Carissima Caterina, La pace di Cristo!
Non ho molto tempo, ma non mi servirà.
Prima di tutto, Ad Tuendam Fide è un documento non dogmatico ma giuridico, e quindi non confondiamo fischi con fiaschi.
Troppo lungo sarebbe qui definire in che modo questa distinzione comporti anche una diversa valutazione del testo.
Ma visto che esso riguarda in modo preponderante i docenti di teologia, i diaconi, i presbiteri ed i vescovi, cioè coloro che devono prestare in modo solenne la Professio Fidei, lasciamo a loro la valutazione, che di certo hanno più chiavi di lettura di te e me per farlo.
Secondo; mi dispiace ammettere che la lettura di Erasmo da Rotterdam che fai sia davvero riduzionista (naturalmente posso solo parlare in rifermento alle mie conosenze dell'autore e della sua epoca).
L'unica cosa che ritengo esatta in ciò che affermi è che egli faceva parte della Riforma cattolica, che non era affatto "una riforma più moderata", ma un movimento a parte rispetto a quella protestante, che inizia prima e perdura anche dopo lo strappo con i Riformatori Protestanti.
Da quello che affermi sembra quasi che tu non conosca il significato esatto e che gli storici affemano all'esperssione Riforma Cattolica.
Non sarò certo io capace di chiarire in poche righe un argomento tanto importante. Ti rimando a
Giacomo Martina sj, Storia della Chiesa da Lutero ai nostri giorni, Morcelliana, 1997, vol 1, pagg. 199 - 275.
Ti rimando a questo testo inquanto: è uno di quelli su cui ho studiato per l'esame, è stato scritto da un Gesuita, ordinario di Storia della Chiesa alla Pontifica Università Gregoriana, è molto chiaro e conciso, è corredato di un ottima bibliografia per approfondire i problemi.
Terzo. Per quanto riguarda il vero significato delle richieste di perdono di sua santità Giovanni Paolo II ti rimando a
Sergio Tanzarella, La purificazione della memoria: il compito della storia tra oblio e revisionismi, EDB, Bologna 2001.
ed ancora:
Sergio Tanzarella, "Memoria condivisa e purificazione della memoria", in Quadreni di Satyagraha 1(2002), pag. 83 - 101.
Sergio Tanzarella, "Storia e purificazione della memoria" in Rassegna di Teologia 41(2000), pagg. 825 - 843.
Motivazioni di questi testi: la brevità e chiarezza, la personale conoscenza dell'Autore, l'autorevolezza che gli proviene da essere ordinario di Storia della Chiesa Antica e Archeologia Cristiana nella Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, sez. san Luigi (ricordo, tenuta dai Gesuiti), e noto conferentista su problemi di storia e storiografica della Chiesa Italiana del XX secolo.
Per quanto riguarda il resto; scusate, ma forse il fatto che in Facoltà ci fanno fare tanta attenzione ai termini e ai distinguo, io non posso non fare caso a delle sfumature che invece alla stragrande maggioranza non significano nulla ed invece per me sono punti necessariamente da precisare.
Sulla storia non si fanno giudizi di merito, si può solo consatatare ed imparare da essa per non ripetere gli stessi errori. Non è mio desiderio dare un giudizio morale, e scusate se è sembrato che lo facessi, ma dire che ci sono stati atteggiamenti e decreti ecclesiastici non evangelici e che occorre denunciare tali errori perchè non si ripetino.
Non mi ritrovo proprio nei botta e risposta... ho difficoltà a seguirli.
Forse con quello che ho scritto ho sollevato nuovi problemi con i quali continuare il gioco del "Tu hai scritto... ma io volevo dire questo",e "tu affermi... ma vai a guardarti questo".
Mia intenzione è riferire cose per l'approfondimento, come la stessa Caterina afferma delle sue "provocazioni", e mi auguro che così siano presi i miei post.
Franternamente,
Ireneo.