00 16/10/2009 18:18
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Da: Soprannome MSN°CristianoInviato: 23/08/2003 13.38

AMMAESTRAMENTI

1. Sui tre grandi attori del dramma, Apocalisse 12 ci da utili insegnamenti.

Ci mostra anzitutto quali siano il privilegio e la missione della Chiesa dei credenti di tutti i tempi. Essa è avvolta nella luce della verità religiosa rivelatale da Dio, in modo sempre più chiaro e completo nel corso dei secoli; mentre le genti pagane camminano nelle tenebre o, nei casi migliori, alla pallida luce della sapienza umana o di tenui riflessi di una luce primitiva. Al privilegio vanno però connessi dei doveri. Primo fra questi, quello di non trascurare la luce ricevuta, di mantenerla nella sua purezza, di crescere nella conoscenza e nella pratica della verità. Secondo, di non serbar per sé sola la luce ricevuta ma di farla brillar dinanzi agli uomini.

«La Chiesa è nel mondo la depositaria della celeste luce della Rivelazione; essa è in grande, quello che, in piccolo, è... ogni chiesa particolare: un luminare, un candelabro Apocalisse 1:20. Dio 'si ammanta di luce come d'una veste' e lo stesso dev'essere, sebbene in grado inferiore, della Chiesa che divide col suo celeste sposo l'onore di esser chiamata la luce del mondo (Matteo 5:14; Giovanni 8:12...). La sua missione è di illuminare il mondo intero attirando alla verità quelli che sono per la verità...» (Auberlen).


2. Lo stato che si può dir normale del popolo di Dio dal giorno dell'Ascensione a quello del Ritorno di Cristo è uno stato di guerra. Esso è odiato, insidiato, perseguitato a morte dal nemico di Cristo, Satana, che suscita contro ai fedeli l'odio del mondo, e il cui furore cresce a misura che si avvicina l'avvento del regno di Dio. La chiesa credente vive nel deserto, nell'isolamento al quale la condanna l'inimicizia del mondo, giacchè essa, pur vivendo nel mondo, non è 'del mondo', non 'ama il mondo nè le cose che son nel mondo' 1Giovanni 2:15 nè si 'conforma a questo secolo' Romani 12:2. Da ciò la necessità, per i fedeli, di vegliare sapendo che il leon ruggente cerca di divorarli 1Pietro 5:8-9, la necessità di coltivar lo spirito di rinuncia, la necessità se voglion vincere di fondar la loro salvezza unicamente sulla virtù del sacrifizio di Cristo, non sui loro meriti; la necessità di attenersi alla verità quale è stata attestata da Cristo il fedel testimone, la necessità di menare una vita di ubbidienza ai comandamenti di Dio anche se questo debba costare il sacrifizio della vita del corpo.

In questa lotta, non mancano ai fedeli gl'incoraggiamenti: la via ch'essi son chiamati a seguire è quella stessa che fu calcata dal loro Salvatore: essi hanno la certezza della protezione di Dio che non abbandona i suoi nè lascia perire la sua Chiesa; essi hanno il conforto di avere a commilitoni nella buona guerra gli angeli di Dio da lui «mandati a servire a pro di quelli che devono eredar la salvezza»; essi infine hanno la certezza della vittoria. Mentre la voce dell'apostasia sulla terra proclama tramontato il cristianesimo, la grande voce del cielo proclama la disfatta dello spirito del male e il trionfo del regno di Dio e del suo Cristo.


3. Apocalisse 12 presenta il diavolo come il primo e il grande nemico di Dio e del suo regno. Egli è un angelo che si è ribellato a Dio e che ha trascinato nella sua ribellione un numero considerevole di angeli inferiori. Egli ha sedotto con la menzogna i nostri primi progenitori ed è il seduttore di tutto il mondo. Al piano divino della salvezza in Cristo egli contrasta con tutte le forze e con tutti i mezzi. Ha tentato di uccidere e poi di far cadere il Salvatore; accusa i fedeli dinanzi a Dio; ha cercato di soffocar la Chiesa nella sua culla; cerca di perdere i credenti inducendoli con le persecuzioni e con le lusinghe ad abbandonar la verità; si serve per i suoi fini di strumenti umani svariati. L'insegnamento dell'Apocalisse intorno a Satana è dunque in perfetto accordo con quello di Cristo e degli apostoli. Lo è per quanto concerne la natura, la personalità, il carattere, l'azione di quello spirito; ma lo è pure per quel che concerne la sorte di Satana e del suo potere usurpato. L'incarnazione e l'opera salutare del Cristo lo hanno sbalzato dalla sua alta posizione; la potenza e la bontà di Dio proteggono i fedeli contro il furor di esso e li rendon vincitori; presto l'apparizion del Re divino lo relegherà nell'abisso e quindi nella perdizione definitiva. 'Mio Dio, esclamava un pio lottatore, salvami dalle insidie del maligno, salvami dalla potenza e dall'abilità di quel grande avversario!... Dammi d'esser vigilante pensando ai pericoli che mi circondano... Possa io, ó mio Dio, riportar la vittoria sui nemici dell'anima mia, osservando i tuoi comandamenti e ritenendo saldamente la testimonianza di Gesù'.


