00 02/12/2009 21:43
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Da: gioisoInviato: 17/03/2003 13.15
Buon periodo di Quaresima a tutti.
Volevo ringraziare questo forum, visto da quesi aspetti il tema del celibato acquista veramente una sua collocazione predefinita e molto limpida che traspare proprio dai Vangeli.
Mi ha colpito molto la sottile differenza che dice che : E come può rispondere alle esigenze di due vocazioni che chiedono entrambe totalità? :
due vocazioni, io veramente non ci avevo mai pensato in questi termini. Certo due vocazioni, e se finiamo con il volerle tutte e due finiremo con il fare bene a metà, o solo comunque da una parte, la testimonianza della telefonata dal cellulare e la casa da comprare  è eloquente!
Mi sono anche soffermato su questa frase: Lo invocano, invece, con forza dalla sponda opposta: non è il ministero del prete a esigere la rinuncia al matrimonio, ma è la condizione sacramentale degli sposi a esigere la rinuncia al sacerdozio. Prima di dire che i preti non devono sposarsi, bisogna affermare che chi si sposa non può fare il prete. Solo a un lettore superficiale potrà sembrare che sia la stessa cosa. :ed è vero, solo se affrontiamo il tema in modo superficiale non ci accorgeremo della differenza.
Ma scusatemi, prendiamo il mio parroco che è continuamente in trasferta, lo conosco, collaboro con lui e quindi posso dare una testimonianza. Spesse volte la sera è a cena da qualche anziano, o di anziana che è rimasta sola, si intrattiene con loro. La Domenica spesse volte specialmente quando ci sono feste speciali, alcuni di noi parrocchiani organizziamo con lui il pranzo, ma poi lui ne approfitta per parlare con qualcuno che ne sente il fabbisogno e che magari durante la settimana non c'è riuscito. E poi ci tratteniamo anche con una partita, insomma, ce lo vedete voi un pastore sposato che si tira dietro tutta la famiglia? E se i figli lo reclamano per giocare perchè è giusto che di Domenica lui stia con essi, cosa deve fare? E se la moglie volesse fare con lui una passeggiata per cavoli loro?
No, no, io penso che chi attacca la Chiesa per il celibato non ha proprio capito il ruolo del prete!
Attacca la Chiesa solo perchè è la Chiesa di Roma che va attaccata, di questi temi pensano di risolverli dicendo che
< Gesù li ha chiamati a questo ministero > ma in verità non ne hanno capito molto o forse si, ma non riescono e non possono ammettere che la Chiesa ha ragione.
E per finire scusandomi se sono stato lungo, mi ha colpito la riflessione del Carretto: < NON è vero che mancano vocazioni, è vero invece che mancano vocazioni al celibato! >:, bellissima espressione! Mi incuriosirebbe sapere la reazione di un pastore protestante se un figlio dicesse a lui < desidero farmi prete!> scommettiamo che comincerebbe un lavaggio del cervello? Quello che non riesco a capire è perchè si vuole mantenere la propaganda del matrimonio ai preti, mentre non si compie uno sforzo per capire le parole di Gesù: Mt.19,10-12)
:Se tale è la condizione.....NON CONVIENE SPOSARSI..." Gesù dunque NON dice che hanno capito male......NON dice che loro DEVONO SPOSARSI.....ma dice chiaramente: " NON TUTTI COMPRENDONO QUESTO DISCORSO, MA SOLTANTO A COLORO AI QUALI E' DATO...
" Vi sono infatti eunuchi che nacquero così.......e vi sono eunichi resi tali dagli uomini....e vi sono eunuchi che si resero tali da sè per il regno dei cieli. Chi può comprendere, comprenda!":
Che lo Spirito Santo apra le menti sia lodato Gesù nostro Signore.

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Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 17/03/2003 14.28
C'è un errore:.
