Fino a che punto fossero idee marginali è difficile stabilirlo con certezza, ma non credo che si possa affermare che fossero ignorate dall'ebraismo, Non è infatti così improbabile che il popolo ebreo potesse aver risentito di certe filosofie orientali di paesi relativamente vicini e soprattutto del pensiero greco, visto poi che la lingua greca era usata al pari dell'ebraico e dell'aramaico, e comunque non avrebbe potuto non conoscerle. Ma, mentre erano condannate le loro usanze idolatriche, come mai non c'è cenno di condanna di queste filosofie? Non ti sembra perlomeno strano?
Caro lyvan,
Possiamo senz'altro dire che la dottrina della reincarnazione non era professata ufficialmente da farisei e sadducei. Se poi qualcuno in cuor suo lo professava e se qualcuno del popolo lo ammetteva , a seguito di influsso derivante da culture di altri popoli, è certamente possibile. Ma, dal momento che manca una presa di posizione al riguardo nella Scrittura, dobbiamo basarci solo sugli argomenti espressi a favore della impossibilità che si possa al contempo ammettere la reincarnazione.
Per quanto riguarda il caso di Elia ho messo tutto lo studio su cui abbiamo discusso nel forum qui linkato:
dove chi vuole potrà leggere per comprendere l'argomento da te citato . Ne riporto uno stralcio:
L'apparizione di Elia nella sua gloria (quella della trasfigurazione) riconduceva naturalmente i loro pensieri alla popolare credenza che, innanzi alla venuta del Messia, dovesse quel profeta apparire (non reincarnarsi) in persona sulla terra. La spiegazione data da Cristo (Matteo 11,14) , che Giovanni Battista era venuto (da intendersi nello spirito e colla potenza di Elia e non come Elia in persona), e come suo precursore in adempimento della profezia di Malachia, era stata o dimenticata o non mai compresa da loro. Se prima della trasfigurazione essi avevano conservato qualche dubbio, dopo di essa non potevano più dubitare che Gesù fosse il Messia. Essi avevano veduto coi loro propri occhi il vero Elia che era stato assunto in cielo, e certamente nessuno che avesse la minima rassomiglianza con esso aveva preceduto Cristo; quindi la domanda: "Come dunque dicono gli Scribi che conviene che prima venga Elia?". Con pazienza grandissima il Signor nostro spiegò loro di nuovo ciò che a loro stessi aveva già detto, intorno a Giovanni, e questa volta la verità rifulse ai loro intelletti, ed essi l'accolsero.
La maggior parte dei Padri primitivi, gli scrittori Cattolici in genere, e molti scrittori moderni, ritengono che questa venuta di Elia debba ancora avverarsi letteralmente e servire d'introduzione alla seconda venuta del Signore. Essi son d'avviso che la profezia di Malachia, non sia stata ancora adempiuta definitivamente, perché il Battista non andò davanti al Signore, se non "nello spirito e virtù d'Elia". Mentre Elia in persona, secondo vari esegeti, si ripresenterà tornando temporaneamente dal cielo (ma non reincarnandosi) per preparare il ritorno del Signore, in modo analogo a come gli ebrei attendevano e attendono, che si ripresentasse Elia. Ciò, da parte della mentalità ebraica non aveva nulla a che vedere con la reincarnazione, nè Cristo parla di reincarnazione nel Battista ma solo che egli è venuto con lo spirito e la potenza di Elia, allo stesso modo come Eliseo ereditò parte di quello spirito e di quella potenza, per svolgere il suo ministero. ( 2Re 2,9 Mentre passavano, Elia disse a Eliseo: «Domanda che cosa io debba fare per te prima che sia rapito lontano da te». Eliseo rispose: «Due terzi del tuo spirito diventino miei».)
Che Elia fosse stato assunto in cielo lo crediamo dal racconto che si trova sulla Bibbia e per il fatto che non vi sono obiezioni da parte nè del mondo ebraico, nè cristiano a questa narrazione. Stante l'universalità dell'accettazione potremmo semmai chiederci cosa fosse o come fosse quel mezzo di locomozione descritto come carro di fuoco, ma senza poter dubitare che Elia fosse stato portato via dalla terra, col suo stesso corpo.Se poi si volesse dubitare di questa narrazione, allora si dovrebbe dubitare di tutto il resto e della Bibbia non rimarrebbe nulla.
Inoltre, se questa dottrina fosse stata ignorata dai primi cristiani, non si capirebbe come mai alcuni padri della Chiesa si fossero dati tanto fare per contrastarla e perchè fosse stato indetto un sinodo per deciderne la condanna. Queste sono semplici considerazioni che mi sembrano abbastanza deduttive.
I padri hanno cercato di confutare questa teoria, tenendo presente la reale situazione che avevano di fronte.
Combattevano gli errori che trovavano sulla loro strada. Sia per raddrizzare eventuali deviazioni della retta fede dei credenti che per contrastare quella dei non credenti; sia per prevenire che per curare.
Non trovo nè una totale assenza di confutazioni nè molto materiale sulla reincarnazione: questo potrebbe significare due cose. O che tale teoria non doveva essere professata da molti, neanche presso coloro ai quali si rivolgevano le confutazioni, oppure che fosse sentita talmente come estranea da non meritare neppure la loro attenzione.
Il Concilio costantinopolitano del 553 condannò Origene che aveva dei seguaci per le sue tesi (della preesistenza e della apocatastasi, che il Concilio non nomina neppure) e non della reincarnazione che non aveva seguaci, almeno notori.
Per quanto riguarda la questione della incarnazione di angeli, ritengo che sia possibile che degli angeli possano manifestarsi sotto forma di uomini per aiutarli nel loro cammino terreno, ma non che un angelo si incarni.
Appunto per alcuni dei motivi già espressi da Claudio.
Nel libro di Tobia troviamo che l'arcangelo Raffaele si presenta in sembianze umane per accompagnare Tobiolo nel suo viaggio attraverso cui si vengono a dipanare e a risolvere a seguito delle preghiere, diversi casi intrecciati.
Oppure lo stesso Paolo dice che alcuni senza saperlo hanno ospitato degli angeli.
Oppure quelli che si presentarono ad Abramo prima e a Lot dopo, erano degli angeli, ma non si erano incarnati dalla nascita, bensì svolgevano il loro compito di aiuto agli uomini, rimanendo sempre angeli.
Nel caso, non documentabile biblicamente, si dovessero incarnare, troveremmo che essi contrarrebbero il peccato originale, che quindi avrebbero bisogno del salvatore, che sarebbero soggetti a peccare come tutti gli uomini, nessuno dei quali è senza peccato, che avrebbero bisogno del battesimo, dell'Eucarestia come tutti gli altri per ottenere la salvezza. Mentre essi sono immuni da peccato nel loro essere incorporeo e spirituale, perchè dovrebbero contrarre dei peccati nella vita terrena? Se si dice che essi, grazie alla loro "evoluzione" non peccheranno, si urta contro la dottrina esplicita che tutti gli uomini hanno peccato.
Non comprendo da dove hai preso questa dottrina, nè la necessità che degli angeli si debbano incarnare, quando possono svolgere i loro compiti di aiuto all'uomo senza incarnarsi, ma semplicemente presentandosi
sotto la forma di uomini e non essendo tali essi stessi. Solo Cristo era necessario che diventasse uomo a tutti gli effetti perchè solo incarnandosi, avrebbe potuto redimere l'umanità.
Con affetto