4. Dal brano che abbiamo studiato balza fuori, sia pure per via di brevi cenni, la figura del perfetto Salvatore. Egli è il Figliuol dell'Uomo promesso "ab antico e atteso con ansietà dolorosa dal popolo credente. Egli è il profeta supremo che ha reso testimonianza alla verità; egli è il sacerdote-vittima, l'Agnello di Dio il cui sangue assicura la remissione dei peccati ai credenti e fa tacer le accuse di Satana e i timori della coscienza; egli è il Re stabilito da Dio, innalzato sul trono celeste per condurre al suo glorioso compimento la salvezza degli uomini e debellare ogni nemico. In lui e con lui vinceranno quelli che gli sono uniti per fede.


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Da: Soprannome MSN777JohnAnthony888Inviato: 27/08/2003 17.19

Carissimi,

visto che tutti qui si cimentano con il commento a questo bel testo, ci provo anch’io, anche se molto rapidamente.


Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto.

Nel Cielo apparve, significa che si rende visibile per la prima volta alla vista di un uomo ciò che da sempre era nella mente di Dio: il Suo progetto. Un progetto grandioso. Ma qual è questo progetto? Una donna pura, splendente come il sole. Nella bibbia tutte le immagini di donna pura, casta, o moglie devota, simboleggiano il popolo a Dio fedele. Al contrario della prostituta che rappresenta il popolo infedele. Il popolo fedele a Dio fin da principio con le 12 stelle è una chiara rappresentazione di Israele. E’ evidente fin dal principio che Dio voglia una sposa: l’Israele di Dio.

Israele soffre e partorisce in mezzo al dolore: è senza profeta e sotto lo straniero.

Bisogna considerare che Giovanni ha una visione da parte di Dio. E’ Dio stesso che gli fa vedere questa cosa. Non è Giovanni che costruisce il libro. Questo è un fatto fondamentale da tenere presente se vogliamo capirlo per quello che è. Poi, che abbia paralleli con altre scritture profetiche, è ovvio, ma vorrei sottolineare il fatto che Giovanni qui è un semplice "reporter" a differenza di quanto fa nel Suo Vangelo, dove spiega i pensieri di Gesù. Andare oltre non mi sembra lecito.


Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.

Contrapposto a Israele, Satana che cerca di uccidere il Figlio di Israele, il Messia che governerà tutte le nazioni. Questo per esempio è un chiaro riferimento al millennio durante il quale Gesù regnerà con i Suoi Santi imponendo la Legge di Dio a tutta la terra prima dell’ultima grande ribellione. E’ abbastanza facile comprendere chi sia il drago rosso che si trascina un terzo degli angeli sulla terra. Satana è coronato. E’ il principe di questo mondo. Ha il potere sui regni della terra e volle essere adorato anche da Gesù. Qui c’è anche l’apparente vittoria di Satana che libera il mondo da Gesù, ucciso sulla croce ma che risorge e gli sfugge e viene portato presso Dio. Come spesso accade le profezie che riguardano Gesù hanno un doppio adempimento. Il deserto non è l’Egitto, ma è l’anticamera della terra promessa e quindi anche del Regno di Dio. Il nuovo Israele (non sono però un sostenitore della dottrina della sostituzione) si rifugia in un luogo sicuro durante la persecuzione che sta per scattare. Infatti:


Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.

Satana viene per sempre escluso dal Cielo di Dio, cioè il terzo Cielo di cui parla anche Paolo, ed è gettato sulla terra. Ormai può muoversi solo nel Cielo della terra (il primo cielo).


Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: "Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l`accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell`Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio, poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo".

Qui si evidenzia la vittoria che Dio e le Sue schiere hanno ottenuto nel regno spirituale e nei Cieli dell’universo su Satana. Ma la vittoria non è ancora definitiva. La vittoria è anche anticipata sulla terra da tutti i figli di Dio che hanno testimoniato fino in fondo la fede anche a costo della vita. I figli di Dio vincono qui sulla terra spiritualmente anche se perdono fisicamente. I figli di Dio sono giustificati e vincono sempre con lo stesso mezzo: la fede nel sangue di Gesù che lava i peccati del mondo. Ma il mondo fisico è ancora sotto il dominio del nemico.

Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio. Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente. Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d`acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. Ma la terra venne in soccorso alla donna, aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca. Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù. E si fermò sulla spiaggia del mare

Qui si completa la visione di poco prima. Le donna può fuggire in un posto sicuro. Dove starà per circa 3 anni e mezzo. Non si può dire che si tratti del trasferimento di Maria in cielo, dal momento che il Cielo non è certo il deserto né un rifugio e perché dal contesto è evidente che questo luogo si trova sulla terra. Lo stesso non credo si tratti del rapimento dei credenti durante il regno dell’Anticristo, in quanto si trova appunto in un contesto terreno. Il tentativo del diavolo di travolgere la DONNA fallisce, in quanto essa è stata portata al sicuro. Il resto della sua discendenza cioè il resto di Israele di cui tanto parla tutta la bibbia cioè quelli che osservano i comandamenti di Dio e tutti quelli che sono in possesso della testimonianza di Gesù, cioè i cristiani gentili che sono stati innestati sull’ulivo domestico. Tutti i cristiani di tutti i tempi sono discendenza di Israele anche se non sono Israele. Si può osservare quindi il parziale cambiamento di identità della donna: all’inizio del capitolo è Israele (12 tribù, cioè i 12 figli di Giacobbe=Israele), poi diventa l’insieme dei Giudei fedeli a Dio e al Suo Messia e dei Gentili cristiani. Leggere nella donna la rappresentazione di Maria, oltre ad essere una evidente forzatura, non è sostenibile sia per i motivi già detti prima, sia perché ella non ha generato Israele, né la Chiesa.

Anche sostenere un paragone, come fa Teofilo, fra Abramo e Maria mi pare azzardato per il solo fatto che di Abramo è scritto esplicitamente che è Padre dei circoncisi e degli incirconcisi, ma non di Maria. Tutto il ragionamento cattolico su questo capitolo poggia su basi alquanto scricchiolanti.

Come avrete notato non ho approfondito molti dettagli. Ho voluto solo dare uno sguardo d’insieme e mettere in evidenza le cose più importanti di questo passo. Saluto con affetto sia Alfonso col quale (anche se non lo conosco di persona) condivido la fede evangelica, sia Teofilo che stimo perché mi pare l’unico che affronti a viso aperto la Parola.

Pace a voi e a tutti.

JA


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 31/08/2003 15.41

Caro Alfonso,

Dai tre diversi commenti al cap.12 di Apocalisse fatti prima da me, poi dall’autore del commento raccolto dal sito laparola.net riportato da te, e infine da YA , si evidenzia come questo brano sia stato fatto oggetto di svariate interpretazioni.

Tu dici che la Donna sia la Chiesa.

YA dice che la Donna è l’Israele antico e la discendenza è la Chiesa.

Per quanto mi riguarda rimango della convinzione, che il soggetto dell’apparizione sia Maria, e che si può in essa ravvisare come figura, come modello, l’Israele sia del VT da cui essa discende e che dà luogo fisicamente, materialmente al parto del Bambino, sia l’Israele del NT, la Chiesa, di cui Maria è la prima e più significativa figura rappresentativa.

Tale DONNA, stando a quanto Giovanni vede, sta partorendo il Messia, di cui egli stesso conosce esattamente da chi e come sia nato. E’ chiaro e immediato perciò che si sia portati a vedere nella Donna, il riferimento a Maria, tant’è che al punto 2. Il commento da te allegato diceva:

2 Ella era incinta e gridava nelle doglie tormentose del parto.

Lett. grida, essendo in doglie e tormentata per partorire. Per lunghi secoli Israele portò nel suo seno la promessa del Redentore, promessa che venne assumendo forme sempre più definite e precise per opera dei profeti. A misura che le circostanze esterne del popolo si fecero più tristi con l'esilio, con la perdita dell'indipendenza nazionale, con la persecuzione, l'aspirazione dei credenti verso l'adempimento della "speranza d'Israele" divenne più angosciosa ed è raffigurata qui dalle doglie del parto le quali, fisicamente, non toccarono se non alla vergine israelitica che portò nel suo seno il bambino Gesù.