I preti cattolici, da S. Pietro ad oggi lo hanno imitato nel dono totale di sé a Dio e agli altri nel celibato
Pietro era sposato, e si portava appresso sua moglie nella predicazione della Parola di Dio, Paolo lo spiega:
"Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa(Pietro)?" (1Cor 9,5)
C'è poi un altro errore:
E come può rispondere alle esigenze di due vocazioni che chiedono entrambe totalità? :
due vocazioni, io veramente non ci avevo mai pensato in questi termini. Certo due vocazioni, e se finiamo con il volerle tutte e due finiremo con il fare bene a metà, o solo comunque da una parte, la testimonianza della telefonata dal cellulare e la casa da comprare  è eloquente!
Mi sono anche soffermato su questa frase: Lo invocano, invece, con forza dalla sponda opposta: non è il ministero del prete a esigere la rinuncia al matrimonio, ma è la condizione sacramentale degli sposi a esigere la rinuncia al sacerdozio. Prima di dire che i preti non devono sposarsi, bisogna affermare che chi si sposa non può fare il prete. Solo a un lettore superficiale potrà sembrare che sia la stessa cosa. :ed è vero, solo se affrontiamo il tema in modo superficiale non ci accorgeremo della differenza.
Ancora una volta le Scritture ci dicono che non è inconciliabile avere una famiglia ed avere un ruolo di episcopo, presbitero o diacono, anzi era un elemento richiesto nella prima comunità cristiana:
Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare
(1Tim 3,2)
che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?), (1Tim 3,4-5)
Non c'è quindi la minima contraddizione tra i due ruoli.

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 17/03/2003 23.07
Caro Stefano.......di errori ne facciamo sempre tutti....ma  peggiori sono quelli.......che si fanno quando si tenta di "scusare" tutto.....
La situazione iniziale della Chiesa.....è ovvio che è diversa dalle esigenze che man mano son venute a rendersi necessarie......quando Gesù chiamò a sè i primi discepoli....erano anche fra loro uomini sposati....ma in tutti i Vangeli e Lettere....mai si parla della moglie di Pietro.....nè tanto meno che è andato a Roma con lui....o che sia morta martire con il marito......nè è mai presente nelle descrizioni di gruppo dei Dodici.....nè è nominata nel gruppetto delle donne che erano al seguito di Gesù.......infine Gesù era scapolo....
Paolo CONSIGLIA E SUGGERISCE IL CELIBATO.....quando parla di sposati.......parla anche che "NON sposarsi è meglio".......ma questo brano NON viene mai citato..chissà perchè....." E io vorrei vedervi senza preoccupazioni; chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore; lo sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come piacere alla moglie e si trova diviso. Così come la donna NON sposata e la vergine si preoccupano delle cose del Signore, per essere sante nel corpo e nello spirito; la sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come piacere al marito. QUESTO DICO A VOSTRO VANTAGGIO, NON per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e conduce al Signore SENZA DISTRAZIONI. (1Cor.8,29-35)
Che dici Stefano è abbastanza chiaro il "cosiglio evangelico"?
Poi non comprendo....io ho citato un brano detto da Gesù...e tu mi rispondi con altri brani......Mt.19,10-12)
:Se tale è la condizione.....NON CONVIENE SPOSARSI..." Gesù dunque NON dice che hanno capito male......NON dice che loro DEVONO SPOSARSI.....ma dice chiaramente: " NON TUTTI COMPRENDONO QUESTO DISCORSO, MA SOLTANTO A COLORO AI QUALI E' DATO...
" Vi sono infatti eunuchi che nacquero così.......e vi sono eunichi resi tali dagli uomini....e vi sono eunuchi che si resero tali da sè per il regno dei cieli. Chi può comprendere, comprenda!":
........
il "vescovo irreprensibile".....ovvio Stefano....stiamo parlando degli inizi della Chiesa..ed una selezione immediata sarebbe stato catastrofico......e soprattutto NON compresa....inoltre erano gli adulti che servivano per la nuova Chiesa....e la maggior parte erano sposati....perchè il NON sposarsi era una disgrazia.....attenzione quindi anche alla situazione dell'epoca.....infatti, come è segnalato sopra....ancora oggi la Chiesa Ortodossa nello scegliere un vescovo..lo scelgie fra i NON sposati....lo sapevi??
