeguatamente la loro vita di fede cattolica i cattolici nei paesi ostili alla fede (Cina, NordCorea, Vietnam, Arabia Saudita, ecc...) dove non ci sono sacerdoti e vescovi che amministrano i sacramenti.
Come si fa a vivere una vita cattolica senza sacerdoti?
Si può fare volendo il Battesimo e il Matrimonio, ma non ci può essere l'Eucarestia, la Cresima, l'Unzione degli infermi, e ovviamente neppure l'Ordine Sacro....è una mutilazione tremenda!!!....

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/04/2004 18.39
Manco per sogno Stefano.....quando Paolo USA IL "NOI"....E' ALLA CHIESA CHE SI RIFERISCE......ed intende LA GUIDA E L'AMMAESTRAMENTO DELLA CHIESA, da parte di LORO...posti a servizio per quanti vogliano conoscere la verità ed essare accolti NELLA Chiesa......
Non cominciare a cambiare le interpretazioni e comunque accolgo la tua riflessione perchè ci aiuta ad approfondire....perciò grazie come sempre.........
Da cosa deduco che stai interpretando male?
Perchè se ben sai...e ce lo sai....i testi una volta non erano nemmeno divisi in capitoli e versetti, ma scritti di seguito....dunque una Lettera costituiva una CATECHESI......ora se vai a leggere 2Cor.4,1......Paolo scrive: "Perciò, INVESTITI DI QUESTO MINISTERO PER LA MISERICORDIA CHE CI E' STATA USATA, non ci perdiamo d'animo..ecc....ecc.."
Ma di quale ministero sta parlando? Lo si apprende nel capito 3....dove usa il NOI....per parlare non dei cristiani, ma degli Apostoli a guida della Chiesa e QUALI AMMINISTRATORI DELLA NUOVA ALLEANZA......dal verso 7 del capitolo 3 sempre della 2Cor. Paolo sta parlando DEL PERDONO E DELLA SALVEZZA.....sottolineando che il "ministero dello Spirito sarà a ragione ancor più potente".....perchè è Cristo che opera...(vv.8-9-10), al verso 17 dice ancora: " Il Signore E' LO SPIRITO, e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà...."
conclusa la spiegazione Paolo dice (cap.4):
"Perciò, INVESTITI DI QUESTO MINISTERO .......attenzione a quel "PERCIO' ".....andiamo cos' al capitolo 5.....dove parla della speranza della gioia futura......invitandoci a risultare GRADITI A DIO.....(vv.6-10), infine Paolo dal verso 11....da delle indicazioni, cioè dona dei principi di ispirazione DEL MINISTERO CHE E' PROPRIO DEGLI APOSTOLI....
v.11:  "cerchiamo di persuadere gli uomini, e siamo chiari davanti a Dio.....e spero di esserlo anche di fronte alle vostre coscienze.....
Dunque sta parlando DEGLI APOSTOLI E DI Sè STESSO...NON STA PARLANDO DI TUTTI I CRISTIANI....ed in questo contesto giungiamo al verso 18 dove dice: "E TUTTO E' DA DIO, IL QUALE CI HA RICONCILIATI CON SE' MEDIANTE CRISTO E HA AFFIDATO A NOI IL MINISTERO DELLA RICONCILIAZIONE".....
Paolo ha iniziato con una catechesi (cap.3/4) poi con riflessioni personali e con UNA SORTA DI CONFESSIONE DELLA MISERICORDIA PRIMA RICEVUTA DA CRISTO PERCHE' FOSSE DONATA A TUTTI MEDIANTE LA RICONCILIAZIONE......(cap.5)
Non cominciare ad isolarmi i testi...uno mette il riferimento, ma occorre sempre andarsi a leggere IL CONTESTO....questo lo raccomandiamo spesso.....
Nella Chiesa SOTTERRANEA....O NASCOSTA, o come oggi si dice "le Nuove Catacombe"....molti cattolici effettivamene, Stefano, vivono la propria fede in clandestinità e proprio per questo forse da li stanno giungendo dei frutti buoni...non solo cresce la Chiesa nascosta, ma anche quella ufficiale in Cina che si era compromessa con il Governo, sta cedendo...portando di nascosto soccorso a quanti sono costretti a vivere di nascosto.....
Dio è grande e misericordioso Stefano...sicuramente provvede Egli stesso all'accogliere LO SPIRITO DI DESIDERIO di quanto non possono comunicarsi.....ma per questo ci ricorda anche a noi che ancora viviamo LIBERAMENTE LA NOSTRA FEDE, di fare "qualcosa"....PREGARE E RICORDARCI DI LORO innanzi tutto....e chi può fisicamente fare qualcosa.....ed offrire la nostra IMPOTENZA, quando vorremo fare chissà cosa, ma non abbiamo i mezzi.....
Leggevo di un Missionario che per la notte di Pasqua una piccola parrocchia cinese è riuscita a seguire la Messa via internet......dentro ad uno scantinato...e che molti dei presenti (una 20 di persone, si mise a piangere non perchè fossero tristi, ma perchè il Papa li aveva ricordati nell'omelia e così sapevano CHE TUTTA LA CHIESA IN QUELLA NOTTE STAVA PREGANDO CON LORO E PER LORO.....
Questi sono INCENSI PREZIOSI che salgono al trono di Dio......
Si offre l'impossibile caro Stefano....dovremmo veramente avere di meno per poter capire quando una cosa preziosa ci viene a mancare.....
Fraternamente Caterina