Paolo dice esplicitamente in Gal 4,4: Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge…., e quella DONNA è Maria.

Lo stesso commentatore evangelico si avvede di questo accostamento imprescindibile a Maria anche se poi nel resto del commento lo ignora del tutto, tant’è che al verso 17 dice:

17 E il dragone si adirò contro la donna, e andò a far guerra col rimanente della progenie d'essa che serba i comandamenti di Dio e ritiene la testimonianza di Gesù.

Ogni nuovo scacco accresce l'ira di Satana. Non avendo potuto sopprimere il Figlio, si è volto contro la madre, cioè contro la comunità credente; non essendo riuscito a sopprimer questa d'un colpo, nè ad impedire il suo propagarsi nel mondo, non si da per vinto e muove guerra dovunque ai membri più fedeli della comunità cristiana che sono i figli genuini della donna mistica. Il rimanente della progenie d'essa - lett. 'i restanti del seme d'essa' - sono i figli spirituali della donna, all'infuori del figlio per eccellenza rapito presso a Dio, e ch'è il 'primogenito fra molti fratelli' Romani 8:29. In realtà sono parte della donna giacchè non v'è differenza essenziale tra la donna e i suoi figli, i quali nei versi precedenti sono considerati come inclusi in essa. Però, quando Giovanni specifica come progenie della. donna quelli che serbano i comandamenti di Dio e ritengono (lett. hanno) la testimonianza di Gesù, cioè la verità da lui rivelata, egli sembra accennare ad una distinzione da fare tra figli genuini e pii della Chiesa di Dio e figli spurii che porteranno bensì il nome di cristiani e faranno parte della Chiesa visibile, ma non avranno nè fede del cuore in Cristo, nè condotta cristiana.

si dice cioè che la Donna sarebbe la Chiesa e che la Chiesa avrebbe partorito Gesù Cristo: non condivido questa interpretazione in quanto ritengo che la Chiesa derivi da Cristo e non viceversa. Il Messia non è stato partorito dalla Chiesa, ma dalla DONNA che nel brano in questione rimane distinta dalla sua discendenza. Questa identificazione che pone sullo stesso piano i discendenti con colei da cui si discende non lo trovo né logico né compatibile con una retta esegesi del testo.

Dice inoltre il commento:

Dovranno i credenti disperdersi lungi dal luogo natio come quei di Gerusalemme; dovranno adunarsi nelle catacombe come quelli di Roma, si rifugieranno nei conventi in tempi di prevalente mondanità; dovranno come i Valdesi di Lombardia e di Piemonte adunarsi per secoli in segreto nelle grotte, nei boschi o nelle case private (dal sec. XII fino al 1555); saranno come gli Ugonotti 'la chiesa del deserto'; andranno come i "padri pellegrini" a cercare un rifugio sulle spiaggie inesplorate dell'America del Nord;

Trovo contraddittorio questa parte di commento alla fuga della Donna che il commentatore ravvisa in una serie eterogenea di movimenti religiosi che hanno professato dottrine alquanto diverse tra loro e che quindi sono secondo me in contrasto con lo splendore di cui la Donna viene vista vestita e che significherebbero secondo lo stesso autore: La comunità dei credenti personificata nella donna è rivestita del sole perchè gode della luce della rivelazione divina ch'essa dovrà sparger nel mondo.

La luce della rivelazione che la Chiesa ha sparso nel mondo è stata trasmessa e conservata nell’unica fede e nell’unico battesimo in seno alla unica Sposa di Cristo e non differenziata in diecine di fedi e di denominazioni.

Perciò, anche se la parte generale può essere condivisibile, mi trovo in disaccordo per quanto riguarda l’individuazione della DONNA che secondo me è innanzitutto Maria, che ha partorito effettivamente Gesù.