Le contraddizioni, caro Stefano...sono cominciate ad arrivare man mano che la Chiesa cresceva....un conto era un gruppo, una città....un conto cominciare ad occupare grandi spazi.....e la distinzione dei ruoli diventava sempre più marcata.....di vescovi e presbiteri, ad esempio....NON si parla affatto nei Vangeli, eppure gli Apostoli apportano delle novità.....è solo l'inizio...e la Chiesa NON si è fermata alle Lettere Apostoliche....ma è andata avanti......e continuerà ancora a scoprire nuove cose dalla Rivelazione....perchè ce lo ha detto gesù: "NON tutto è stato detto...ma lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa..."...ora era rivolto soltanto agli Apostoli.....o Gesù intendeva anche dopo la loro morte?
In Gc.5,14.........si parla anche di un altra novità.....l'unzione dei malati.....con Olio sacro......ma nei Vangeli questo non è stato fatto.....Gesù non l'avrebbe insegnato.....in teoria......ma in pratica gli Apostoli lo insegnano......erano forse più del Maestro?? il segno della croce....idem......infatti i protestanti non lo accettano...gli Ortodossi SI.......e dicono che Gesù non l'ha insegnato....e te credo....che si segnava da solo?......la croce è un simbolo che si è sviluppato DOPO.....e si ha riscontro nel primissimo secolo......ma a discepoli morti.....è allora dunque un simbolo satanico??.....
Ho divagato è vero....ma per farti comprendere che la Bibbia NON la possiamo prendere alla lettera in qualità di un potere.....come se avesse fermato il TEMPO.......essa è elasticità mentale.....aggiornamento.....e viene data attraverso lo Spirito Santo specialmente...appunto....alla Chiesa che ha il mandato di LEGARE E SCIOGLIERE.......il che non vuol dire "aggiungere delle novità"....e la lettera di Paolo che ti ho portato testimonia che il celibato è altamente SUGGERITO E CONSIGLIATO.........se prendi Pietro a testimonianza, ma Giovanni e Paolo erano CELIBI.....ed è Paolo a dire che il celibe serve meglio.....perchè NON prendi anche questo testo paolino?
Fraternamente C.

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 18/03/2003 11.44
Quando molti fratelli non cattolici devono attaccare la Chiesa cattolica tra i tanti argomenti di divergenza amano menzionare il celibato forzoso dei preti, dicendo che non è biblico. Dalle loro parole e dai loro discorsi sembrerebbe quasi quasi che la Chiesa cattolica mandi in giro i preti a reclutarne di nuovi obbligandoli a non sposarsi. Molti fratelli protestanti dimenticano un uomo decide liberamente di farsi prete e quindi rinunciare al matrimonio non è una forzatura, ma è un atto di libera scelta.
Ai candidati al sacerdozio invece la Chiesa richiede espressamente oggi, per il rito latino, il celibato, ma questo lo ha spiegato benissimo Caterina.
Esso non è parte strutturale del sacramento. Molti protestanti  ne parlano come se il celibato fosse una “verità di fede”, (cattolica) al pari della Trinità o di altri dogmi, ma essa è invece una semplice norma giuridica che può essere modificata in ogni momento; quello che ti sto dicendo ti potrà essere confermato da qualunque giurista di diritto canonico. Quando il celibato venne introdotto nel rito latino, esso venne introdotto, lo dicono espressamente i documenti dell’epoca, per semplice opportunità, in una situazione assai disastrosa per la chiesa occidentale, dove dilagava la simonia e il concubinato.
Il Concilio Vaticano II nella Presbyterorum Ordinis riafferma l’opportunità (nota, opportunità e non necessità) di conservare l’obbligo del celibato
Preferisco lasciare la parola ai padri del Concilio Vaticano II che nella Presbyterorum Ordinis hanno affrontato anche questo aspetto della missione sacerdotale. La parte del documento che cito è al numero 16 del suddetto documento.
