A tutto il Gruppo, La pace di Cristo!
Msn continua a fare problemi. Avrei voluto partecipare a questo forum l'altro ieri, quando c'erano ancora due soli messaggi, ma forse è meglio così, pechè ho potuto assistere all'andamento della discussione.
Cosa ho osservato?
1) StefanoS mi sembra l'unico che abbia saputo guardale la situazione con gli occhi di Gesù, cioè con gli occhi della com-passione, di colui che soffre con chi soffre e non semplicemente giudica attraverso i principi che come tali non guardano in faccia le sofferenze di nessuno, perchè la legge deve essere uguale per tutti!!!! (ma il cristianesimo è Legge o Spirito?)
Mi viene subito in mente l'invettiva di Gesù hai farisei sul problema dell'aiutare i propri genitori ed il dono offerto al tempio: i farisei dicevano che se la proprietà era donata al tempio una persona era scusata se poi non aveva niente da offrire per aiutare i genitori a sostenersi...
Se un matrimonio è sacro nulla si può per soccorrere chi si è trovato ad incappare in una situazione non voluta (come quella di cui parla StefanoS)
Io rispondo con le parole di Gesù: "Avete annullato la Parola di Dio con le vostre Tradizioni!"
2) Si parla di Sacra rota, di vincolo, di legame, ma si dimentica che la parte giuridica è la parte "naturale" dell'istituto matrimoniale e dovrebbe interessare la chiesa solo marginalmente (come è stato per i primi undici secoli della sua storia).
Ciò che dovrebbe essere centrale nella chiesa è la natura si sacramento che il matrimonio cristiano ha e cioè di impegno che i due sposi fanno di essere rivelazione del misero di unità tra Cristo e la Sua chiesa che si ha in tutta la loro relazione (oltre l'atto unitivo in sè).
Se la chiesa sapesse distinguere le due cose come fece nel primo millennio... come cambierebbe la situazione!
3) Si cita l'attuale magistero, in cui si dice di riferirsi ai santi Padri. Ma, pur essendo tutti convinti dell'indissolubilità del matrimonio, non tutti i Padri erano d'accordo sull'esclusione dei risposati dalla comunione eucaristica.
Piccola nota storica: nel concilio di Nicea si faceva riferimento ad una setta che rifiutava la santa comunione ai risposati. Proprio lì, in uno dei canoni si afferma (a proposito, il canone lo volle proprio la chiesa di Roma) che se essi volevano accedere di nuovo all'unità con la Grande Chiesa, i loro chierici potevano restare chierici ma giurare di non rifiutare la comunione ai risposati! Sbalorditivo? Per tutti i primi secoli la chiesa di roma era il baluardo contro i rigoristi (si veda la polemica con Novaziano); è con il 1600 e la nascita dei giuristi e il grande successo dei canonisti che si impose l'attuale istituto rotale per i matrimoni, che di certo non è il massimo.
4) Sarebbe riduttivo pensare che il peccato dei risposati consista nelle "unioni sessuali" presenti nella nuova relazione. Il problema è che sussiste una relazione amorosa, una condivisione di vita e sentimenti e affetti che non è quella che mi ero impegnato a vivere come segno del Mistero di Cristo e della Chiesa.
E' dunque la situazione il peccato, e non solo i singoli rapporti sessuali. Dunque è la relazione ad aver bisogno di perdono e assoluzione, è la nuova relazione l'adulterio!
5) Nota dottrinale: non è vero che i risposati non possono accostarsi al perdono sacramentale; possono farlo, come un qualunque cristiano, possono anche ricevere utili consigli, crescere e riparare agli "altri peccati" commessi. Ciò che non possono ricevere è un'assoluzione generale.
Ma nel Benedizionale Romano ci sono molte benedizioni che si possono fare sulle persone e con le quali si invoca la misericordia di Dio.
6) Quando il Concilio di Trento definì l'indissolubilità usò parole diverse rispetto a tutti gli altri anatemi, e qeusto perchè sapeva che nella pratica orientale esisteva una diversa discipilina riguardo al matrimonio, ritenuta valida; infatti era in vita anche durante la piena unità tra oriente ed occidente e nessun Vescovo di Roma ebbe mai a dire niente sull'illeicità di tale tradizione.
Cioè, pur ritenendo il matrimonio indissolubile, un vescovo orientale poteva prendere atto del suo fallimento e riammettere alla comunione eucaristica la nuova coppia dopo un lungo periodo di catechesi e penitenza, alla fine del quale si assolvevano le persone ed erano riammesse alla piena comunione eucaristica.
Una prassi che, pur salvando il principio, comprende la limitatezza e peccabilità dell'uomo.
Piccolo pensiero: se Roma guardasse a TUTTA la tradizione della Chiesa e non citasse solo i Padri che gli fanno comodo, e guardasse al suo passato (a come combattè con forza Novaziano e tutti i rigoristi presenti in Occidente), non si farebbe forse un servizio maggiore alla Verità?
E' arrivato il momento di cambiare, di trovare nuove strade. Ed il bello è che per farlo la chiesa non deve innovare, seguendo il modo di sentire del mondo, opure arrendersi ad un certo pensiero divorzista presente anche in molte comunità protestanti, ma tornare alle sue genuine fonti. Al pensiero dei Santi padri, alla tradizione bizantina, a quella delle comunità giovannee dell'asia minore, alla comunità cristiana di Gerusalemme.
Probabilmente mi si darà dell'eretico, o almeno dell'eterodosso, ma se non si guardassero solo gli attuali documenti di Roma ed il pensiero tutto personale di Ratzinger (che contro ogni norma è al suo posto dall'81 mentre il codice di diritto canonico prevede cariche di sette anni per i Prefetti di Congregazione), ma ci si sforzasse di guardare la storia, di cercare gli originali dei padri e non solo gli stralci posti in nota dei documenti, si potrebbe vedere il tutto con maggiore equilibrio e con una maggiore ampiezza di orizzonti.
Una piccola nota per Caterina: è principio base dell'esegesi biblica il seguire la lectio difficilior, e cioè: non bisogna cercare di allineare passi biblici differenti con troppa disinvoltura!
Il fatto che da qualche parte ci sia scritto "L'uomo non separi ciò che DIo ha unito" non annulla automaticamente il "se non per motivo di fornicazione" di Matteo. Il passo c'è e certamente denota la prassi della Chiesa a cui Matteo indirizza il suo Evangelo.
Cercare l'accordo di ogni passo biblico a tutti i costi è contrario ad ogni regola esegetica ed ermeneutica, sa tanto di "testimone di Geova incallito" (senza offesa, ma nelle pubbicazioni della Watch Tower l'accordo dei versetti ad ogni costo è uno dei metodi più comuni, che a volte raggiunge il grottesco)!
Il problema esiste, è oggettivo e non possiamo chiudere gli occhi solo perchè è difficile risolverlo e perchè è molto più rassicurante aggrapparsi al principio in modo assoluto!
Con affetto,
Ireneo