Con affetto


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 31/08/2003 15.43

Caro YA

Il tuo commento vede nella Donna il popolo d’Israele ma ad un certo punto dici:

Si può osservare quindi il parziale cambiamento di identità della donna: all’inizio del capitolo è Israele (12 tribù, cioè i 12 figli di Giacobbe=Israele), poi diventa l’insieme dei Giudei fedeli a Dio e al Suo Messia e dei Gentili cristiani. Leggere nella donna la rappresentazione di Maria, oltre ad essere una evidente forzatura, non è sostenibile sia per i motivi già detti prima, sia perché ella non ha generato Israele, né la Chiesa.

Non condivido l’interpretazione di questo cambiamento di identità della Donna la quale secondo me individua un unico soggetto. Che poi questo unico soggetto possa rimandare ad altri significati validi, lo posso anche condividere. Quello che invece mi trova in disaccordo è il tentativo di cercare solo altri significati,, scartando però quella primaria, più evidente e più logica. Basti pensare che si parla di parto del Messia in ben tre versetti (1+5+13); si dice inoltre che la stessa donna che ha generato il Messia è stata messa al sicuro in un rifugio preparato da Dio proprio mentre il dragone va a sfogare il suo odio contro la discendenza della DONNA.

Lo stesso Giovanni, autore dell’Apocalisse aveva anche riportato fedelmente le parole pronunciate solennemente sotto la Croce, da Cristo. A Maria è detto esplicitamente: ECCO TUO FIGLIO. (Gv 19,26…vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". 27Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa).

La premura prioritaria di Cristo, si noti, non è stato di affidare prima la madre a Giovanni, come sarebbe stato logico aspettarsi nel caso di una preoccupazione materiale, bensì il contrario: prima viene affidato il figlio alla madre che viene chiamata non a caso DONNA, quasi a voler stabilire una continuità di tale termine in tutta la Scrittura a partire dal testo di Genesi fino all’Apocalisse. Proprio in Ap 12,17 troviamo indicato dallo stesso autore del quarto Vangelo, e che quindi usa un linguaggio analogo, che la DONNA ha una discendenza: per me i due testi si integrano e si illuminano a vicenda e rendono ragione all’intero testo di Apoc. 12 che si può comprendere solo se non si scarta Maria dall’orizzonte dell’apparizione a Giovanni.

Se ad essa, il Figlio crocifisso, che aveva partorito nella carne, volle dare un nuovo figlio, ciò significa, che qualunque discepolo che egli ama è da affidare alle cure premurose di tale Madre. E’ proprio in quell’ ORA, ormai giunta, che nasce la Chiesa.

Il vangelo di Giovanni è di ordine soprattutto spirituale, anche se non va mai dimenticato l’aspetto materiale. Sarebbe molto riduttivo interpretare il passo dell’affidamento di Giovanni alla madre e viceversa, solo sotto l’aspetto di una preoccupazione di ordine materiale o legale (il che, non dimentichiamolo, sta anche a dimostrare che Gesù era l’unico figlio naturale).

L’esegesi Cattolica tiene conto della implicazione del popolo di Dio nel significato di questo brano, a volte sottolineato anche in modo molto forte da alcuni teologi: tuttavia non viene esclusa Maria. Vale appena il caso di ricordare che la liturgia ha continuato ad accostare questo brano alla Beata Vergine, come espressione di una radicata convinzione circa il significato più immediato ed evidente del testo.

Dici anche:

Anche sostenere un paragone, come fa Teofilo, fra Abramo e Maria mi pare azzardato per il solo fatto che di Abramo è scritto esplicitamente che è Padre dei circoncisi e degli incirconcisi, ma non di Maria. Tutto il ragionamento cattolico su questo capitolo poggia su basi alquanto scricchiolanti.

Per quanto riguarda il mio accostamento di Maria ad Abramo, faccio solo alcuni paragoni, desunti dalla Scrittura:

Abramo lasciò la sua terra per una terra promessa ma non ancora posseduta

Maria rinunciò a tutto per Dio dicendo "Eccomi, sono l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola…

Abramo dovette credere che avrebbe avuto un figlio a cent’anni.

Maria dovette credere addirittura che l’avrebbe avuto senza concorso d’uomo.

Abramo fu chiamato a sacrificare il suo unigenito.

Maria sotto la Croce vide sacrificare il Figlio Unigenito di Dio, che era anche il suo unico figlio, per mano di peccatori.