 “La perfetta e perpetua continenza per il Regno dei cieli, raccomandata da Cristo Signore (Cfr. Mt 19, 12), nel corso dei secoli e anche ai nostri giorni volentieri abbracciata e lodevolmente osservata da non pochi fedeli, è sempre stata considerata dalla chiesa come particolarmente confacente alla vita sacerdotale. È infatti segno e allo stesso tempo stimolo della carità pastorale, e fonte speciale di fecondità spirituale nel mondo (Lumen Gentium, n 42). Certamente essa non è richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, come risulta evidente dalla prassi della chiesa primitiva (1 Tm 3, 2-5; Tit 1, 6) e dalla tradizione delle chiese orientali, nelle quali, oltre a coloro che assieme a tutti i vescovi scelgono con l’aiuto della grazia di osservare il celibato, vi sono anche degli eccellenti presbiteri coniugati: ma questo sacrosanto sinodo, nel raccomandare il celibato ecclesiastico, non intende tuttavia mutare quella disciplina diversa che è legittimamente in vigore nelle chiese orientali, anzi esorta amorevolmente tutti coloro che hanno ricevuto il presbiterato quando erano allo stato matrimoniale, a perseverare nella santa vocazione, continuando a dedicare pienamente e con generosità la propria vita per il gregge loro affidato.”
Dal punto di vista storico, visto che ci chiedono anche questo, ti posso dire che, nel tempo apostolico sia presbiteri che vescovi potevano essere scelti tra le persone sposate. La continenza non era affatto la norma per nessuno, anche se già Paolo la considera come utile nella prima lettera ai corinzi, anche se avvertì che era meglio sposarsi che bruciare di passione.
 Persone che seguissero invece Cristo nella professione spontanea dei consigli evangelici di povertà castità e obbedienza iniziarono ad esserci solo nel IV secolo, uno dei primi è Antonio d’Egitto. Prima di tale data solo alcune donne, pur condividendo in tutto la vita degli altri fedeli, facevano di fronte al vescovo voto di restare vergini a vita. Tale stato si perse nei secoli ed è stato nuovamente realizzato dal Vaticano II che ha istituito l’Ordine delle Vergini e vedove alla diretta dipendenza dell’Ordinario diocesano.

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 18/03/2003 12.30
Molti protestanti dicono che: Leggendo nell’A.T. troviamo nel Levitico (2,13) che il sommo sacerdote era sposato, come anche i profeti (Is 8,3).
Pietro era anch’egli sposato (Mt 8,14); i ministri della Chiesa primitiva erano sposati (1Tm 3,2-5). Durante i primi mille anni del cristianesimo i preti e i vescovi potevano sposarsi. Infatti Tertulliano ricevette il sacerdozio quando ancora già era sposato. Dedica due suoi scritti alla moglie (anni 200 circa). Il Concilio di Nicea (325) respinse la richiesta di interdire il matrimonio dei preti, e il papa che regnava in quel tempo, Silvestro I (314), ordinò che ogni prete avesse la propria moglie.
Fu Papa Gregorio VII (1073-1085) che decretò che i sacerdoti non dovessero sposarsi. Paolo VI (24/06/1967) ha riconfermato tale imposizione, ma la reazione che ne è seguita è talmente imponente da far prevedere qualche addolcimento di tali posizioni. E’ stata molto forte la reazione dell’episcopato olandese che in un documento afferma doversi trovare una via d’uscita alla situazione attuale, tanto per il benessere personale di numerosi preti che per l’avvenire del sacerdozio nella Chiesa. Fin qui le note dei protestanti.
L’argomento del celibato ecclesiastico è molto importante e ci sforzeremo di essere chiari e precisi.
Con decreto della S. Congregazione dei Sacramenti (27 dicembre 1930) ogni candidato al sacerdozio è tenuto con giuramento ad attestare per iscritto che si astringe agli obblighi del celibato ecclesiastico con piena consapevolezza.
