Ecco qui di seguito un articolo del Giornale di Sicilia in merito alle accuse lanciate dal papa contro il divorzio:
Il Papa tuona contro il divorzio: polemica
Le parole di Giovanni Paolo II sono state durissime: le legislazioni - ha detto - devono riconoscere l'indissolubilità del matrimonio, il divorzio ha avuto «effetti devastanti» sulle società civili e giudici e avvocati sono pertanto chiamati a «declinare» la loro cooperazione «per una finalità contraria alla giustizia com'è il divorzio». Vivacissime le reazioni, pro e contro, sia dal mondo giudiziario che da quello politico.
Giornale di Sicilia del 28/01/2002
Papa Wojtyla è di nuovo insorto contro il divorzio ed è stata subito bufera nel mondo politico, giudiziario e religioso italiano. Le parole di Giovanni Paolo II sono state durissime: le legislazioni - ha detto - devono riconoscere l'indissolubilità del matrimonio, il divorzio ha avuto «effetti devastanti» sulle società civili e giudici e avvocati sono pertanto chiamati a «declinare» la loro cooperazione «per una finalità contraria alla giustizia com'è il divorzio».
È suonato quasi come un appello all'obiezione di coscienza di fronte ad una legge che è anche dello Stato Italiano il discorso fatto stamane dal Papa, in occasione della tradizionale udienza ai giudici della Rota Romana. Per la verità, Giovanni Paolo II non ha risparmiato rimproveri neanche a loro, esortandoli a «convalidare, se possibile, i matrimoni nulli», e non ad assecondare le richieste di nullità dei vincoli matrimoniali. Nel 2000, ultimo anno del quale si hanno i dati, la Rota ha deciso l'inesistenza di 57 matrimoni, salvandone 67.
Ma la parte più calda dell'intervento è stata quella dedicata alla società civile nel suo insieme e non ai tribunali ecclesiastici.
LE FRASI SALIENTI DEL PAPA - «Il valore del matrimonio - ha detto - non può essere ritenuto l'oggetto di una mera scelta privata: esso riguarda uno dei capisaldi dell'intera società».
L'assenza dell'indissolubilità matrimoniale, ha proseguito Giovanni Paolo II nella sua requisitoria, «ha conseguenze devastanti che si propagano nel campo sociale come una piaga».
Tra le iniziative da prendere, ha detto il Papa, «non possono mancare quelle rivolte al riconoscimento pubblico del matrimonio indissolubile negli ordinamenti giuridici civili. Gli operatori del diritto in campo civile devono evitare di essere personalmente coinvolti in quanto possa implicare una cooperazione al divorzio». «Per i giudici - ha ammesso il pontefice - ciò può risultare difficile , poichè gli ordinamenti non riconoscono un'obiezione di coscienza per esimerli dal sentenziare. Ma anch'essi devono trovare mezzi efficaci per favorire le unioni matrimoniali, sopratutto mediante un'opera di conciliazione saggiamente condotta». Gli avvocati però, nella visione del Papa, in quanto liberi professionisti «devono sempre declinare l'uso della loro professione per una finalità contraria alla giustizia com'è il divorzio».
REAZIONI DELL'AMBIENTE GIUDIZIARIO - Sono stati proprio loro, gli avvocati matrimonialisti, i primi a contestare le parole di Giovanni Paolo II.«La legge dello Stato -ha detto Cesare Rimini - non interferisce nella legge della Chiesa; troverei quindi giusto che la Chiesa non interferisse nei compiti di giudici e avvocati». Quello del Papa è un intervento «inappropriato», ha dichiarato a suo volta l'avvocato matrimonialista Annamaria Bernardini De Pace. Tra le voci a favore invece, quella di Fabio Massimo Gallo, consigliere del Csm e prima di approdare a Palazzo dei marescialli giudice civile, il quale non crede che Giovanni Paolo II abbia invaso competenze dello Stato italiano, invitando giudici e avvocati a salvare i matrimoni.
REAZIONI DEL MONDO POLITICO - Sul fronte dei politici, unanimi i giudizi negativi arrivati dal centro sinistra e dai radicali.
'Povero Papa..i fedeli non lo ascoltano e lui si rivolge ai giudicì,commentano sarcasticamente i radicali. Una 'interferenza rispetto alla laicità dello Stato«, ha detto l' ex ministro per la solidarietà sociale Livia Turco. »Sveltire le procedure di separazione anziché ostacolare i divorzi«: è quanto sostiene Franco Grillini, deputato Ds già presidente o dell'Arcigay, che ha giudicato l'intervento del Papa »l' ennesima intromissione non solo sulle procedure della giustizia, ma anche nella vita privata delle persone«. Anche un'esponente del centro destra, Alessandra Mussolini si è però unita al coro delle critiche. Quelle del pontefice sono affermazioni che si collocano »fuori dal contesto sociale e risultano, per il legislatore, inaccettabili«; un intervento »di retroguardia; che porta indietro nel tempo«. Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche familiari, si è schierato invece a fianco del Papa. Per la presidente dell'Udeur, Irene Pivetti 'il Papa ha diritto ad intervenire su qualunque questione; è un diritto legittimo e costituzionalmente garantito». Introdotto con lodevoli intenzioni,il divorzio ha finito per diventare un istituto abusato, ha spiegato Francesca Martini,responsabile dei problemi della famiglia per la Lega.
«Quello del Papa è un »appello alle coscienze« e ogni altra interpretazione »è strumentale«, ha detto Giuseppe Fioroni del Ppi. Sulla stessa lunghezza d'onda Maria Burani Procaccini (FI) secondo cui »è giusto che la massima autorità morale del mondo cattolico dia un giudizio su una questione come quella del divorzio che non è solo un procedimento civile, ma ha implicazioni morali anche sul sereno sviluppo dei figli«.
MONDO RELIGIOSO - A sostenere il Papa sono intervenuti il vescovo di Como Alessandro Maggiolini (»ci richiama ai principi umani«), e l'Unione delle Comunità islamiche italiane. »Siamo completamente e dottrinalmente d'accordo con la presa di posizione di Papa Wojtyla contro il divorzio«, ha detto il segretario generale dell'Ucoi, Hamza Roberto Piccardo. »Il divorzio fa tremare il Trono di Dio« ha aggiunto con un' immagine ad effetto. Sul fronte opposto, tra i critici, il sacerdote Gianni Baget Bozzo: »difficilmente la cooperazione dell'avvocato civilista al processo di divorzio può essere considerata una cooperazione diretta al male che il divorzio determina«. Voce contraria anche quella del piccolo centro di studi teologici di Milano. Per Monsignor Vinicio Albanesi infine »il problema vero è che dietro tanti matrimoni religiosi non c'è la cutlura cattolica necessaria. Si sceglie il matrimonio in chiesa per forma e non per convinzione«.
Come mai chi proibisce (o proibirebbe il matrimonio) lo difende invece così strenuamente beccandosi le critiche di moltissimi benpensanti, "civili"?
Come facciano a lanciare accuse così superficiali contro la Chiesa cattolica forse non lo sanno nemmeno gli stessi pastori protestanti, tanto e talmente è radicata in loro l’avversità contro i cattolici che dicono qualsiasi cosa pur di recare danno alla Chiesa Cattolica.
Pace
Salvatore