Abramo non vide morire il figlio, ma lo riebbe subito salvo, senza sofferenza e senza spargimento di sangue.

Maria non solo lo vide morire ma partecipò alla sua passione di sangue e morte mentre una spada le trafiggeva l’anima.

Sono convinto dalla Scrittura che la fede di Maria non fu per nulla inferiore a quella di Abramo, anzi maggiore, e che la sua maternità spirituale si può desumere dai già riferiti testi di Gv 19,26 e Ap.12,17

Se può essere altrettanto vero che anche la Chiesa è madre e genera i credenti in Cristo secondo il modello di Maria, non bisogna dimenticare che Maria è stata la prima credente in Gesù Cristo venuto nella carne, nella sua stessa carne e quindi come tale, essendo Chiesa prima della venuta alla fede di altri credenti, non può che esserne la capostipite.

Concludendo con una espressione di Isacco della Stella :

"…. Per questo, nelle Scritture divinamente ispirate, ciò che si dice in modo universale della Vergine Madre Chiesa, lo si intende in modo singolare della Vergine Madre Maria"

Con affetto



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Da: Soprannome MSN777JohnAnthony888Inviato: 21/10/2003 1.30
Caro Teofilo,
adesso sono molto stanco, ma ne riparleremo. Per il momento ti auguro ogni bene.
JA