Le ottime ragioni degli sforzi dei Papi perché il celibato si affermasse non sono quelle male intraviste dal Montesquien, quando affermava che “altrimenti la loro potenza non sarebbe mai salita così in alto e non sarebbe mai stata duratura, se ogni prete avesse avuto a cuore una famiglia” (Riflessioni e pensieri inediti, Torino 1943), ma quelle addotte dall’Apostoli Paolo.
Il sacerdote è costituito per gli uomini in ciò che si riferisce a Dio, al fine di offrire doni e sacrifici, e solo il celibato permette il prefetto e totale compimento di tali doveri. Dovendo proseguire l’opera del Redentore il ministro sacro ha bisogno di libertà da preoccupazioni d’indole familiare…
L’individuo nel sacerdote deve scomparire di fronte ai bisogni materiali e spirituali di tutta la famiglia umana, altrimenti rischia di diventare un professionista qualsiasi.
Il ministero sacerdotale, e in particolare la direzione delle coscienze, esige illimitata fiducia verso chi l’esercita e questa difficilmente l’ottiene il sacerdote che vive in compagnia di una donna che partecipa delle sue confidenze.
Le obiezioni contro il celibato non provengono tanto dalla nobiltà del suo programma, quanto dalla supposta impossibilità del suo esercizio.
La castità, si dice, è impossibile e la pretesa di dominare l’istinto. È pura ipocrisia. Questo errore la Chiesa l’ha condannato nel Concilio di Trento (sess. XXIV, can 9). La custodia della castità è affare della Grazia e la Chiesa non ha mai preteso che la natura possa trionfare dei suoi istinti abbandonata alle sole sue forze. Se, per casi particolari, abitudini inveterate e tare ereditarie assegnano alla virtù compiti quasi sovrumani, si tratta di esseri anormali, per i quali il sacerdozio non è indicato. La tesi poi che vuol presentare la castità come nociva alle esigenze dell’igiene e causa di nevrastenia è stata nettamente esclusa da fisiologi eminenti, che hanno dimostrato la perfetta compatibilità dell’astinenza di soddisfazioni sessuali con le leggi fisiologiche e morali. Dove si da il caso di nevrosi questo effetto è prodotto solamente in tipi dall’istinto genesiaco anormale.
La libellistica comune ama insistere sul fatto: la vita privata del prete non è e non è stata mai casta e in disordini nascosti egli cerca ciò che gli è pubblicamente interdetto. Ma gli scandali presenti e passati non costituiscono il passato né il presente della Chiesa. La prospettiva di insieme è molto più luminosa e al di là delle zone d’ombra essa può mostrare la sua realtà formata da santi ed eroi.
Oltre al celibato ecclesiastico esiste nella Chiesa, ed è sempre esistito, il celibato scelto dai laici liberamente e direttamente “per il regno dei cieli” (Mt 19,12), cioè per il motivo superiore dell’amore verso Dio e dell’apostolato.
Questa pubblica professione di vita perfetta e generosamente votata agli interessi di Dio, diventò così frequente nella varie Chiese, che coloro che la praticavano cominciarono a comparire in mezzo alla società come una classe a parte.
La storia, poi, ha dimostrato con un’evidenza di giorno in giorno maggiore l’aiuto molteplice e efficace, che i laici celibi possono recare alla Chiesa e alle anime mediante l’esempio vivente e il contatto immediato di una vita perfettamente consacrata alla santificazione, attuandola nei casi in cui la vita religiosa canonica è impossibile o poco adatta, esercitando l’apostolato in molteplici maniere e compiendo funzioni che il luogo, il tempo, le circostanze proibiscono o rendono impraticabili ai sacerdoti e ai religiosi.
Oggi la Chiesa ha superato tutte le difficoltà e si è mossa a riconoscere (oltre ai singoli) gli Istituti secolari dei laici.

