Yivan.....ho trovato questo.....cosa ne pensi?......a parte che a noi ( a me) va bene quanto ci siamo detti, tuttavia anche questi due testi li ho trovati interessanti......
informazione - LA "QUASI RELIGIONE" DEL REIKI
un grazie al sito:
http://www.ruata.net/timone/12/index.html
CHE COS'È IL REIKI
di Andrea Menegotto
Nelle nostre città imperversano pubblicità di scuole e corsi di reiki. In Occidente
si contano oltre 200.000 "maestri". Sveliamo cos'è il reiki e le sue origini.
Il reiki è una tecnica di origine giapponese per ridurre lo stress, rilassarsi e incrementare il proprio grado di benessere fisico e morale. Benché il reiki non si presenti come un sostituto o un'alternativa rispetto alla medicina tradizionale, è spesso inquadrato fra le cosiddette "pratiche terapeutiche alternative" o "medicine alternative". Il nome reiki designa anche il movimento di coloro che praticano questa tecnica e condividono un certo numero di princìpi che la sostengono.
Esso si basa sull'idea che un'energia (ki) universale (rei) scorre all'interno di tutti gli esseri viventi. Il flusso di questa energià può essere migliorato - o corretto, in caso di deviazioni - tramite semplici gesti di una persona iniziata al reiki, che appoggia le mani su un'altra persona (o su se stessa), oppure leva semplicemente le mani in direziono dell'altro, senza toccarlo. Il reiki fu portato in Occidente dalla signora Hawayo Takata (1900-1980), una havvaiana di origini giapponesi, che lo aveva scoperto durante un viaggio in Giappone tra il 1935 e il 1937. Tornata nelle Hawaii nel 1937, la Takata invitò il suo maestro giapponese di reiki a raggiungerla, e insieme aprirono il primo centro occidentale nel 1938. Oggi si calcola che oltre un milione di persone nel mondo si sottopongano regolarmente a sedute di reiki. Ma, insieme con il successo, si è manifestata anche qualche polemica. Le diverse scuole, centri, associazioni di reiki non sempre vanno d'accordo fra loro e alcuni gruppi sono accusati da altri di chiedere cifre esorbitanti o comunque eccessive. Nel mondo cristiano ci si chiede spesso con preoccupazione se il reiki sia semplicemente una tecnica, o non sia invece una religione che, in quanto fondata su nozioni orientali o panteistiche, sarebbe incompatibile con la fede cristiana. Chi in Occidente ha raccontato la storia del reiki alcune volte si è preso una certa libertà narrando i fatti, forse per adattare meglio questa tecnica ai gusti occidentali. Ad esempio, secondo alcuni testi di sostenitori o maestri di reiki - denominati "reiki master" -, il fondatore Mikao Usui (1865-1926) sarebbe stato un pastore in una Chiesa protestante, e non manca chi afferma che sarebbe stato addirittura un sacerdote cattolico. In realtà Usui non è mai stato cristiano, in quanto si è formato ed ha sempre vissuto all'interno della tradizione del buddhismo giapponese (prevalentemente tendai), frequentando pure un gruppo esoterico interessato ai fenomeni parapsicologici e al mondo degli spiriti, il Rei Jyutu Ka. Il reiki prevede una iniziazione in tre livelli: il primo consente l'apertura dei propri canali energetici, il secondo permette di guarire a distanza, il terzo di aprire i canali altrui. C'è anche chi afferma - ma il punto è controverso - che esistono tre altri livelli più segreti.
Oggi i maestri di reiki che rivendicano il potere di iniziare altri maestri sono in Occidente oltre duecentomila, e il loro numero continua a crescere; esistono inoltre decine di migliaia di scuole diverse di reiki, ciascuna delle quali ha caratteristiche proprie e spesso combina le tecniche e le idee di Mikao Usui con elementi di provenienza buddhista, derivati dalle idee del New Age, da forme esoteriche di ogni tipo e qualche volta anche dal cristianesimo.