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 21/10/2003 12.09
Se può essere altrettanto vero che anche la Chiesa è madre e genera i credenti in Cristo secondo il modello di Maria, non bisogna dimenticare che Maria è stata la prima credente in Gesù Cristo venuto nella carne, nella sua stessa carne e quindi come tale, essendo Chiesa prima della venuta alla fede di altri credenti, non può che esserne la capostipite.
.........
Invito ad aggiungere a queste meditazioni la frase specifica di Genesi.....che non a caso è definito anche "protovangelo giovanneo", nell'identità dell'Incarnazione del Verbo di Dio, ennesima dimostrazione che la questione abbraccia TUTTA la Bibbia e non singoli versetti, qui cliccate per l'approfondimento e per farne UNA UNICA meditazione....
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 21/10/2003 14.51
Scusate ho sbagliato collegamento...quello inserito tratta dei Padri che hanno scritto di Maria nel primo secolo......., l'attenzione di cui parlava,
era in questo:
.......
Tutta la catechesi, o gran parte di essa, su Maria per come la identifica la Chiesa.....nasce anche da queste poche parole ma chiare di Genesi.....
Inserisco qui, nel suo contesto, cioè con quanto riportato da Teofilo perchè i due testi SI COMPENSANO....
Buona meditazione, Caterina
MARIA E LA SACRA SCRITTURA
Dopo aver aperto questo argomento, approfondiamolo per capire se la Chiesa ha preso un granchio
Cosa dice la Chiesa in proposito?
Ora leggiamo ciò che esattamente afferma il Concilio Vaticano II in proposito:
– “Sotto questa luce, essa (= la Madre del Redentore) viene già profeticamente adombrata dalla promessa, fatta ai progenitori, caduti in peccato, circa la vittoria sul serpente (cf Gen 3,15).
Parimenti, questa è la Vergine che concepirà e partorirà un Figlio, il cui nome sarà Emmanuele (cf Is 7,14; Mic 5,2-3; Mt 1,22-23).
– Essa (= la Vergine Maria) primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da Lui la salvezza.
– E infine, con Lei «eccelsa Figlia di Sion», dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura una nuova Economia, quando il Figlio di Dio assunse da Lei la natura umana, per liberare, coi «misteri della sua carne», l’uomo dal peccato” (Lumen Gentium 55).
Fin qui il testo dottrinale della Costituzione Conciliare. La prospettiva, secondo la quale dobbiamo leggere i brani citati, è già stata indicata precedentemente dal Concilio, con queste parole: “Questi primi documenti, come sono letti nella Chiesa e sono capiti, alla luce dell’ulteriore e piena rivelazione, progressivamente mettono sempre più in luce la figura di una Donna”, misteriosa e straordinaria: la Madre del Messia......
Dunque...questa PROFEZIA di Genesi chiamata anche "vaticino", la troviamo espressamente appoggiata DA TUTTA LA CHIESA DI ALLORA con il riferimento del PROTOVANGELO DI GIOVANNI. ossia prima promessa di salvezza, primo lieto annunzio.
Possiamo ora domandarci legittimamente:
chi è quella “Donna” di cui si parla nel vaticinio?
È Eva?
È Maria?
È Eva e Maria insieme?
La fede della Chiesa rimanda ulteriormente a Maria, perché la “stirpe” della donna che vincerà il serpente (= Satana) è Cristo Redentore, dunque la Donna, di cui si parla, è la Madre del Redentore, e non può essere Eva dalla quale abbiamo invece avuto la morte e il peccato...
Se – come molti studiosi pensano – la redazione del testo è da collocare al tempo dell’esilio (Sec. VI a.C.), il versetto 15 può opportunamente considerarsi una rilettura di Is 7,14.
La Donna in tal caso, è una persona ben precisa: l’attesa Madre del Messia
. Tale comunque appare, alla luce del Nuovo Testamento, dove Maria è designata con l’appellativo di “Donna” (cf Gv 2,4; 19,26) che non era affatto dispregiativo come studiosi dell'Università Ebraica di Gerusalemme ci hanno confermato! Se a questo ci uniamo  la conferma della Chiesa attraverso l’intera Tradizione cristiana, il quadro profetico è completo........
Ma leggiamo altre conferme:
Is.7,14 Il quale NON viene erroneamente citato insieme:
Due re, quello di Damasco (Aram) e quello di Samaria (Israele), invadono la Giudea e minacciano di sterminare la stirpe regale di Davide per mettere sul trono il figlio di Tabeel.
Il re di Giuda (Acaz) è preso dal terrore, ma, invece di porre la sua fiducia in Dio, la ripone in soccorsi umani e cerca alleanze con l’Assiria...... Allora Dio gli invia il profeta Isaia a rassicurarlo che l’iniquo progetto dei due re non riuscirà. Isaia, per confermare quanto ha detto, invita Acaz a chiedere un “segno” a Dio, ma il re ipocritamente si rifiuta “per non tentare Dio”, in realtà perché non crede in Dio.
Nonostante il rifiuto del re, Dio conferma la sua fedeltà a Davide e promette che conserverà la stirpe regale di Davide, la libererà dal pericolo incombente. Pegno e segno di ciò è il verginale concepimento e
la nascita verginale dell’Emmanuele dalla stirpe di Davide
. Malgrado l’infedeltà degli uomini, ci sarà un erede per Davide. Questo aspetto ci riporta a Genesi ed alla promessa di Dio nonostante Adamo ed Eva avessero disobbedito e dunque mancando di fedeltà.....
San Matteo, nel suo Vangelo, registra puntualmente l’adempimento di questa profezia. Ecco perché il testo di Isaia è letto dall'intera Chiesa  come profezia mariana che si riallaccia alla promessa letta da Genesi....
Abbiamo anche il profeta Michea 5,1-4:
E tu Betlemme...
Il profeta Michea, aggiunge alla profezia del suo contemporaneo Isaia, una circostanza notevole: il luogo della nascita del futuro Messia, ossia Betlemme di Efrata, in Giudea.
Con le parole “fino a che partorisca Colei che deve partorire” il profeta Michea allude  alla profezia di Isaia sulla Vergine che concepisce e partorisce un figlio chiamato Emmanuele del quale, specificherà Matteo: è Dio-con-noi.
Il testo di Michea, con il riferimento alla partoriente e alla pace, può dunque considerarsi una “rilettura” del testo di Isaia, che rimane il testo fondamentale. Anche l’avverarsi di questo vaticinio di Michea è stato registrato da Matteo, nel suo Vangelo, nel contesto dell’episodio dei Magi.
In conclusione, leggendo questi primi documenti come sono letti nella comunità cristiana e come sono compresi, alla luce della piena rivelazione che si compie in Gesù Cristo, noi impariamo a conoscere la Vergine Maria, fin dagli inizi della divina rivelazione.
Comprendiamo, perciò, quanto insegna il Catechismo della Chiesa cattolica al n. 488: “Dio ha mandato suo Figlio (Gal 4,4), ma per preparargli un corpo, ha voluto la libera collaborazione di una creatura. Per questo, Dio da tutta l’eternità, ha scelto, perché fosse la Madre del Figlio suo: – una figlia di Israele –, una giovane giudea di Nazareth, in Galilea, – “una vergine promessa sposa di un giovane della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria” (Lc 1,26-27). Cf Lumen Gentium n. 56.
Per ora fraternamente Caterina