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[SM=g1740733] La Mariologia di Ratzinger è tutta biblica e patristica: Scrittura e Tradizione insieme.

In occasione del Congresso internazionale mariologico svoltosi a Loreto (22-25 marzo 1995) per iniziativa dell'arcivescovo Pasquale Macchi e con la direzione scientifica dell'Associazione mariologica interdisciplinare italiana, il card. Ratzinger ha accettato di tenere la prolusione sull'articolo del Credo: «Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine».

Egli ha svolto una conferenza magistrale, dove afferma che senza Maria l'ingresso di Dio nella storia non giungerebbe al suo fine; non sarebbe raggiunto ciò che ha importanza nella confessione di fede: che Dio è un Dio con noi e non solo un Dio in se stesso e per se stesso. Così la donna, che si qualificò come umile, cioè come donna anonima (Lc 1,48), è collocata nel punto centrale della confessione nel Dio vivente, il quale non può essere pensato senza di lei.


Senza mezzi termini, Maria è collocata nel nucleo essenziale della fede e della storia, come donna che introduce Dio nella situazione inedita dell'incarnazione: mediante lei Dio si rivela non come un Dio rinchiuso nella clausura del cielo, ma come veramente l'Emmanuele, Dio-con-noi. Conseguenza teologica ineludibile: Maria entra nel concetto del Dio vivo e agente nella storia a tal punto che non si può pensare a lui senza il riferimento all'attiva collaborazione materna di lei. Dopo aver interpretato la frase del Simbolo «come una sintesi delle tre grandi testimonianze bibliche dell'incarnazione del Figlio: Mt 1,18-25; Lc 1,26-38; Gv 1,13s», il Cardinale si sofferma sulla dimora di Dio «come conseguenza e scopo dell'incarnazione» e afferma che «Gesù è la vera shekînah, per mezzo della quale Dio è in mezzo a noi, se noi siamo riuniti nel suo nome». Nonostante i luoghi santi siano «la garanzia permanente dell'ingresso di Dio nel mondo», la realtà più importante è «il "sì" di Maria», che apre al Verbo «lo spazio, ove egli può piantare la sua tenda», poiché «Dio non è legato a pietre, ma egli si lega a persone vive».

Icona rivelatrice del Dio coinvolto nella dinamica d'incarnazione, Maria rimane ancorata alla storia del suo popolo. È quanto il Cardinale aveva evidenziato ancora a Loreto il 7 marzo 1988 nella conferenza Tu sei la piena di grazia. Elementi per una devozione mariana biblica, tenuta durante il convegno regionale di aggiornamento pastorale. Egli presenta la figura di Maria come paradigmatica per il cristiano e per l'uomo, secondo la vera antropologia, in quanto non è isolata dal suo popolo ed insieme è aperta alla salvezza di tutta l'umanità: «Maria è Sion in persona, e ciò significa: ella vive tutto quello che con Sion si intende. Ella non costituisce una individualità chiusa, che dipende dall'originalità del proprio io. Essa non vuole essere soltanto questo essere umano che difende e protegge il suo io [...]. Essa vive in tal modo da essere abitabile per Dio. Essa vive in modo tale da essere un luogo per Dio».

La Madre dei credenti.

Per Ratzinger, Maria è una persona «in relazione vitale con Dio» e proprio questo è il senso della grazia di cui ella è ricolma: «Tu sei piena di grazia»; questo significa dunque ancora che Maria è un essere umano, totalmente aperto, che si è totalmente dischiuso, si è consegnato audacemente e senza limiti, senza timore per la propria sorte, nelle mani di Dio.
Poiché questa apertura è designata dalla Scrittura con la parola fede, ne consegue che come nell'antica alleanza troviamo Abramo padre dei credenti, così «all'inizio del nuovo popolo» troviamo Maria "madre dei credenti". La «pura ed alta figura» di Maria si specifica per Ratzinger in un lavorio interiore di cui è testimone Luca quando afferma che Maria «conservava tutte queste cose e le meditava nel suo cuore » (2,19.50).
Nonostante la trascendenza del mistero, si tratta di «mettere insieme» con sguardo unificante il particolare nel tutto e nello stesso tempo di custodire e mantenere fedelmente «attraverso» le fasi della vita, anche quando la spada la percuoterà al momento della passione. Pertanto, dopo avere interiorizzato la parola, «può nuovamente farne dono al mondo: Maria è profetessa». Il Magnificat è «preghiera profetica intessuta con fili dell'Antico Testamento» che invita a magnificare il Signore, cioè a «dare spazio a lui, perché egli sia maggiormente presente nel mondo».


di Padre Stefano DE FIORES smm

Benedetto XVI e Maria


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)