TECNICA O RELIGIONE?
di Massimo Introvigne
Si diffonde in Occidente, anche in Italia. Reiki: una tecnica che è "quasi religione".
Lontana dal cristianesimo. Sconsigliato l'uso ai cattolici.
Di Mikao Usui si sa certamente abbastanza poco, ma non c'è dubbio che egli insegnasse la natura divina del ki, l'importanza del canto sacro, della preghiera e del ringraziamento a Dio. Uno dei principali simboli segreti del reiki - nella versione originaria di Mikao Usui - corrisponde al simbolo della Divinità Suprema venerata nel tempio buddhista del Monte Kurama. Lo specialista di movimenti religiosi, peraltro, nota facilmente le somiglianze fra il reiki e le numerose nuove religioni del Giappone: il legame con un tempio buddhista, l'esperienza di fondazione durante un ritiro ascetico su una montagna, i tre gradi di iniziazione si ritrovano in numerose nuove religioni giapponesi, all'interno delle quali un intero gruppo o famiglia è caratterizzato dall'idea che attraverso l'imposizione delle mani sia possibile trasmettere o risvegliare un'energia divina.
Dunque, si deve concludere che il reiki è una religione? La questione non è così semplice. Il fatto che quasi tutte le scuole neghino vigorosamente che il reiki sia una religione non sarebbe, di per sé, decisivo. Nel reiki sono assenti - almeno nella maggioranza delle scuole - un messaggio di salvezza e una teologia della storia, che invece caratterizzano le varie nuove religioni giapponesi. Comunque sia, il reiki non è una semplice tecnica, perché implica il riferimento essenziale a un'energia che ha caratteristiche divine, e il messaggio del fondatore è incomprensibile se lo si separa dal contesto religioso originario. Non è neppure, tuttavia, una religione o un movimento religioso nel senso più corrente del termine, perché non fornisce nè si propone di fornire risposte articolate sulle origini e sul destino dell'uomo. Inoltre, trasferito dal Giappone all'Occidente, il reiki - come altre correnti - è stato sottoposto a un rapido processo di secolarizzazione, che ha portato perfino a una lettura revisionista (e mitologica) delle sue origini e della sua storia. Forse la definizione che William Lee Rand usa per la comunità degli iniziati, un "sacro ordine metafisico", aiuta a capire la natura di un fenomeno a cui potrebbe essere applicata con profitto la categoria, coniata da specialisti statunitensi, di "quasi-religione". Il che, evidentemente, sottolinea tutta la problematicità di un approccio cattolico al reiki, che - per quanto possa essere interpretato e praticato in modi diversi - non è certo una semplice tecnica, perché implica il riferimento essenziale a un'energia che ha caratteristiche divine e veicola perciò - che chi lo pratica se ne renda conto o no - una visione del mondo tipicamente orientale e lontana dalla fede cristiana. Non spetta certamente ai laici sostituirsi al Magistero e anticipare eventuali messe in guardia specifiche nei confronti del reiki. Sulla base dei documenti che già esistono, e che si riferiscono al genus delle tecniche neo-orientali (anche se non menzionano la species reiki in modo esplicito), ritengo però di potere concludere che la pratica del reiki - specialmente da parte di persone che non ne apprezzano o non ne conoscono a fondo il retroterra e le implicazioni - può comportare rischi per la fede cattolica, così che un atteggiamento cauto e riservato dovrebbe imporsi a ogni cattolico cui è cara la sua fede.
Bibliografia
Massimo Introvigne, Il reiki: tecnica o religione?, disponibile sul sito Internet del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) all'indirizzo http://www.cesnur.org/testi/reiki.htm
Si potrà poi utilmente consultare la scheda sul reiki nella Enciclopedia delle Religioni in Italia, curata dal CESNUR e di prossima pubblicazione per i tipi della Elle Di Ci, Leumann (Torino).