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 18/03/2003 12.32
Finora sono state menzionate solo le vicende storiche del celibato seguendo quasi esclusivamente quanto riferisce in merito la Enciclopedia Cattolica. Ora voglio scendere a maggiori e più profonde considerazioni sottolineando che Gesù invita al celibato chi desidera consacrarsi esclusivamente al regno dei cieli. E perciò morire celibi non è una disgrazia bensì un trionfo ed un onore, come dice S. Giovanni nell’Apocalisse: “Questi non si sono contaminati con donne, sono infatti vergini e seguono l’Agnello dovunque va. Essi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello” (14,4).
Diciamo pure che ci sono santi sposati e non sposati. Diciamo ancora che è vero che nel N.T. non c’è un ordine tassativo che imponga il celibato, per cui i primi vescovi e sacerdoti furono scelti anche tra gli sposati (ebrei e non) per la garanzia della fede e della probità, ma è anche vero che il desiderio di Gesù, ribadito da S. Paolo, è fin troppo chiaro. Infatti molti hanno aderito spontaneamente al desiderio del Divin Maestro: la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, ha accolto il desiderio di Cristo e di tante anime ed ha codificato il celibato. Quando noi parliamo di Chiesa, non si può prescindere da Gesù e dallo Spirito Santo: “…Io sarò con voi sino alla fine del mondo” (Mt 28,20); “…la Chiesa è colonna e sostegno della verità” (1 Tm 3,14-15); “…chi ascolta voi ascolta me…” (Lc 10,16); Gesù prega per gli Apostoli e “per quello che per la loro parola crederanno in me”; “…Padre, consacrali nella verità…” (Gv17,17); “…lo Spirito Santo vi guiderà alla verità tutta intera…” (Gv 16,12-15); vedi anche 14,16; 15,26); “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi…” (Gv 20,21).
Io, (parla fra Tommaso) personalmente, stimo una gran cosa che Gesù non ha voluto dare un’ordine tassativo: Egli voleva convincerci che “non tutti possono capire” ma solo quelli ai quali è dato di capire in quanto lo fanno esclusivamente per il regno dei cieli, ossia a maggior gloria di Dio e per il bene delle anime.
Basterà riflettere sulla natura del sacerdozio per convincersi della convenienza della codificazione del celibato da parte della Chiesa Occidentale.
La contestazione oggi muove molto spesso piuttosto dalla passione e dallo spirito del mondo. Certamente non dalla fede, né dalla grazia di Dio e neppure da ragioni di carattere spirituale…
Pur sapendo che la malvagità e  il peccato del sacerdote non toccano l’efficacia salvifica del suo ministero, tuttavia, tutti sappiamo quanto persone restano scandalizzate per la cattiveria di alcuni sacerdoti… E sappiamo pure che i nemici della Chiesa speculano proprio su queste carenze e debolezze sacerdotali…, le quali, principalmente, si notano in sacerdoti che lottano per essere autorizzati alle nozze…regolarmente…

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Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 18/03/2003 15.37
Non so se si era capito, ma sono uno di quei cattolici contrari al celibato dei presbiteri....i nostri fratelli ortodossi su questo sono più avanti di noi.
Con questo non voglio dire che ogni prete debba essere costretto a sposarsi, ma che deve essere una sua libera scelta: ci sono laici sposati e non...potrebbero esserci preti sposati e non.
Tuttavia è indiscutibile che una persona non sposata ha materialmente più tempo da dedicare ai fratelli credenti.

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/03/2003 15.52
Va bene Stefano......rispetto la tua opinione però....la tua scelta di credere a ciò che credi....non asserisce... che la Bibbia vieti il celibato...........ora parli degli Ortodossi....ma io ti ho scritto e puoi controllare....che i vescovi vengono scelti dal CLERO CELIBE.......se non li avessero avrebbero vescovi sposati? forse si, ma per oggi la regola è questa e un motivo ci sarà non trovi?
Poi dici:
Tuttavia è indiscutibile che una persona non sposata ha materialmente più tempo da dedicare ai fratelli credenti.
.......
infatti.....è una delle motivazioni che ha spinto la Chiesa a questa SCELTA CHE COMUNQUE SIA.....E' IMPLICITA E LEGGIBILE NELLA BIBBIA...quindi lecita......
Fraternamente C.

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Da: Soprannome MSNlizzie9821EInviato: 18/03/2003 17.50
spero che la Chiesa non cambi mai idea sul celibato dei preti........
Lizzie

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 18/03/2003 18.50
(parla frà Tommaso, dei frati minori rinnovati di Palermo) Ho spesso inteso dire, e da persone molto serie, che il sacerdote che reclama le nozze… è segno che ha già qualche donna…Ed è anche vero che chi reclama contro il celibato è semplicemente perché, non avendo coltivato la propria vocazione, logicamente e naturalmente, si è messo in grado di perderla in parte o del tutto. Ed una scusa troppo palese per chi dice che quando fu ordinato non si rendeva ben conto dell’impegno serio che prendeva; è, ripeto, semplicemente perché, a poco a poco, si è fatto trascinare o dall’eresia dell’azione o, più facilmente, dal contatto troppo frequente e poco controllato con donne…
E’ ben chiaro per tutti quelli di buona volontà che il celibato del sacerdote è per il regno dei cieli; è per amore di Gesù Cristo, a vantaggio dell’intera umanità. Il celibato, quando è vissuto con slancio apostolico e con fede “rende il cuore dell’uomo libero in modo singolare” (Decreto del Conc. Vat. II Perfectae Caritatis, 12). E tale libertà se è disponibilità per Dio è anche disponibilità per gli uomini (cf Decreto sul ministero e la vita dei Presbiteri, P.O. 16). Molti non comprendono che questo darsi agli altri scaturisce dal donarsi a Dio, e viceversa.
La vocazione alla paternità spirituale non è meno esigente ed esclusiva di quella alla paternità fisica. Esige fedeltà che è frutto di amore. Non si tratta di svalutare la sessualità, ma di oltrepassarla in una forma superiore di comunicazione della vita, nell’orizzonte della grazia.
I sacerdoti col loro celibato “danno testimonianza della futura risurrezione, (Decreto sulla formazione sacerdotale, O.T. 10, Vat. II). Essi diventano segno vivente di quel mondo futuro…nel quale i figli della Risurrezione non si uniscono in matrimonio… (Decr. Sul ministero e la vita dei Presbiteri, P.O., 16).
Sarà bene tener sottocchi i seguenti passi del N.T. ai quali si è già fatto e si continuerà a fare sull’argomento del celibato:
1) Mt 19,8-12: “…Rispose loro Gesù: per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato e ne sposa un’altra, commette adulterio”. Gli dissero i discepoli: se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi. Egli rispose loro: non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il Regno dei cieli. Chi può capire, capisca”. Ora il voler criticare a tutti i costi la Chiesa cattolica che impone il celibato ai preti, perché essendo madre (Chiesa) guida i figli per il bene, è incomprensibile! Molti protestanti criticano aspramente il celibato dei preti (ma anche molti cattolici), non mi spiego tanta avversità quando è risaputo che nella storia della Chiesa mai nessuno è stato obbligato a diventare prete (o suora) dalla Santa Madre Chiesa, ci sono state indubbiamente alcune vicende familiari (come accadeva soprattutto in passato) che hanno portato al sacerdozio o alla consacrazione alcuni preti e suore, ma sono stati i familiari a obbligare al sacerdozio o alla consacrazione i propri parenti, mai la Chiesa cattolica. Oggigiorno, mai, si sente dire o si legge di preti che con la forza spingono altri uomini al sacerdozio, chi sceglie di diventare sacerdote lo fa consapevole di quello che comporta diventarlo e consapevole che deve rinunciare al matrimonio, chi non si sente caratterialmente così forte e spiritualmente così elevato non sceglie il sacerdozio. Sceglierà magari il diaconato, oppure potrà dedicarsi alla carità in vari modi, ma sicuramente se non sente la vocazione interiore, se non ha la vocazione di rendersi eunuco per il regno dei cieli “se non gli è stato concesso di capirlo” è meglio che non scelga la via del sacerdozio."